Economia di mercato/Undiemi

Lidia Undiemi – Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Ponte alle Grazie (2014)

Nel discutere di neoliberismo, bisogna anche chiarire qual e’ il ruolo degli stati dominanti in questo quadro politico globale, che vede quelli piu’ deboli soggetti al dominio delle organizzazioni internazionali.
L’FMI rappresenta l’egemonia statunitense, e il potere che i mercati assumono tramite esso e’ espressione dell’idea di Stato e di modello economico che le forze politiche americane hanno deciso di far prevalere nel proprio territorio e di esportare nel resto del mondo.
Alla stessa maniera, l’organizzazione speculare, il MES, e’ stata realizzata in maniera tale che il piu’ forte, ossia la Germania con la diretta collaborazione dell’FMI, potesse imporre ai PIGS il prezzo del riequilibrio finanziario internazionale, vale a dire i salvataggi delle banche verso le quali quelle tedesche vantavano dei crediti; queste ultime, a loro volta, erano rimaste coinvolte nella grande crisi del 2007 in quanto avevano investito il proprio surplus commerciale (guarda caso) sui titoli subprime statunitensi, nonche’ nei paesi periferici dell’area euro, gonfiando la bolla del debito privato.
L’attuale struttura della globalizzazione economica e finanziaria presuppone, quindi, che dietro l’affermazione del potere del capitale ci sia pur sempre la legittimazione da parte di uno o piu’ stati forti che seguono una determinata linea di politica economica costruita sulla possibilita’ di esercitare pressioni su quelli piu’ deboli […]
La supremazia delle politiche neoliberiste sull’economia generale si regge sulla capacita’ degli americani di finanziare il proprio disavanzo di conto corrente senza i limiti a cui devono invece sottostare i paesi che non emettono moneta di riserva mondiale.
In questo senso, l’economia del debito fondata sul ruolo centrale degli Stati Uniti nel mondo rappresenta il sistema economico-giuridico attraverso cui i costi del sovraconsumo americano, ovvero il deficit pubblico, vengono scaricati sul resto del mondo. Potremmo chiamarla «la tassa dell’Impero».
Nonostante la stabilita’ del dollaro, la decadenza dell’industria americana, ossia dell’economia reale, e l’alto livello dei consumi interni hanno determinato l’aggravarsi del deficit della bilancia commerciale, finanziato dall’afflusso di capitali dall’estero.
Secondo l’FMI infatti dal 1988 gli Stati Uniti hanno assorbito circa la meta’ della domanda mondiale totale […] Il risultato di tutto questo e’ un indebitamento interno colossale e disavanzi record nella bilancia commerciale […]
Il declino del dollaro avrebbe risvolti enormi sul piano della governance globale improntata sull’economia del debito e sulle funzioni di governo dell’FMI, al punto che tale organizzazione internazionale potrebbe essere messa all’angolo nella gestione delle crisi internazionali; cio’ comporterebbe necessariamente un indebolimento del potere politico ed economico che gli Stati Uniti – e conseguentemente le lobby americane – esercitano nel resto del mondo.

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/

Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – Il ricatto dei mercati. Difendere la democrazia, l’economia reale e il lavoro dall’assalto della finanza internazionale – Ponte alle Grazie (2014)

