Lavoro/Ispi

L’Europa nell’età dell’insicurezza. Le sfide di un continente fragile – ISPI – Mondadori (2024)


L’anno appena trascorso ha offerto uno spaccato delle contraddizioni che caratterizzano intimamente, ormai da decenni, l’approccio all’immigrazione internazionale dei paesi destinatari di significativi flussi migratori e, in particolare, delle societa’ occidentali.
La gran parte delle migrazioni internazionali si dirige verso regioni del mondo che si avvicinano o gia’ attraversano un autunno demografico, e le cui societa’ hanno dunque sempre piu’ bisogno di flussi significativi e continuativi di manodopera straniera per attutire le conseguenze della loro transizione demografica sulla fiscalita’ generale (in altri termini: potersi permettere di pagare di piu’ per pensioni e sanita’, per qualche anno in piu’ rispetto a uno scenario senza immigrazione, prima di dover inevitabilmente tirare la cinghia).
Quelle stesse societa’ appaiono tuttavia sempre meno capaci di evitare la tentazione – antica e spesso presente nella storia dell’umanita’ – di utilizzare l’altro da se’, e in particolare lo straniero, come capro espiatorio, spiegazione di buona parte dei mali che affliggono politica, economia e societa’.
Con il trascorrere degli anni sembra che in particolare le societa’ occidentali si facciano sempre piu’ diffidenti e rancorose. Non solo: anche piu’ polarizzate, con i seguaci di teorie complottiste come quella della «grande sostituzione», a destra, cui fanno da contraltare a sinistra i sostenitori dei movimenti No Borders.

Info:
https://www.mondadori.it/approfondimenti/unione-europea-le-sfide-di-un-continente-fragile-nell-eta-dell-insicurezza/

Europa/Allievi

Stefano Allievi – La spirale del sottosviluppo. Perche’ (cosi’) l’Italia non ha futuro – Laterza (2020)

La storia d’Europa e’ stata caratterizzata da importanti movimenti migratori interni, ma anche con l’esterno […]
Quelli interni, pur cambiando molte volte direzione e motivazioni, non hanno conosciuto interruzioni, e sono anzi, come fenomeno, in crescita.
Quanto a quelli esterni, per una lunga prima fase si e’ trattato di migrazioni dall’Europa verso il resto del mondo. E solo in una fase piu’ recente, numericamente – a tutt’oggi – assai meno significativa, verso l’Europa […]
I flussi in uscita dall’Europa, per tutto l’Ottocento e fino allo scoppio della prima guerra mondiale, sono stati di almeno 200-400 mila individui l’anno fino al 1880, per poi salire ai 600-800 mila nel ventennio successivo, e raggiungere infine picchi di oltre 1-1,5 milioni l’anno all’inizio del XX secolo. A titolo di comparazione – diciamo cosi’: speculare – in tempi recenti, solo nel 2015, l’anno della grande crisi dei profughi che ha attraversato i Balcani e del grande esodo dalla Siria, si sono registrati flussi altrettanto significativi in entrata.
Le migrazioni, dunque, sono la costante: la novita’ piu’ significativa e’ l’inversione dei flussi […]
Oggi l’Europa e’ un polo di attrazione quasi quanto il Nord America.
Nei primi quindici anni del secolo, secondo dati delle Nazioni Unite, l’afflusso netto di migranti e’ stato pari a 20 milioni di persone in tutto il Vecchio Continente.
Il numero medio annuo di ingressi e’ stato intorno ai 2-3 milioni. Il rinnovamento della popolazione di un continente di oltre 700 milioni di abitanti e’ stato dovuto dunque, in questo periodo, alla nascita di 116 milioni di bambini (molti figli di immigrati) e all’arrivo di 20 milioni di nuovi migranti […]
In caso di porte chiuse all’immigrazione, 33 dei 40 paesi europei (e 22 dei 27 paesi dell’Unione) subirebbero ulteriori e consistenti perdite di popolazione e un forte invecchiamento demografico, come abbiamo visto in dettaglio per il caso italiano

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858139868
http://www.avantionline.it/la-spirale-del-sottosviluppo-pesa-sul-futuro-dellitalia/