Capitalismo/Castronovo

Valerio Castronovo – Le rivoluzioni del capitalismo – Laterza (2007)

La globalizzazione dell’economia e’ stata […] consacrata dalla firma nel 1994 dell’«Uruguay Round», con cui si e’ chiuso l’ultimo capitolo del vecchio ordinamento basato su sistemi regionali di preferenze tariffarie.
Si sono poste cosi’ le premesse per un passaggio al multilateralismo verso la meta finale dell’unicita’ del mercato mondiale. E cio’ comportera’ tanto una maggior interdipendenza economica quanto una concorrenza sempre piu’ serrata fra i diversi attori.
Sta di fatto che fin d’ora s’e’ accesa una specie di “guerra fredda” fra i paesi piu’ avanzati, anche in quanto alfieri di differenti modelli di capitalismo […]
Le squadre che si contendono il primato sono fondamentalmente tre, ognuna delle quali corrisponde a una determinata area geografica: l’Europa comunitaria allargata ad alcuni paesi ex comunisti dell’Est, con al vertice la Germania riunificata; l’America del Nord, sempre piu’ stretta agli Stati Uniti dopo gli accordi di libero scambio siglati nel novembre 1993 fra Washington, il Canada e il Messico; l’Asia orientale con la leadership del Giappone ma con un nugolo di paesi del subcontinente in forte crescita, piu’ la Cina in via di rapida espansione.

Info:
https://www.anobii.com/books/Le_rivoluzioni_del_capitalismo/9788842047797/01e9a8dbdfb75d1edf

Capitalismo/Crouch

Colin Crouch – Il potere dei giganti – Laterza (2014)

La critica neoliberista dei mercati del lavoro non si limitava […] a porre in questione le politiche macroeconomiche di gestione della domanda, ma era rivolta, piu’ in generale, contro i tentativi di governi e sindacati di imporre standard di orari, condizioni di lavoro e contributi previdenziali diversi da quelli prodotti autonomamente dalla concorrenza sul mercato.
Quei tentativi, essendo costosi, non potevano provocare altro che aumento dei prezzi, minore domanda e maggiore disoccupazione.
Per questo i neoliberisti raccomandavano lo smantellamento delle norme di tutela dei lavoratori e la riduzione o l’eliminazione degli oneri sociali a carico delle imprese […]
[Il] vero e proprio tracollo del keynesianesimo, non fu perche’ le sue idee fossero sbagliate, ma perche’ il modello keynesiano era orientato soprattutto sugli interessi dei lavoratori manuali della societa’ industriale occidentale – una classe storicamente in declino e che andava perdendo la sua forza sociale.
Le forze maggiormente avvantaggiate dal neoliberismo – prime fra tutte le imprese globali, soprattutto del settore finanziario – mantengono invece praticamente inalterata la loro importanza.

Info:
http://tempofertile.blogspot.com/2013/09/colin-crouch-il-potere-dei-giganti.html
https://tramedoro.eu/?p=2447
https:/www.pandorarivista.it/articoli/disuguaglianze-intervista-colin-crouch/

Capitalismo/Srniceck

Nick Srniceck, Alex Williams – Inventare il futuro Produzioni Nero (2018)

Sotto il dominio del neoliberismo, nella creazione dei mercati «naturali» un ruolo fondamentale e’ giocato proprio dallo Stato: il neoliberismo esige cioe’ che sia lo Stato a difendere i diritti di proprieta’ privata, che sempre lo Stato faccia rispettare i contratti, che imponga una legislazione antitrust, che reprima il dissenso sociale, e che mantenga sempre e comunque la stabilita’ dei prezzi.
Quest’ultimo ruolo in particolare si e’ fatto sempre piu’ urgente dopo la crisi del 2008, fino ad assumere la forma di un completo controllo della produzione del denaro tramite le banche centrali.
Sarebbe quindi sbagliato credere che l’obiettivo dello Stato neoliberale sia semplicemente tirarsi indietro e non interferire coi mercati: gli interventi senza precedenti delle banche centrali sui mercati finanziari non sono sintomi del collasso dello Stato neoliberale ma, al contrario, gli effetti prodotti dalla sua funzione centrale: creare e sostenere i mercati a tutti i costi.

Info:
https://www.anobii.com/books/Inventare_il_futuro/9788880560098/01b82e055beaceae9c
http://www.exasilofilangieri.it/presentazione-del-libro-inventare-futuro-un-mondo-senza-lavoro-n-srnicek-williams/

Capitalismo/Harvey

David Harvey – Breve storia del neoliberismo – il Saggiatore (2007)

La svolta neoliberista e’ stata accompagnata dalla nascita di gruppi di sostegno e di ONG, cosi’ come dal dibattito sui diritti in generale; tali strutture sono aumentate in modo spettacolare piu’ o meno a partire dal 1980.
In molti casi le ONG hanno occupato il vuoto lasciato dello stato nel campo dei provvedimenti di natura sociale. Si compie cosi’ un processo che corrisponde a una privatizzazione da parte delle ONG.
In alcuni casi cio’ ha contribuito ad accelerare ulteriormente il ritiro dello stato dai provvedimenti sociali. Le ONG quindi funzionano come «cavalli di Troia del neoliberismo globale». Inoltre, le ONG non sono istituzioni intrinsecamente democratiche: tendono a essere elitarie, inattendibili (eccetto che verso i propri donatori) e per definizione distanti da coloro che cercano di proteggere o aiutare, indipendentemente dalle loro buone intenzioni o dal loro spirito progressista.
Spesso nascondono i loro programmi e preferiscono negoziare direttamente con lo stato e il potere di classe o esercitare la propria influenza su di essi.
Spesso controllano la loro clientela, invece di rappresentarla. Affermano e presumono di parlare per conto di coloro che non possono parlare per se stessi e anche di definire gli interessi di coloro per cui parlano (come se la gente fosse incapace di farlo da se), ma la legittimita’ del loro ruolo e’ sempre aperta al dubbio.

Info:
https://www.anobii.com/books/Breve_storia_del_neoliberismo/9788842813767/018355f59cc01714a4
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12763-jason-hickel-breve-storia-del-neoliberismo-con-alcuni-antidoti.html