Abbiamo ripetutamente definito il neoliberalismo come una teoria e una pratica che non riguarda certo il ritiro dello Stato dall’ordine economico, bensi’ una specifica ridefinizione dei suoi compiti di direzione di quell’ordine.
Lo Stato neoliberale deve innanzi tutto costituire la mano visibile del mercato, rimediare ai suoi fallimenti e in tal senso impedirne l’autofagia.
E’ dunque estremamente attivo e impegnato nella direzione dell’ordine economico attraverso i piu’ disparati strumenti: la regolamentazione, la leva fiscale, la concessione di sussidi e finanziamenti, la realizzazione e la manutenzione delle infrastrutture, la fornitura di servizi. Per non parlare dell’utilizzo della politica estera, e al limite degli eserciti, per assicurare l’approvvigionamento di risorse energetiche e materie prime, oltre agli sbocchi sui mercati esteri […]
L’ingerenza dello Stato nell’ordine economico finalizzata ad assicurare ai lavoratori il concorso nella definizione dell’indirizzo politico generale e’ altra cosa.
Essa deve poter incidere sulla loro capacita’ di produrre conflitto redistributivo: deve realizzare le condizioni per ripoliticizzare il mercato, ovvero renderlo un’arena entro cui capitale e lavoro possano affrontarsi ad armi pari.
Lo Stato che si emancipa finalmente dall’ortodossia neoliberale non si limita infatti a presidiare la democrazia politica, bensi’ si adopera per realizzare anche e soprattutto la democrazia economica: per far interagire il meccanismo concorrenziale e il meccanismo democratico al fine di sottomettere il primo al secondo.
Stato/Somma
Abolire il lavoro povero – Alessandro Somma – La- terza (2024)