Stato/Giannuli

Geopolitica. Comprendere il nuovo ordine mondiale – Aldo Giannuli – Ponte alla Grazie (2024)


Nell’ordinamento westfaliano il popolo coincideva quasi perfettamente con gli abitanti di un paese e, sino a epoca recente, con i contribuenti di quel paese e con quanti godevano dei diritti politici.
Ma negli ultimi trent’anni i flussi migratori si sono fatti molto piu’ massicci e generalizzati.
Possiamo distinguere tre diversi tipi di flussi: quello dei profughi (e non stiamo a distinguere se scappano dalla guerra o dalla fame), quello dei «cervelli in fuga», che cercano nei paesi piu’ avanzati le occasioni di lavoro che in patria non trovano piu’, e quello dei «profughi del fisco» (flusso del quale non si parla mai). La liberta’ di movimento dei capitali ha determinato la mobilita’ dei grandi capitali «senza bandiera» […] che vanno alla ricerca dell’«offerta fiscale piu’ conveniente».
In queste condizioni, il popolo diventa qualcosa di molto diverso dal passato, perche’ cede parte dei suoi lavoratori piu’ qualificati e dei suoi contribuenti piu’ importanti, per acquisire masse di «nuovi metechi» che non hanno diritti politici.
Ovviamente, questo determina un rapporto fra Stato e popolo ben diverso dal passato e pone forti problemi di natura identitaria alla comunita’ […]
Considerata la porosita’ del limes, i cambiamenti del popolo, i processi di disaggregazione e ricomposizione della sovranita’, viene da chiedersi: ha ancora senso parlare di Stati nazionali? […]
Tutti questi mutamenti planetari in atto chiamano in causa la questione dell’utilita’ stessa dello nazione-Stato. Il principale protagonista degli affari politici e internazionali degli ultimi secoli rischia di perdere non soltanto e semplicemente il proprio controllo e la propria integrita’, quanto piuttosto di sembrare il tipo sbagliato di organizzazione per far fronte alle nuove circostanze. Per alcuni problemi e’ troppo vasta per poter agire in modo efficace; per altri, e’ eccessivamente ristretta.
[Ma] anche se lo Stato e’ inadeguato alle tendenze internazionali, non e’ stato ancora trovato «un organismo in grado di sostituirlo in quanto entita’ organica meglio rispondente ai grandi mutamenti planetari».
E, per la verita’, trent’anni dopo questo organismo non e’ ancora stato trovato.

Info:
https://www.europeanaffairs.it/bookreporter/2024/09/25/geopolitica-un-viaggio-nel-cuore-dei-conflitti-globali-con-aldo-giannuli/
https://www.startmag.it/mondo/come-e-nata-la-geopolitica/

https://www.reportdifesa.it/editoria-il-nuovo-libro-di-aldo-giannuli-ponte-alle-grazie-analizza-la-geopolitica-nel-mondo-di-oggi/
https://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/maddaluno-geopolitica/

Stato/Giannuli

Geopolitica. Comprendere il nuovo ordine mondiale – Aldo Giannuli – Ponte alla Grazie (2024)

La diffusione di una lingua oltre i limiti dello Stato in cui e’ lingua madre comporta una serie di notevoli vantaggi: in primo luogo la diffusione dei propri organi di informazione, sia cartacei che radiotelevisivi, in altri paesi, permette di esercitare su di essi una notevole azione di influenza.
In secondo luogo agevola la possibilita’ di diffondere in lingua originale le proprie opere letterarie, cinematografiche, teatrali ecc. che sono eccellenti veicoli di soft power.
In terzo luogo procura notevoli vantaggi economici per la ricaduta turistica e la vendita dei propri prodotti in lingua.
Infine facilita molto la partecipazione al dibattito scientifico internazionale, con la diffusione della propria produzione scientifica, che, ovviamente, non puo’ essere tutta tradotta nelle diverse lingue internazionali.
Gli italofoni nel mondo (anche a causa di emigrazione e immigrazione, della presenza di enclave storiche in Svizzera e in alcune ex colonie come Somalia, Eritrea, Libia e soprattutto Albania) sono circa 200 milioni, e l’italiano e’ la quarta lingua studiata nel mondo.
Dunque un bacino ragguardevole su cui operare. Cio’ nonostante, i governi italiani non hanno mai destinato alcuna particolare attenzione alla difesa della lingua nazionale, piu’ preoccupati del fatto che gli studenti italiani studino l’inglese che del fatto che l’italiano sia conosciuto nel mondo, il che la dice lunga sul provincialismo e lo scarsissimo valore culturale del ceto politico italiano.

