Europa/Canfora

Luciano Canfora – La democrazia dei signori – Laterza (2022)

Nell’ultimo ventennio l’UE ha avuto, sempre piu’ chiaramente, una guida tedesca. Per svariate ragioni, non soltanto di concorrenza economica, cio’ ha suscitato nervosismo crescente al vertice dell’«impero».
Merkel era troppo, e giustamente da un punto di vista europeo, interessata alla collaborazione con la Russia: anche se ha dovuto anch’essa ingurgitare la farsa autolesionistica delle ‘sanzioni’.
I segnali dell’insofferenza statunitense verso la Germania, e quindi verso una UE a trazione tedesca, erano eloquenti: dalla guerra dei dazi all’attacco frontale a Volkswagen. Ma non vi erano alternative: non era facile impartire disposizioni per un cambio al vertice dell’UE. Intanto, comunque, l’operazione Brexit era un vigoroso ammonimento: indeboliva l’UE e rinsaldava il patto anglo-americano (cioe’ il vero «patto atlantico»). Macron non significava quasi nulla per gli USA. Lo hanno anche umiliato nella vicenda dei sottomarini per l’Australia, coinvolta nel progetto di accerchiamento militare della Cina […]
Comunque la Francia non e’ mai stata totalmente ‘atlantica’[…]
Dunque bisognava guardare all’Italia […]
Si avvicinava la scadenza elettorale di gran lunga piu’ importante: le elezioni generali in Germania. Era prevedibile che stesse finendo «l’era Merkel» e, con essa, la trazione tedesca dell’UE. Quanto, poi, alla Francia, buio pesto sull’esito delle presidenziali della primavera 2022. Di qui l’opportunita’ di intervenire in Italia con l’operazione Draghi […]
Sul piano istituzionale, il trapasso e’ ormai consolidato: il potere legislativo e’ stato trasferito dal Parlamento al governo. L’esecutivo e’ definitivamente diventato legislativo. La Costituzione non ha piu’ valore su questo cruciale terreno, come del resto su altri piani. La smodata prosecuzione dello «stato di emergenza» (unico caso in tutta la UE) e’ la cornice che propizia tale modifica strutturale della Costituzione. La drammatizzazione del problema sanitario con provvedimenti muscolari non e’ che un elemento del quadro […]
La sostanza e’ – stanti e operanti le attinenze cospicue – l’adesione alle due fedi (atlantistica e, in subordine, europeistica) che, uscita di scena Merkel, fanno dell’attuale premier italiano il nuovo perno di una UE rimessa in riga. («Erdogan dittatore» faceva intenzionale eco a «Putin assassino»: in compenso buoni rapporti con al-Sisi, nonostante Regeni e Zaki, ed elogi pubblici alla guardia costiera, criminale, libica.) Le elezioni politiche – quando pur ci saranno – dovranno necessariamente confermare questo riassetto

Info:
https://www.editorialedomani.it/idee/cultura/democrazia-signori-luciano-canfora-laterza-ygcgot2n
https://left.it/2022/03/06/luciano-canfora-la-sinistra-e-il-popolo-tradito/
https://www.pandorarivista.it/podcast/luciano-canfora-democrazia-e-oligarchia/
https://www.vocerepubblicana.it/2022/01/28/la-democrazia-dei-signori-e-lo-stato-sociale/
https://forumcorriere.corriere.it/leggere-e-scrivere/2022/01/27/la-democrazia-dei-signori-1/

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino. Genealogia del ventunesimo secolo – Mimesis (2021)

La vera cesura con gli anni Novanta si ha nel 2001, quando l’amministrazione Bush risponde agli attentati dell’11 settembre con l’adozione di un nuovo programma imperiale, il “progetto per un nuovo secolo americano” […]
Non sappiamo cosa abbia impetrato il presidente Bush negli otto mesi che separano il suo insediamento dall’11 settembre, ma sappiamo che i sostenitori del “progetto per un nuovo secolo americano” all’interno della sua amministrazione non aspettavano che l’occasione per cominciare a mettere in pratica la nuova strategia imperiale alla cui definizione lavoravano da tanto tempo.
Certo i primi mesi della presidenza non erano stati particolarmente propizi per loro, ma poi, […] e’ arrivato Osama bin Laden a salvarli, fornendo, […] “sia i mezzi della mobilitazione popolare che gli obiettivi” […]
Se il vero obiettivo della guerra al terrorismo non era catturare i terroristi, ma ridisegnare la geografia politica del Medio Oriente in funzione del lancio di un nuovo secolo americano, ecco che combattere al risparmio in Afghanistan senza rischiare perdite nella caccia a bin Laden diventa una scelta perfettamente razionale.
In questa prospettiva di piu’ ampio respiro, l’Afghanistan non era un obiettivo adatto a mettere alla prova la nuova disponibilita’ del popolo americano ad accettare perdite in guerre all’estero dopo l’11 settembre: era molto probabile che “finire il lavoro” in Afghanistan sarebbe costato agli Stati Uniti un numero maggiore di perdite e avrebbe portato un rendimento economico e politico per caduto assai inferiore rispetto all’invasione e alla conquista dell’Iraq

