Economia di mercato/Reich

Robert B. Reich – Come salvare il capitalismo – Fazi (2015)

Le donazioni filantropiche dei benestanti sono in aumento […] E’ affar loro come donano i propri soldi, naturalmente.
Ma non del tutto.
I benefattori possono dedurre queste donazioni dal loro reddito imponibile, e le fondazioni o i lasciti caritatevoli che le ricevono non devono pagare imposte sul reddito che generano.
In termini economici, queste deduzioni e queste entrate al netto delle imposte sono l’equivalente di sovvenzioni governative. Nel 2011, l’ultimo anno per cui sono disponibili dati affidabili, raggiunsero circa 54 miliardi di dollari. […]
Queste sovvenzioni pubbliche sono normalmente erogate sotto gli occhi vigili dei ricchi che fanno le donazioni, senza dover rendere conto ai cittadini […]
Inoltre, anche se viene chiamata “deduzione filantropica”, ben poco di questa sovvenzione pubblica finisce ai poveri. Un’analisi del 2005 del Center on Philanthropy della Indiana University mostro’ che anche nella migliore delle ipotesi solo un terzo delle donazioni “filantropiche” e’ destinato ad aiutare i poveri.
Una grossa fetta va a compagnie liriche, musei d’arte,
orchestre sinfoniche e teatri: tutte iniziative degne, certo, ma non “opere di carità” nell’accezione normale del termine […] Un’altra parte va alle scuole secondarie e alle universita’ d’elite che i benefattori a loro tempo frequentarono, o che adesso vogliono far frequentare ai loro figli.

Info:
https://www.artapartofculture.net/2015/09/24/come-salvare-il-capitalismo-robert-reich-racconta-le-difficili-dinamiche-delleconomia/
https://www.criticaletteraria.org/2015/12/reich-come-salvare-il-capitalismo-fazi.html

 

Stato/Montanari

Tomaso Montanari – Privati del patrimonio – Einaudi (2015)

Il mecenatismo va verso la filantropia, mentre la sponsorizzazione va verso la gestione. E «la sponsorizzazione e’ un’azione commerciale, mentre il mecenatismo rientra nelle pratiche della generosita’ » […]
Al contrario della Francia noi abbiamo deciso di puntare – culturalmente, politicamente, legislativamente – sulle azioni commerciali, non sulla generosita’.
Questa scelta sta provocando una crescente mercificazione del patrimonio culturale: un processo che […] ha anche il secondario svantaggio di inibire lo sviluppo di un vero mecenatismo culturale. […]
Ma la conseguenza piu’ seria della scelta italiana e’ stata trasformare la sponsorizzazione nel cavallo di Troia della privatizzazione del patrimonio: una conseguenza attentamente premeditata.
Si e’ scritto «filantropia dei privati» in modo che si leggesse «gestione ai privati»: e il risultato e’ che «la forma attualmente piu’ utilizzata di partecipazione dei soggetti privati nel settore dei beni culturali e’ costituita dai contratti di sponsorizzazione» […]
E’ dunque importante distinguere: un conto e’ chi vuol donare qualcosa alla collettivita’, un conto chi vuole guadagnare associando al proprio marchio un valore immateriale che appartiene alla collettivita’. E invece in Italia facciamo di tutto per confondere le acque. Non solo abbiamo scelto la sponsorizzazione, e non il mecenatismo, ma vorremmo anche piegare quest’ultimo verso il mercato, svuotandolo del suo senso di gratuita generosita’.

Info:
https://www.anobii.com/books/Privati_del_patrimonio/9788806218973/01fa4cfd80281b9647
https://www.huffingtonpost.it/antonella-tarpino/privati-cio-gia-nostro-business-patrimonio-tomaso-montanari_b_6829304.html

Capitalismo/Harvey

David Harvey – Diciassette contraddizioni e la fine del capitalismo – Feltrinelli (2014)

La filantropia sta diventando un business enorme (con 9,4 milioni di occupati che distribuiscono 316 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti), ma le disuguaglianze globali continuano a crescere a spirale, fuori controllo “e altre vite e comunita’ vengono distrutte dal sistema che crea immense quantita’ di ricchezza per i pochi”.
La filantropia diventa una forma di “lavaggio della coscienza” che semplicemente “consente ai ricchi di dormire meglio la notte, mentre altri ricevono quel tanto che basta a impedire alla pentola di traboccare. Quasi ogni volta che qualcuno si sente meglio facendo del bene, dall’altra parte del mondo (o della strada) qualcun altro e’ ulteriormente incatenato a un sistema che non permettera’ il vero sviluppo della sua natura o la possibilita’ di vivere una vita felice e realizzata”

Info:
https://www.anobii.com/books/Diciassette_contraddizioni_e_la_fine_del_capitalismo/9788807105098/01fd0894dd446aabd4
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/3569-david-harvey-qdiciassette-contraddizioni-e-la-fine-del-capitalismoq.html