Europa/Saraceno

Francesco Saraceno – La riconquista. Perche’ abbiamo perso l’Europa e come possiamo riprendercela – Luiss (2020)

La convinzione che l’euro e l’Europa siano intrinsecamente liberisti, e quindi irriformabili, rimane ben presente nel dibattito politico italiano, cristallizzato tra i sostenitori dello status quo e sovranisti piu’ o meno dichiarati.
Tuttavia, la contrapposizione esiste, sia pure sottotraccia, anche a livello europeo nonostante le spinte verso la dissoluzione siano oggi piu’ deboli che in passato.
Gli europeisti stanno perdendo la battaglia delle idee contro i sostenitori dei vari “exit”, perche’ ne accettano la premessa fondamentale secondo cui un’unione monetaria non puo’ funzionare senza unione politica.
Essendo quest’ultima poco piu’ che una chimera, la difesa del processo di integrazione risulta fortemente indebolita e puo’ solo appellarsi alla paura: uscire costerebbe troppo, lascerebbe i piccoli Paesi indifesi, e cosi’ via. L’argomento europeista viene ciclicamente proposto come “il meno peggio”, a fronte dell’instabilita’ delle esperienze di governo sovraniste.
Si tratta di argomenti validi in se’, che pero’ evidenziano solo i costi dell’abbandono del progetto europeo, ammettendo quindi implicitamente che esso non porti benefici (o che ne porti esclusivamente ai soliti noti).
La debole, debolissima linea del Piave (sperando che non diventi la linea Maginot) diventa allora l’affermazione, purtroppo molto comune, per cui “l’euro non si doveva fare, ma ora tornare indietro sarebbe una catastrofe”.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-riconquista-perche-abbiamo-perso-l-europa-e-come-possiamo-riprendercela-di-francesco-saraceno/
https://www.rivistailmulino.it/a/la-riconquista
https://www.europainmovimento.eu/europa/perche-abbiamo-perso-l-europa-e-come-possiamo-riprendercela.html
https://www.micromega.net/leuropa-vista-da-un-riformista/

Europa/Saraceno

Francesco Saraceno – La riconquista. Perche’ abbiamo perso l’Europa e come possiamo riprendercela – Francesco Saraceno – Luiss (2020)

Oltre ai criteri per l’accesso all’Eurozona, il trattato di Maastricht contiene le norme che regolano lo statuto della Banca centrale europea.
La BCE e’ organizzata su un modello federale, simile a quello della Federal Reserve statunitense, la FED. La BCE propriamente detta e’ infatti parte di un sistema piu’ ampio, l’Eurosistema, composto dall’istituto di Francoforte e dalle 19 banche centrali dei Paesi membri. Le decisioni di politica monetaria sono prese dal Consiglio direttivo.
Nell’attribuzione di compiti e obiettivi alla BCE, il trattato di Maastricht riflette lo spirito del tempo. La politica monetaria e’ coerente con il quadro concettuale del Nuovo Consenso perche’ la BCE deve preoccuparsi unicamente dell’inflazione, e nel perseguire il proprio obiettivo gode anche di notevole indipendenza […]
Inoltre, sempre per preservarne l’indipendenza, lo statuto della BCE include il divieto rigido di qualsiasi tipo di “finanziamento monetario”, vale a dire la stampa di moneta per finanziare il disavanzo pubblico.
E’ lampante la differenza con la Federal Reserve americana, che da un lato si e’ vista attribuire dal legislatore il “doppio mandato” di perseguire stabilita’ dei prezzi e piena occupazione; dall’altro lato non ha la proibizione di acquistare titoli del Tesoro.
Non e’ un caso che nella versione attuale lo statuto della FED risalga agli anni Settanta, epoca in cui l’economia keynesiana era ancora dominante ed era considerato normale che la politica monetaria si occupasse della stabilizzazione del ciclo economico.

