Capitalismo/Vanetti

Mauro Vanetti – La sinistra di destra. Dove si dimostra che i liberisti, sovranisti e populisti ci portano dall’altra parte – Edizioni Alegre (2019)

Il meccanismo sfruttato dalla Germania con l’euro e’ simile a quello che ha permesso al Nord Italia di colonizzare il Mezzogiorno in seguito all’unificazione nazionale.
Le merci a basso costo prodotte dal triangolo industriale Torino-Milano-Genova hanno surclassato l’industria del Regno delle Due Sicilie, destinando il Meridione al ruolo di mercato interno per i capitalisti settentrionali e serbatoio di manodopera e materie prime.
Gli investimenti da nord a sud hanno da allora preso in genere la forma delle cattedrali nel deserto, fabbriche come quelle di Melfi o di Taranto o di Pomigliano, dove col ricatto occupazionale era possibile per i padroni strappare concessioni su concessioni dallo stato, dai sindacati e dagli enti locali: un tipico rapporto coloniale.
Tuttora le grandi famiglie capitaliste italiane sono quasi tutte del Centro-Nord.

Info:
https://www.marxismo-oggi.it/recensioni/libri/455-la-sinistra-di-destra-un-libro-di-mauro-vanetti
https://edizionialegre.it/recensioni/liberisti-e-rossobruni-i-nemici-interni-alla-sinistra-giacomo-russo-spena-da-micromega/
https://edizionialegre.it/recensioni/osservazioni-su-un-libro-stimolante-antonio-moscato-dal-blog-movimento-operaio/

https://edizionialegre.it/recensioni/la-liquefazione-della-classe-internazionale/
https://www.dinamopress.it/news/la-sinistra-destra-vecchia-nuova/

Europa/Khanna

Parag Khanna – Il movimento del mondo. Le forze che ci stanno sradicando e plasmeranno il destino dell’umanita’ – Fazi (2021)

Di chi e’ la colpa di quello che assomiglia a tutti gli effetti a uno scontro di civilta’ che si snoda lungo le strade delle citta’ europee?
La mancata integrazione degli immigrati e al tempo stesso lo sciovinismo di molti cittadini europei, che non accettano come loro eguali le persone provenienti dalle ex colonie – e, a dire il vero, provenienti da qualsiasi altro luogo al mondo –, si dividono equamente le responsabilita’.
In un caso e nell’altro, la soluzione migliore per integrare i milioni di migranti attualmente presenti sul suolo del continente sembra essere l’attivita’ di agenzie di polizia che reclutino uomini e donne con un background etnico capaci di comprendere le sfumature culturali dei vari gruppi in gioco e di proteggerli l’uno dall’altro.
L’altra ovvia misura, che da tempo attende di essere realizzata, e’ la creazione di programmi massivi di apprendimento linguistico che rendano gli immigrati capaci di diventare funzionalmente autosufficienti e idonei all’ingresso nella vita lavorativa.

Info:
https://lepenneirriverenti.altervista.org/il-movimento-del-mondo-le-forze-che-ci-stanno-sradicando-e-plasmeranno-il-destino-dellumanita/
https://librieparole.it/recensioni/4791/il-movimento-del-mondo-parag-khanna/
https://www.mangialibri.com/il-movimento-del-mondo
https://www.shipmag.it/invito-alla-lettura-il-movimento-del-mondo-di-parag-khanna/

Capitalismo/Hickel

Jason Hickel – The divide. Guida per risolvere la disuguaglianza globale – il Saggiatore (2018)