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747

Capitalismo/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)


La politica americana e’ gestita da un numero relativamente piccolo di persone straricche e di grandi aziende.
Spesso sembra che ci sia un unico partito politico negli Stati Uniti, chiamiamolo il Partito di Wall Street, che semplicemente si divide in due ali. Una meta’ del partito e’ finanziata e gestita dai fratelli Koch e dai loro simili, ed e’ la parte repubblicana. L’altra meta’ e’ finanziata da Michael Bloomberg, Tom Steyer, George Soros e altri, ed e’ la parte del Partito democratico.
Entrambe le ali dipendono dal finanziamento della classe capitalista.
Entrambe sostengono il progetto neoliberista, in generale, con qualche divergenza specifica, in particolare per quanto riguarda il cambiamento climatico e la sua gestione.
Entrambe sostengono l’istruzione superiore, ma ciascuna ha in mente un diverso tipo di istruzione. L’istruzione neoliberista, l’istruzione imprenditoriale, la coltivazione dello spirito imprenditoriale nelle scuole su base meritocratica e cose simili, da una parte; la coltivazione della responsabilita’ sociale e dell’autonomia dall’altra.
Entrambe sostengono progetti sociali e culturali, ma anche qui di tipi diversi.
Entrambe concordano su un tipo limitato di multiculturalismo.
Entrambe tendono a sostenere limitate preoccupazioni sociali per i diritti delle donne (ma senza andare troppo in la’) e per i diritti degli omosessuali (ma senza andare troppo in là). Esiste una configurazione di potere economico che interviene nella politica, ma che si trova in questo momento a dover decidere che cosa fare a proposito della politica etnonazionalista, se non addirittura della politica neonazista dell’estrema destra.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste
https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Dopo la Guerra fredda, il mondo s’e’ adagiato in un nuovo sistema internazionale caratterizzato da tre forze, una geopolitica, una economica e una tecnologica: la potenza americana, il libero mercato e la Rivoluzione informatica.
Tutte sembravano cooperare per creare un mondo piu’ aperto e piu’ ricco. Ma era ancora un mondo costellato di crisi, alcune delle quali sarebbero andate fuori controllo. […]
E’ particolarmente vero per le tre che saranno giudicate le piu’ durature: l’11 settembre, il crollo del 2008 e il coronavirus.
Gli attentati dell’11 settembre hanno scosso il pianeta, concentrando l’attenzione su una specifica reazione a questo nuovo mondo che tanti in Occidente avevano fino a quel momento ignorato. Hanno portato alla ribalta la ferocia dell’Islam radicale, le tensioni in Medio Oriente e il rapporto complicato dell’Occidente con entrambi i fenomeni […]
Il secondo choc e’ stato totalmente diverso, una crisi finanziaria di un genere ben noto nella storia.
Le vacche grasse hanno portato a una crescita dei prezzi degli asset che ha favorito le speculazioni, poi le bolle e per finire, inevitabilmente, il crollo. Anche se la crisi e’ cominciata negli Stati Uniti, s’e’ diffusa alla svelta in tutto il pianeta, facendo sprofondare il mondo nel peggiore ribasso dell’economia dopo la Grande depressione […] Le angosce economiche hanno generato angosce culturali, l’ostilita’ all’immigrazione e la nostalgia di un passato familiare. In tutto l’Occidente e’ cresciuto il populismo di destra.
Il terzo choc e’ quello che stiamo vivendo attualmente. Forse e’ il più grande di tutti, e sicuramente e’ il piu’ globale. Cio’ che e’ cominciato come un problema sanitario in Cina e’ diventato presto una pandemia mondiale. Ma e’ solo l’inizio.
La crisi sanitaria ha portato a un simultaneo lockdown di tutte le attivita’ del globo, causando una Grande paralisi, la messa in pausa dell’economia stessa. […]
Le conseguenze politiche si svilupperanno nei prossimi anni in modi diversi nei diversi paesi. Le conseguenze sociali e psicologiche – paura, isolamento, incertezza – potrebbero durare ben piu’ a lungo.
Il Covid-19 sta avendo effetti profondi e duraturi su tutti noi, ripercussioni che non possiamo ancora comprendere appieno

