Capitalismo/Zizek

La nuova lotta di classe. Rifugiati, terrorismo e altri problemi coi vicini – Slavoj Zizek – Ponta alle Grazie (2016).


Mentre il capitalismo si autolegittima come sistema economico che implica e promuove le liberta’ personali (in quanto condizione degli scambi commerciali), le sue stesse dinamiche hanno condotto a una rinascita della schiavitu’.
Nonostante si fosse quasi estinta alla fine del Medioevo, essa riesplose nelle colonie europee dall’inizio dell’eta’ moderna fino alla guerra civile americana.
E’ possibile azzardare l’ipotesi che oggi, con l’epoca nuova del capitalismo globale, stia nascendo una nuova era della schiavitu’.
Non esiste piu’ la condizione legalmente formalizzata dello schiavo, ma la schiavitu’ ha assunto una miriade di nuove forme: i milioni di lavoratori immigrati nella penisola saudita, privi dei piu’ elementari diritti civili e liberta’; il controllo totale esercitato su milioni di operai nelle officine asiatiche, spesso organizzate esattamente come campi di concentramento; l’uso diffusissimo del lavoro forzato nello sfruttamento delle risorse naturali in molti paesi dell’Africa centrale (Congo ecc.).
Ma non dobbiamo per forza guardare cosi’ lontano. Il primo dicembre 2013, uno stabilimento tessile di proprieta’ cinese nella zona industriale di Prato, cittadina italiana a dieci chilometri dal centro di Firenze, ando’ in cenere: morirono sette operai che vi erano rimasti intrappolati. Roberto Pistonina, un sindacalista del luogo, 7 commento’: «Nessuno puo’ fingere di sorprendersi, perche’ tutti sanno che da anni tra Firenze e Prato ci sono centinaia, se non migliaia, di persone che vivono e lavorano in condizioni praticamente di schiavitu’».

IInfo:
https://www.studocu.com/it/document/universita-degli-studi-di-modena-e-reggio-emilia/semiotica-dei-media/libro-zizek-riassunto-veloce-la-nuova-lotta-di-classe/8305531

Societa’/De Benoist

I demoni del bene. Dal nuovo ordine morale all’ideologia del genere – Alain de Benoist – Controcorrente (2015)


La societa’ economica si risolve oggi in societa’ di controllo.
Si dispiega una logica del dominio che non e’ la vecchia logica dello sfruttamento, ma una logica quotidiana e reticolare, ordinata a procedure di seduzione, schedatura e condizionamento.
«Gli individui non sono spogliati della loro individualita’ da una costrizione esterna, ma dalla razionalita’ stessa nella quale vivono» (Marcuse).
Per soddisfare il bisogno «securitario» (neologismo apparso all’inizio degli anni Ottanta), si dispiegano procedure fondate sulla segnalazione, la schedatura e la tracciabilita’[…]
La Nuova Classe vuole addomesticare il popolo perche’ ne ha paura, e ne ha paura perche’ le sue reazioni sono imprevedibili e incontrollabili. Per porre rimedio a questa paura, cerca di inculcarne un’altra al popolo: la paura di derogare alle norme, di pensare da solo, di ribellarsi contro il disordine costituito […]
La Nuova Classe non e’ una “classe” nel senso marxista della sua relazione con i mezzi di produzione, ma soltanto in un senso generale, metaforico. Essa designa coloro che detengono un capitale culturale (un sapere) e che utilizzano questo capitale per garantirsi una posizione sociale privilegiata rispetto a coloro che ne sono sprovvisti […]
Gli stessi membri della Nuova Classe possono provenire tanto dalla «sinistra» quanto dalla «destra» […]: lo spartiacque destra-sinistra funziona oggi come una cortina fumogena che dissimula l’unica vera distinzione che oppone, da un lato, i liberali, considerati nel loro insieme, che propendono per una vita politica neutralizzata e proceduralizzata, uno Stato terapeutico, una governance mondiale, una democrazia puramente rappresentativa e un discorso fondato sui «diritti dell’uomo», e, dall’altro lato, tutti coloro che, al contrario, insistono sull’autonomia locale, la democrazia diretta, le particolarita’ culturali e i valori tradizionalmente non negoziabili di appartenenza e solidarieta’.

