Europa/Jappe

Le avventure della merce. Per una nuova critica del valore – Anselm Jappe – Mimesis (2023)


Non e’ necessario tracciare qui un bilancio degli orrori prodotti dalla societa’ della merce nella sua attuale fase neoliberale. Sono perfettamente conosciuti.
La tanto apprezzata “mano invisibile” ha cominciato a picchiare all’impazzata. Stiamo tutti diventando “non redditizi”.
Oggi le crisi non derivano piu’ dalle imperfezioni del sistema produttore di merci, ma al contrario dal suo completo sviluppo […]
Bisogna abbandonare l’illusione che i problemi posti dal mercato possano ancora trovare delle soluzioni sul terreno della stessa economia di mercato […]
Per oltre centocinquant’anni, il movimento operaio e democratico ha accettato il capitalismo e tentato di applicargli mille catene e di circondarlo di mille recinzioni. Abbiamo visto che la prima crisi di valorizzazione, la prima vera contestazione e’ sufficiente perche’ la bestia dimentichi di essere stata addomesticata e spezzi tutte le sue catene.
Il capitalismo reso “sociale”, “democratico”, “umano”, e anche “ecologico”, con uno sforzo durato un secolo, puo’ ritornare da un giorno all’altro il capitalismo bruto: un sistema feticcio cieco, pronto a divorare qualsiasi cosa pur di sopravvivere.

Info:
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe
https://sinistrainrete.info/marxismo/25682-anselm-jappe-alcuni-punti-essenziali-della-critica-del-valore.html
https://www.sinistrainrete.info/marxismo/29578-roswitha-scholz-critica-del-valore-alla-vecchia-maniera-commenti-sul-conservatorismo-di-sinistra-di-anselm-jappe.html

Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo, Francesco Bechis – Solferino (2024) 


E’ del tutto evidente che, se vuole svolgere un ruolo, l’Europa deve riformarsi in profondita’ e aumentare la propria capacita’ di reazione.
Evidente, ma non praticabile, almeno a breve, perche’ qualunque disegno riformatore dei Trattati richiede l’unanimita’ degli Stati membri. Il voto all’unanimita’ e’ una zavorra che l’Europa non puo’ piu’ permettersi, pena la perdita di qualsiasi credibilita’.
Migranti, aiuti all’Ucraina, rifinanziamento del bilancio: quante volte negli ultimi anni e’ bastato un solo pollice verso, dell’Ungheria di Viktor Orban o perfino della piccola Malta, per mettere nel congelatore qualsiasi decisione?
Rinviare, procrastinare, in definitiva, non decidere affatto. Per quanto limitativo sia lo status quo, l’Europa resta ostaggio del suo «comma 22»: una riforma del sistema non e’ in vista, per colpa di quegli stessi veti che la ingolfano quotidianamente.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Europa/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)


L’Unione europea, nel caso specifico, potrebbe essere definita un impero di tipo liberale, o con piu’ precisione, neoliberale, retto cioe’ da una “libera” economia di mercato (leggasi “capitalista”) quale dottrina politico-economica uniformante e vincolante e da una promessa di prosperita’ collettiva e di democrazia per tutti.
Da un punto di vista formale, gli stati membri di un impero liberale devono potersi rapportare “alla pari” l’uno all’altro, mantenendo la parvenza di un’adesione volontaria; al contempo, al centro spetta il dovere di responsabilita’ di mantenere le promesse di crescita e ricchezza nella periferia dell’impero, configurando i rapporti imperiali di potere in relazioni internazionali rette dal diritto, mentre i governi nazionali piu’ o meno democraticamente incaricati, dal canto loro, hanno il compito di fungere da intermediari tra la potenza egemone alla guida dell’impero e le popolazioni degli stati membri, giacche’ la loro posizione e atteggiamento nei confronti del centro sono di vitale importanza per la coesione stessa dell’impero.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Europa/Parsi

Titanic. Il naufragio dell’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2018)