La scoperta delle terre aurifere e argentifere in America, lo sterminio e la riduzione in schiavitu’ della popolazione aborigena, seppellita nelle miniere, l’incipiente conquista e il saccheggio delle Indie Orientali, la trasformazione dell’Africa in una riserva di caccia commerciale delle pelli nere, sono i segni che contraddistinguono l’aurora dell’era della produzione capitalista.
Questi procedimenti idillici sono momenti fondamentali dell’accumulazione originaria.
Secondo questa visione, l’estrazione coloniale fu il motore dell’accumulazione, e l’accumulazione fu l’elemento che rese possibile il capitalismo […] un sistema economico mondiale progettato nel corso dei secoli per arricchire una piccola frazione dell’umanita’ a spese della stragrande maggioranza.
All’inizio del xx secolo, questo nuovo ordine era compiuto: il cuore del sistema – Europa e Stati Uniti – drenava dalla periferia materie prime a basso costo e le rivendeva in cambio prodotti lavorati, proteggendosi dalla concorrenza con l’imposizione di dazi esageratamente alti.
Il sistema aveva due caratteristiche intrinseche che generavano disuguaglianze crescenti fra l’Occidente e il resto del mondo.
La prima era che le ragioni di scambio delle economie in via di sviluppo si deterioravano nel tempo. In altre parole, i prezzi delle loro esportazioni di materie prime diminuivano gradualmente rispetto ai prezzi dei manufatti che importavano.[…]
La seconda era che, anche tenendo conto della produttivita’ e del potere d’acquisto, i salari percepiti dai lavoratori dei paesi in via di sviluppo per i beni che commerciavano rimanevano molto piu’ bassi che in Occidente, percio’ il Sud non veniva compensato adeguatamente per il valore che esportava.
Insieme, questi due elementi sono alla base di cio’ che gli economisti chiamano «scambio ineguale» fra il centro e la periferia.

Info:
https://www.ibs.it/the-divide-guida-per-risolvere-libro-jason-hickel/e/9788842824961/recensioni
https://www.culturamente.it/libri/politica-economica-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/libro/the-divide/

Economia di mercato/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La nave di Teseo (2021)

La rivoluzione conservatrice degli anni ottanta, con i suoi attacchi generalizzati alla progressivita’ fiscale nei paesi anglosassoni e la sua ossessione per la libera circolazione dei capitali (nuova parola d’ordine di conio sia europeo sia statunitense), ha contribuito anche a ridefinire la posizione dei paesi ricchi e delle organizzazioni internazionali nei confronti del Sud del mondo.
A partire dal 1980-1990, quello che viene chiamato il “Washington consensus” ha ispirato le politiche raccomandate ai paesi poveri: riduzione del peso dello Stato, austerita’ di bilancio, liberismo commerciale, deregolamentazione a trecentosessanta gradi.
E, considerati gli asimmetrici rapporti di forza in campo, non e’ esagerato affermare che tali politiche sono state imposte anziche’ consigliate, ne’ vedervi una forma di neocolonialismo (anche se i meccanismi di persuasione non sono stati gli stessi dell’epoca coloniale).
Dopo la crisi del 2008 e’ corretto dire che quel consenso non ha piu’ corso, e che il FMI, la Banca mondiale e i governi occidentali hanno preso coscienza degli eccessi del liberismo e dei problemi posti dal rinnovato aumento delle disuguaglianze e dalla crisi ambientale.
In realta’, anziche’ essere stata sostituita da un consenso alternativo, la doxa liberista continua ad avere un peso notevolissimo, in particolare nei confronti del Sud.
Con il senno di poi di cui oggi disponiamo, appare chiaro che la politica di deregolamentazione e di liberismo commerciale a marce forzate ha contribuito a indebolire, con effetti di lunga durata, il gia’ fragile processo di costruzione dello Stato nei paesi del Sud

Info:
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Stato/Piketty

Thomas Piketty – Una breve storia dell’uguaglianza – La nave di Teseo (2021)

Il regime cinese dispone anche di altri punti di forza. Quando si manifesteranno le catastrofi climatiche, avra’ gioco facile a stigmatizzare i responsabili dell’Occidente.
Piu’ in generale, la Cina non manca mai di ricordare di essersi industrializzata senza ricorrere alla schiavitu’ e al colonialismo, di cui ha peraltro pagato le conseguenze. E cio’ la mette nella condizione di acquisire punti a favore rispetto a quanto viene percepito un po’ ovunque nel mondo come l’eterna arroganza dei paesi occidentali. I quali sono sempre pronti a impartire lezioni all’intero universo in materia di giustizia e di democrazia, quando invece si rivelano incapaci di fronteggiare le disuguaglianze e le discriminazioni che li stanno consumando, e patteggiano come se niente fosse con tutti i potentati e gli oligarchi che sono i maggiori beneficiari delle loro fortune.
Sotto tutti questi aspetti, la risposta giusta al socialismo statalista e autoritario cinese sarebbe quella di promuovere una forma di socialismo democratico e partecipativo, ecologico e postcoloniale, sensibile in particolare ai problemi del Sud del mondo e attento a tutte le disuguaglianze e ipocrisie occidentali.
Uno sviluppo del genere autorizzerebbe anche a rispondere alla perdita di velocita’ del neoliberismo, declino che e’ stato accelerato dalla crisi finanziaria del 2008 e dalla crisi pandemica del 2020: declino spiegabile piu’ in generale con il fallimento delle promesse reaganiane di dinamizzazione della crescita mediante la deregolamentazione, al punto che le classi medie e popolari alle quali erano stati promessi mari e monti hanno cominciato a dubitare seriamente della globalizzazione.

