Siamo tutti consapevoli dei danni che il Nord del mondo subisce a causa del cambiamento del clima: gli uragani che si abbattono sugli Stati Uniti, le inondazioni che ogni inverno sommergono il Regno Unito, le ondate di calore che arroventano l’Europa e gli incendi indomabili che hanno devastato l’Australia.
Questi eventi catastrofici dominano i nostri notiziari e i giornalisti fanno bene a parlarne. Ma si riducono a ben poca cosa se paragonati ai disastri che colpiscono il Sud: notizie che appaiono solo di sfuggita sui nostri schermi, se mai compaiono, come le violente tempeste che hanno flagellato buona parte dei Caraibi e del Sudest asiatico e le frequenti siccita’ che hanno colpito il Centro America, l’Africa orientale e il Medio Oriente facendo precipitare la popolazione nella fame e costringendola a lasciare la propria casa.
In termini comparativi, il Nord America, l’Europa e l’Australia sono tra le regioni meno vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici.
I danni reali vengono inflitti all’Africa, all’Asia e all’America Latina, e la situazione sta assumendo proporzioni davvero distopiche. Per farci un’idea di questi squilibri, possiamo esaminare la distribuzione dei costi monetari. Secondo i dati forniti dal Climate Vulnerability Monitor, il Sud sostiene l’82% dei costi totali del dissesto climatico, che nel 2010 ammontava a 571 miliardi di dollari in danni dovuti a siccita’, inondazioni, frane, uragani e incendi.
I ricercatori prevedono che questi costi continueranno ad aumentare. Nel 2030 il Sud sosterra’ il 92% dei costi complessivi globali, per un ammontare di 954 miliardi di dollari.
Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/