Fra i mutamenti che hanno interessato lo scenario politico degli ultimi decenni, uno dei piu’ significativi e’ il tramonto della vecchia polarizzazione tra i partiti dominanti del centro-destra, radicati nel mondo imprenditoriale (grandi e piccole imprese) e nella classe media di professionisti e autonomi, e i partiti di centro-sinistra, con una base costituita dalla classe operaia industriale e dai movimenti sindacali ottocenteschi e primo novecenteschi, e il sostegno di un’intellighenzia «progressista» un tempo piuttosto minoritaria.
In quel panorama politico la discriminante era l’economia: la destra si schierava per uno Stato meno interventista e una maggiore liberta’ d’impresa, mentre la sinistra propugnava uno Stato interventista e una gestione attiva dell’economia […]
La contrapposizione binaria appartiene ormai al passato e lo scenario si è fatto assai piú complesso e teso […]
La questione di fondo e’ che, mentre in passato c’era solo quella economica, oggi ci sono altre due dimensioni a dividere gli elettori, cioe’ l’identita’ nazionale e i valori sociali […]
La sinistra rimane tendenzialmente favorevole a una spesa pubblica e a una regolamentazione dell’economia maggiori, ma e’ anche globalista (soprattutto per quel che riguarda la liberta’ di movimento delle persone e la cooperazione internazionale) e socialmente progressista.
Per contro, la destra difende lo Stato minimo e la libera impresa, la sovranita’ nazionale e una regolamentazione rigida dei flussi migratori, ed e’ socialmente conservatrice […]
Nel primo decennio del Duemila, e’ venuto a crearsi un sistema partitico «di elite multiple» o, per essere piu’ precisi, «di elite binarie»: «gli elettori con un reddito alto continuano a votare per la destra, mentre gli elettori con un livello di istruzione alto sono passati a sostenere la sinistra».
Questa frattura tra una «destra mercantile» e una «sinistra bramina» illumina molti aspetti della politica contemporanea. Da una parte, la classe bramina continua a cercare il consenso degli elettori puntando il dito contro le pratiche di rapina dell’elite mercantile e il sistema da essa gestito. Dall’altra, come sostiene Fukuyama, sembra interessata soprattutto a correggere una molteplicita’ di ingiustizie perpetrate per motivi di appartenenza razziale ed etnica, identita’ di genere e preferenze sessuali, oltre che a silenziare qualsiasi opinione su questi temi che non sia allineata ai propri dogmi.
Il problema e’ che una parte consistente della base tradizionale del centro-sinistra vede in queste posizioni un disprezzo per la storia, le tradizioni, i valori e persino per un ampio gruppo di concittadini.
L’elite mercantile, intanto, ha conquistato il voto degli elettori meno istruiti e piu’ poveri evidenziando l’arroganza intellettuale e culturale, lo scarso patriottismo, l’ostilita’ ai valori tradizionali, la slealta’ nei confronti dei gruppi etnici dominanti e l’incapacita’ di gestire l’economia dei bramini.
Non solo, la classe mercantile si sta rivelando molto abile nel rompere la vecchia coalizione tra intellettuali di sinistra e lavoratori organizzati.
Info:
https://www.ilfoglio.it/cultura/2024/08/05/news/il-mondo-di-oggi-si-e-rotto-a-margine-del-libro-di-martin-wolf-6818502/
https://www.ilmonocolo.com/post/la-crisi-del-capitalismo-democratico
https://www.editorialedomani.it/economia/libro-martin-wolf-bh9jht73