Geoeconomia/Streeck

Globalismo e democrazia. L’economia politica del tardo neoliberismo – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)

La guerra in Ucraina e la conseguente ristrutturazione delle relazioni internazionali non porranno fine al processo di deglobalizzazione gia’ in atto almeno dal 2008, ma continueranno a portarlo avanti, conferendogli una nuova forma politica ed economica.
Cio’ avverra’ soprattutto per effetto di un’altra forza trainante che verra’ ad aggiungersi alle altre, quella degli interessi delle superpotenze globali e regionali alla propria difesa militare e al mantenimento della propria liberta’ d’azione.
Il cooperare di questi fattori determinera’ i confini delle nuove e piu’ brevi catene del commercio e del valore aggiunto, ossia la disposizione dei centri del nuovo multipolarismo, l’estensione dei rispettivi bacini di utenza, l’interazione tra di essi all’esterno e la loro struttura all’interno.
Quello di una “globalizzazione tra amici” e’ uno slogan che si e’ sentito spesso dall’inizio della guerra, cosi’ come il termine friendshoring (rifornimento da paesi amici) come nuova forma e ulteriore sviluppo del reshoring (rientro della produzione).
Si trattera’, in tal senso, di una militarizzazione dell’economia mondiale, conformemente regionalizzata o persino rinazionalizzata di conseguenza, e nella quale la sicurezza militare, come “sicurezza nazionale”, verra’ ad aggiungersi a quella economica, all’affidabilita’ delle relazioni di fornitura, quale ulteriore principio cangiante.
Nel processo di declino del neoliberismo, stati e imperi diverranno ancor piu’ importanti e visibili di quanto non lo siano stati fin qui, per esempio con l’imposizione di sanzioni reciproche , e si faranno avanti con i propri stessi interessi ancestrali in termini di tutela ed esercizio del potere […]
L’uscita dal mondo unico del neoliberismo richiedera’, via via in forma adattata, politiche industriali e strutturali, interventi normativi, divieti e incentivi, aiuti e sussidi, ma anche relazioni commerciali selettive, nelle importazioni come nelle esportazioni, mediante l’intervento dello stato nella proclamata liberta’ dei mercati neoliberali, cosi’ da evitare qualunque forma di dipendenza economica e politica.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
https://ilmanifesto.it/uneuropa-svizzera

Europa/Jappe

Le avventure della merce. Per una nuova critica del valore – Anselm Jappe – Mimesis (2023)


Non e’ necessario tracciare qui un bilancio degli orrori prodotti dalla societa’ della merce nella sua attuale fase neoliberale. Sono perfettamente conosciuti.
La tanto apprezzata “mano invisibile” ha cominciato a picchiare all’impazzata. Stiamo tutti diventando “non redditizi”.
Oggi le crisi non derivano piu’ dalle imperfezioni del sistema produttore di merci, ma al contrario dal suo completo sviluppo […]
Bisogna abbandonare l’illusione che i problemi posti dal mercato possano ancora trovare delle soluzioni sul terreno della stessa economia di mercato […]
Per oltre centocinquant’anni, il movimento operaio e democratico ha accettato il capitalismo e tentato di applicargli mille catene e di circondarlo di mille recinzioni. Abbiamo visto che la prima crisi di valorizzazione, la prima vera contestazione e’ sufficiente perche’ la bestia dimentichi di essere stata addomesticata e spezzi tutte le sue catene.
Il capitalismo reso “sociale”, “democratico”, “umano”, e anche “ecologico”, con uno sforzo durato un secolo, puo’ ritornare da un giorno all’altro il capitalismo bruto: un sistema feticcio cieco, pronto a divorare qualsiasi cosa pur di sopravvivere.

