Capitalismo/Harvey

David Harvey – Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo – Feltrinelli (2014)

Quello che il capitale ha appreso e’ che poteva creare la base della sua stessa riproduzione […] attraverso l’uso sistematico e continuo della capacita’ lavorativa per produrre un’eccedenza, oltre a quello di cui il lavoratore aveva bisogno per sopravvivere secondo un dato standard di vita.
Questa eccedenza e’ alla radice del profitto monetario.
La cosa notevole di questo sistema e’ che non sembra basato su truffa, furto, rapina o espropriazione perche’ i lavoratori possono essere pagati secondo il loro valore di mercato “corretto” (il “prezzo corrente”) ma lavorando possono generare il plusvalore di cui il capitale ha bisogno per sopravvivere.
La “correttezza” si basa sull’idea che i lavoratori abbiano un diritto di proprieta’ privata individualizzato sulla loro capacita’ lavorativa che possono fornire al capitale come merce (una merce che per il capitale ha il valore d’uso di poter produrre valore e plusvalore) e che sono “liberi” di cedere quella capacita’ lavorativa a chiunque vogliano.
Ovviamente e’ molto comodo per il capitale che i lavoratori siano “liberati” da qualsiasi accesso alla terra o anche da qualsiasi mezzo di produzione: cosi’ non hanno alcuna alternativa se non vendere la loro forza lavoro per poter vivere […]
I lavoratori, per farla breve, debbono aggiungere piu’ valore di quello che ricevono, perche’ il capitale possa essere creato e riprodotto. Il capitale intasca il valore aggiunto come profitto e puo’ immagazzinare quel valore aggiunto in una crescente concentrazione di potere monetario.

Info:
https://www.anobii.com/books/Diciassette_contraddizioni_e_la_fine_del_capitalismo/9788807105098/01fd0894dd446aabd4
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/3569-david-harvey-qdiciassette-contraddizioni-e-la-fine-del-capitalismoq.html

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