Di fatto, la crisi dei sistemi di protezione sociale non ha nulla a che vedere con la mancanza di risorse finanziarie.
E’ piuttosto il risultato diretto di un’altra crisi, ha a che fare con la centralita’ del lavoro salariato. Durante il periodo fordista, la protezione sociale era finanziata con i contributi obbligatori, e cioe’ gli oneri previdenziali pagati dai salariati e dai datori di lavoro. Questi contributi facevano parte del costo del lavoro.
Oggi il lavoro salariato diminuisce e una delle ragioni maggiori di questo regresso sta nella volonta’ del padronato di ridurre tutti gli elementi del costo del lavoro.
Per il padronato, i contributi hanno un’importanza particolare perche’ sanno che queste risorse possono essere gestite tramite fondi pensione. I fondi pensione sono un caso straordinario di sciacallaggio dell’economia mondiale. Partecipano e talvolta prendono il controllo di imprese molto redditizie, esigendo poi un rendimento senza precedenti.
Dal 12% di dieci anni fa, questa esigenza e’ salita al 15% e, oggi, arriva al 20% e perfino al 25%.
Ma, inoltre, sotto la pressione dei fondi pensione, le imprese riducono i salari e il personale, investono sempre meno sul lungo periodo e cercano ovunque di ottenere i mezzi di esenzione d’imposta. E cosi’ il rendimento del capitale non smette di accrescersi, mentre la remunerazione del lavoro, la protezione sociale e gli investimenti in opere pubbliche non fanno che diminuire.
Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/ecologia-politica-di-andre-gorz/
https://it.wikipedia.org/wiki/Andr%C3%A9_Gorz