Un’attrazione importante dei ritrovi informali – i “posti terzi”, come li definisce Oldenburg per distinguerli da un lato dalle grandi organizzazioni altamente strutturate, e dalle famiglie e dagli altri piccoli gruppi dall’altro – e’ il fatto che “quel poco di gerarchia che vi si trova si fonda sulla capacita’ di rispettare le norme del vivere civile” dei frequentatori e non sulla loro ricchezza, il loro fascino, la loro aggressivita’, o anche la loro intelligenza […]
La promozione delle norme del vivere civile, nel posto terzo, non si limita all’ambito che gli e’ proprio.
E’ improbabile che i clienti abituali facciano qualcosa che al loro bar viene di regola disapprovato. Le manifestazioni di comportamento proprio o improprio sono l’oggetto di discussioni infinite, sono sempre all’ordine del giorno delle conversazioni occasionali del posto terzo […]
La voce interna che ti chiede cosa ne penserebbero gli amici del bar e’ un fattore potente di quello che una volta si chiamava controllo sociale [per questo] i luoghi d’incontro informali promuovono “il vivere civile, senza sbandierarlo, piu’ di tante organizzazioni che la pubblicita’ presenta come l’incarnazione stessa della virtu’ […]
Come queste osservazioni dovrebbero suggerire, il valore dei posti terzi non consiste nel fatto che “ti fanno passare la giornata”, ma nella capacita’ che bar, caffe’, birrerie e locali vari dimostrano nell’incoraggiare la conversazione, che e’ l’essenza della vita civica […]
La sede della buona conversazione, dunque, e’ il posto terzo – un luogo d’incontro intermedio tra il posto di lavoro e la famiglia.
Questa designazione ricorda un po’ l’ambito ben noto delle associazioni volontarie, cosi’ care ai sociologi e alla critica sociale d’ispirazione sociologica, il cui scopo dichiarato e’ appunto quello di mediare tra individuo e stato […]
Prima dello sviluppo del giornalismo moderno, taverne e caffe’, collocati spesso com’erano sulle strade maestre e ai principali crocevia, fungevano da media in senso proprio, da posti in cui si raccoglievano e circolavano le notizie. Nei paesi totalitari hanno conservato questa funzione fino a oggi. Per questo non e’ inappropriato sottolineare il carattere protopolitico del posto terzo o supporre […] che il declino della democrazia partecipativa possa avere un rapporto diretto con la sua scomparsa. Man mano che i locali di quartiere cedono il passo, da un lato, agli shopping mails di periferia o, dall’altro, ai cocktail party privati, l’arte essenzialmente politica della conversazione viene sostituita dalle chiacchiere da negozio o dal pettegolezzo.
Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/gli-stati-uniti-e-la-ribellione-delle-elite/
https://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/8661-la-rivolta-delle-elite
https://www.pensalibero.it/la-rivolta-delle-elite-tradimento-della-democrazia-christopher-lasch/