Info:
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe
https://sinistrainrete.info/marxismo/25682-anselm-jappe-alcuni-punti-essenziali-della-critica-del-valore.html
https://www.sinistrainrete.info/marxismo/29578-roswitha-scholz-critica-del-valore-alla-vecchia-maniera-commenti-sul-conservatorismo-di-sinistra-di-anselm-jappe.html

Geoeconomia/Todd

La sconfitta dell’Occidente – Emmanuel Todd – Fazi (2024)

La particolarita’ delle oligarchie occidentali e’ che le loro istituzioni e leggi non sono mutate.
Formalmente, sono ancora delle democrazie liberali, dotate del suffragio universale, di Parlamenti e talvolta di presidenti eletti, nonche’ di una stampa libera.
A sparire sono stati invece i costumi democratici.
Le classi piu’ istruite si ritengono intrinsecamente superiori e le elite, come abbiamo detto, si rifiutano di rappresentare il popolo, al quale non resta che adottare dei comportamenti bollati come populismo.
Ovviamente, sarebbe un errore credere che un sistema del genere possa funzionare in maniera armonica. Il popolo rimane alfabetizzato e la base del suffragio universale, alla quale si sovrappone la nuova stratificazione educativa, e’ tuttora viva. Pertanto, la disfunzione oligarchica delle democrazie liberali necessita di essere regolata e controllata.
Che cosa significa questo? Semplicemente che, essendo le elezioni una procedura ancora in vigore, il popolo deve essere tenuto fuori dalla gestione economica e dalla distribuzione della ricchezza; in sostanza, deve essere ingannato.
Tutto questo richiede un impegno da parte della classe politica, ed e’ persino diventato il lavoro a cui essa riserva la priorita’.
Da qui l’isterizzazione dei problemi razziali o etnici e le chiacchiere inutili su temi seri quali l’ecologia, la condizione femminile e il riscaldamento globale.
Tutto questo ha delle ripercussioni, negative, sulla geopolitica, sulla diplomazia e sulla guerra. Completamente assorbiti dalla loro nuova professione – vincere le elezioni, che ormai non sono altro che delle rappresentazioni teatrali, le quali pero’, come il teatro vero, richiedono impegno e competenze specifiche –, i membri delle classi politiche occidentali non hanno piu’ il tempo di formarsi nella gestione delle relazioni internazionali.
Di conseguenza, si affacciano sulla scena mondiale senza avere gli erudimenti di base necessari. Peggio ancora, abituati a trionfare sui meno istruiti in patria, faticosamente ma il piu’ delle volte con successo (del resto, e’ il loro mestiere), e con cio’ credendosi confermati nella loro superiorita’ intrinseca, si ritrovano a fronteggiare degli avversari reali che difficilmente riescono a impressionare, e i quali, loro si’, hanno avuto il tempo di concepire il mondo senza dover spendere – questo bisogna riconoscerlo – tante energie per prepararsi alle elezioni russe o alle lotte di potere interne al Partito Comunista Cinese.

Info:
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-fatto-quotidiano.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-riformista.pdf?

https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-manifesto.pdf?
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2024/10/todd-il-giornale.pdf?
https://contropiano.org/interventi/2024/11/11/la-sconfitta-delloccidente-oligarchico-e-nichilista-0177418
https://www.quotidiano.net/magazine/libri/emmanuel-todd-gli-oligarchi-e-il-nichilismo-hanno-distrutto-le-democrazie-e-la-sconfitta-delloccidente-fd56b6be
https://www.repubblica.it/venerdi/2024/09/28/news/emmanuel_todd_sconfitta_occidente_ultimo_libro-423521727/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29325-gian-marco-martignoni-la-sconfitta-dell-occidente.html

Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo, Francesco Bechis – Solferino (2024) 


E’ del tutto evidente che, se vuole svolgere un ruolo, l’Europa deve riformarsi in profondita’ e aumentare la propria capacita’ di reazione.
Evidente, ma non praticabile, almeno a breve, perche’ qualunque disegno riformatore dei Trattati richiede l’unanimita’ degli Stati membri. Il voto all’unanimita’ e’ una zavorra che l’Europa non puo’ piu’ permettersi, pena la perdita di qualsiasi credibilita’.
Migranti, aiuti all’Ucraina, rifinanziamento del bilancio: quante volte negli ultimi anni e’ bastato un solo pollice verso, dell’Ungheria di Viktor Orban o perfino della piccola Malta, per mettere nel congelatore qualsiasi decisione?
Rinviare, procrastinare, in definitiva, non decidere affatto. Per quanto limitativo sia lo status quo, l’Europa resta ostaggio del suo «comma 22»: una riforma del sistema non e’ in vista, per colpa di quegli stessi veti che la ingolfano quotidianamente.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Europa/Streeck