Info:
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https://www.rivistailmulino.it/a/la-riconquista
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Europa/Mattei

Ugo Mattei – Il diritto di essere contro. Dissenso e resistenza nella societa’ del controllo – Piemme (2022)

La costruzione dell’eurosistema e’ stato un capolavoro storico con cui il neoliberismo si e’ istituzionalizzato con la separazione fra sovranita’ monetaria e sovranita’ politica a favore della prima.
La sovranita’ politica lasciata nominalmente in capo agli stati membri (o meglio ad alcuni di essi) e quella monetaria trasferita alla Banca centrale di Francoforte, dove il sistema finanziario internazionale puo’ esercitare la sua presa sugli stati membri tramite una “governance” che lo garantisce appieno […]
E’ difficile non vedere quanto l’Italia ne sia uscita indebolita e sconfitta.
Da quinta, secondo alcuni addirittura quarta, potenza economica del mondo alla vigilia di Maastricht, l’Italia e’ entrata in una spirale di declino senza fine perdendo capacita’ produttiva industriale e vieppiu’ credibilita’ internazionale a causa di una classe dirigente sempre meno prestigiosa e sempre piu’ prona rispetto alle pretese del capitale internazionale e dei suoi imperativi di riproduzione […]
Il capitalismo italiano doveva essere necessariamente privato, europeista e confermato nel suo atlantismo ora divenuto neoliberale. La concorrenza, tradotta in competizione, doveva sovvertire la solidarieta’ nella scala dei valori nazionali se l’Italia voleva essere pronta alle “sfide” della globalizzazione. Lo stato doveva ritirarsi dall’economia per non ostacolare il virtuoso processo di crescita che doveva potersi svolgere senza l’intralcio di “lacci e lacciuoli”. Il sindacato doveva confermarsi “responsabile” e privilegiare la concertazione rispetto al conflitto e allo sciopero.

Info:
https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__diritto-essere-contro-ugo-mattei-libro.php
https://officinebrand.it/offpost/il-diritto-di-essere-contro-ugo-mattei-a-bussoleno-presenta-il-nuovo-libro/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/24874-davide-miccione-il-diritto-di-non-essere-a-favore.html?highlight=WyJ1Z28iLCJtYXR0ZWkiLCJtYXR0ZWknIiwidWdvIG1hdHRlaSJd

Europa/Schiavone

Aldo Schiavone – Sinistra! Un manifesto – Einaudi (2023)

Non c’e’ un solo grande problema nel mondo contemporaneo – ambiente, energia, salute, emigrazioni, diseguaglianze – che possa essere risolto dalla volonta’ di un solo Stato, che non richieda un approccio e una soluzione almeno continentali.
Se e’ cosi’, se non vogliamo, come gia’ adesso sta accadendo, che siano altri poteri, diversi da quello politico, a dare sempre risposte che poi ci vengono imposte, l’unica possibilita’ e’ di costruire, passo dopo passo, una capacita’ di intervento, di discussione e di governo altrettanto globali, che riescano a porsi sullo stesso piano delle forze che dovrebbero regolare. Qualcosa e’ stato fatto nella giusta direzione negli ultimi anni: per esempio sui problemi della tutela dell’ambiente, o su quello di una comune imposizione fiscale per le grandi multinazionali. Ma e’ ancora poco, sebbene promettente.
Dobbiamo insistere, allargare, migliorare, organizzare, alzare il livello delle proposte e delle finalita’. Cominciando proprio dall’Europa […]
Privi di un’Europa forte e integrata siamo tutti piu’ a rischio, ancor meno padroni del nostro destino, meno in grado di costruire quell’Occidente plurale senza il quale ognuna delle forme attraverso cui si sta definendo la mondializzazione del pianeta potrebbe seguire un percorso piu’ sbilanciato, meno sicuro e produttivo […]
La sinistra dovrebbe far diventare senso comune una simile valutazione. Fare della vocazione europea la sua bandiera. Ma non per difendere – come troppe volte ha fatto – l’Europa com’e’: una costruzione incompiuta. Bensi’ perche’ essa possa riprendere subito la strada della sua unificazione; perche’ la forza costituente dell’Unione riprenda il suo slancio, e questo obiettivo diventi la prima missione dell’Italia.

