Capitalismo/Jappe

Le avventure della merce – Anselm Jappe – Mimesis (2023

Una camicia puo’ scambiarsi sia con un grammo d’oro, sia con dieci chili di grano, sia con un paio di scarpe, ecc. E’ necessario allora che questi differenti valori di scambio abbiano, in ultima analisi, qualcosa in comune: il loro “valore”.
Questa sostanza in comune fra le merci non puo’ essere altro che il lavoro che le ha create: e’ la sola cosa identica in merci altrimenti incommensurabili.
Il lavoro ha la sua misura nella durata, e dunque nella sua quantita’: il valore di ciascuna merce dipende dalla quantita’ di lavoro che e’ stata necessaria a produrla.
A questo riguardo, poco importa in quale valore d’uso si realizzi questo lavoro.
Un’ora utilizzata per cucire un abito o un’ora usata per fabbricare una bomba resta sempre un’ora di lavoro.
Se sono state necessarie due ore per fabbricare la bomba, il suo valore e’ doppio rispetto all’abito, senza tener conto del loro valore d’uso.
La differenza quantitativa e’ la sola che possa esistere tra i valori: se i diversi valori d’uso che hanno le merci non contano per determinare il loro valore, anche i diversi lavori concreti che le hanno create non contano […]
Non si esagera dicendo che il rovesciamento di M-D-M [merce-denaro-merce] in D-M-D’ [denaro-merce-denaro’] racchiude in se’ tutta l’essenza del capitalismo.
La trasformazione del lavoro astratto in denaro e’ l’unico fine della produzione di merci; tutta la produzione di valori d’uso e’ solo un mezzo, un “male necessario”, in vista di una sola finalita’: disporre al termine dell’operazione di una somma di denaro maggiore che all’inizio.
La soddisfazione dei bisogni non e’ piu’ il fine della produzione, ma un aspetto secondario.

Info:
https://ilmanifesto.it/se-la-critica-di-valore-e-denaro-conta-piu-della-lotta-di-classe
https://sinistrainrete.info/marxismo/25682-anselm-jappe-alcuni-punti-essenziali-della-critica-del-valore.html
https://www.sinistrainrete.info/marxismo/29578-roswitha-scholz-critica-del-valore-alla-vecchia-maniera-commenti-sul-conservatorismo-di-sinistra-di-anselm-jappe.html

Lavoro/Fana

Marta Fana -Non è lavoro, è sfruttamento – Laterza (2017)

Il settore della logistica emerge pienamente come risultato della trasformazione industriale che, negli ultimi trent’anni, ha frantumato i processi produttivi attraverso il meccanismo dell’esternalizzazione.
Nella maggior parte dei casi essa consiste nell’affidamento a terzi delle attivita’ di stoccaggio e trasporto delle merci attraverso le catene di appalto. In questo modo le aziende madri mirano a minimizzare i costi legati alla distribuzione dei propri prodotti, mentre le imprese che operano nel mercato della logistica agiscono per massimizzare i propri profitti.
La logistica diventa quindi un nodo nevralgico della catena di valorizzazione del capitale, da un lato abbattendo i costi di produzione e dall’altro aumentando l’estrazione di profitto. In mezzo troviamo i lavoratori, schiacciati tra queste due forze.
All’espandersi del settore in termini di volumi, la dimensione d’impresa e’ aumentata, cosi’ come la concentrazione di quote sempre piu’ rilevanti del mercato in mano a un numero ridotto di imprese […] Quel che conta e’ la soddisfazione dei clienti, i consumatori, noi, pronti a inviare un feedback negativo se l’ordine non arriva puntuale, pronti a ricercare in modo febbrile il prezzo piu’ basso.
In una societa’ in cui, non a caso, al consumo e’ stata affidata la funzione di autorealizzazione dell’individuo, i colossi della logistica si presentano come pionieri del soddisfacimento dell’appetito dei consumatori, da corteggiare per non perdere neppure un ordine, ma anzi per guadagnarne altri due.
Per stare dietro a questa narrazione, i diritti dei consumatori sono diventati il baluardo della civilta’, mentre quelli dei lavoratori arretrano fino a permettere che l’assalto del capitale, attraverso l’intensificazione dello sfruttamento, penetri non soltanto nei rapporti di produzione ma anche in quelli della riproduzione sociale dei lavoratori che la subiscono […]
Il settore della logistica con il suo espandersi rappresenta quindi una chiave di lettura utile per riconoscere le contraddizioni di fondo del progetto neoliberista che emergono nelle decine di conflitti e lotte che popolano stabilimenti, interporti e magazzini d’Italia. Nel giro di pochi anni si sono succedute le lotte dei facchini della Caat di Torino, della Mirror di Ferrara, della Sda di Bergamo e Roma, della Tnt di Roma, di Dhl e Gls di Piacenza e Verona, dell’Ikea di Piacenza, o dei carrellisti e dei facchini della Coca-Cola di Nogara, ecc. Situazioni molto simili emergono in Cina, Marocco, Francia, Corea del Sud, Stati Uniti.

Info:
https://sbilanciamoci.info/non-lavoro-sfruttamento/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/10/07/non-e-lavoro-e-sfruttamento-proletari-di-tutto-il-mondo-svegliatevi/3897477/
https://attac-italia.org/non-e-lavoro-e-sfruttamento/
https://www.lacittafutura.it/recensioni/non-e-lavoro-e-sfruttamento