Info:
https://www.criticaletteraria.org/2021/11/thomas-piketty-una-breve-storia-dell-uguaglianza.html
https://www.doppiozero.com/materiali/thomas-piketty-la-storia-maestra-di-uguaglianza
https://www.repubblica.it/cultura/2021/11/17/news/l_anticipazione_cosi_il_clima_cambiera_la_nostra_vita-326752782/

Populismo/Montanari

Tomaso Montanari – Dalla parte del torto. Per la sinistra che non c’e’ – Chiarelettere (2020)

C’e’ anche la totale inconsapevolezza del ruolo dell’Occidente nell’innesco delle migrazioni: perche’ sono il nostro colonialismo, il nostro schiavismo (circa dodici milioni di neri africani rapiti e venduti come schiavi lungo tre secoli), la nostra predazione delle loro risorse, la nostra industria delle armi e le guerre che essa alimenta, la nostra distruzione dell’ambiente e del clima che hanno trasformato la loro casa in un inferno; sono tutte queste nostre azioni che li fanno fuggire da casa loro.
Le loro migrazioni sono causate dalla nostra ingiustizia, e poi si scontrano con il muro della nostra avarizia.
La rimozione, la negazione di tutto questo cancella ogni traccia della cultura di sinistra: anzi, contribuisce in modo decisivo a costruire l’egemonia di un pensiero unico. Di destra […]
L’umiliazione del corpo delle donne sfocia in una reificazione cosi’ insistita e disumanizzante da costituire il contesto culturale in cui vanno letti e interpretati i dati mostruosi del femminicidio: se il corpo della donna e’ un oggetto da guardare e usare, si puo’ anche rompere, gettare via, spegnere come un gioco elettronico.
La privazione della dignita’ della persona come anticamera della distruzione: e’ questo il paradigma della riduzione a cose (e dunque della marginalizzazione e, nei casi estremi, dell’eliminazione fisica) dei corpi dei carcerati, dei disabili, dei malati, dei poveri e dei migranti.
E, in prospettiva, di noi tutti, sudditi del neofeudalesimo del mercato.

Info:
https://www.carmillaonline.com/2020/02/25/dalla-parte-del-torto/
https://www.forchecaudine.com/dalla-parte-del-torto-a-proposito-dellultimo-libro-di-tomaso-montanari/
https://www.pressenza.com/it/2020/08/la-sinistra-che-non-ce-dalla-parte-del-torto-di-tomaso-montanari/
https://volerelaluna.it/in-primo-piano/2020/01/23/dalla-parte-del-torto-per-la-sinistra-che-non-ce/

Capitalismo/Hickel

Jason Hickel – Siamo ancora in tempo! Come una nuova economia puo’ salvare il pianeta – il Saggiatore (2021)

