Populismo/Levitsky

Steven Levitsky, Daniel Ziblatt – Come muoiono le democrazie – Laterza (2019)

Due sono le norme fondamentali per il buon funzionamento di una democrazia: la tolleranza reciproca e la temperanza istituzionale.
La tolleranza reciproca si riferisce all’idea che fintanto che i nostri rivali giocano secondo le regole costituzionali, accettiamo il fatto che abbiano lo stesso nostro diritto a esistere, competere per il potere e governare.
Possiamo dissentire dai nostri rivali, possiamo anche trovarli sgradevoli, ma li accettiamo comunque come legittimi. Questo significa riconoscere che i nostri avversari politici sono cittadini per bene, patriottici e rispettosi della legge, che amano il nostro paese e rispettano la nostra Costituzione esattamente come noi.
Significa che anche se siamo convinti che le idee dei nostri avversari siano scriteriate o sbagliate, non le vediamo come una minaccia esistenziale […]
La temperanza istituzionale puo’ essere concepita come tutti quegli sforzi finalizzati a evitare azioni che, pur rispettando la lettera della legge, ne violano palesemente lo spirito […]
La temperanza istituzionale ha le sue origini in una tradizione vecchia quanto la democrazia stessa.
Ai tempi in cui i re proclamavano il loro diritto divino a governare, le basi dell’autorita’ monarchica derivavano dall’approvazione religiosa, non esisteva nessun vincolo morale che limitasse legalmente il potere del sovrano. Tuttavia, molti dei monarchi europei predemocratici agivano con temperanza.
Essere pio, d’altronde, significava necessariamente avere saggezza e capacita’ di autocontrollo […]
Esattamente come le monarchie per diritto divino, anche le democrazie necessitano di temperanza.
Pensiamo alla democrazia come a un gioco che vogliamo giocare all’infinito. Per garantire che possa continuare anche in futuro, i giocatori devono evitare di mettere l’altra squadra in condizioni di non gareggiare, o di inimicarsela a tal punto che si rifiuterà di
continuare a giocare. Se i rivali abbandonano la competizione, non potranno piu’ esserci altre partite.
Questo significa che si’, gli individui giocano per vincere, ma devono farlo con una certa misura

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858135280
https://www.stroncature.com/2019/10/08/come-muoiono-le-democrazie/
https://www.eunews.it/2019/09/20/muoiono-le-democrazie/120948

Populismo/Levitsky

Steven Levitsky, Daniel Ziblatt – Come muoiono le democrazie – Laterza (2019)

Per la narrazione populista, la competizione non e’ piu’ tra sinistra e destra, oppure tra programmi e leadership politiche alternativi, ma tra un popolo sano e disinteressato ed elites corrotte e interessate.
Si tratta di una sfida esistenziale, piuttosto che politica, alla democrazia liberale.
I leader e i movimenti populisti non vogliono solamente sostituire un partito o una coalizione di governo, ma mirano a mettere in discussione un sistema rappresentativo che ha funzionato (questa e’ l’accusa) a sostegno degli interessi esclusivi e privilegiati delle elites dominanti (di destra e di sinistra).
Di qui, la critica velenosa e costante ai detentori di posizioni di potere non elettive, in quanto non legittimati dal popolo […]
Il populismo vuole realizzare il vecchio sogno bolscevico che la cuoca debba governare.
La decisione politica, per il populismo, non richiede competenze tecniche, ma solamente buon senso popolare.
Naturalmente, non sara’ mai una cuoca o un comico a governare, ma leader che utilizzano l’una o l’altro per legittimare il proprio controllo del potere.
Una legittimazione elettorale che viene ritenuta sufficiente per rifiutare i vincoli sui loro comportamenti

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858135280
https://www.stroncature.com/2019/10/08/come-muoiono-le-democrazie/
https://www.eunews.it/2019/09/20/muoiono-le-democrazie/120948

Populismo/Levitsky

Steven Levitsky, Daniel Ziblatt – Come muoiono le democrazie – Laterza (2019)

Quattro indicatori per valutare se il leader populista, una volta giunto al potere, rappresenti o meno una minaccia autoritaria.
Il primo indicatore riguarda il rapporto tra il leader populista e le regole democratiche del gioco politico: le rifiuta o con quale impegno le difende?
Il secondo riguarda il rapporto tra il leader populista e i suoi avversari politici: riconosce o meno la legittimita’ degli oppositori?
Il terzo riguarda il rapporto tra il leader populista e la violenza politica: la tollera o addirittura la incoraggia?
Il quarto riguarda il rapporto tra il leader populista
e la liberta’ di informazione: la riconosce e la preserva oppure la minaccia mettendo in discussione le stesse liberta’ civili dei giornalisti?

