Stato/Mattei

Ugo Mattei – Beni comuni. Un manifesto – Laterza (2011)

Quando lo Stato privatizza una ferrovia, una linea aerea o la sanita’, o cerca di privatizzare il servizio idrico integrato (cioe’ l’acqua potabile) o l’universita’, esso espropria la comunita’ (ogni suo singolo membro pro quota) dei suoi beni comuni (proprieta’ comune), in modo esattamente analogo e speculare rispetto a cio’ che succede quando si espropria una proprieta’ privata per costruire una strada o un’altra opera pubblica.
Nel primo caso, infatti, si tratta di trasferimento immediato o graduale di un bene o di un servizio dal settore pubblico a quello privato (privatizzazione/liberalizzazione), mentre nel secondo caso il medesimo trasferimento (di una proprieta’ o di un’attivita’ d’impresa) e’ dal privato al pubblico.
In un processo di privatizzazione il governo non vende quanto e’ suo, ma quanto appartiene pro quota a ciascun componente della comunita’, cosi’ come quando espropria un campo per costruire un’autostrada esso acquista (coattivamente) una proprieta’ che non e’ sua.
Cio’ significa che ogni processo di privatizzazione deciso dall’autorita’ politica attraverso il governo pro tempore espropria ciascun cittadino (e non solo i cittadini, come vedremo) della sua quota parte del bene comune espropriato, proprio come avviene nel caso dell’espropriazione di un bene privato […]
Consentire al governo in carica di vendere liberamente beni di tutti (beni comuni) per far fronte alle proprie necessita’ contingenti di politica economica e’, sul piano costituzionale, tanto irresponsabile quanto lo sarebbe sul piano familiare consentire al maggiordomo di vendere l’argenteria migliore per sopperire alla sua necessita’ di andare in vacanza.
Purtroppo, l’assuefazione alla logica del potere della maggioranza, tipica della modernita’, ci ha fatto perdere consapevolezza del fatto che il governo dovrebbe essere il servitore del popolo sovrano, e non viceversa.

Info:
http://www.prodocs.org/wp-content/uploads/2016/12/1.7-Un-MANIFESTO-per-i-beni-comuni_Mattei.pdf
https://www.juragentium.org/books/it/mattei.htm
https://gognablog.sherpa-gate.com/beni-comuni-il-manifesto-di-ugo-mattei/
https://www.lavoroculturale.org/beni-comuni-un-manifesto/antonio-iannello/2011/

Stato/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Mentre le rivolte populiste, sia a destra che a sinistra, hanno mandato in frantumi la fiducia nelle proprieta’ magiche del «libero mercato», alcuni stanno tornando a credere che il potere statale nazionale possa diventare il principale veicolo di una riforma eco-sociale: ne sono testimonianza la «Nuova ecologia» di Marine Le Pen da un lato e il Green New Deal dall’altro.
Anche i sindacati, da tempo impegnati a difendere la salute e la sicurezza sul lavoro dei loro iscritti ma circospetti nei confronti degli impedimenti allo «sviluppo», guardano ora con interesse a progetti di infrastrutture verdi per la creazione di posti di lavoro.
Da ultimo, all’estremo opposto dello spettro, le correnti della decrescita fanno proseliti tra i giovani, attratti dalla loro audace critica a una civilta’ basata sulla vertiginosa crescita della produzione e su stili di vita consumistici e dalla promessa del «buen vivir» attraverso il veganesimo, il commoning e/o un’economia sociale e solidale.
Ma cosa significa tutto questo e dove puo’ portare?

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_rep.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_lalettura.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/fraser_corsera.pdf
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https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-cannibale/