[La] tensione tra una solidarieta’ necessariamente ancorata alla scala nazionale e l’integrazione economica di scala europea ha generato quattro specifiche «sottotensioni»: una tra dimensione sociale e dimensione economica del processo di integrazione, con una «governance programmaticamente sbilanciata a favore delle misure pro mercato e a sfavore di quelle pro welfare»; una seconda che corre all’interno dell’Eurozona, «e oppone Nord e Sud, paesi core (centrali dal punto di vista economico) e paesi periferici, “creditori” e “debitori”»; la terza che ha per tema la libera circolazione dei fattori di produzione nel mercato interno riguarda soprattutto la polemica tra «paesi con welfare consolidato (generoso e costoso) e paesi con welfare relativamente limitato, con basso costo del lavoro e bassa regolazione»; la quarta infine «e’ di natura verticale: Bruxelles (le istituzioni sovranazionali) contro Stati membri (i governi nazionali e le loro sovranita’ in ambiti ritenuti cruciali come le pensioni e il mercato del lavoro)».

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)

Il 24 febbraio 2022, il guastafeste Putin non ha solo imposto una battuta d’arresto ai piani di Cina e Stati Uniti. Anche l’Europa paghera’ lo scotto.
Intanto, con l’abbandono per il futuro prevedibile di ogni assetto di sicurezza condiviso e collaborativo sul continente: si prospetta invece una lunga fase di contrapposizione, una «nube tossica» difficilmente dissolvibile anche quando in Ucraina le armi dovessero a un certo punto tacere. Il conflitto condizionera’ a lungo gli scambi politici ed economici e le scelte europee […]
Tornano stringenti gli impegni presi con la Nato, il vincolo del 2 per cento del Pil in spese militari. Ora che la Russia e’ tornata a rimettere in discussione la carta geografica europea, suona come una necessita’ oggettiva e non piu’ come un’imposizione velleitaria di amministrazioni americane in ritiro dallo scenario europeo […]
La guerra impone oneri pesanti anche perche’ ha costretto l’Europa a una brusca sterzata nelle politiche energetiche. Venuto meno il «trittico» merkeliano – sicurezza appaltata all’America, mercati alla Cina, energia alla Russia –, si e’ reso necessario aprire nuove strade.
Nel breve periodo, questo e’ gia’ stato fatto con un importante colpo di reni della politica europea, che ha abbandonato le forniture russe e cercato altri partner energetici. Nel caso italiano: Algeria, Azerbaigian, Qatar.
Piu’ a medio-lungo termine, altri nodi verranno al pettine. Su tutti, il costo di una onerosissima transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili, che rischia di far passare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo a quella dalle tecnologie green cinesi.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Europa/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

Come la maggior parte delle guerre, soprattutto quelle mondiali, anche questa non e’ andata secondo i piani e ci ha gia’ procurato diverse sorprese.
[Tra le tante,] il crollo di qualsiasi forma di volonta’ europea.
In origine, l’Europa consisteva essenzialmente nella coppia franco-tedesca la quale, a partire dalla crisi del 2007-2008, aveva certamente assunto i caratteri di un matrimonio patriarcale, con la Germania nel ruolo del marito dominante che non presta piu’ ascolto a quanto gli dice la coniuge.
Tuttavia, anche sotto l’egemonia tedesca, si era convinti che l’Europa potesse mantenere un certo grado di autonomia. Invece, malgrado qualche iniziale riluttanza sull’altra sponda del Reno, comprese le esitazioni da parte del cancelliere Scholz, l’Unione Europea ha abbandonato in poco tempo ogni velleita’ di difendere i propri interessi.
Questa si e’ infatti privata del partner energetico e (più in generale) commerciale russo, punendo se stessa sempre piu’ duramente. La Germania ha accettato senza battere ciglio il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream, i quali assicuravano in parte il suo approvvigionamento energetico, un atto terroristico diretto sia contro di lei che contro la Russia e perpetrato dal suo “protettore” americano di concerto, per l’occasione, con la Norvegia, un paese che non fa parte dell’Unione […]
Abbiamo assistito anche all’evaporazione della Francia di Emmanuel Macron dalla scena internazionale, mentre la Polonia e’ diventata il principale agente di Washington in seno all’Unione Europea, rimpiazzando in tale ruolo il Regno Unito ormai uscito dall’UE grazie alla Brexit.
Il continente, nel suo complesso, ha visto subentrare all’asse Parigi-Berlino quello Londra-Varsavia-Kiev guidato da Washington. Questa evanescenza dell’Europa in qualita’ di attore geopolitico autonomo non puo’ che lasciare perplessi.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?
https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be
https://www.repubblica.it/venerdi/2024/09/28/news/emmanuel_todd_sconfitta_occidente_ultimo_libro-423521727/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29325-gian-marco-martignoni-la-sconfitta-dell-occidente.html