Globalismo e democrazia – Wolfgang Streeck – Feltrinelli (2024)


L’Unione europea, nel caso specifico, potrebbe essere definita un impero di tipo liberale, o con piu’ precisione, neoliberale, retto cioe’ da una “libera” economia di mercato (leggasi “capitalista”) quale dottrina politico-economica uniformante e vincolante e da una promessa di prosperita’ collettiva e di democrazia per tutti.
Da un punto di vista formale, gli stati membri di un impero liberale devono potersi rapportare “alla pari” l’uno all’altro, mantenendo la parvenza di un’adesione volontaria; al contempo, al centro spetta il dovere di responsabilita’ di mantenere le promesse di crescita e ricchezza nella periferia dell’impero, configurando i rapporti imperiali di potere in relazioni internazionali rette dal diritto, mentre i governi nazionali piu’ o meno democraticamente incaricati, dal canto loro, hanno il compito di fungere da intermediari tra la potenza egemone alla guida dell’impero e le popolazioni degli stati membri, giacche’ la loro posizione e atteggiamento nei confronti del centro sono di vitale importanza per la coesione stessa dell’impero.

Info:
https://www.fondazionedivittorio.it/lezione-streeck-limiti-potenzialita-della-ue-egemonie-planetarie-popoli-crisi
https://www.doppiozero.com/wolfgang-streeck-neoliberalismo-e-poi

https://www.corriere.it/la-lettura/24_giugno_21/come-sonnambuli-la-guerra-la-lettura-anteprima-nell-app-1af31e72-2fe1-11ef-8a97-996e27b017a2.shtml
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Geoeconomia/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)


La sfida revisionista di Russia e Cina all’ordine mondiale a guida americana trova infatti nell’Italia uno dei piu’ avvincenti campi di battaglia, perche’ essa e’ insieme il crocevia tra l’Europa settentrionale e quella centrorientale e il perno strategico del fianco sud della Nato, Paese chiave nelle geometrie del Mediterraneo.
Se l’obiettivo delle due potenze e’ simile, le sfide sono diverse.
La Cina lavora sul lungo periodo: non vuole destabilizzare l’attuale ordine mondiale, ma sostituirlo con un ordine alternativo di cui si immagina egemone, e quindi utilizza l’intelligence per ridurre piu’ in fretta il gap tecnologico e industriale che la separa dall’Occidente e per proiettarsi in aree geopolitiche dov’era assente (si pensi al Medio Oriente).
Alla Russia questa egemonia e’ e restera’ preclusa, sicche’ Putin non ha interesse a creare un nuovo ordine. La «sua» Russia prospera piuttosto sulla destabilizzazione dell’ordine attuale.
Da noi, quest’ambizione dello zar si traduce in una sottile ma pervicace opera di influenza politica, soprattutto nel tentativo costantemente riproposto – e finora fortunatamente fallito – di manovrare i meccanismi del consenso, d’influire sull’opinione pubblica.
La promozione di un terzaforzismo che faccia leva sulle crepe e le incongruenze del blocco euro-atlantico viene perseguita nella convinzione che il nostro Paese sia particolarmente permeabile a questi messaggi. In effetti parlano da se’ i sondaggi sulla guerra in Ucraina: se la stanchezza dell’Occidente per il sostegno alla resistenza di Kiev si fa sentire ovunque, e’ da noi che per prima ha fatto breccia. E con essa si incunea con piu’ facilita’ la propaganda russa: corre nella bolla social, rimbalza sul web e i media, trova posto nei salotti dei talk show.
L’Italia non e’ dunque un campo neutrale nello scontro di interessi e ambizioni che vede contrapposti l’Occidente e i suoi rivali […]
Serve considerare con realismo la politica internazionale, per muoversi in questo caos, e con realismo definire il proprio interesse nazionale, partendo da una collocazione chiara. Per l’Italia la scelta occidentale non ha alternative: siamo con l’Europa, con gli Stati Uniti, con la Nato.
L’ambiguita’ ha un prezzo troppo alto. Attenzione, fare questa scelta di fondo non significa rifiutarsi di cooperare con gli altri: non abbiamo bisogno, e per fortuna il rischio e’ remoto, di quello «scontro tra civilta’» preconizzato quasi trent’anni fa dal politologo Samuel Huntington. Ben vengano gli scambi commerciali con la Cina, le interlocuzioni con il Sud del mondo, restino aperti i canali con chi milita in campi avversi, purche’ non si confondano i piani e sia chiaro il punto di fondo della nostra appartenenza.
Con gli alleati si puo’ essere in disaccordo su singole questioni, ma si condividono i valori fondamentali; con i competitor si possono condividere singole iniziative e opportunita’, ma i principi restano diversi […]
Scegliere il campo, distinguere la sicurezza dalla convenienza, alzare la guardia contro le minacce. Ecco i presupposti per promuovere e difendere il proprio interesse nazionale in un mondo sospeso e turbolento, segnato dal ritorno alla great power competition, la competizione tra grandi potenze.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-
massolo-e-del-giornalista-bechis/

