Populismo/Bauman

Zigmunt Bauman – Retrotopia – Laterza (2017)

Mentre la sofferenza economica di molti europei e’ certamente reale, i nazionalisti sbagliano nel diagnosticarne la causa.
La realta’ e’ che si puo’ criticare l’Ue per come ha gestito la crisi; ma non le si puo’ anche addossare la colpa degli squilibri che hanno alimentato i conflitti economici globali dal 2008 in poi, e che riflettono un fenomeno molto più ampio, la globalizzazione.
Alcuni hanno usato le deludenti esperienze in fatto di globalizzazione come pretesti per tornare al protezionismo e ai presunti bei tempi in cui i confini nazionali erano saldi.
Altri, ricordando con nostalgia uno Stato nazionale che in realta’ non e’ mai esistito, si aggrappano alla sovranita’ nazionale per rifiutare l’ulteriore integrazione europea.
Sia gli uni che gli altri mettono in dubbio le fondamenta del progetto europeo. Ma sono privi di memoria, e fuorviati dalla nostalgia.

Info:
https://www.lindiceonline.com/focus/storia/zygmunt-bauman-retrotopia/

http://www.spazioterzomondo.com/2018/04/recensione-zygmunt-bauman-retrotopia-laterza/

https://www.anobii.com/books/Retrotopia/9788858127346/01451cd8783f930df2
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127346

Populismo/Feltri

Stefano Feltri – Populismo sovrano – Einaudi (2018)

Oggi […] i capi di Stato e di governo, soprattutto in Europa ma non solo, non osano piu’ ammettere la necessita’ di cooperare con i Paesi vicini e lontani per raggiungere obiettivi fuori dalla portata di qualunque governo nazionale, ad esempio gestire l’immigrazione, competere nella globalizzazione, contenere l’espansione economica, culturale e militare dei grandi rivali strategici dell’Occidente, come la Russia e la Cina. Questi governanti, vittima dell’egemonia culturale del «populismo sovrano », preferiscono promettere ai propri elettori soluzioni nazionali a problemi globali: muri, fili spinati, distribuzione di risorse recuperate tagliando i contributi alle istituzioni internazionali, tariffe, protezionismo e svalutazione della moneta.

Info:
https://www.corriere.it/cultura/18_aprile_12/stefano-feltri-populismo-sovrano-einaudi-bf94cf06-3e62-11e8-aea7-b22f62e05f02.shtml
https://www.letture.org/populismo-sovrano-stefano-feltri/
https://www.lavoce.info/archives/52126/cosa-unisce-populismi-destra-sinistra/

Geoeconomia/Jean

Carlo Jean – Geopolitica del XXI secolo – Laterza (2014)

Nello scorso decennio si sono registrate la crescita della potenza economica e militare della Cina e dell’India, la decadenza della Russia, l’incapacita’ dell’Europa di divenire un attore politico-strategico globale e le turbolenze dell’Islam, o, piu’ in generale, il ritorno dell’ideologia e della religione nella geopolitica. Secondo taluni si tratterebbe di una vera e propria «vendetta di Dio», cacciato dalla politica dalle ideologie secolari del XX secolo (comunismo, fascismo e liberalismo).
Religione e nazionalismo sono andati quasi sempre di pari passo. Entrambi sono infatti intolleranti delle diversita’ e mirano a imporre la propria verita’.
Il nazionalismo e’ in crescita ovunque. Il sistema westfaliano non e’ scomparso, anzi, e’ stato riscoperto e con esso l’ineliminabilita’ degli Stati.
A parte le esigenze di sicurezza e gli interventi economici, sia in campo normativo che per far fronte alle emergenze, gli Stati rimangono insostituibili, anche per realizzare un equilibrio tra liberta’ e uguaglianza, cioe’ tra crescita economica e solidarieta’ sociale e nazionale.

Info:
https://www.anobii.com/books/Geopolitica_del_XXI_secolo/9788842072973/0166982fc2d61bb961
https://www.ibs.it/geopolitica-del-xxi-secolo-libro-carlo-jean/e/9788842072973

Populismo/Mounk

Yascha Mounk – Popolo vs. Democrazia – Feltrinelli (2018)

Nel bene e nel male (ma piu’ probabilmente nel male), il nazionalismo sembra destinato a rimanere nel Ventunesimo secolo cio’ che era nel Diciannovesimo e nel Ventesimo: la forza politica piu’ potente del suo tempo […]
Il nazionalismo e’ come un animale mezzo selvatico, mezzo addomesticato. Finche’ rimane sotto il nostro controllo, puo’ essere estremamente utile, e arricchire le nostre vite. Tuttavia, c’e’ sempre il rischio che si liberi dai limiti che gli poniamo. E quando succede, puo’ essere letale.
Per quanto mi riguarda, sono ancora abbastanza idealista da essere affascinato dalla visione di un mondo oltre il nazionalismo, un mondo in cui le persone non hanno bisogno di soffermarsi sulle differenze etniche o culturali e possono definirsi per l’appartenenza comune alla razza umana. Ma sono anche abbastanza pessimista da riconoscere che la bestia del nazionalismo e’ ancora viva e vegeta.
Naturalmente possiamo ignorarla, o sperare che se ne vada da sola. Ma se la abbandoniamo, non c’e’ dubbio che altri prenderanno il nostro posto, pungolando e aizzando la bestia per tirare fuori il suo lato piu’ feroce.
Malgrado i fondati timori sul nazionalismo, non abbiamo altra scelta che addomesticarlo il meglio possibile.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/12/yascha-mounk-il-populismo-fa-paura-ma-nel-lungo-periodo-la-democrazia-/38075/