Il punto, qui, e’ che la Rivoluzione industriale (e la crescita industriale dell’Europa) non emerse ex nihilo.
Fece leva su materie prime che erano prodotte da schiavi, su terre sottratte ai popoli colonizzati e lavorate nelle fabbriche dai contadini europei espropriati a forza dalle recinzioni.
Tendiamo a pensare a tutte queste cose come a processi distinti, ma operavano tutti seguendo la stessa logica di fondo. Le recinzioni furono un processo di colonizzazione interna e la colonizzazione fu un processo di recinzione. I contadini europei furono espropriati delle loro terre proprio come successe agli amerindi (anche se, e’ il caso di notare, questi ultimi furono trattati molto peggio, esclusi totalmente dal regno dei diritti e perfino da quello del genere umano). E la tratta degli schiavi non e’ altro che la recinzione e la colonizzazione dei corpi, corpi appropriati in nome dell’accumulazione delle eccedenze, proprio come le terre, e trattati allo stesso modo, come una proprieta’.
Si potrebbe essere tentati di trattare questi momenti di violenza come semplici aberrazioni nella storia del capitalismo.
Ma non lo sono. Sono le fondamenta del capitalismo. […]
In Africa, i colonizzatori si trovarono di fronte al problema di quella che chiamavano esplicitamente «la questione del lavoro»: come convincere gli africani a lavorare nelle miniere e nelle piantagioni in cambio di bassi salari. Gli africani generalmente preferivano il loro stile di vita fondato sulla sussistenza e non avevano molta voglia di spaccarsi la schiena andando a lavorare nelle industrie europee. I salari promessi nella maggior parte dei casi non erano sufficienti a indurli ad accollarsi un lavoro che consideravano inutile. Gli europei erano furibondi di fronte a questa resistenza e risposero costringendo le persone ad abbandonare le loro terre (la legge sulle terre indigene in Sudafrica estromise con la forza la popolazione autoctona confinandola all’interno di riserve pari al 13% appena del territorio complessivo) o obbligandole a pagare le tasse in valuta europea. In entrambi i casi, agli africani non resto’ altra scelta che vendere il proprio lavoro in cambio di un salario.
Lo stesso processo di recinzione e proletarizzazione forzata ando’ in scena ripetutamente durante il periodo della colonizzazione europea, non solo nelle colonie inglesi, ma anche in quelle spagnole, portoghesi, francesi e olandesi, con esempi troppo numerosi per riportarli qui. In tutti questi casi, la scarsita’ fu creata di proposito per favorire l’espansione capitalista.

Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/

Geoeconomia/Arrighi

Giovanni Arrighi – Adam Smith a Pechino – Mimesis (2021)

“Si fa presto a dire imperialismo.” […]
Nel suo significato piu’ generale esso indica un’estensione o un’imposizione di potere, autorita’ o influenza su altri stati o su comunita’ ancora prive di ordinamento statale.
In questi termini possiamo ritrovare l’imperialismo in una grande varieta’ di forme distribuite su un amplissimo arco temporale.
Ma per capire perche’ la piu’ grande potenza capitalistica della storia mondiale, gli Stati Uniti, abbia sviluppato un apparato militare senza precedenti quanto a capacita’ distruttiva e mostri una cosi’ forte tendenza a impiegarlo nel piu’ ambizioso progetto di controllo dell’ordine mondiale mai concepito, cio’ che dobbiamo studiare e’ quello specifico tipo di imperialismo che Harvey chiama “imperialismo capitalistico” o “imperialismo di tipo capitalistico”.
Harvey definisce l’imperialismo di tipo capitalistico come la “fusione contraddittoria” di due componenti: “la politica imperiale dello stato” e “il processo elementare di accumulazione capitalistica nella sua dimensione sia spaziale sia temporale”.
La prima componente ci rimanda alle “strategie politiche, diplomatiche e militari a cui ricorrono gli stati (o le coalizioni di stati che agiscono come un unico blocco di potenze) nella loro lotta per affermare i propri interessi e raggiungere i propri obiettivi sullo scenario globale”. Questa lotta e’ guidata da una “logica territoriale del potere”, cioe’ da una logica che vede, come fondamento della ricerca del potere, il controllo di un territorio e delle sue risorse umane e naturali.
Invece la seconda componente si riferisce al flusso di potere economico nello spazio, in ingresso e in uscita dalle singole entita’ territoriali […] per mezzo della pratica quotidiana della produzione, del commercio, degli spostamenti dei capitali, dei flussi monetari, degli spostamenti di forza-lavoro, dei trasferimenti di tecnologia, delle speculazioni valutarie, dei flussi di informazione, degli stimoli culturali e cosi’ via.
Il motore di questi processi e’ una “logica capitalistica del potere”, cioe’ una logica che vede, come fondamento della ricerca del potere, il controllo del capitale economico […]
Benche’ la logica di potere territoriale e quella capitalistica non siano riducibili l’una all’altra e anche se a volte e’ quella territoriale a essere in primo piano, “cio’ che rende l’imperialismo di tipo capitalistico diverso da ogni altra concezione imperiale e’ che in esso la logica predominante e’ quella capitalistica”.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/estero/22190-sandro-mezzadra-il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto.html
http://effimera.org/il-modello-cinese-e-lo-spazio-del-conflitto-di-sandro-mezzadra/
https://www.mimesisedizioni.it/download/12739/e816dca0af4b/simone-pieranni-il-manifesto-4-febbraio-2022-sfide-e-quesiti-intorno-al-modello-cinese-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.mimesisedizioni.it/download/12571/6eb5c7fab8b8/simone-pieranni-il-manifesto-29-dicembre-2021-lanno-della-tigre-nelle-mani-del-serpente-xi-su-adam-smith-a-pechino-di-arrighi.pdf
https://www.pandorarivista.it/articoli/adam-smith-a-pechino-giovanni-arrighi/
http://www.proteo.rdbcub.it/article.php3?id_article=747