Europa/Parsi

Titanic. Il naufragio dell’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2018)

[La] tensione tra una solidarieta’ necessariamente ancorata alla scala nazionale e l’integrazione economica di scala europea ha generato quattro specifiche «sottotensioni»: una tra dimensione sociale e dimensione economica del processo di integrazione, con una «governance programmaticamente sbilanciata a favore delle misure pro mercato e a sfavore di quelle pro welfare»; una seconda che corre all’interno dell’Eurozona, «e oppone Nord e Sud, paesi core (centrali dal punto di vista economico) e paesi periferici, “creditori” e “debitori”»; la terza che ha per tema la libera circolazione dei fattori di produzione nel mercato interno riguarda soprattutto la polemica tra «paesi con welfare consolidato (generoso e costoso) e paesi con welfare relativamente limitato, con basso costo del lavoro e bassa regolazione»; la quarta infine «e’ di natura verticale: Bruxelles (le istituzioni sovranazionali) contro Stati membri (i governi nazionali e le loro sovranita’ in ambiti ritenuti cruciali come le pensioni e il mercato del lavoro)».

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Geoeconomia/Parsi

Titanic. Naufragio o cambio di rotta per l’ordine liberale – Vittorio Emanuele Parsi – il Mulino (2022)

L’ordine internazionale liberale, come il Titanic, non era e non e’ un vascello inaffondabile ed e’ stato dirottato dall’imperizia di chi ne e’ al comando […] verso una rotta diversa e molto piu’ pericolosa di quella progettata, sulla quale si staglia inquietante un iceberg che presenta quattro facce, tutte diversamente minacciose, nessuna delle quali puo’ essere sottovalutata:
a) la prima e’ rappresentata da un fenomeno consueto e ricorrente in politica internazionale, ovvero una nuova distribuzione della potenza nel sistema associata alla divergenza delle rispettive politiche, che modifica le relazioni tra USA, Russia e Cina, mentre sullo sfondo si stagliano la fragilita’ e la debolezza dell’Europa;
b) la seconda e’ offerta [dalla] polverizzazione e privatizzazione della minaccia, che consente a gruppi terroristici piu’ o meno organizzati e ramificati di mettere in campo capacita’ distruttive considerevoli e altamente destabilizzanti […] che rischia letteralmente di travolgerci;
c) la terza e’ invece qualcosa del tutto inedito e consiste nella contestazione dello stesso ordine internazionale liberale, nei suoi principi e nelle sue istituzioni, da parte della superpotenza che ne e’ stata e ne resta la maggiore beneficiaria, cioe’ gli Stati Uniti […]
d) la quarta, infine, e’ la deriva delle democrazie occidentali che sembrano incapaci di mantenere la propria rotta, strette tra i mentori di un populismo identitario e sovranista e i cantori dell’oligarchia apolide e tecnocratica: due visioni opposte, che mitizzano o negano il ruolo del popolo, mentre quest’ultimo sembra ormai essere semplicemente scomparso dall’orizzonte politico, economico e culturale delle democrazie liberali evolute.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/titanic-naufragio-ordine-liberale-parsi/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/05/14/titanic-il-sistema-liberale-di-fronte-a-una-scelta-combattere-le-disuguaglianze-o-fallire-il-nuovo-libro-di-vittorio-emanuele-parsi/6590356/
https://www.idiavoli.com/it/article/titanic-naufragio-occidente-ordine-liberale
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/253-stato-mercato-e-democrazia-note-a-margine-di-titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale
https://www.letture.org/titanic-il-naufragio-dell-ordine-liberale-vittorio-emanuele-parsi
https://www.arcipelagomilano.org/archives/51270