Info:
https://www.ilfoglio.it/articoli/2014/01/22/news/i-banali-demoni-del-bene-51782/
https://www.barbadillo.it/38725-libri-i-demoni-del-bene-di-de-benoist-critica-al-pensiero-unico-e-al-gender/

https://ilmangiacarte.wordpress.com/2021/05/20/demoni-del-bene/
https://ilpensierostorico.com/de-benoist-demoni-del-bene/

Lavoro/Gorz

Andre Gorz – Il filo rosso dell’ecologia – Mimesis (2017)

Nella cosiddetta economia della conoscenza, ogni lavoro, sia nell’industria manifatturiera che nei servizi, ha una componente cognitiva sempre piu’ determinante.
Le «conoscenze» di cui si parla qui non sono quelle che si possono apprendere nelle scuole professionali. Al contrario: l’informatizzazione ha rivalutato le conoscenze e i saperi non formalizzabili e non sostituibili […]
Il modo in cui questi saperi vengono messi in opera e inquadrati in un lavoro non e’ mai ne’ predeterminato ne’ dominabile. E’ un fatto che dipende dall’investimento di se stessi nel lavoro: cio’ che il linguaggio manageriale chiama «la motivazione»[…] Non e’ piu’ il numero delle ore lavorate ma sono il «comportamento» e la «motivazione» che vengono considerati come sorgenti determinanti del valore prodotto. La ditta li considera come il proprio «capitale umano».
La questione di sapere come il capitale possa impadronirsi della persona nella sua integralita’ e mobilitarla totalmente e’ stata risolta con la tendenziale abolizione delle clausole contrattuali del rapporto salariale: i «collaboratori» dell’impresa sono chiamati a diventare essi stessi degli «imprenditori» responsabili, anche nella grande industria, della redditivita’ del loro lavoro.
La loro messa in concorrenza, cosi’ come la preoccupazione della «competitivita’» dell’impresa, serve a costringerli ad interiorizzare l’imperativo del profitto. Alla figura del salariato deve sostituirsi quella dell’imprenditore di se stesso, in grado di pensare da se’ alla propria formazione continua, alla cassa malattia, ecc. «La persona e’ un’impresa». Lo sfruttamento e’ stato rimpiazzato dall’autosfruttamento e dall’automercificazione di cui approfittano le grandi ditte alle quali gli imprenditori di se stessi vendono i propri servizi.

 

 

Lavoro/Schiavone

Aldo Schiavone – Sinistra! Un manifesto – Einaudi (2023)

Le attivita’ prevalentemente manuali verranno respinte sempre di piu’ ai margini dei processi produttivi.
E’ chiaro che in questo scenario la creazione di merci materiali a media e bassa densita’ tecnologica non scompare del tutto; ne’ scompare il lavoro meccanicamente esecutivo: ma entrambi vedranno diminuiti progressivamente i loro addetti, in parte sostituiti da macchine dotate di intelligenza artificiale, in parte delocalizzati in aree geografiche al di fuori dell’Occidente, dove per ora il loro costo e’ minore. Soprattutto, quei lavori diventano in un certo senso residuali, scaduti rispetto al cuore produttivo del sistema.
E poiche’ non sono collegati a piu’ nulla di decisivo per gli equilibri dell’intera struttura – diversamente da quanto succedeva per il lavoro operaio di una volta, che era invece al centro di tutti i principali processi produttivi di tipo industriale – essi non sono in grado di difendersi da forme anche estreme di sfruttamento, che pero’ non costituiscono piu’ contraddizioni rilevanti rispetto all’insieme del dispositivo economico […]
Gli addetti ai lavori poveri di tecnica si riducono a figure senza importanza sociale […]
Al depotenziamento della forza-lavoro, sulla base dei compiti che la definiscono nel circuito produttivo – una completa svalutazione delle attivita’ umane non portatrici di nuovo sapere e di nuova tecnica: con la loro riduzione a pura quantita’ sostituibile in ogni istante, perche’ la serialita’ del lavoro non ha quasi piu’ valore rispetto al mercato – corrisponde uno sbiadimento dello status di cittadini. E poiche’ tutta la modernita’ si e’ costruita sul rapporto fra vita e lavoro […] il risultato e’ che il disvalore economico del lavoro si trasforma nel disvalore delle vite corrispondenti.
Fino a rendere drammaticamente attuale la barbarie di forme di sopraffazione – autentica negazione dell’umano – che arrivano oltre la soglia di una specie di neoschiavitu’ che sembra riemergere dai fondi piu’ bui del nostro passato.

Info:
https://www.genteeterritorio.it/una-sinistra-nuova-riflessioni-sul-libro-di-aldo-schiavone/
https://www.infinitimondi.eu/2023/03/08/tre-libri-recenti-3-sinistra-un-manifesto-di-aldo-schiavone-einaudi-2023-una-bolognina-trentanni-dopo-recensione-di-gianfranco-nappi/
https://www.huffingtonpost.it/blog/2023/02/14/news/schiavone_la_sinistra_il_passato_e_il_presente-11341021/
https://www.repubblica.it/cultura/2023/02/07/news/aldo_schiavone_politologo_nuovo_libro_sinistra_ordine_mondiale_progressisti-386900578/