Geoeconomia/Chomsky

Noam Chomsky, Emran Feroz – Lotta e declino. Perche’ dobbiamo ribellarci contro i padroni dell’umanita’ – Ponte alle Grazie (2021)

In passato l’imperialismo esercitava la violenza diretta per assoggettare quanti piu’ paesi possibile.
Non e’ certo un segreto; e’ cosi’ che sono andate le cose.
I predatori, ossia i colonialisti, ripartirono il mondo mediante trattati internazionali sempre a loro vantaggio, riservando ai popoli conquistati un trattamento brutale e razzista.
Un’altra caratteristica del vecchio imperialismo fu il colonialismo insediativo, che porto’ al massacro o all’espulsione delle popolazioni indigene e alla loro sostituzione con il popolo prediletto, la «razza migliore». Era una specialita’ britannica, che fu poi adottata anche dagli americani.
L’attuale politica estera statunitense non persegue tali ambiziosi obiettivi.
Prima della Seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti non erano la prima potenza globale. A quel tempo questo primato era riservato alla Gran Bretagna e, in misura minore, alla Francia. Le cose cambiarono con la guerra, che garanti’ agli Stati Uniti un potere enorme, un livello di sicurezza senza precedenti e numerosi altri vantaggi.
Il sistema globale emerso a quell’epoca era l’ideale per gli Stati Uniti perche’ rappresentava uno strumento indiretto con cui destabilizzare l’economia ed esercitare il controllo politico […]
Le direttive politiche erano dunque molto precise e in linea con le circostanze dell’epoca – e furono vincenti.
Una conseguenza, spesso sottaciuta, di tutto questo e’ che le societa’ con sede statunitense possiedono oggi circa la meta’ della ricchezza mondiale e figurano al primo posto in quasi ogni settore dell’economia internazionale.
E’ stata questa la piu’ grande impresa di quelli che Adam Smith chiamava i «padroni dell’umanita’».
Ai suoi tempi erano i mercanti e gli industriali inglesi; ai giorni nostri sono le multinazionali con complesse catene produttive globali

Info:
https://www.ponteallegrazie.it/libro/lotta-o-declino-noam-chomsky-9788833313702.html
https://www.ibs.it/lotta-o-declino-perche-dobbiamo-ebook-noam-chomsky-emran-feroz/e/9788833317083?gclid=Cj0KCQiA4b2MBhD2ARIsAIrcB-T6LTxkHyOZ7PhIqesdLQ8CpBrHiapLocGukQwOMx77OWBPG3WDuCsaAv64EALw_wcB

Geoeconomia/Khanna

Parag Khanna – Il secolo asiatico? – Fazi (2019)

La Cina storicamente non e’ una potenza coloniale.
A differenza degli Stati Uniti, e’ molto refrattaria a intervenire direttamente nelle faccende di altri paesi.
La Cina vuole risorse e mercati esteri, non colonie.
Le sue incursioni militari – dal Mar Cinese Meridionale all’Afghanistan e all’Africa orientale – sono orientate a proteggere le sue crescenti linee di approvvigionamento globali, ma i suoi ambiziosi progetti infrastrutturali globali sono finalizzati a ridurre la sua dipendenza dai fornitori stranieri (cosi’ come i suoi massicci investimenti nelle energie alternative).
La Belt and Road Initiative [BRI] non significa che un domani la Cina governerà l’Asia, ma ci ricorda che il futuro della Cina, cosi’ come il suo passato, e’ profondamente radicato in Asia.

Info:
https://www.iltascabile.com/societa/secolo-asiatico/
http://www.mangialibri.com/libri/il-secolo-asiatico
https://www.repubblica.it/dossier/la-repubblica-delle-idee-2019/2019/06/03/news/parag_khanna-227854599/