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Geoeconomia/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Nell’ultimo decennio la Cina e’ stata la singola maggiore fonte di crescita globale.
Oggi e’ la nazione numero uno al mondo nel commercio, sostituendo gli Stati Uniti che avevano occupato per sette decenni questa posizione.
E’ il piu’ grande fabbricante e il secondo maggior importatore, e detiene le piu’ grandi riserve al mondo di valuta straniera. E’ prima nelle costruzioni navali e nella produzione di pannelli solari e pale eoliche. E’ il massimo mercato per automobili, computer e smartphone al mondo. Ha 226 dei 500 piu’ veloci calcolatori al mondo, il doppio dell’America.
Per farla breve, la Cina e’ gia’ arrivata.
La sua ascesa e’ stata tanto spettacolare che ormai possiamo scorgere il profilo di un sistema internazionale bipolare. Gli Stati Uniti rimangono di gran lunga la nazione numero uno, ma il tratto distintivo di qualsiasi sistema bipolare e’ che le prime due potenze sono mille miglia avanti alle altre […]
Se la Cina e’ cresciuta come potenza economica, e’ stata l’Europa, non l’America, a perdere colpi.
La percentuale americana del Pil globale e’ rimasta all’incirca costante dal 1980.
Invece i paesi che compongono oggi la Ue hanno visto la loro fetta di economia mondiale restringersi dal 1990 dal 30 a meno del 20 per cento, e in senso geopolitico la Ue e’ ancora abbastanza inerme come singola potenza.
La nazione europea piu’ ricca, la Germania, e’ circa un quarto come dimensioni dell’economia cinese. Altre nazioni non sono nemmeno iscritte allo stesso campionato.
Spesso come contraltare della Cina citano l’India, che pero’ ha un’economia piu’ piccola, circa un quinto rispetto alla Cina.
La Russia conserva alcuni attributi formali della grande potenza, e possiede anche un arsenale nucleare enorme e il diritto di veto in quanto membro del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Ma la sua economia e’ un ottavo di quella cinese, il bilancio militare un quarto

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Geoeconomia/Harvey

David Haevey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Quello pero’ che ha davvero caratterizzato il periodo della globalizzazione, dagli anni ottanta in poi, e’ stata la possibilita’ di assistere a un livellamento del saggio di profitto, il che significa che in questo periodo e’ piu’ facile vedere un maggiore trasferimento di valore dalle economie ad alta intensita’ di lavoro a quelle ad alta intensita’ di capitale.
In altre parole, la distinzione fra economie ad alta intensita’ di lavoro e ad alta intensita’ di capitale e’ passata in primo piano. Percio’ ora e’ diventata un punto focale di lotta, una lotta feroce per cercare di impedire che certe aree del mondo diventino ad alta intensita’ di capitale.
E’ quello che stanno cercando di fare gli Stati Uniti proprio in questo momento nei confronti della Cina.
Perche’ gli Stati Uniti sono cosi’ irritati dal fatto che Pechino voglia diventare un’economia ad alta intensita’ di capitale entro il 2025?
Perche’ sono cosi’ irritati per i trasferimenti tecnologici verso la Cina?
E perche’ quindi c’e’ questa grande lotta sui diritti di proprieta’ intellettuale, che e’ la controversia che ha creato i maggiori problemi nei negoziati fra Trump e i cinesi?

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Geoeconomia/Chomsky

Noam Chomsky, Emran Feroz – Lotta o declino. Perche’ dobbiamo ribellarci contro i padroni dell’umanita’ – Ponte alle Grazie (2021)

Gli Stati Uniti investono nel campo militare quanto le altre sette potenze messe insieme.
L’incremento della spesa militare voluto da Trump e’ pari a circa l’80% del bilancio complessivo delle forze armate russe.
Dal punto di vista tecnologico l’America e’ molto piu’ avanzata di qualsiasi altro Stato. Forze statunitensi sono presenti nel 70% dei paesi mondiali e gli Stati Uniti mantengono oltre ottocento basi militari all’estero.
Come veniamo a sapere da una ricerca allarmante pubblicata di recente, alcuni esperti militari che studiano il programma di ammodernamento nucleare sono giunti alla conclusione che le «rivoluzionarie nuove tecnologie» hanno triplicato la potenza letale complessiva degli attuali sistemi di difesa missilistici statunitensi.
Cio’ significa che questi armamenti fanno esattamente cio’ che ci si aspetta da loro, e da uno Stato dotato di armi nucleari: combattere e vincere una guerra atomica disarmando i nemici con un primo attacco a sorpresa.