 

Europa/Piketty

Il socialismo del futuro. Cronache – Thomas Piketty – Baldini+Castoldi (2024)


L’Eurozona ha bisogno di una governance economica: un bilancio comune, imposte comuni, una capacita’ di spesa e d’investimento, una strategia di crescita, un modello di sviluppo equo e duraturo.
Ma perche’ tutto cio’ sia un giorno possibile, deve soprattutto dotarsi di istituzioni democratiche tali da consentirle di prendere decisioni in comune. Non serve a niente parlare di governance dell’Eurozona se non si dice davanti a quale istanza democratica il governo sara’ responsabile. Attualmente, l’organo decisionale principale a livello europeo e’ il Consiglio dei Ministri delle Finanze. Il problema e’ che questo Consiglio e’ il piu’ delle volte incapace di prendere delle decisioni […]
Il problema risiede nella struttura stessa del Consiglio dei Ministri delle Finanze, che e’ una macchina per indirizzare gli interessi nazionali (o erroneamente percepiti come tali) gli uni contro gli altri e per determinare cosi’ uno stato d’inerzia.
Nella misura in cui una sola persona rappresenta un Paese di 80 (la Germania) o di 65 milioni di abitanti (la Francia), e’ quasi impossibile che questa persona accetti serenamente di essere messa in minoranza. E cio’ impedisce qualunque decisione maggioritaria concordata – nonche’ ogni deliberazione pubblica.
Il Consiglio dei Ministri delle Finanze va dunque sostituito con una vera assemblea parlamentare dell’Eurozona, nella quale ciascun Paese sia rappresentato da un certo numero di deputati eletti dai rispettivi parlamenti nazionali, in proporzione alla popolazione e dei differenti gruppi politici […]
Una soluzione alternativa sarebbe quella di fondarsi su una sottoformazione del Parlamento europeo.
[…] Sembra nettamente preferibile posporre l’assemblea parlamentare dell’Eurozona ai parlamenti nazionali: da un lato, perche’ questi dispongono della legittimita’ democratica necessaria per chiamare a collaborare i contribuenti nazionali; dall’altro, perche’ e’ essenziale, per un’innovazione democratica tanto importante, stabilire l’esistenza di un nocciolo duro meglio integrato dell’Unione Europea nel suo insieme, di un nucleo che disponga di istituzioni sue proprie.

Info:
https://www.linkiesta.it/2023/05/thomas-piketty-ezra-klein-socialismo-partecipativo/
https://riccardosorrentino.blog.ilsole24ore.com/2021/08/27/piketty-un-sovranista-illiberale-sinistra/?refresh_ce=1

https://www.pandorarivista.it/articoli/capitale-e-ideologia-di-thomas-piketty/
https://www.micromega.net/piketty-stiglitz-capitalismo-socialismo
https://www.rivistailmulino.it/a/un-futuro-per-la-socialdemocrazia

https://lespresso.it/c/idee/2020/11/1/piketty-per-salvare-il-futuro-diamo-a-tutti-i-giovani-uneredita-di-cittadinanza/45519

Europa/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)

L’avvento della globalizzazione ha significato e significa tutt’oggi uno sbilanciamento nei rapporti di potere tra i poli di capitale e mercato e di lavoro e democrazia egualitaria, a vantaggio del capitale e a scapito di chi lo serve.
Tra i suoi effetti si annoverano la soppressione del modello di crescita keynesiano, che presuppone mercati dei capitali contenibili a livello nazionale, e la degradazione della democrazia egualitaria a forza produttiva. I cambiamenti istituzionali necessari a tale obiettivo – quali la “flessibilizzazione” del mercato del lavoro e del lavoro medesimo, con l’indebolimento dei sindacati e della loro capacita’ di sciopero, la protezione delle banche centrali dal rischio di influenza da parte di governi eletti dai cittadini, il risanamento dei conti pubblici, la ristrutturazione dello stato sociale in direzione di politiche attive e di ridimensionamento del suo ruolo, la privatizzazione delle istituzioni e dei servizi pubblici, l’aumento della cosiddetta partecipazione diretta, anche da parte dei cittadini e cosi’ via – trovarono attuazione, pur con velocita’ e priorita’ differenti, piu’ o meno ovunque nelle democrazie capitaliste cosi’ sottomesse a una rivoluzione neoliberale, nella gran parte dei casi per un impulso unanime di entrambe le principali fazioni, centro-destra e centro-sinistra.
Il processo neoliberale di affrancamento del capitalismo dalla democrazia, tuttavia, non avvenne senza resistenza, e la strada che lo separava dal suo ultimo obiettivo fu sempre molto lunga.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Europa/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)

