Stato/Barberis

Mauro Barberis – Come internet sta uccidendo la democrazia. Populismo digitale – Chiarelettere (2020)

Il 2016, prima circostanza, «non e’ stato un buon anno per la democrazia», anzi, e’ stato il suo annus horribilis.
Quell’anno gli inglesi hanno votato per uscire dalla Ue (la Brexit), gli americani hanno eletto Trump presidente degli Usa.
Di li’ ha avuto inizio il «momento populista», dove «momento» puo’ indicare un attimo, ma anche un’epoca.
Seconda circostanza: nel 2016 ci si e’ improvvisamente accorti che ai margini dell’Occidente – in Polonia, Ungheria, Turchia… – fioriscono le democrazie illiberali, governate da populisti come il russo Putin e l’ungherese Orban.
Terza circostanza: nel 2016 si e’ cominciato a sospettare che la democrazia non sia pianta adatta a tutti i terreni.
Nata nelle poleis greche, a Roma, nei comuni italiani, non cresce facilmente fuori dall’Occidente.
Potra’ mai attecchire nelle megalopoli dove vive piu’ della meta’ del genere umano?

Info:
https://www.illibraio.it/libri/mauro-barberis-come-internet-sta-uccidendo-la-democrazia-9788832962741/
https://www.lankenauta.it/?p=18988

Capitalismo/Crouch

Colin Crouch – Combattere la postdemocrazia – Laterza (2020)

Tra il 1981 e il 2010, nell’insieme dei paesi dell’Ocse, l’aliquota piu’ alta dell’imposta sul reddito e’ scesa dal 66 al 42 per cento […].
Il 90 per cento della popolazione con reddito piu’ basso guadagna tra il 70 e l’85 per cento del proprio reddito sotto forma di salari e stipendi, mentre lo 0,01 per cento della popolazione in cima alla piramide della distribuzione del reddito percepisce appena il 40 per cento del proprio reddito sotto forma salariale, e la maggior parte di esso sotto forma di reddito d’impresa, dividendi e capital gain.
La tassazione di questi ultimi tipi di reddito si e’ sempre piu’ alleggerita rispetto alle imposte che gravano su salari e stipendi.
Sempre tra il 1981 e il 2010, nei paesi dell’Ocse, la tassazione media dei redditi societari e’ scesa dal 47 al 25 per cento e quella dei dividendi dal 75 al 42 per cento […]
Le riforme fiscali hanno ulteriormente rafforzato la disuguaglianza crescente generata dal mercato. Cio’ fa pensare che gli interessi dei ricchi abbiano saputo esercitare sui governi pressioni molto piu’ forti rispetto agli interessi della democrazia […]
Il denaro puo’ essere usato anche per influenzare le opinioni della gente comune.
Negli ultimi anni, l’ascesa dei social media ha aperto nuove possibilita’. Internet puo’ servire a inviare messaggi mirati apparentemente provenienti da movimenti civici di massa, ma in realta’ controllati da alcuni tra i personaggi piu’ ricchi del pianeta. Queste attivita’ si basano su tecnologie costose, alla portata solo dei miliardari o degli Stati.
Esse richiedono innanzitutto l’estrazione (spesso illegale) dalle piattaforme di social media di dati sulle preferenze individuali, ricavati dalle ricerche effettuate sul web o dai comportamenti d’acquisto. Su questa base si confezionano messaggi individuali tagliati a misura di quelle preferenze, che vengono poi inviati da un gran numero di fonti apparentemente indipendenti. Paradossalmente, gran parte di questa propaganda si presenta come sfida populista alle elites. […]
I social media, che a un certo punto avevano dato l’impressione di poter creare un nuovo bene comune, uno spazio pubblico aperto a tutti, in realta’, nel momento in cui se ne sono impossessati i superricchi, hanno condotto a una privatizzazione della societa’ civile.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858139882
https://www.arci.it/il-libro-combattere-la-postdemocrazia-di-colin-crouch/
https://www.ilfoglio.it/cultura/2020/02/09/news/postdemocrazia-no-300300/