Stato/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Il capitalismo finanziarizzato ha rivisto ancora una volta il rapporto tra economia e politica.
In questo regime, le banche centrali e le istituzioni finanziarie internazionali hanno sostituito gli Stati come arbitri di un’economia sempre piu’ globalizzata.
Attualmente sono loro, e non gli Stati, a stabilire molte delle regole piu’ importanti che governano le relazioni essenziali della societa’ capitalista: tra lavoro e capitale, tra cittadini e Stati, tra centro e periferia e tra debitori e creditori. Nel capitalismo finanziarizzato, quest’ultima relazione e’ cruciale e influenza tutte le altre.
E’ soprattutto attraverso il debito che il capitale cannibalizza il lavoro, disciplina gli Stati, trasferisce valore dalla periferia al centro e spilla ricchezza dalla societa’ e dalla natura. Il fluire del debito attraverso Stati, regioni, comunita’, famiglie e imprese ha determinato un drammatico cambiamento nel rapporto tra economia e sistema politico.
Il regime precedente aveva autorizzato gli Stati a subordinare gli interessi a breve termine delle imprese private all’obiettivo a lungo termine di un’accumulazione sostenuta. Al contrario, l’attuale consente al capitale finanziario di disciplinare gli Stati e le popolazioni nell’interesse immediato degli investitori privati.
L’effetto e’ un peculiare uno-due. Da un lato, le istituzioni statali che prima rispondevano (in qualche modo) ai cittadini sono sempre piu’ incapaci di risolvere i problemi di questi ultimi o di rispondere alle loro esigenze. Dall’altro, le banche centrali e le istituzioni finanziarie internazionali che hanno indebolito le capacita’ degli Stati sono diventate «politicamente indipendenti». Non dovendo rispondere ai cittadini, sono libere di agire per conto di investitori e creditori.
Nel frattempo, la portata dei problemi piu’ urgenti, come il riscaldamento globale, supera il raggio d’azione e la capacita’ di intervento dei poteri pubblici. Questi ultimi, in ogni caso, non hanno la forza di opporsi alle imprese transnazionali e ai flussi finanziari globali, che sfuggono al controllo di enti politici legati a territori delimitati. Il risultato generale e’ la crescente incapacita’ dei poteri pubblici di tenere a freno i poteri privati.

Info:
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Stato/Bauman

Zygmunt Bauman – Oltre le nazioni. L’Europa tra sovranita’ e solidarieta’ – Laterza (2019)

La nozione di sovranita’ dello Stato territoriale risale al 1555, quando, in occasione della dieta convocata ad Augusta da principi dinastici che cercavano disperatamente una via d’uscita, o almeno un qualche sollievo, dai lunghi, cruenti e devastanti conflitti di religione che dilaniavano l’Europa cristiana, fu coniato il principio cuius regio, eius religio, secondo cui e’ colui che governa a decidere la religione dei propri sudditi.
La sovranita’ del principe […] comportava il suo diritto illimitato di proclamare e applicare leggi vincolanti per chiunque si trovasse nei territori soggetti alla sua potesta’ (variamente descritta in termini di influenza, egemonia o dominio) […]
Il trattato di Augusta si puo’ leggere come atto di fondazione del fenomeno moderno della sovranita’ statale, ma contemporaneamente e necessariamente e’ considerato la fonte testuale della moderna nozione di confini di Stato […]
Questa formula era inavvertitamente destinata, attraverso un semplice espediente – la sostituzione di religio con natio –, a fornire la cornice mentale o il cliche’ utilizzati di li’ a poco per creare e far funzionare l’ordine politico (secolare) della nascente Europa moderna: il modello cioe’ dello Stato-nazione, in base al quale la nazione si avvaleva della sovranita’ statale per separare «noi» da «loro» e riservare a se stessa il diritto inalienabile e indivisibile di definire un ordine vincolante per tutto il paese, mentre lo Stato rivendicava la disciplina dei suoi sudditi appellandosi alla comunanza di storia, destino e benessere della nazione, in base al presupposto e/o postulato secondo cui nazione e Stato, i due elementi costitutivi del modello, coincidevano con un determinato territorio.

Info:
https://www.mangialibri.com/oltre-le-nazioni
https://pickline.it/2021/11/28/oltre-le-nazioni-di-zigmunt-bauman/
https://www.democraziaedirittisociali.it/wp-content/uploads/2019/11/Cosmo_Bauman.pdf

Stato/Ganser

Daniele Ganser – Le guerre illegali della Nato – Fazi (2022)

E’ soprattutto nelle spese militari che risalta chiaramente la posizione dominante dell’impero americano: nel 2015 questa voce di spesa ha impegnato 600 miliardi di dollari.
Al secondo posto si colloca la Cina, nettamente staccata con circa 200 miliardi, davanti alla Russia (80 miliardi) all’Arabia Saudita (80 miliardi), alla Francia (60 miliardi), alla Gran Bretagna (60 miliardi), all’India (50 miliardi) e alla Germania (50 miliardi).
Con una quota di mercato superiore al 30 per cento, l’impero USA e’ anche il principale esportatore di armi, davanti a Russia, Cina, Francia e Regno Unito.
E’ inquietante venire a sapere, come risulta dalle ricerche compiute dall’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), che i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU, i quali dovrebbero essere responsabili della pace mondiale, sono allo stesso tempo anche i cinque maggiori esportatori di armi. Costoro ricavano profitti da ogni nuovo conflitto, perche’ cosi’ aumentano anche le loro esportazioni di materiale bellico verso la regione interessata.
Secondo i dati raccolti dal SIPRI, tra i dieci maggiori esportatori di armi al mondo e accanto alle cinque potenze che possono esercitare il diritto di veto nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, troviamo anche alcuni paesi della NATO: Germania, Spagna, Italia e Paesi Bassi

Info:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/12/le-guerre-illegali-della-nato-una-lucida-analisi-dei-13-conflitti-che-hanno-ignorato-il-divieto-onu/6900061/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2023/01/ganser-corriere-della-sera.pdf
https://www.lafionda.org/2023/01/10/la-nato-contro-la-pace-e-il-diritto/
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/25055-luigi-pandolfi-le-guerre-illegali-della-nato.html

Stato/Bauman

Zygmunt Bauman – Oltre le nazioni. L’Europa tra sovranita’ e solidarieta’ – Laterza (2019)

L’espressione «i mercati» non e’ altro che una forma abbreviata per indicare forze senza nome e senza volto che nessuno sa dove abitino: forze che nessuno ha eletto e nessuno e’ in grado di richiamare all’ordine, mettere in riga, limitare, controllare, guidare.
La sensazione che prende piede tra la gente e si fa strada anche nell’opinione degli esperti e’ che i parlamenti eletti, e i governi che quei parlamenti costituzionalmente sono tenuti a indirizzare, controllare e dirigere, non riescano a fare il loro lavoro, come non ci riescono i partiti politici tradizionali, noti per smentire la poesia delle promesse elettorali non appena i loro leader assumono incarichi di governo e si trovano costretti ad affrontare la prosa, lo strapotere delle forze del mercato e delle borse, intoccabili e sottratte alle prerogative attribuite e/o tollerate negli organi e nelle agenzie di Stati-nazione apparentemente «sovrani».
E’ qui che nasce l’attuale profonda crisi di fiducia, che si aggrava sempre piu’.
Tramontata la fede nella capacita’ di agire delle istituzioni statali nazionali, viviamo un’era in cui le istituzioni non credono piu’ in se stesse e si diffonde lo scetticismo sulla capacita’ di agire dei governi

Info:
https://www.mangialibri.com/oltre-le-nazioni
https://pickline.it/2021/11/28/oltre-le-nazioni-di-zigmunt-bauman/
https://www.democraziaedirittisociali.it/wp-content/uploads/2019/11/Cosmo_Bauman.pdf

 

Stato/Undiemi

Lidia Undiemi – La lotta di classe nel XXI secolo. La nuova offensiva del capitale contro i lavoratori: il quadro mondiale del conflitto e la possibile reazione democratica – Ponte alle Grazie (2021)

La distruzione dei diritti dei lavoratori non e’ solo una «questione di classe».
In una prospettiva piu’ ampia non bisogna trascurare che tale processo mette a rischio la tenuta dei sistemi democratici. Non e’ un caso che la difesa del lavoro abbia ricevuto specifica garanzia costituzionale […]
In modo piu’ o meno esplicito, in ambito costituzionale europeo i diritti sociali hanno assunto un ruolo di primo piano nella promozione di una societa’ piu’ egualitaria e democratica. Cio’ nella consapevolezza che il dislivello tra le due classi dominanti puo’ essere ripianato solo attraverso l’intervento dello Stato, che si impegna a limitare gli abusi di potere e a garantire la giustizia sociale.
In questo percorso, il diritto del lavoro assume una vera e propria funzione redistributiva, rappresentando nella realta’ di tutti i giorni il principale strumento a disposizione delle masse per ottenere una piu’ equa spartizione della ricchezza […]
Con la costituzionalizzazione della difesa del lavoro – accanto alla liberta’ di impresa – le democrazie europee occidentali hanno fatto si’ che lo Stato assumesse il compito di garantire la convivenza tra liberismo classico e socialismo, ovvero tra capitalismo e democrazia.
L’essenza di questo compromesso e’ il riconoscimento della conflittualita’ e del ruolo fondamentale della mano forte dello Stato nel ripianare lo squilibrio di potere contrattuale sbilanciato in favore di chi detiene i mezzi di produzione

Info:
https://www.lidiaundiemi.it/libri/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo
https://www.sinistrainrete.info/politica/23735-lidia-undiemi-reagire-e-non-aspettare-il-manifesto-della-lotta-di-classe-nel-xxi-secolo.html
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-lidia_undiemi__reagire_e_non_aspettare_il_manifesto_della_lotta_di_classe_nel_xxi_secolo/39130_47187/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/03/05/undiemi-la-pace-sociale-e-una-trappola-per-i-lavoratori-serve-una-ripresa-della-conflittualita-dal-governo-mi-attendo-nuova-riforma-lavoro/6120731/

Stato/Ganser

Daniele Ganser – Le guerre illegali della Nato – Fazi (2022)

Gli USA sono diventati davvero un’oligarchia.
Oggi negli Stati Uniti vivono circa 300 milioni di persone. E’ difficile quantificare il numero degli oligarchi, ovvero da chi sia costituita l’elite che guida il paese e la sua politica, e nella ricerca storica e’ una questione controversa.
Io parto dalla considerazione che sia appena l’1 per cento della popolazione, cioe’ circa tre milioni di individui, che si distinguono dagli altri perche’ sono molto ricchi, o molto influenti, o entrambe le cose.
Questa percentuale infima governa l’impero americano […] A questa elite appartengono naturalmente tutti i presidenti statunitensi dal 1945 a oggi […]
Oltre ai presidenti rientrano nell’elite, ossia in quel potente 1 per cento, anche i membri dell’influente National Security Council (NSC, Consiglio per la Sicurezza Nazionale), fondato nel 1947 in contemporanea con la Central Intelligence Agency (CIA), l’agenzia di servizi segreti per le operazioni all’estero. L’NSC si incontra a intervalli regolari nella Situation Room, situata nei sotterranei della Casa Bianca, per mettere a punto la politica estera statunitense. Dato che l’impero USA e’ quasi sempre in guerra, l’NSC va considerato il centro strategico dell’impegno bellico americano […]
Oltre a quest’ultimo, fa parte dell’influente elite americana anche il Congresso degli Stati Uniti, che controlla e ratifica regolarmente le azioni dell’NSC.
Il Parlamento americano si compone di due camere, il Senato, che ha 100 seggi, e la Camera dei rappresentanti, con 435 deputati: insieme, questi 535 individui formano il Congresso. Il Parlamento dovrebbe in realta’ rappresentare il popolo, ma il Congresso degli Stati Uniti rappresenta soprattutto l’elite facoltosa e i suoi interessi […]
Il Senato degli Stati Uniti non e’ un consiglio degli anziani o dei saggi, ma un “consiglio dei ricchi”.
I deputati della Camera dei rappresentanti sono un po’ piu’ poveri, ma nel Congresso i milionari sono complessivamente la maggioranza

Info:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/12/12/le-guerre-illegali-della-nato-una-lucida-analisi-dei-13-conflitti-che-hanno-ignorato-il-divieto-onu/6900061/
https://fazieditore.it/wp-content/uploads/2023/01/ganser-corriere-della-sera.pdf
https://www.lafionda.org/2023/01/10/la-nato-contro-la-pace-e-il-diritto/

Stato/Fazi

Thomas Fazi – Una civiltà possibile. La lezione dimenticata di Federico Caffe’ – Meltemi (2022)

Un regime economico caratterizzato da austerita’ fiscale e compressione salariale permanenti, dalla deregolamentazione e precarizzazione del mercato del lavoro, da una carenza cronica di domanda interna, da un tasso di cambio sopravvalutato e dallo smantellamento e la privatizzazione di buona parte dell’apparato industriale pubblico. Inutile dire che le politiche degli ultimi anni – in particolare quelle del governo Draghi – non hanno fatto che peggiorare la situazione.
Sul piano politico-democratico, l’“oligarchizzazione” della struttura economica del paese, caratterizzata dal trasferimento di quote crescenti di proprieta’ e di controllo della stessa da soggetti pubblici e nazionali a soggetti privati e internazionali/sovranazionali, non poteva che riflettersi nella parallela oligarchizzazione della forma di governo e della stessa forma Stato del paese, cioe’ nel rafforzamento dei poteri esecutivi e tecnocratici a tutti i livelli (spicca il caso del capo dello Stato, con le presidenze di Napolitano e di Mattarella), nella progressiva e ormai totale marginalizzazione del Parlamento, anche attraverso l’uso/abuso della legislazione d’emergenza (esploso poi durante la pandemia), nel ricorso sempre piu’ frequente ai cosiddetti “governi tecnici” e piu’ in generale nella disarticolazione di qualunque processo democratico.
Una naturale conseguenza dello svuotamento di sovranita’ (e dunque di democrazia) conseguente a Maastricht.
Tutto cio’ ha preparato il terreno per l’inquietante deriva tecnoautoritaria delle istituzioni e del potere politico emersa sull’onda della pandemia, attraverso l’instaurazione di un regime de facto di emergenzialismo permanente

Info:
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-il-manifesto-25-giugno-2022-federico-caffe-leresia-economica-del-benessere-su-una-civilta-possibile-di-thomas-fazi-meltemi.pdf
https://www.micromega.net/invece-dellagenda-draghi/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/daniele-archibugi-capital-5-maggio-2022-rileggendo-federico-caffe-su-una-civilta-possibile-di-t.-fazi-meltemi.pdf
https://www.flaneri.com/2023/01/09/civilta-possibile-fazi/

Stato/Reich

Robert B. Reich – Supercapitalismo. Come cambia l’economia globale e i rischi per la democrazia – Fazi (2008)

Molte battaglie che in superficie sembrano essere di carattere meramente politico sono in realta’ semplici questioni di concorrenza aziendale, alla cui base c’e’ il desiderio di maggior profitto.
Praticamente qualsiasi legge o norma apparentemente neutrale varata da un Governo va a vantaggio o a svantaggio di qualche azienda, perche’ rispettarla ha costi che possono modificare gli equilibri di potere tra le aziende.
Di conseguenza, a Washington e nelle altri capitali, sono sempre piu’ le aziende o le industrie, la cui posizione competitiva rischia di essere influenzata dalle scelte di un Governo, che chiedono di essere consultate sulle leggi in via di approvazione, piuttosto che i gruppi non aziendali come i sindacati, gli ambientalisti […]
Quelle battaglie che sembrano essere di carattere sociale o “culturale” spesso nascondono altri interessi.
Nell’ottobre del 2006, il Congresso approvo’ una legge che vietava ogni forma di gioco d’azzardo online.
Ufficialmente fu giustificata con la necessita’ di proteggere la gente da quella che e’ considerata un’attivita’ immorale che crea dipendenza. Ma in realta’ l’iniziativa fu capeggiata proprio dai casino’, piu’ di 900 negli Stati Uniti, che vedevano nella rapida crescita del gioco d’azzardo online una potenziale minaccia per i loro profitti ma che a loro volta volevano rimanere liberi da qualsiasi restrizione.
Piu’ e’ facile giocare online, ovviamente, e meno qualcuno sara’ invogliato a guidare per centinaia di chilometri fino al casino’ piu’ vicino […]
E’ improbabile che la legge abbia una reale influenza sulle abitudini al gioco degli americani. Era un sotterfugio. Il suo vero scopo era quello di aumentare i profitti di alcuni settori del gioco d’azzardo, a scapito di altri.

Info:
https://www.lastampa.it/economia/2008/07/05/news/il-supercapitalismo-1.37093927/
https://www.astrid-online.it/static/upload/protected/Reic/Reich_Gaggi_Corriere_22_6_08.pdf
https://espresso.repubblica.it/affari/2008/05/28/news/fra-supercapitalisti-e-nuovi-poveri-1.8591/
https://www.ilsecoloxix.it/mondo/2008/08/21/news/cosi-il-supercapitalismo-sta-uccidendo-la-democrazia-1.33385408