Info:
https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/02/14/news/schiavone_la_sinistra_il_passato_e_il_presente-11341021/
https://www.infinitimondi.eu/2023/03/08/tre-libri-recenti-3-sinistra-un-manifesto-di-aldo-schiavone-einaudi-2023-una-bolognina-trentanni-dopo-recensione-di-gianfranco-nappi/
https://www.marx21.it/cultura/un-manifesto-per-la-sinistra-una-lettura-critica-dellultimo-libro-di-aldo-schiavone/

Europa/Saraceno

Francesco Saraceno – La riconquista. Perche’ abbiamo perso l’Europa e come possiamo riprendercela – Luiss (2020)

E’ certamente vero, come sostengono molti euroscettici, che la moneta unica in Europa si e’ costruita mettendo l’accento quasi esclusivamente sugli aggiustamenti di mercato e su vincoli stringenti all’azione delle politiche monetarie e di bilancio.
Non e’ vero pero’ che questo e’ il corollario inevitabile dell’adozione di una valuta comune. Deve essere piuttosto fatto risalire all’ambiente intellettuale che dominava negli anni Novanta, quando furono scritte le “regole del gioco” dell’euro.
Il testo fondante della moneta unica, il trattato di Maastricht del 1992, fu discusso e approvato nel momento in cui nell’accademia si consolidava un “Nuovo Consenso” che emergeva dalla turbolenza teorica degli anni Settanta e Ottanta, recuperando e attualizzando il sistema di pensiero neoclassico sviluppatosi a cavallo tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo […]
L’ortodossia del Nuovo Consenso ha dominato la politica economica e l’accademia fino alla crisi del 2008, arrivando (sia pure un po’ ammaccata) ai nostri giorni. Quindi, le scelte di politica economica e le istituzioni create dai Paesi avanzati, tra cui quelli europei, nell’ultimo trentennio, vanno collocate in questo contesto.
E’ interessante notare come la pressione per una riduzione del ruolo dello Stato nell’economia sia particolarmente forte in Europa, perche’ e’ proprio nei Paesi del vecchio continente che nel dopoguerra era stato abbracciato in modo piu’ convinto il modello dello Stato regolatore.
A partire dagli anni Ottanta il perimetro dello stato sociale e’ stato lentamente ma pervasivamente ridotto, il ruolo degli stabilizzatori automatici menomato, la regolazione congiunturale dell’economia sacrificata sull’altare della flessibilita’.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-riconquista-perche-abbiamo-perso-l-europa-e-come-possiamo-riprendercela-di-francesco-saraceno/
https://www.rivistailmulino.it/a/la-riconquista
https://www.europainmovimento.eu/europa/perche-abbiamo-perso-l-europa-e-come-possiamo-riprendercela.html
https://www.micromega.net/leuropa-vista-da-un-riformista/

Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Ponte alle Grazie (2014)