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858135280
https://www.stroncature.com/2019/10/08/come-muoiono-le-democrazie/
https://www.eunews.it/2019/09/20/muoiono-le-democrazie/120948

Populismo/ Levitsky

Steven Levitsky, Daniel Ziblatt – Come muoiono le democrazie – Laterza (2019)

Se con la fine della Guerra Fredda si era registrata una diffusione dei principi dello Stato di diritto e della legittimazione elettorale del potere di governo, da diversi anni questo processo e’ stato bruscamente interrotto.
Se con la fine della Guerra Fredda si era assestato un ordine liberale delle relazioni internazionali, da diversi anni questo ordine e’ stato messo radicalmente in discussione, innanzitutto dal paese (gli Stati Uniti) che l’aveva promosso.
Il multilateralismo delle istituzioni internazionali e il pluralismo di quelle nazionali sono stati sottoposti ad una critica feroce da parte di leader e gruppi politici che rivendicano di parlare a nome di popoli nazionali che (si ritiene) siano stati imprigionati da quelle istituzioni.
Quei leader accettano la democrazia elettorale, ma non i vincoli liberali sull’esercizio del potere politico.
Se il liberalismo e’ una cultura di delimitazione e controllo del potere politico, i leader populisti emersi negli ultimi anni sono consapevolmente antiliberali o illiberali. Essi usano la loro legittimazione elettorale per mettere in discussione i vincoli liberali dello Stato di diritto, oltre ai rappresentanti associati a quest’ultimo.
Cosi’, i leader populisti mobilitano il popolo (al singolare) contro le tradizionali elites (politiche, economiche, amministrative, culturali) che hanno gestito la democrazia liberale o che si sono alternate al governo di queste ultime, elites denunciate in toto come corrotte e autoreferenziali.
In tale processo, i leader populisti hanno riscoperto il concetto di nazione come il luogo naturale di esistenza del popolo, rilanciando cosi’ il nazionalismo come una sorta di nuova ideologia politica.
«Prima il mio paese o la mia gente» ha costituito la parola d’ordine di una mobilitazione politica finalizzata a indebolire, all’interno dei singoli paesi, il pluralismo istituzionale, oltre a quello sociale e culturale (se non anche quello religioso).
E, al loro esterno, a indebolire il multilateralismo basato sul mutuo riconoscimento di interessi nazionali diversi, con la relativa disponibilita’ ad accettare compromessi tra di loro

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858135280
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Geoeconomia/Levitsky

Steven Levitsky, Daniel Ziblatt – Laterza (2019)

Oggi le condizioni internazionali sono chiaramente meno favorevoli alla democrazia rispetto agli anni dopo la fine della Guerra Fredda.
Negli anni Novanta le democrazie liberali occidentali non avevano rivali quanto a potere militare, economico e ideologico, e la democrazia all’occidentale era generalmente vista come «l’unica scelta sulla piazza». A vent’anni di distanza, tuttavia, l’equilibrio del potere a livello mondiale e’ mutato. L’influenza mondiale dell’UnioneEuropea e degli Stati Uniti e’ diminuita, mentre la Cina e la Russia sembrano in costante ascesa.
E con l’affermazione di nuovi modelli autoritari in Russia, Turchia, Venezuela e altri paesi, la democrazia non appare piu’ inattaccabile come un tempo […] l’ascesa di Trump, gia’ in se’, puo’ rappresentare un problema per la democrazia mondiale.
Tra la caduta del Muro di Berlino e la presidenza Obama, le varie amministrazioni americane hanno mantenuto in generale una politica estera favorevole alla democrazia.
Le eccezioni non sono mancate: laddove erano in gioco gli interessi strategici dell’America, come in Cina, in Russia e in Medio Oriente, la democrazia e’ sparita dall’agenda. Ma in gran parte dell’Africa, dell’Asia, dell’Europa orientale e dell’America Latina, le amministrazioni statunitensi hanno usato la pressione diplomatica, l’assistenza economica e altri strumenti di politica estera per combattere l’autoritarismo e favorire la democratizzazione durante l’era post-Guerra Fredda.
Il periodo 1990-2015 molto probabilmente e’ stato il quarto di secolo piu’ democratico nella storia del pianeta, e una delle ragioni e’ che le potenze occidentali, in linea di massima, hanno sostenuto la democrazia.
Tutto questo ora potrebbe cambiare.

Info:
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Populismo/Levitsky

Steven Levitsky, Daniel Ziblatt – Come muoiono le democrazie – Laterza (2019)

[I] partiti progressisti devono prendere atto che il lungo ciclo del secolo socialdemocratico e’ terminato, con la sua visione teleologica che il futuro sara’ necessariamente migliore del presente.
La globalizzazione, come l’integrazione europea, ha prodotto conseguenze positive, ma anche non poche conseguenze negative. Quei processi hanno creato ingiustizie economiche, insicurezze identitarie, imbarbarimenti culturali.
Conseguenze che vanno affrontate con riforme che facciano crescere l’economia ma anche la sicurezza delle persone e delle loro comunita’ locali e nazionali.
In secondo luogo, il populismo va combattuto rafforzando i guardrails della democrazia, cioe’ quelle istituzioni e quelle pratiche che impediscono ad una societa’ di uscire di strada.
Va riformata la democrazia rappresentativa per renderla piu’ efficiente e legittima, integrandola con le pratiche della democrazia diretta, ma senza concedere un millimetro al populismo della cuoca al potere.
E’ necessario difendere le istituzioni costituzionali di garanzia, a cominciare dall’indipendenza del potere giudiziario, nondimeno responsabilizzandolo nell’uso di quella indipendenza.
E’ necessario rilanciare il progetto politico dell’Europa integrata e le istituzioni internazionali multilaterali in quanto condizioni indispensabili per garantire la pace tra i paesi e la liberta’ al loro interno.