Info:
https://www.europeanaffairs.it/bookreporter/2024/09/25/geopolitica-un-viaggio-nel-cuore-dei-conflitti-globali-con-aldo-giannuli/
https://www.startmag.it/mondo/come-e-nata-la-geopolitica/

https://www.reportdifesa.it/editoria-il-nuovo-libro-di-aldo-giannuli-ponte-alle-grazie-analizza-la-geopolitica-nel-mondo-di-oggi/
https://osservatorioglobalizzazione.it/osservatorio/maddalungeopolitica/

Finanziarizzazione/Giannuli

Geopolitica. Comprendere il nuovo ordine mondiale – Aldo Giannuli – Ponte alla Grazie (2024)


Nel 2008, per le grandi banche americane arrivo’ il conto per l’incauta emissione del «denaro bancario» […]
Sino a quel momento il mantra neoliberista aveva predicato (fra le entusiastiche adesioni della grande maggioranza degli economisti) di aver definitivamente sconfitto le grandi crisi cicliche – con buona pace di Marx. Si pensava che a impedirlo sarebbero stati gli algoritmi e la distribuzione del debito, in una marea di titoli derivati, ciascuno composto da un pezzetto di ogni singolo debito (questa era la base dei mutui subprime).
Nel frattempo, le banche continuavano a concedere prestiti a pioggia e senza alcuna garanzia […]
Il ragionamento alla base della pratica appena descritta sosteneva che, dato che si sa che ogni massa debitoria comprende una certa percentuale di insolvenza, approssimativamente quantificabile, bastava ricaricare quella percentuale su ciascun titolo derivato per riassorbire il rischio complessivo.
Di fatto questo non faceva altro che trasferire il rischio dalla banca ai sottoscrittori dei nuovi «prodotti finanziari». Insomma: le banche garantivano il proprio debito con il debito di un altro.
Le premesse del ragionamento erano false e per diversi ordini di motivi. In primo luogo perché si rifiutava la realta’ di una crescente concentrazione di capitali in pochissime mani, cui non poteva non corrispondere l’impoverimento di tutto il resto della societa’. Pertanto la percentuale di insolvenza era destinata a crescere […]
Il mancato versamento dei ratei di debito consentiva alle banche di rientrare in possesso delle case per le quali era stato concesso il prestito e, ovviamente, alle banche non restava che vendere quelle case per recuperare, almeno in parte, il capitale.
Questo causo’ l’immissione sul mercato di un considerevole numero di immobili, con il risultato di farne calare considerevolmente il prezzo. A quel punto si misero in moto altre due dinamiche: quanti chiedevano mutui per acquistare case nell’aspettativa di un loro apprezzamento per poterle rivendere a prezzo rialzato, constatando le tendenze dimercato, cessarono quella pratica, ma, soprattutto, molti debitori, constatando che sul mercato c’erano case pari a quella posseduta, ma a prezzi piu’ bassi del dovuto per estinguere il mutuo, pensarono bene di non pagare il mutuo per acquistare (magari contraendo un nuovo debito intestato alla moglie o ad altro prestanome) un’altra casa a prezzo piu’ vantaggioso.
Ma questo significo’ l’arrivo sul mercato di sempre nuovi immobili, con la conseguenza di ulteriori deprezzamenti. Ben presto l’iniziale smottamento della piramide debitoria divenne valanga e per le banche si prospetto’ l’incubo del default. In effetti la Lehman Brothers falli’ con una pesante ricaduta sulle altre banche che incautamente le avevano prestato capitali.
Tutte le altre strinsero i cordoni della borsa, guardandosi bene dal prestare alcunche’ a qualsiasi altra banca e fu il credit crunch che scarico’ la crisi dalla finanza sull’economia reale. Di fatto la crisi piu’ grave dopo quella del 1929.

Info:
https://www.europeanaffairs.it/bookreporter/2024/09/25/geopolitica-un-viaggio-nel-cuore-dei-conflitti-globali-con-aldo-giannuli/
https://www.startmag.it/mondo/come-e-nata-la-geopolitica/

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