Populismo/Feltri

Stefano Feltri – Populismo sovrano – Einaudi (2018)

C’e’ un sovranismo di destra e uno di sinistra, uno che avanza la richiesta di sovranita’ a partire dalle questioni identitarie, l’altro dalle questioni sociali.
Il sovranismo di destra si oppone al cosmopolitismo, alle promesse tradite di una societa’ multiculturale che non riconosce piu’ le barriere della nazione e quindi espone i cittadini a pericoli esterni sempre piu’ minacciosi; il sovranismo di sinistra chiede di recuperare il controllo di quelle risorse – cioe’ la spesa pubblica – necessarie a garantire le protezioni socialdemocratiche costruite nel Novecento e l’autonomia normativa per proteggere le fasce di popolazione piu’ esposte alla competizione internazionale.
Se e’ diverso il punto di partenza ideologico e valoriale, il percorso per raggiungere l’obiettivo e’ il medesimo: riportare il potere decisionale a livello nazionale, riconquistare una sovranita’ perduta.

Info:
https://www.corriere.it/cultura/18_aprile_12/stefano-feltri-populismo-sovrano-einaudi-bf94cf06-3e62-11e8-aea7-b22f62e05f02.shtml
https://www.letture.org/populismo-sovrano-stefano-feltri/
https://www.lavoce.info/archives/52126/cosa-unisce-populismi-destra-sinistra/

Europa/Mounk

Yascha Mounk – Popolo vs. Democrazia – Feltrinelli (2018)

Fino a poco tempo fa l’Unione Europea veniva salutata  come il modello di una nuova forma di organizzazione politica.
In un mondo che stava subendo una rapida globalizzazione e che fronteggiava sfide politiche sempre più complesse, le nazioni dell’Europa occidentale, relativamente piccole, avevano buone ragioni di mettere in comune le risorse.
E poiche’ i leader politici che dominavano la scena continentale erano uniti  nell’aspirare a un’Europa piu’ integrata, era facile credere che alla fine i loro elettori avrebbero fatto lo stesso. […] Cosi’, la fondata preoccupazione per il passato ipernazionalistico dell’Europa combaciava perfettamente con il desiderio idealistico di un futuro sovranazionale.
Molti scienziati politici erano convinti che il nazionalismo fosse “destinato, con il progredire dello sviluppo, a perdere la sua utilita’ e a diventare marginale. […]
[Ma] i residenti dei vari paesi europei erano molto piu’ legati alla cultura nazionale, e molto piu’ restii a considerarsi innanzitutto europei, di quanto non avessi voluto credere […] Così, quando all’inizio del Ventunesimo secolo i cittadini di alcuni paesi europei hanno avuto la possibilita’ di votare sulla portata dell’integrazione europea, il livello della loro opposizione ha sconcertato la classe politica. In rapida successione, i francesi, gli olandesi e gli irlandesi hanno votato contro la proposta di interventi per aumentare l’integrazione.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/12/yascha-mounk-il-populismo-fa-paura-ma-nel-lungo-periodo-la-democrazia-/38075/

Populismo/Mishra

Pankaj Mishra – L’eta’ della rabbia – Mondadori (2018)

Donald Trump ha cavalcato l’onda dei nazionalisti bianchi furiosi con i progressisti globalizzati, dai quali si sentivano presi in giro. Un’analoga forma di insofferenza, per i tecnocrati e i cosmopoliti londinesi, ha portato alla Brexit. I nazionalisti indu’, che appartengono perlopiu’ alla media e piccola borghesia istruita e con qualche esperienza di mobilita’, ce l’hanno con gli indiani anglofoni «pseudolaici», accusati di disprezzare l’induismo e le tradizioni popolari. I nazionalisti cinesi disprezzano l’esigua minoranza dei loro compatrioti tecnocrati che guarda all’Occidente. I radicali islamici, frettolosi autodidatti dell’Islam, dedicano molto tempo ad analizzare le differenze tra chi, secondo loro, e’ un musulmano autentico e chi lo e’ soltanto di nome, dopo essersi arreso alla societa’ dei consumi edonista e senza radici.

Info:
http://www.repubblica.it/cultura/2017/09/12/news/intervista_pankaj_mishra_accettura-175293505/
https://www.anobii.com/books/L%27et%C3%A0_della_rabbia/9788804685944/0181573f7e7c72fcc7