Lavoro/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Il consumismo compensativo e’ stato visto dalle grandi aziende come una delle risposte alle alienazioni sperimentate nell’ambiente di lavoro.
Il presupposto del consumismo compensativo pero’ e’ che, in primo luogo, i consumatori abbiano una domanda efficace sufficiente, che abbiano abbastanza denaro e che possano quindi andare nei negozi e acquistare tutto quello che vogliono.
La risposta dei capitalisti non e’ stata necessariamente quella di aumentare i salari, ma di abbassare il costo dei beni di consumo.
Mentre i salari rimanevano stagnanti, aumentava quello che si poteva acquistare con quei salari, grazie al calo generale dei costi dei beni di consumo (molti dei quali venivano prodotti in Cina).
Il benessere materiale delle classi lavoratrici poteva migliorare anche se il livello dei salari non cresceva.
Questo anche perche’ i livelli dei salari individuali rimanevano uguali, ma i nuclei familiari avevano aumentato il proprio reddito grazie alle donne, entrate in gran numero a far parte della forza lavoro, in parte incentivate dagli allettamenti del consumismo e dalla proliferazione di tecnologie e servizi per la casa, in grado di economizzare il lavoro domestico […]
Quanto e’ stato soddisfacente il consumismo compensativo?
Tanto per cominciare, molti prodotti erano di scarsa qualita’, e molti si sono resi subito inutilizzabili deteriorandosi. Il che risulta vantaggioso, perche’ il capitale non vuole prodotti che durino molto a lungo, questo affinche’ il mercato non si saturi.
Il consumismo compensativo ha significato la creazione di nuove mode, se possibile ogni giorno, e la produzione di oggetti non duraturi […]
C’e’ una rotazione rapida nel consumo, addirittura fino al punto che il capitale inizia a coltivare forme di consumo che sono praticamente istantanee e non esclusive […]
Le forme di consumismo iniziano a cambiare.
Anziche’ creare cose che durino a lungo e che soddisfino un particolare bisogno come coltelli, forchette e piatti e altri oggetti simili, si crea un’enorme industria che produce spettacoli […]
Questo alimenta un mercato di consumo istantaneo, o di brevissimo termine.
Guardi un episodio su Netflix in un’ora ed e’ tutto li’, e’ finito, quello e’ il tuo consumo e poi passi all’ora successiva.
Si impone il consumismo del binge-watching, delle abbuffate di spettacoli e serie televisive.
Si impone la “reality tv”, al punto che persino il telegiornale si trasforma in uno spettacolo di consumo, con conseguenze politiche disastrose.
Tutto il mondo del consumo cambia e si trasforma.
Ma non cambia in un modo che sia per forza piu’ soddisfacente. Anche il consumismo compensativo puo’ diventare alienante.

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

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