Info:
https://www.ponteallegrazie.it/libro/lotta-o-declino-noam-chomsky-9788833313702.html

Geoeconomia/Banos

Pedro Banos – Cosi’ si controlla il mondo – Rizzoli (2020)

Gli USA non permetteranno mai l’esistenza di una vera Europa unita, come del resto non possono permettere che l’UE si unisca alla Russia poiche’ questo rappresenterebbe un grave danno geopolitico ed economico.
Tuttavia, bisognera’ aspettare l’evolversi degli eventi: l’Europa e’ sempre stata alleata della Casa Bianca e un’Europa debole non farebbe comodo agli Stati Uniti, che si ritroverebbero a far fronte a nuove sfide.
In un mondo globalizzato, dove le minacce alla pace e alla sicurezza internazionale vanno combattute costituendo un fronte compatto, ovverosia a livello multilaterale, gli Stati Uniti sanno che gli alleati sono importanti e vanno rispettati.
Dal canto suo, l’Europa e’ consapevole che, se preso individualmente, nessuno dei suoi Stati membri ha un peso sufficiente nella comunita’ internazionale e che se i Paesi europei vogliono far valere i propri interessi – necessita’ basilare in ogni strategia – devono restare uniti. Anzi esserlo sempre di piu’.
O almeno in teoria dovrebbe essere cosi’, anche se si sente spesso parlare di un’«Europa a due velocita’»

Info:
https://dasapere.it/2020/11/22/pedro-banos-racconta-come-si-controlla-il-mondo/
https://www.startmag.it/mondo/come-la-cina-prova-a-fare-la-parte-del-dragone/

Geoeconomia/Banos

Pedro Banos – Cosi’ si controlla il mondo. I meccanismi segreti del potere globale – Rizzoli (2020)

Gli Stati Uniti detengono quasi il 70 per cento del mercato mondiale cinematografico e il restante 30 va spartito tra l’Unione Europea (26,2 per cento) e il resto del mondo (3,8).
Un’industria che e’ padrona del mercato mondiale e che spende miliardi di dollari all’anno nella produzione dei suoi film non esporta soltanto storie. Dietro la fiction, dotata di un indiscutibile potere di richiamo, si nascondono valori come il modello americano di giustizia, istruzione, governo e consumo. In sintesi, lo stile americano e la sua visione manichea del mondo: chi sono i buoni e chi sono i cattivi.
Nei film sulla Guerra fredda, i «cattivi» erano i sovietici, i comunisti. In quelli ambientati ai giorni nostri i cattivi sono i terroristi. Dietro la produzione cinematografica statunitense c’è anche il Pentagono.
[Nel] dopo la guerra, nel 1949, il Pentagono elaboro’ un manuale di cooperazione tra l’industria del divertimento e le forze armate statunitensi.
Stando agli accordi, se la produzione possiede i requisiti adeguati, avra’ accesso alle basi militari dell’esercito, e anche alla consulenza e alle risorse (carri armati, elicotteri, sottomarini, portaerei o qualsiasi veicolo o arma militare; persino veri soldati nel ruolo di comparse […]
Questo rappresenta un enorme risparmio per le case produttrici. Basta soddisfare i requisiti, come il fatto che la sceneggiatura contribuisca a presentare un’immagine positiva delle forze armate, sostenendo cosi’ i «programmi di reclutamento e arruolamento» di personale, e che sia in linea con la politica del governo statunitense

Info:
https://dasapere.it/2020/11/22/pedro-banos-racconta-come-si-controlla-il-mondo/
https://www.startmag.it/mondo/come-la-cina-prova-a-fare-la-parte-del-dragone/

 

Capitalismo/ D’Eramo

Marco D’Eramo – Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi – Feltrinelli (2020)

