Populismo/Barberis

Mauro Barberis – Come internet sta uccidendo la democrazia. Populismo digitale – Chiarelettere (2020)

La sicurezza e’ la prima parola dell’agenda populista e il principale messaggio del populismo digitale.
Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001, la crisi economica del 2007-2008 e la crisi migratoria del 2015, i populisti ci hanno abituati ad associare i tre problemi sollevati da questi eventi sotto un’unica etichetta: sicurezza.
Invece si tratta di questioni differenti, rispettivamente di ordine pubblico, economico e umanitario, che questa associazione finisce per trasformare in un’unica ossessione.
L’ossessione securitaria che attraversa l’Occidente, frutto avvelenato della propaganda populista, sfrutta le nostre euristiche, le scorciatoie cognitive che ci permettono di risolvere i problemi pratici […]
E pensare che l’immigrazione sarebbe un semplice problema umanitario se non fosse criminalizzata da vent’anni, tramite l’istituzione di reati come l’immigrazione clandestina.
Con il solito paradosso del proibizionismo: proibite un’attivita’ lecita (alcol, droghe, migrazioni…) e la trasformate in un affare.
Cosi’ e’ successo anche per l’immigrazione: il divieto l’ha trasformata in business per almeno quattro categorie di soggetti. Anzitutto, i gestori dei lager libici cui i governi italiani di centrosinistra hanno appaltato la «prima accoglienza». Poi gli scafisti (smugglers), che traghettano i migranti depredandoli dei loro ultimi beni. Ancora, l’industria dell’accoglienza, con le sue cooperative create ad hoc. Infine, gli stessi politici populisti, pronti a presentarsi come ultima barriera contro l’invasione […]
E’ da quando allo status di residente sono connessi alcuni diritti verso lo Stato – i diritti sociali a sanita’, istruzione, pensioni… – che le migrazioni sono percepite come problema. E questo anche in paesi, come gli Stati Uniti, fondati da migranti e
piu’ aperti verso l’immigrazione, ma molto piu’ ostili a riconoscere diritti sociali.
La spiegazione, qui, e’ semplicemente economico-psicologica: a quanti ricevono sovvenzioni dallo Stato non piace doverle dividere con i nuovi venuti. Chi paga le imposte, a sua volta, non ama che i proventi di queste finiscano a gente mai vista ne’ conosciuta.
Il populismo, in questo, e’ davvero solo una guerra dei penultimi contro gli ultimi, come si dice. Una guerra che pero’, specie in paesi privi di confini naturali, come Israele, Usa e Ungheria, si gioca soprattutto con i simboli: i muri.
Questi, naturalmente, non servono affatto a difendere i confini: basti pensare alla Grande muraglia cinese, visibile dalla Luna ma divenuta presto inutile alla difesa del Celeste Impero.
Anche i muri servono soprattutto all’intrattenimento, cioe’ a distrarre l’eterno fanciullo populista: il popolino.