Europa/Massolo

Realpolitik. Il disordine mondiale e le minacce per l’Italia – Giampiero Massolo & Francesco Bechis – Solferino (2024)

Il 24 febbraio 2022, il guastafeste Putin non ha solo imposto una battuta d’arresto ai piani di Cina e Stati Uniti. Anche l’Europa paghera’ lo scotto.
Intanto, con l’abbandono per il futuro prevedibile di ogni assetto di sicurezza condiviso e collaborativo sul continente: si prospetta invece una lunga fase di contrapposizione, una «nube tossica» difficilmente dissolvibile anche quando in Ucraina le armi dovessero a un certo punto tacere. Il conflitto condizionera’ a lungo gli scambi politici ed economici e le scelte europee […]
Tornano stringenti gli impegni presi con la Nato, il vincolo del 2 per cento del Pil in spese militari. Ora che la Russia e’ tornata a rimettere in discussione la carta geografica europea, suona come una necessita’ oggettiva e non piu’ come un’imposizione velleitaria di amministrazioni americane in ritiro dallo scenario europeo […]
La guerra impone oneri pesanti anche perche’ ha costretto l’Europa a una brusca sterzata nelle politiche energetiche. Venuto meno il «trittico» merkeliano – sicurezza appaltata all’America, mercati alla Cina, energia alla Russia –, si e’ reso necessario aprire nuove strade.
Nel breve periodo, questo e’ gia’ stato fatto con un importante colpo di reni della politica europea, che ha abbandonato le forniture russe e cercato altri partner energetici. Nel caso italiano: Algeria, Azerbaigian, Qatar.
Piu’ a medio-lungo termine, altri nodi verranno al pettine. Su tutti, il costo di una onerosissima transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili, che rischia di far passare l’Europa dalla dipendenza dal gas russo a quella dalle tecnologie green cinesi.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/realpolitik-di-giampiero-massolo-e-francesco-bechis/
https://www.agi.it/estero/news/2024-05-30/libri-realpolitik-massolo-attrezzarsi-per-un-mondo-anarchico-26583006/

https://www.ilmessaggero.it/libri/realpolitik_il_libro_che_mette_ordine_al_disordine_mondiale-8109413.html
https://formiche.net/2024/06/recensione-di-realpolitik-massolo-bechis/#content
https://blog.ilgiornale.it/franza/2024/06/15/realpolitik-il-disordine-mondiale-e-le-minacce-per-litalia-il-libro-dellambasciatore-massolo-e-del-giornalista-bechis/

Geoeconomia/Feltri

10 rivoluzioni nell’economia globale (che in Italia ci stiamo perdendo) – Stefano Feltri – Utet (2024)

La geoeconomia e’ un’altra cosa, e’ l’uso sistematico di strumenti economici per raggiungere obiettivi geopolitici.
Quindi non e’ un approccio di analisi, ma una pratica, un modo di comportarsi a disposizione degli stati, come l’uso della forza militare o la diplomazia […]
Dietro il concetto di geoeconomia c’e’ l’idea di una differenza sostanziale tra la natura della politica e quella dell’economia. Secondo la sintesi di Michael Mandelbaum, la politica si occupa del potere, l’economia della ricchezza.
La ricchezza puo’ continuamente aumentare, il potere no; per questo la politica, e la geopolitica in particolare, e’ un gioco a somma zero, mentre l’economia invece e’ a somma positiva […]
Hillary Clinton, ha indicato un’altra traduzione pratica della geoeconomia: condizionare i mercati dei paesi non democratici o ostili «non soltanto per ragioni di profitto».

Info:
https://www.startmag.it/mondo/feltri-economia/
https://appunti.substack.com/p/dieci-rivoluzioni

https://www.settimananews.it/libri-film/raccontare-il-cambiamento/