Populismo/Armao

L’età dell’oikocrazia. Il nuovo totalitarismo globale dei clan – Fabio Armao – Meltemi (2020)


Il clan si afferma come struttura di intermediazione tra il singolo individuo e una societa’ resa sempre piu’ complessa dalla globalizzazione, aggregando al proprio interno risorse e competenze peculiari dei tre sistemi prima descritti: politico (la rappresentanza), economico (la ricchezza) e civile (la partecipazione)
L’oikocrazia come “governo dei clan” sviluppa un rapporto piu’ diretto e intenso con il territorio. In tal modo ovvia proprio al difetto solitamente attribuito al potere statualistico: quello di essere distante, nella duplice accezione di lontano, perche’ rinchiuso nella capitale, e distaccato, perche’ burocratizzato […]
Il fatto che sia il clan ad affermarsi come nuovo protagonista delle dinamiche sociali, nella funzione di intermediario tra gli individui e una societa’ sempre piu’ articolata e complessa, non dovrebbe sorprenderci affatto. Il clan e’ sempre esistito: e’ una forma di organizzazione sociale ben piu’ “naturale”, e quindi piu’ comprensibile, persino dello stato liberaldemocratico […]
In Russia, con il crollo del comunismo, il controllo dei principali e piu’ produttivi asset dell’economia passa nelle mani dei cosiddetti oligarchi, a capo di clan semilegali o tout court criminali […]
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, infine, come dimenticare che otto presidenti hanno avuto relazioni di parentela […]
Per clan si vuole qui intendere un’organizzazione finalizzata a unire e tutelare gli interessi e la sicurezza dei propri membri, basata sul senso soggettivo di appartenenza e identita’, ben piu’ che sulla realta’ oggettiva di una kinship intesa come esistenza di legami di sangue.
Il clan, in altri termini, e’ una costruzione sociale o, se si preferisce, una comunita’ immaginata al pari dell’idea di nazione. Ma e’ in grado rispetto alla nazione, di offrire un ben piu’ ampio spettro di possibilita’ di condivisione, ivi comprese “la commensalita’, la residenza comune, la memoria condivisa, il lavorare insieme, il patto di fratellanza, l’adozione, l’amicizia, talune sofferenze compartite e cosi’ via”.
Tutto, in sostanza, puo’ concorrere a formare il senso di appartenenza a un clan. Se una relazione di kinship non esiste, la si puo’ inventare; se non e’ ritenuta soddisfacente, la si puo’ rompere […]
Il potere del clan andra’ valutato in termini sia assoluti, sia relativi: a partire dall’estensione della rete – il raggio d’azione della leadership e dei membri –, anche in termini territoriali; ma comparandolo a quello di altri clan con cui si trova a dover competere e tenendo conto del grado di istituzionalizzazione raggiunto dal regime oikocratico nel suo complesso, ovvero della misura in cui le relazioni tra clan tendono a configurare un vero e proprio sistema, autonomo e originale, dotato di proprie norme, valori e strutture d’autorita’ e di propri specifici confini.

Info:
https://www.minimaetmoralia.it/wp/libri/oikocrazia-ovvero-la-distopia-nella-realta/
https://www.lafionda.org/2020/09/13/leta-delloikocrazia-una-lettura-del-saggio-di-fabio-armao/
https://kriticaeconomica.com/letture-kritiche/se-la-distopia-sconfina-nel-reale-letture-kritiche-oikocrazia/
https://www.carmillaonline.com/2020/06/11/leta-del-totalitarismo-neoliberale-e-della-guerra-civile-globale-permanente/

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