E’ importante notare che “dominio” e “potere” sono due concetti diversi: di “dominio” esiste il verbo “dominare” con un participio passivo “dominati”, mentre il verbo “potere” ha significati diversi dal sostantivo “il potere”: il verbo significa o essere in grado, essere capaci (konnen in tedesco o to can in inglese), o avere il permesso, essere lecito (durfen in tedesco, o may in inglese), ma non significa mai “esercitare il potere”.
E soprattutto non c’e’ un complemento oggetto del potere, un “potuto”, come invece c’è un “dominato”. Ecco perche’ mentre tutti i domini implicano un potere, non tutti i poteri implicano un dominio: un vigile che mi appioppa una multa esercita un potere su di me ma non ha alcun dominio […]
Visto che i dominanti hanno tanto imparato dai dominati, e’ forse giunto il momento che noi dominati impariamo da loro. Per come hanno condotto la loro vittoriosa controrivoluzione, ci hanno mostrato con chiarezza i terreni dello scontro, che abbiamo via via incontrati: l’ideologia, il fisco, la giustizia, l’istruzione, il debito […]
Ci hanno fatto capire il ruolo decisivo dell’ideologia, ci hanno insegnato che il primo obiettivo e’ restituire allo scontro ideologico la dignita’, la centralita’ che sembra aver perso nel senso comune dei dominati: perche’ “le idee sono armi – le sole armi con cui altre idee possono essere combattute” […]
Il primo passo per rilegittimare i conflitti, le “insurrezioni”, (“tumulti”, li avrebbe chiamati Machiavelli) e’ la lotta contro l’eufemismo. L’eufemismo non e’ solo ipocrisia. E’ tecnologia di potere, tecnica di comando. E’ una forma di denegazione, quel discorso che “puo’ dire quel che dice solo in una forma che tende a mostrare che non lo dice”.
Nello stesso modo, vi sono registri di dominio in cui il potere puo’ essere esercitato solo secondo una modalita’ che tende a mostrare che non viene esercitato […]
Uno splendido esempio di neolingua parlata e’ la parola “riforma”.[…]
Il volgo invece, appena sente parlare di riforma delle pensioni, capisce che da vecchio restera’ in mutande; riforma del welfare significa abolizione progressiva delle protezioni sociali; riforma della sanita’ significa che moriremo senza essere curati […]
Il capolavoro di eufemismo si manifesta nell’esercizio dell’impero da parte degli Stati Uniti: anzi eufemismo e’ la forma di impero che hanno imposto al mondo. Intanto perche’ e’ un impero che rifiuta di esser chiamato cosi’ […]
Addirittura, l’impero si cela ai propri cittadini: “la maggior parte degli americani non riconosce – o non vuole riconoscere – che gli Stati Uniti d’America dominano il mondo per mezzo della forza militare. A causa del riserbo governativo, essi perlopiu’ ignorano il fatto che il loro paese presidia militarmente il globo. Non capiscono che la vasta rete di basi militari americane sparse in tutti i continenti, Antartide esclusa, costituisce di fatto una nuova forma d’impero”.
Se non capiscono, un motivo c’e’: un tempo, quando uno stato manteneva basi militari in altri paesi, si diceva che li “occupava”; oggi li “difende” (l’evoluzione in senso eufemistico era gia’ stata avviata dagli imperi quando “proteggevano” le colonie, che chiamavano appunto “protettorati”). E i paesi “difesi” dagli Stati Uniti sono ben 80, presidiati da circa 800 basi. Gli stati difesi, protetti, accuditi, rimboccati, non sono “sudditi” come nei vecchi imperi, ma “alleati” […]
Una volta i popoli soggetti pagavano tributi all’impero, ora gli “prestano” soldi che non si vedranno mai restituire, comprando i loro buoni del Tesoro (federal bonds).
Non sto dicendo che l’impero Usa e’ pessimo. Anzi, nella storia altri imperi sono stati piu’ sanguinosi, piu’ oppressivi, piu’ brutali, addirittura piu’ miopi e approssimativi di quello americano (sempre relativamente parlando). Dico che e’ semplicemente un impero, e che quando ragioniamo sulle relazioni di dominio nel nostro pianeta, sia sul dominio che e’ esercitato su ognuna delle nostre persone, non dovremmo rimuovere il fatto di essere sudditi di un impero

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2020/11/recensione-marco-deramo-dominio/
https://www.internazionale.it/opinione/giuliano-milani/2020/11/10/marco-d-eramo-dominio
https://sbilanciamoci.info/i-meccanismi-del-dominio/
https://www.sinistrainrete.info/societa/17891-marco-d-eramo-la-bolla-dell-overtourism-si-e-sgonfiata-ma-tornera-presto-a-crescere.html