Economia di mercato/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – La grande frattura. La disuguaglianza e i modi di sconfiggerla – Einaudi (2016)

Vi sono, in realta’, importanti differenze in termini di strategie di crescita, che rendono altamente probabili esiti del tutto diversi.
La prima riguarda il modo stesso di concepire la crescita, che non vuol dire semplicemente innalzare il Pil.
La crescita deve essere sostenibile: se si basa sul degrado ambientale, su consumi sfrenati finanziati attraverso il debito, sullo sfruttamento di risorse naturali sempre piu’ esigue, senza reinvestirne i proventi, non e’ sostenibile.
La crescita deve essere anche inclusiva e deve poterne beneficiare quanto meno la maggioranza della popolazione.
La cosiddetta teoria del trickle down, quella dell’effetto a cascata, non funziona: un aumento del Pil, in realta’, puo’ comportare un peggioramento della situazione economica per la maggior parte dei cittadini.

Info:
https://www.anobii.com/books/La_grande_frattura/9788806226855/01612546eb4c023d52
https://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-05-30/la-disuguaglianza-divide-mondo-103340.shtml?uuid=ABnHMRpD
https://palomarblog.wordpress.com/2016/03/06/stiglitz-la-grande-frattura/

 

Europa/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

L’Italia e’ un altro esempio di come i numeri magici [del Trattato di Maastricht] non funzionano. Per gli ultimi venti anni il deficit di bilancio dell’Italia e’ stato inferiore a quello della Germania, superando raramente il limite del 3% fissato per l’adesione all’euro.
In realta’ l’Italia ha avuto un surplus di bilancio primario fin dal 1991, con la sola eccezione del 2009. E tuttavia l’Italia ha un rapporto debito/PIL elevato e in aumento: 133% nel 2015, molto al di sopra del tetto del 60%.
Il rapporto e’ meno influenzato dal numeratore (il deficit di bilancio) che dalla mancanza d’investimenti pubblici e privati che determinano il denominatore (la crescita del PIL).
Dopo tre anni consecutivi di austerita’, il PIL e’ cresciuto di solo l’1% nel 2015 (0,1% nel 2014, 0,9% nel 2016). (In effetti, gli anni dell’austerità sono stati responsabili di una notevole caduta nel PIL: –2,8% nel 2012, –1,7% nel 2013).
Dunque, perche’ l’economia e’ in fase di stagnazione?
La risposta e’ complicata, ma in parte e’ il risultato di scarsi investimenti in aree che aumentano il PIL, come la formazione professionale, nuova tecnologia e ricerca e sviluppo.
A peggiorare le cose, una stretta prolungata nella spesa pubblica ha indebolito la domanda nell’economia italiana e fatto scendere l’incentivo a investire.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/

Stato/Khanna

Parag Khanna – La rinascita delle citta’ stato – Fazi (2017)

Tutte le societa’ desiderano ormai un equilibrio fra prosperita’ e vivibilita’, apertura e protezione economica, governance efficace e ascolto della voce dei cittadini, individualismo e coesione, liberta’ economica e welfare.
I normali cittadini non misurano tutto questo sulla base di quanto e’ “democratico” lo Stato in cui vivono, ma su quanto si sentono sicuri nelle loro citta’, possono permettersi una casa e un lavoro stabile, quali sono le loro prospettive per la vecchiaia e la possibilita’ di restare in contatto con i propri familiari e amici.
Le valutazioni degli Stati basate sul mero PIL pro-capite diventano sofismi statistici se paragonate a questi aspetti assai piu’ tangibili che definiscono la qualita’ della vita.
Finalmente oggi stiamo cominciando a capire che la differenza tra nazioni di successo e nazioni fallite non sta nell’opposizione fra ricchi e poveri, fra destra e sinistra, o fra democrazia e autoritarismo, ma nella capacita’ di far fronte ai bisogni fondamentali dei cittadini, di dare loro l’opportunita’ di crescere in quanto individui e di agire, o di cambiare modo d’agire, quando la situazione lo richiede.
Tutto il resto e’ semplice apparenza.