Guardando piu’ da vicino la creazione della nuova governance europea, non si puo’ fare a meno di notare qualcosa di inusuale, e cioe’ che alcuni dei principali strumenti di gestione della crisi sono stati posti in essere al di fuori dell’ordinamento dell’UE.
Piuttosto che ricorrere alle norme contenute nei trattati fondamentali, si e’ deciso di realizzare una serie di accordi utilizzando il metodo intergovernativo piuttosto che un atto normativo europeo, vale a dire istituendo accordi internazionali al di fuori del diritto dell’Unione; il riferimento e’ in primo luogo al MES, impropriamente definito «fondo salva-stati», e al Fiscal Compact.
Siamo cosi’ di fronte a una sorta di doppia governance europea: quella prevista dai trattati fondamentali dell’Unione – Trattato sull’Unione Europea (TUE) e Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) –, che incarnano il paradigma della crescita, e quella dei nuovi accordi intergovernativi, che introducono regole di gestione della crisi non incluse nel tradizionale quadro normativo […]
La nuova governance, in corso di evoluzione, si articola in sette assi principali di intervento: – il semestre europeo, il quale si concretizza in una serie di raccomandazioni elaborate dalla Commissione Europea, approvate dal Consiglio UE e avallate dal Consiglio Europeo, di cui gli stati devono tenere conto quando dispongono le politiche di bilancio relative all’anno successivo; – il patto Euro Plus, che consiste in un accordo firmato da ventitre paesi aderenti che si impegnano a realizzare determinate riforme in alcuni settori (competitivita’, occupazione, sostenibilita’ delle finanze pubbliche e maggiore stabilita’ finanziaria); – il Fiscal Compact; – le modifiche al patto di stabilita’, in parte gia’ introdotte nel cosiddetto six pack, un pacchetto di sei atti legislativi (cinque regolamenti e una direttiva) che mira a una piu’ rigorosa applicazione del Patto di Stabilita’ e di Crescita (PSC); e nel cosiddetto two pack, composto da due regolamenti e orientato a completare il ciclo di sorveglianza di bilancio; – la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici (gia’ applicata in base a due regolamenti del six pack); – i meccanismi per la stabilita’ finanziaria della zona euro, fra cui il MES; – il patto per la crescita (growth pact).
Il panorama degli interventi appare complesso e disarticolato, soprattutto se si pensa al fatto che tre diversi accordi coinvolgono un numero differente di paesi (ventitre il patto Euro Plus, diciassette il MES e venticinque il Fiscal Compact); il che fa pensare che sia stata realizzata una sorta di «integrazione differenziata». Come dire: a ciascuno la sua Europa […]
Se siete un po’ confusi per via dei nomi e delle sigle sappiate che e’ soltanto perche’ siete stati attenti. Hanno utilizzato quasi la stessa denominazione per tre strumenti che si differenziano tra loro per variabili non certo trascurabili: Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSM), affidato alla Commissione e al Consiglio; Dispositivo Europeo per la Stabilita’ Finanziaria (EFSF), gestito con la creazione di una societa’ lussemburghese; Meccanismo Europeo di Stabilita’ affidato a una organizzazione internazionale.

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/

Europa/Saraceno

Francesco Saraceno – La riconquista. Perche’ abbiamo perso l’Europa e come possiamo riprendercela – Luiss (2020)

Il secondo fattore che spiega la divergenza e la crisi di competitività della periferia della zona euro e’ un lungo processo di ristrutturazione dell’economia tedesca, fortemente influenzato dall’allargamento a Est dell’Unione europea.
Le imprese tedesche hanno riorientato le proprie catene del valore verso i Paesi dell’ex blocco sovietico, per beneficiare di costi del lavoro inferiori e dell’euro forte (che rendeva economiche le importazioni di beni intermedi consentendo di contenere i costi di produzione).
I grandi perdenti di questo riorientamento a Est della catena del valore sono i Paesi del Sud Europa (in particolare l’Italia) che sono stati rimpiazzati dai nuovi Stati membri come fornitori delle grandi imprese tedesche. Questo spiega perche’, contrariamente a quanto avveniva in passato, il rimbalzo dell’economia tedesca dopo la crisi finanziaria globale non ha trascinato con se’ i Paesi della cosiddetta periferia dell’Eurozona. Essendo la ripresa tedesca trainata dalle esportazioni, ne hanno beneficiato i Paesi che fornivano alla Germania i beni intermedi; quindi non piu’ l’Italia o la Spagna, che oggi vi esportano principalmente beni di consumo e sono state al contrario penalizzate dalla stagnazione della domanda interna d’Oltralpe

