La BRI [Belt and Road Initiative o Nuova via delle seta] e’ funzionale al perseguimento di una serie di obiettivi molto significativi per Pechino.
In primo luogo, contribuisce all’espansione dell’influenza economica e politica cinese, riorientando il centro di gravita’ della politica estera dall’Asia orientale verso il continente Euro-asiatico, ma anche verso il Sud-Est Asiatico, l’Asia Meridionale e il Medio Oriente […]
Il secondo obiettivo geopolitico fondamentale riguarda la riduzione della dipendenza dalle vie di comunicazione del Mare Cinese Meridionale.
Cio’ diminuirebbe l’importanza del collo di bottiglia dello stretto di Malacca, dal quale transita fino al 40% del commercio cinese. In caso di conflitto con gli Stati Uniti, o anche con uno o piu’ stati del Sud Est Asiatico, una possibile chiusura dello stretto di Malacca isolerebbe la Cina dai mercati europei e dall’accesso alle materie prime del Medio Oriente. Per questo la creazione di corridoi alternativi alle esistenti vie di comunicazione marittime e’ centrale per l’intero progetto. Cio’ rende il corridoio Cina-Pakistan e l’hub logistico di Gwadar i punti strategicamente piu’ importanti dell’intera BRI.
Un terzo obiettivo e’ quello di estendere l’influenza cinese verso l’Asia Centrale e la Russia, intensificando sia i rapporti economici sia i collegamenti logistici con la Russia e le Repubbliche centro asiatiche […]
Al di la’ degli aspetti strettamente geopolitici, la BRI e’ considerata uno strumento funzionale a promuovere un ordine regionale basato sulla leadership ma anche su norme e idee cinesi.
L’aspetto piu’ evidente riguarda la centralita’ della sovranita’. In termini pratici, cio’ significa che la Cina offre ai propri partner forme di collaborazione economiche che rispettano il principio di non interferenza negli affari interni dei paesi partner. In cambio, pretende il rispetto della propria sovranita’ e la non interferenza nei propri affari interni. Cio’ significa che il governo cinese chiede ai propri partner di evitare critiche legate a questioni controverse quali la repressione degli Uiguri in Xinjiang, o la gestione delle proteste ad Hong Kong.
Questa impostazione risulta particolarmente attraente per alcuni partner regionali. Molti dei partecipanti al progetto BRI non sono regimi democratici e tendono a concordare con un approccio che implica una sostanziale assenza di problemi legati alla natura del loro regime politico.
L’attrattivita’ di questo approccio, che la Cina definisce «win-win», tuttavia, va altre alla mera coincidenza di interessi con altri regimi autoritari. Gli stati dell’ASEAN [Associazione delle Nazioni del Sud Est Asiatico], ad esempio, condividono la natura politica ed ideologica del messaggio post-coloniale cinese, basato sulla centralita’ della sovranita’ e della non interferenza”
Info:
https://sinosfere.com/2022/04/08/la-cina-gli-stati-uniti-e-il-futuro-dellordine-internazionale-di-matteo-dian-recensione-di-silvia-menegazzi/
letture.org/la-cina-gli-stati-uniti-e-il-futuro-dell-ordine-internazionale-matteo-dian
https://www.marx21.it/cultura/libri/la-cina-gli-stati-uniti-e-il-futuro-dellordine-internazionale-matteo-dian/
https://secondotempo.cattolicanews.it/news-il-sottile-equilibrio-cina-usa-nel-nuovo-ordine-internazionale
