Stato/Zielonka

Jan Zielonka – Disintegrazione.Come salvare l’Europa dall’Unione europea – Laterza (2015)

Anche se si sente spesso affermare che la democrazia, a differenza dell’economia, puo’ essere gestita soltanto dagli Stati nazionali con i loro ‘demoni’ cristallizzati e con sistemi di rappresentanza funzionali, il modello di democrazia rappresentativa incentrato sullo Stato, con la sua dipendenza formale da parlamenti, partiti ed elezioni, non funziona ed e’ sempre piu’ impopolare.
La fiducia pubblica nei parlamenti e nei  parlamentari e’ minima l’adesione ai partiti politici e’ in drastico calo, mentre aumenta l’eta’ media dei tesserati […]
Gli elettori possono ancora scegliere liberamente i propri rappresentanti, ma questi ultimi non sono liberi di dare un nuovo corso alle politiche del loro paese […].
Non sorprende dunque che si stia sviluppando una rappresentanza democratica extrastatale, all’interno e intorno a vari gruppi di interesse e di pressione, nel luogo di lavoro o in ambito aziendale, fra i movimenti sociali, le associazioni e i gruppi di sostegno.
Anche le comunita’ locali stanno diventando importanti attori democratici. Le elezioni delle assemblee regionali in Catalogna o in Lombardia per molti cittadini oggi contano molto piu’ delle elezioni parlamentari nazionali. Esponenti politici di spicco si candidano a sindaco in grandi citta’ come Parigi, Londra o Varsavia. Anche le elezioni, i partiti e i parlamenti – i pilastri della democrazia incentrata sullo Stato – stanno diventando meno essenziali per il funzionamento della democrazia.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/recensione-a-disintegrazione-di-jan-zielonka/
https://www.notiziegeopolitiche.net/recensione-a-jan-zielonka-disintegrazione-come-salvare-leuropa-dallunione-europea/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788858120460&Itemid=97

Finanziarizzazione/De Grossouvre

Henri De Grossouvre – Parigi, Berlino, Mosca. Geopolitica dell’indipendenza europea – Fazi (2004)

Lo sviluppo finanziario e borsistico ha prodotto conseguenze nefaste anche sulle imprese.
Gli azionisti, il cui potere si e’ accresciuto a discapito dei dirigenti d’impresa, esigono risultati a breve termine e impediscono loro di definire una strategia a lungo termine.
La pressione degli investitori in azioni, fondi di pensione e altri titoli ad alto rischio determinano un’insopprimibile volatilita’ sui mercati finanziari.
Secondo gli schemi della logica borsistica, un progetto societario sottintende sempre la possibilita’ di profitti in rialzo, dunque un migliore rendimento del titolo quotato.
La direzione d’impresa che detiene un pacchetto di opzioni non definisce dunque la sua strategia in rapporto al mercato, alla soddisfazione del consumatore, ma in rapporto all’evoluzione degli indici di borsa che influenzano il suo patrimonio.

Info:
http://www.archiviostorico.info/Rubriche/Librieriviste/recensioni/parigiberlinomosca.htm
http://www.caffeeuropa.it/pensareeuropa/259gollismo.html