Geoeconomia/Tocci

Il sistema unipolare del post-guerra fredda dominato dagli Stati Uniti, che svettavano non solo sul piano militare, ma anche su quello economico, politico e del soft power, non esiste piu’.
Eppure l’attuale sistema internazionale mantiene alcuni tratti distintivi del mondo unipolare del passato.
Militarmente, per esempio, lo stacco tra gli Stati Uniti e le altre grandi potenze continua a essere enorme […] la spesa militare statunitense nel 2023 era circa tre volte quella della Cina, ossia 916 miliardi di dollari contro i 296 cinesi. Russia e India spendevano circa un decimo degli Usa (rispettivamente 109 e 83,6 miliardi). Poi c’è l’Europa, che presa collettivamente spende circa 588 miliardi di dollari per la difesa (inclusi paesi non Ue come Regno Unito e Norvegia), ma purtroppo lo fa perlopiu’ in ordine sparso e su base nazionale, facendo si’ che le spese militari dei piu’ grandi paesi europei come Germania, Francia e Italia rappresentino solo una piccola parte della spesa militare americana (rispettivamente, 67, 61 e 35,5 miliardi di dollari nel 2023). In sintesi, se prendiamo come parametro del potere la spesa militare, continuiamo a vivere in un mondo unipolare dominato dagli Stati Uniti […]
Se poi passiamo alle altre dimensioni del potere, come quella economica, lo scenario diventa ancora piu’ frammentato. Gli Stati Uniti continuano a rappresentare la prima economia mondiale, con un Pil nominale pari a circa 25 trilioni di dollari. Ma lo stacco non e’ abissale rispetto alla Cina, che si assesta a circa 18 trilioni, e alla Ue a 16 trilioni. Se questa dimensione economica viene declinata in termini tecnologici, gli Usa rimangono all’avanguardia nelle tecnologie digitali come l’intelligenza artificiale, le biotecnologie e il quantum computing, ma sulla transizione verde sono Cina ed Europa a essere in testa. L’India e’ ancora molto lontana, con un Pil pari a 3 trilioni di dollari. Ma essendo diventato il paese piu’ popoloso al mondo e con un tasso di crescita di oltre il 7 per cento, anche Delhi e’ in forte ascesa.
In termini economici, insomma, il mondo e’ gia’ multipolare. Quindi, nonostante la rilevanza del G7, e’ il G20 il formato multilaterale con piu’ potenziale di influire sull’economia globale. Il G20 e’, per molti versi, il volto multilaterale di un mondo economicamente multipolare […]
Se a questo aggiungiamo la dimensione politica, il quadro si complica ancora di piu’ […] immaginare una distinzione netta tra democrazie e autocrazie e’ impossibile. Così come e’ impossibile tracciare una chiara demarcazione tra paesi filo- e anti-occidentali.

Info:
https://formiche.net/2024/10/grande-incertezza-libro-nathalie-tocci/#content

Europa/Tocci

La grande incertezza. Navigare le contraddizioni del disordine globale – Nathalie Tocci – Mondadori (2024)

Per potersi difendere in un mondo conflittuale, bisogna investire sulla difesa. Ma se e’ vero che «quanto» si spende e’ importante, lo e’ altrettanto il «come».
Negli anni dell’ordine liberale internazionale non solo diminuirono le spese militari ma cambio’ anche lo scopo della difesa nei paesi occidentali. In Europa, la necessita’ percepita di una difesa territoriale del continente calo’ sensibilmente, mentre prese quota l’idea che le forze armate servissero per operazioni cosiddette «di spedizione», ossia mirate a gestire e stabilizzare crisi – spesso guerre civili – negli angoli più remoti del globo […]
In tutti questi casi, che in gergo Nato venivano definiti «fuori area» (ossia fuori dall’area geografica in cui si applica la difesa collettiva della Nato), serviva certamente la forza militare, ma si trattava di capacita’ specifiche, in prevalenza nell’ambito aeronautico e marittimo, cosi’ come nelle forze speciali e di antiterrorismo.
Inoltre, non dovendosi realmente preparare alla protezione del territorio, l’industria della difesa europea si e’ concentrata sulla produzione di pochi, selezionati sistemi d’arma tecnologicamente avanzati, piu’ che sulla produzione in massa di assets a basso o medio contenuto tecnologico.
Questo ha portato al consolidamento nel settore, con la dismissione di fabbriche di armi nella ricerca di maggiore efficienza, e la cessazione di produzione di segmenti poco profittevoli come quello delle munizioni.
Ora lo scenario strategico si e’ capovolto.
La priorita’ non e’ piu’ quella di partecipare a missioni in giro per il mondo, ancor meno a operazioni mirate al cambio di regime in paesi autoritari. La priorita’ e’ tornata a essere la difesa nel senso piu’ tradizionale del termine: il continente europeo e’ in guerra e la sua sicurezza territoriale minacciata.
D’un tratto gli eserciti hanno ripreso a essere rilevanti e ci sono paesi europei che considerano di introdurre nuovamente la leva.
In quanto a capacita’ militari, non servono solo qualche nave e caccia ad alto contenuto tecnologico, ma molti carri armati, sistemi di difesa aerea, missili, munizioni e pezzi di ricambio, in alcuni casi dotazioni che credevamo appartenenti al passato. Questo perche’ la guerra in Ucraina manifesta caratteristiche tanto da XX quanto da XXI secolo.
Per certi versi e’ una guerra di ieri, fatta di centinaia di migliaia di soldati in trincea, di carri e di artiglieria pesante. Per altri versi e’ una guerra di domani, fatta di droni, satelliti e attacchi cibernetici.
Per combattere una guerra vecchia e nuova al tempo stesso, serve tanto di tutto.

Info:
https://formiche.net/2024/10/grande-incertezza-libro-nathalie-tocci/#content