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-riconquista-perche-abbiamo-perso-l-europa-e-come-possiamo-riprendercela-di-francesco-saraceno/
https://www.rivistailmulino.it/a/la-riconquista
https://www.europainmovimento.eu/europa/perche-abbiamo-perso-l-europa-e-come-possiamo-riprendercela.html
https://www.micromega.net/leuropa-vista-da-un-riformista/

Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

In pratica, l’esperienza ellenica dimostra come, una volta commissariato, il Paese in difficolta’ sia sottoposto alle direttive e al controllo del MES e delle istituzioni europee per un periodo di tempo indeterminato, che puo’ durare decenni, anche in ragione del fatto che, una volta dentro a questo sistema di credito-debito, in caso di ulteriore necessita’ di liquidita’ il Paese deve o puo’ ricorrere a fondi europei che seguono la stessa logica.
Questa forma di concretizzazione politica del neoliberismo postula dunque la sostituzione dei governi, espressione di competizioni politiche cosi’ come previsto dalle costituzioni dei singoli Stati, con un governo ultra statale e ultra decennale privo di legittimazione democratica.
Al governo nazionale sottoposto al commissariamento non resta che attuare riforme prestabilite e calate dall’alto.
Non vi e’ alcun dubbio che si tratti di una sostituzione vera e propria. Per comprenderlo basta leggere i memorandum d’intesa, che contengono appunto prescrizioni dettagliatissime su come dirigere un Paese, ovvero su quali riforme attuare negli svariati campi della sua vita sociale e politica: pensioni, lavoro, pubblica amministrazione, giustizia, attivita’ produttive, servizi pubblici, privatizzazioni, welfare e tanto altro.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Europa/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

Di chi e’ la colpa di quello che assomiglia a tutti gli effetti a uno scontro di civilta’ che si snoda lungo le strade delle citta’ europee?
La mancata integrazione degli immigrati e al tempo stesso lo sciovinismo di molti cittadini europei, che non accettano come loro eguali le persone provenienti dalle ex colonie – e, a dire il vero, provenienti da qualsiasi altro luogo al mondo –, si dividono equamente le responsabilita’.
In un caso e nell’altro, la soluzione migliore per integrare i milioni di migranti attualmente presenti sul suolo del continente sembra essere l’attivita’ di agenzie di polizia che reclutino uomini e donne con un background etnico capaci di comprendere le sfumature culturali dei vari gruppi in gioco e di proteggerli l’uno dall’altro.
L’altra ovvia misura, che da tempo attende di essere realizzata, e’ la creazione di programmi massivi di apprendimento linguistico che rendano gli immigrati capaci di diventare funzionalmente autosufficienti e idonei all’ingresso nella vita lavorativa.

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/
https://www.mangialibri.com/il-movimento-del-mondo
https://www.shipmag.it/invito-alla-lettura-il-movimento-del-mondo-di-parag-khanna/

Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

Il mercato unico deve sopravvivere a tutti i costi, e per garantirlo e’ necessario attuare riforme neoliberiste.
Se i popoli non sono d’accordo, allora bisogna convincere i loro rappresentanti politici ad agire sempre e comunque nell’interesse del mercato.
In questo passaggio e’ possibile scorgere la profonda distanza che intercorre tra le costituzioni democratiche degli Stati membri e quella che appare come una sofisticata forma di autoritarismo europeo.
I sistemi democratici interni agli Stati sono progettati in modo tale che il popolo possa decidere se far prevalere un’ideologia, ovvero un programma, rispetto a un’altra, mediante un parlamento rappresentativo non originariamente schierato. L’UE ha invece un’indiscussa anima neoliberista, ed e’ per questo che, in tal senso, il suo rapporto con la democrazia s’inceppa nella sovrapposizione tra ideologia politica e ragion d’essere delle sue istituzioni rappresentative

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/