Info:
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Populismo/Levitsky

Steven Levitsky, Daniel Ziblatt – Come muoiono le democrazie – Laterza (2019)

Il populismo e’ la reazione all’impatto della globalizzazione (e della rivoluzione tecnologica da essa favorita) su ceti sociali privi degli strumenti cognitivi per riqualificare la propria capacita’ lavorativa.
Con la globalizzazione, merci e beni prodotti a costi bassi nelle economie non occidentali sono entrati nei mercati occidentali, mettendo in crisi le tradizionali attivita’ produttive di questi ultimi. Il populismo si e’ proposto come lo strumento politico con il quale i lavoratori bianchi negli Stati Uniti o la classe operaia poco qualificata in Europa hanno cercato di arrestare il declino della loro condizione economica, spingendo verso politiche protezionistiche e redistributive.
Per alcuni scienziati politici, invece, il populismo riflette una crisi di identita’ dei ceti sociali che hanno subito il processo di globalizzazione. Secondo questa interpretazione, il sostegno al populismo nasce da una perdita di senso della vita di milioni di cittadini occidentali. Le diseguaglianze sociali sono rilevanti ma in quanto accentuano la percezione di marginalizzazione sociale di importanti settori delle societa’ occidentali. […]
Vi e’ infine una terza interpretazione del populismo, elaborata da sociologi e scienziati della comunicazione. Secondo questa interpretazione, il populismo e’ il risultato di una trasformazione epocale della comunicazione politica,dovuta alla diffusione di social media che hanno superato i tradizionali canali informativi tra cittadini e potere, accentuando un processo gia’ in corso di disintermediazione sociale e culturale.
Le societa’ disintermediate non hanno bisogno di passare attraverso la mediazione dei giornalisti per rapportarsi con il potere. Cosi’ come non hanno bisogno della mediazione dei rappresentanti di partiti o di associazioni di interesse per comunicare con il potere.
Secondo questa interpretazione, e’ stata la rivoluzione dell’informazione a creare le condizioni per collegare direttamente il popolo ai leader populisti.

Info:
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Populismo/Levitsky

Steven Levitsky, Daniel Ziblatt – Come muoiono le democrazie -Laterza (2019)

Due sono le norme fondamentali per il buon funzionamento di una democrazia: la tolleranza reciproca e la temperanza istituzionale.
La tolleranza reciproca si riferisce all’idea che fintanto che i nostri rivali giocano secondo le regole costituzionali, accettiamo il fatto che abbiano lo stesso nostro diritto a esistere, competere per il potere e governare.
Possiamo dissentire dai nostri rivali, possiamo anche trovarli sgradevoli, ma li accettiamo comunque come legittimi.
Questo significa riconoscere che i nostri avversari politici sono cittadini per bene, patriottici e rispettosi della legge, che amano il nostro paese e rispettano la nostra Costituzione esattamente come noi.
Significa che anche se siamo convinti che le idee dei nostri avversari siano scriteriate o sbagliate, non le vediamo come una minaccia esistenziale […]
La temperanza istituzionale puo’ essere concepita come tutti quegli sforzi finalizzati a evitare azioni che, pur rispettando la lettera della legge, ne violano palesemente lo spirito […]
La temperanza istituzionale ha le sue origini in una tradizione vecchia quanto la democrazia stessa. Ai tempi in cui i re proclamavano il loro diritto divino a governare, le basi dell’autorita’ monarchica derivavano dall’approvazione religiosa, non esisteva nessun vincolo morale che limitasse legalmente il potere del sovrano. Tuttavia, molti dei monarchi europei predemocratici agivano con temperanza. Essere pio, d’altronde, significava necessariamente avere saggezza e capacita’ di autocontrollo […]
Esattamente come le monarchie per diritto divino, anche le democrazie necessitano di temperanza.
Pensiamo alla democrazia come a un gioco che vogliamo giocare all’infinito. Per garantire che possa continuare anche in futuro, i giocatori devono evitare di mettere l’altra squadra in condizioni di non gareggiare, o di inimicarsela a tal punto che si rifiutera’ di continuare a giocare. Se i rivali abbandonano la competizione, non potranno piu’ esserci altre partite. Questo significa che si’, gli individui giocano per vincere, ma devono farlo con una certa misura.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858135280
https://www.stroncature.com/2019/10/08/come-muoiono-le-democrazie/
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