Info:
https://www.ilfoglio.it/una-fogliata-di-libri/2017/12/15/news/recensione-la-rinascita-delle-citta-stato-parag-khanna-una-fogliata-di-libri-169078/
https://eastwest.eu/it/cultura/parag-khanna-intervista-governo-stato-democrazia

Finanziarizzazione/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Il valore di tutto – Laterza (2018)

Il prezzo e’ diventato l’indicatore del valore: se una merce e’ comprata e venduta sul mercato, deve avere un valore.
Cosi’, invece di una teoria del valore che determina il prezzo, abbiamo una teoria del prezzo che determina il valore […] L’idea che il prezzo determini il valore e che i mercati siano i più bravi a determinare i prezzi ha ogni specie di nefaste conseguenze.
Per riassumere, ve ne sono quattro principali.
Primo, questa teoria incoraggia coloro che estraggono valore nella finanza e in altri settori dell’economia […]
Nell’attuale modo di pensare, il trading finanziario, i prestiti rapaci, le bolle dei prezzi immobiliari aggiungono tutti valore per definizione, perche’ il prezzo determina il valore: se c’e’ un affare da concludere, c’e’ valore […]
Il pensiero che il valore e’ eguale al prezzo incoraggia le societa’ a mettere al primo posto i mercati finanziari e gli azionisti, e dare il minimo possibile agli altri portatori di interessi.
Si ignora cosi’ la realta’ della creazione di valore – come processo collettivo […]
Secondo, il convenzionale discorso svaluta e impaurisce gli effettivi e i potenziali creatori di valore che sono fuori dal settore privato. Non e’ facile sentirsi bene quando ti viene costantemente detto che sei spazzatura e/o parte del problema. Questa e’ spesso la situazione per la gente che lavora nel settore pubblico, siano infermiere, impiegati o insegnanti […]
Terzo, questo racconto del mercato confonde i politici.
In generale, i politici di tutte gli schieramenti vogliono aiutare le loro comunita’ e il loro paese, e pensano che il modo di farlo e’ di avere maggior fiducia nei meccanismi del mercato, riducendo la politica solo a una questione di rabberciamenti marginali.
La cosa importante e’ di essere considerato progressista, ma anche “business-friendly”, favorevole all’impresa […] Non avendo una chiara visione del processo collettivo della creazione di valore, il settore pubblico viene cosi’ “catturato” – incantato da storie sulla creazione di ricchezza che hanno portato a politiche fiscali regressive che aumentano l’ineguaglianza […]
Quarto e ultimo punto, la confusione tra profitti e rendite e’ evidente nei modi in cui misuriamo la crescita stessa: il PIL. Infatti, e’ qui che il confine della produzione viene a perseguitarci di nuovo: se qualsiasi cosa che ha un prezzo e’ valore, allora la contabilita’ nazionale, per il modo in cui e’ calcolata, non sara’ capace di distinguere la creazione di valore dalla estrazione di valore e dunque politiche che hanno per obiettivo la prima possono semplicemente portare alla seconda. Questo e’ vero non solo per l’ambiente, dove porre rimedio all’inquinamento aumentera’ certamente il PIL (per il pagamento dei servizi di pulizia), mentre un ambiente piu’ pulito non lo farebbe necessariamente (in realta’, se porta a produrre meno cose, potrebbe diminuire il PIL), ma anche, come abbiamo visto, per il mondo della finanza.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127841
https://www.anobii.com/books/Il_valore_di_tutto/9788858127841/01dd6d24ba48fe41d4
https://www.pandorarivista.it/articoli/valore-di-tutto-mariana-mazzucato/

Capitalismo/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – Invertire la rotta. Disuguaglianza e crescita economica – Laterza (2018)

Come sostiene la Commissione internazionale per la misurazione della performance economica e del progresso sociale, acquisisce sempre più peso, in tutto il mondo, l’idea che il Pil non sia uno strumento efficace per misurare i risultati economici complessivi.
La cosa veramente importante e’ se la crescita e’ sostenibile, se di anno in anno la maggioranza dei cittadini vede aumentare il proprio tenore di vita. […] Non dobbiamo preoccuparci di come sta andando l’economia in media (come ci induce a fare il Pil), ma di come sta andando l’economia per il cittadino medio, andando a guardare, per esempio, il reddito disponibile mediano.
Le cose che stanno a cuore alla gente sono la salute, l’equita’, la sicurezza, ma le statistiche del Pil non riflettono il declino che sta investendo questi settori. Se si prendono in considerazione questi e altri aspetti del benessere sociale, il quadro della performance economica recente dei paesi ricchi diventa molto più fosco.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/stiglitz-invertire-la-rotta/
https://www.laciviltacattolica.it/articolo/invertire-la-rotta-disuguaglianza-e-crescita-economica/
https://www.anobii.com/books/Invertire_la_rotta/9788886323901/0139e4e7f6ac0e8076
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858130735