Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

L’abolizione dei controlli sui capitali e la creazione dell’euro hanno privato quasi tutti gli Stati del controllo sulle proprie valute, mettendoli alla merce’ dei mercati obbligazionari e delle agenzie di rating e disattivando uno strumento fondamentale di gestione della crisi.
Gli Stati del centro sono stati spinti in una posizione da tempo familiare a quelli della periferia: l’assoggettamento a forze economiche globali che non avevano alcuna speranza di controllare.
Una risposta e’ stata il passaggio, definito in modo memorabile da Colin Crouch, dal keynesismo pubblico a quello privatizzato.
Mentre il primo aveva utilizzato politiche fiscali e di spesa per stimolare la domanda dei consumatori, il secondo ha incoraggiato l’indebitamento dei consumatori per promuoverne il mantenimento di alti livelli di spesa in condizioni altrimenti sfavorevoli di calo dei salari reali, aumento della precarieta’ e diminuzione delle entrate fiscali delle imprese.
Questo cambiamento, che con la «cartolarizzazione» ha raggiunto vette da capogiro, ha innescato la crisi dei subprime, portandoci, tra il 2007 e il 2008, vicino al tracollo della finanza globale.
L’esito di tale disastro non avrebbe potuto essere piu’ perverso.
Lungi dall’indurre una profonda ristrutturazione del nesso tra economia e politica, la risposta dei poteri forti ha consolidato la presa dei creditori privati sull’autorita’ pubblica.
Dopo aver orchestrato le crisi del debito sovrano, le banche centrali e le istituzioni finanziarie globali hanno costretto gli Stati sotto attacco dei mercati obbligazionari a istituire l’«austerita’», vale a dire a servire su un piatto d’argento i propri cittadini a prestatori internazionali pronti a cannibalizzarli.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
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Societa’/Fazi

Thomas Fazi, William Mitchell – Sovranita’ o barbarie. Il ritorno della questione nazionale – Meltemi (2018)

Abbiamo visto come la sinistra europea (sia quella socialdemocratica che quella socialista e comunista) abbia giocato un ruolo centrale nella transizione al neoliberismo, tanto nella sua legittimazione ideologica – cioe’ nella sua “naturalizzazione” – quanto, spesso e volentieri, nella gestione politica di quel processo […]
Sul fronte ideologico, questa naturalizzazione si e’ concretizzata soprattutto nel sostegno offerto dalla sinistra, a partire dagli anni Settanta, all’idea (in verita’ fallace, come abbiamo visto) secondo cui la crescente internazionalizzazione economica e finanziaria di quegli anni – cio’ che oggi chiamiamo globalizzazione – fosse un aspetto ineluttabile della “modernita’” (piuttosto che essere il risultato di una precisa volonta’ politica) destinato inevitabilmente a erodere la sovranita’ economica dei singoli Stati e dunque la loro capacita’ di decidere in autonomia (ossia a prescindere dalla volonta’ dei mercati) le loro politiche economiche e sociali, costringendoli dunque ad abbandonare le politiche “keynesiane” che avevano caratterizzato il secondo dopoguerra fino a quel momento e che, tra mille contraddizioni, avevano permesso alle classi subalterne di ottenere un grado di rappresentanza politica ed economica senza precedenti nella storia […]
Alcuni episodi chiave: la svolta antikeynesiana del governo laburista di James Callaghan, nella seconda meta’ degli anni Settanta, che spiano’ la strada alla Thatcher; la svolta austeritaria del governo di François Mitterrand, nella prima meta’ degli anni Ottanta, che cementifico’ a sinistra l’idea dell’impossibilita’ di riformare il sistema in senso democratico-socialista attraverso lo Stato nazionale; il ruolo del socialista Jacques Delors, prima ministro delle Finanze sotto Mitterrand e poi presidente della Commissione europea dal 1985 al 1995, nella costruzione dell’architettura neoliberista europea, con particolare riguardo per il suo ruolo nel processo di liberalizzazione finanziaria e poi nella costruzione dell’unione monetaria; il ruolo giocato dal PCI (e dal sindacato) nella crisi organica del keynesismo italiano a cavallo tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta, e in particolare il sostegno offerto dal partito alla politica deflazionistica e antioperaia adottata in quegli anni dal governo italiano, che spiano’ poi la strada allo smantellamento della Costituzione materiale del paese; infine, il ruolo centrale della sinistra postcomunista nell’adesione dell’Italia al Trattato di Maastricht e nel conseguente smantellamento dello Stato italiano, in particolare la privatizzazione-svendita del suo apparato bancario-industriale.

Info:
https://www.retemmt.it/sovranita-o-barbarie-intervista-a-thomas-fazi/
http://www.marx21.it/index.php/internazionale/europa/29438-sovranita-o-barbarie-il-ritorno-della-questione-nazionale
http://temi.repubblica.it/micromega-online/quando-sovranismo-fa-rima-con-socialismo/