La riconversione sentimentale dell’“Europa” in una terra dei desideri con proprieta’ riadattabili a piacimento permette alla politica in senso pratico di poter pretendere, cinicamente, una “soluzione europea” a tutto cio’ che essa, non volendosene o non potendosene piu’ occupare, ha trasferito verso l’alto, al governo tecno- e mercatocratico europeo; le permette cioe’ di usare l’“Europa” come un’arma politica atta a risolvere problemi di ogni tipo, dalla crescita economica alle finanze dello stato, dai flussi migratori a questioni di sicurezza interna ed esterna, dalla crisi bancaria alla crisi climatica e pandemica.
I politici piu’ accorti possono allora scegliere come muoversi nella struttura multilivello di quest’Europa solidamente neoliberale, nell’intercapedine tra politica nazionale e il sottobosco di istituzioni europee tanto opache come mai nessun’altra, e decidere cosi’ se derogare al proprio impegno a livello nazionale in nome dell’“Europa”, se additare quest’ultima come responsabile dei fallimenti della politica nazionale, se lasciare all’“Europa” l’onere di dettare loro la linea da preferire e sgravarsi cosi’ di qualunque responsabilita’ democratica, riparando se stessi e le proprie scelte a priori da qualunque forma di resistenza politica interna.
Uno spettacolo, questo, che si consuma davanti a un pubblico di persone cui manca qualunque forma di comprensione intuitiva del significato, delle regole e degli eventi comunitari europei […]
Quando si tratta di Bruxelles e del suo nuovissimo sistema istituzionale, tanto sintetico come privo di tradizioni, essi possono al massimo fare professione di fede identitaria ed esprimere devote speranze, mentre solo a quanti, con un duro sforzo conformista, si sono guadagnati lo status di specialisti e’ dato sapere quel che realmente accade o non accade nelle segrete stanze delle sedute europee o capire quel che gli esperti di comunicazioni incaricati lasciano trapelare da quegli incontri.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Europa/ Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)

L’Unione europea degli ultimi tre decenni puo’ essere intesa come un microcosmo locale di quella che Rodrik (2011) ha definito “iperglobalizzazione”: il prototipo continentale di un capitalismo integrato a livello mondiale, che ha la propria matrice nel Washington consensus.
La Ue degli anni novanta era sinonimo di un mercato unico senza frontiere di beni e servizi, della manodopera e dei capitali; di una politica economica vincolata a regole, fatte valere da un tribunale internazionale, la Corte di giustizia dell’Unione europea, competente su tutto il territorio; di tassi di cambio piu’ che fissi sotto forma di una moneta comune, l’euro, gestiti da un istituto sovranazionale, la Banca centrale europea, con altrettante competenze […]
Questa economia svuotata di dimensione politica, e privata degli strumenti della politica stessa, era ed e’ governata da una miscela di tecnocrazia – la Bce, lo pseudo organo esecutivo della Ue e della Commissione europea – e di quella che potremmo definire nomocrazia, attraverso la Corte di giustizia dell’Unione europea; il tutto e’ retto da una costituzione composta da due accordi tra i ventotto paesi, incomprensibili al cittadino comune: una costituzione tanto concreta, quanto concretamente immodificabile, dal momento che i trattati riconoscono a ciascun contraente il diritto di veto a qualsiasi cambiamento.
Vietando controlli di qualunque tipo sui capitali, tanto all’interno come all’esterno dell’Unione, gli accordi permettono al cosiddetto “progetto europeo” di integrarsi perfettamente al sistema finanziario globale guidato dagli Stati Uniti.
Che questa costruzione patisse un “deficit di democrazia”, come si disse allora con un eufemismo, non era un mistero.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera