La Grecia era alla bancarotta.
Il deficit di bilancio era esplosivo, cosi’ come il debito. Non era al 6% del PIL, ma all’8,3% (e sarebbe salito fino al 9%).
Di chi era la colpa?
Dei banchieri insensibili che avevano innaffiato la Grecia di liquidita’ per finanziare le esportazioni tedesche o francesi?
Dei beneficiari greci delle elargizioni europee che avevano organizzato la (loro) evasione fiscale?
Della banca Goldman Sachs che aveva truccato i conti pubblici greci per permettere al paese di entrare nella moneta unica?
O della popolazione greca, accusata di tutti i mali e spinta a riformarsi per espiare le sue colpe? […] La Grecia fu dichiarata colpevole, e unica colpevole, dei suoi debiti, il cui pagamento divenne un obbligo che non era piu’ una questione d’onore: il creditore doveva ottenere dal debitore tutto, assolutamente tutto cio’ che gli era dovuto, indiscriminatamente […]
Che cosa deve fare una famiglia sovraindebitata?
Negozia dilazioni di pagamento e stringe la cinghia per poter assolvere agli obblighi.
Questo dicono i sostenitori dell’austerita’.
Di qui a pensare che le nazioni sovraindebitate nel sistema degli scambi internazionali debbano fare la stessa cosa, il passo e’ breve. I fautori della “regola aurea”, sulla scia dei tedeschi, non la pensano diversamente […]
La metafora della famiglia indebitata fu una mistificazione che funzionava, aveva il colore dell’evidenza, rivolgendosi a tutti indiscriminatamente, chiamando in causa la gestione domestica.
Ma e’ falsa, perche’ in una famiglia le entrate sono indipendenti dalle spese, e quindi e’ possibile ridurre le spese mantenendo le entrate allo stesso livello, e pagare cosi’ i debiti scaglionando i termini di pagamento.
A livello di una nazione le cose non vanno affatto cosi’, poiche’ le spese degli uni sono le entrate degli altri. Se per far uscire un paese dall’indebitamento ci si limita a comprimere le spese, le entrate di alcuni diminuiscono perche’ altri spenderanno meno, e viceversa. Cosi’ la diminuzione degli introiti aggrava il problema del debito.
«Il momento buono per l’austerita’ sono i periodi di boom, non le fasi di crisi», affermava gia’ Keynes. E allora, perche’ continuare a predicare l’austerita’? […]
L’episodio greco non si limito’ quindi alle problematiche di una rinegoziazione del debito costellata di incidenti ben poco diplomatici, di umiliazioni e di minacce. Fu al tempo stesso un terremoto politico nel cuore dell’Europa, una crisi finanziaria dell’Eurozona, un fallimento morale dell’Unione Europea, incapace di adempiere la sua missione di solidarieta’ nei confronti di uno dei suoi Stati membri, e un colpo di Stato finanziario fomentato dalla troika, nella circostanza unico vero governo dell’Eurozona […]
La costruzione europea che si ammantava da anni delle sue intenzioni pacifiche, del suo “umanesimo” da secondo dopoguerra, dei suoi valori di liberta’ e di democrazia, era dunque stata, nella gestione della crisi greca, un mostro cieco, liberticida, animato da una volonta’ di potenza irrazionale e autodistruttiva.
Da non democratiche, le istituzioni dell’Unione Europea erano passate ad essere “dittatoriali”. Da impotente e approssimativa, l’Unione Europea si era trasformata in un’entita’ aggressiva ed egemonica. Non era solo la Grecia ad essere umiliata, era l’Europa solidale e democratica che si dimostrava pura fantasia. Nessuno avrebbe piu’ potuto ignorare che l’Unione Europea si comportava come un impero nei confronti dei suoi membri indeboliti, ridotti al rango di Stati vassalli.
Il momento greco dell’Europa fu storico […]
Veniva svelata la natura dell’Unione Europea, una camicia di forza per le nazioni del Sud dell’Europa.
Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2371:christian-salmon-fake-come-la-politica-mondiale-ha-divorato-se-stessa&catid=40:primopiano
https://www.pandorarivista.it/pandora-piu/fake-di-christian-salmon/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858139653