Guardando piu’ da vicino la creazione della nuova governance europea, non si puo’ fare a meno di notare qualcosa di inusuale, e cioe’ che alcuni dei principali strumenti di gestione della crisi sono stati posti in essere al di fuori dell’ordinamento dell’UE.
Piuttosto che ricorrere alle norme contenute nei trattati fondamentali, si e’ deciso di realizzare una serie di accordi utilizzando il metodo intergovernativo piuttosto che un atto normativo europeo, vale a dire istituendo accordi internazionali al di fuori del diritto dell’Unione; il riferimento e’ in primo luogo al MES, impropriamente definito «fondo salva-stati», e al Fiscal Compact.
Siamo cosi’ di fronte a una sorta di doppia governance europea: quella prevista dai trattati fondamentali dell’Unione – Trattato sull’Unione Europea (TUE) e Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) –, che incarnano il paradigma della crescita, e quella dei nuovi accordi intergovernativi, che introducono regole di gestione della crisi non incluse nel tradizionale quadro normativo […]
La nuova governance, in corso di evoluzione, si articola in sette assi principali di intervento: – il semestre europeo, il quale si concretizza in una serie di raccomandazioni elaborate dalla Commissione Europea, approvate dal Consiglio UE e avallate dal Consiglio Europeo, di cui gli stati devono tenere conto quando dispongono le politiche di bilancio relative all’anno successivo; – il patto Euro Plus, che consiste in un accordo firmato da ventitre paesi aderenti che si impegnano a realizzare determinate riforme in alcuni settori (competitivita’, occupazione, sostenibilita’ delle finanze pubbliche e maggiore stabilita’ finanziaria); – il Fiscal Compact; – le modifiche al patto di stabilita’, in parte gia’ introdotte nel cosiddetto six pack, un pacchetto di sei atti legislativi (cinque regolamenti e una direttiva) che mira a una piu’ rigorosa applicazione del Patto di Stabilita’ e di Crescita (PSC); e nel cosiddetto two pack, composto da due regolamenti e orientato a completare il ciclo di sorveglianza di bilancio; – la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici (gia’ applicata in base a due regolamenti del six pack); – i meccanismi per la stabilita’ finanziaria della zona euro, fra cui il MES; – il patto per la crescita (growth pact).
Il panorama degli interventi appare complesso e disarticolato, soprattutto se si pensa al fatto che tre diversi accordi coinvolgono un numero differente di paesi (ventitre il patto Euro Plus, diciassette il MES e venticinque il Fiscal Compact); il che fa pensare che sia stata realizzata una sorta di «integrazione differenziata». Come dire: a ciascuno la sua Europa […]
Se siete un po’ confusi per via dei nomi e delle sigle sappiate che e’ soltanto perche’ siete stati attenti. Hanno utilizzato quasi la stessa denominazione per tre strumenti che si differenziano tra loro per variabili non certo trascurabili: Meccanismo Europeo di Stabilizzazione Finanziaria (EFSM), affidato alla Commissione e al Consiglio; Dispositivo Europeo per la Stabilita’ Finanziaria (EFSF), gestito con la creazione di una societa’ lussemburghese; Meccanismo Europeo di Stabilita’ affidato a una organizzazione internazionale.

Info:
https://www.antimafiaduemila.com/libri/economia/930-il-ricatto-dei-mercati.html
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/20/libri-lidia-undiemi-vi-racconto-il-ricatto-dei-mercati-e-quello-sulleuro/303203/
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-spread_intervista_a_lidia_undiemi_autrice_del_libro_profetico_il_ricatto_dei_mercati/5496_24172/

Europa/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

In pratica, l’esperienza ellenica dimostra come, una volta commissariato, il Paese in difficolta’ sia sottoposto alle direttive e al controllo del MES e delle istituzioni europee per un periodo di tempo indeterminato, che puo’ durare decenni, anche in ragione del fatto che, una volta dentro a questo sistema di credito-debito, in caso di ulteriore necessita’ di liquidita’ il Paese deve o puo’ ricorrere a fondi europei che seguono la stessa logica.
Questa forma di concretizzazione politica del neoliberismo postula dunque la sostituzione dei governi, espressione di competizioni politiche cosi’ come previsto dalle costituzioni dei singoli Stati, con un governo ultra statale e ultra decennale privo di legittimazione democratica.
Al governo nazionale sottoposto al commissariamento non resta che attuare riforme prestabilite e calate dall’alto.
Non vi e’ alcun dubbio che si tratti di una sostituzione vera e propria. Per comprenderlo basta leggere i memorandum d’intesa, che contengono appunto prescrizioni dettagliatissime su come dirigere un Paese, ovvero su quali riforme attuare negli svariati campi della sua vita sociale e politica: pensioni, lavoro, pubblica amministrazione, giustizia, attivita’ produttive, servizi pubblici, privatizzazioni, welfare e tanto altro.

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/