Negli ultimi vent’anni, la globalizzazione dei sistemi alimentari e agricoli e’ stata presentata come un fenomeno naturale e inevitabile. Invece non c’e’ nulla di naturale nella globalizzazione, in particolare in quella del cibo […]
La globalizzazione ha prodotto sradicamento, disoccupazione, fame e insicurezza alimentare a un livello senza precedenti.
Il quadro storico richiede una precisazione: in “non c’e’ nulla di naturale nella globalizzazione”, la precisazione e’ sull’aggettivo “naturale”: e’ naturale, nel senso di consequenziale, l’evoluzione del capitalismo, che parte col settecentesco “libero scambio” ed evolve, secondo la sua logica, in una struttura di multinazionali oligopolistiche, che fanno ritenere “naturale” la “lex mercatoria” (definizione di Guido Rossi), elaborata dai loro giuristi stipendiati e imposta come “legge” internazionale attraverso accordi statuali (come appunto attraverso il Wto, World trade organization, organizzazione per il commercio mondiale), accordi stipulati da Stati continentali, la cui classe dirigente e’ portata al vertice dalle stesse multinazionali, accordi che qualificano il “libero scambio” del XXI secolo: un’area di competizione tra” “poche centinaia di Leviatani economici.
Info:
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/marchesi-libero-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/rassegna/quotidiano-sud-arricchirsi-impoverendo-galli-bochicchio.pdf
