Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Nancy Fraser – Laterza (2023)

Attualmente ci troviamo di fronte a una crisi della democrazia. Questo e’ indubbio.
Meno riconosciuto, tuttavia, e’ che questa crisi non e’ un fenomeno isolato e che le sue cause non risiedono esclusivamente nella dimensione politica […]
Legata a processi che trascendono il campo della politica, la crisi democratica puo’ essere colta solo da una prospettiva critica sulla totalita’ sociale.
Che cos’e’ esattamente questa totalita’ sociale?
Molti acuti osservatori la identificano con il neoliberismo, e non senza ragione. E’ vero, come sostiene Colin Crouch, che i governi democratici sono ormai sopraffatti, se non completamente controllati, da aziende oligopolistiche di portata globale, ultimamente liberate dal controllo pubblico. E’ vero anche, come afferma Wolfgang Streeck, che il declino della democrazia nel Nord globale coincide con una rivolta fiscale coordinata del capitale societario e con l’insediamento dei mercati finanziari globali come nuovi sovrani a cui i governi eletti devono obbedire.

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Green New Deal/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Insieme, il riscaldamento globale e la deforestazione hanno reso inospitali gli habitat di innumerevoli specie, innescando migrazioni di massa, creando nuove stressanti prossimita’ tra organismi precedentemente distanti e favorendo nuove trasmissioni di agenti patogeni tra di essi.
Questa dinamica ha gia’ provocato una serie di epidemie virali, ciascuna delle quali passata dai pipistrelli all’uomo attraverso un «ospite amplificatore»: l’Hiv attraverso gli scimpanze’, il virus Nipah attraverso i maiali, la Sars attraverso gli zibetti, la Mers attraverso i cammelli e ora il Covid-19, forse trasmesso attraverso i pangolini.
Ne arriveranno altre.
Queste epidemie sono i sottoprodotti non accidentali di un ordine sociale che mette la natura alla merce’ del capitale.
Incentivati ad appropriarsi della ricchezza biofisica nel modo piu’ rapido ed economico possibile, senza alcun obbligo di riparazione o reintegrazione, i capitalisti ammassano profitti decimando le foreste pluviali e bombardando l’atmosfera con i gas serra.
Orientati verso l’accumulazione in ogni epoca, con il neoliberismo questi operatori hanno visto il proprio potere aumentare enormemente e hanno scatenato una cascata crescente di piaghe letali.

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Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

E’ ben noto a molti che le societa’ capitaliste istituzionalizzano una specifica dimensione economica, caratterizzata da una particolare astrazione nota come «valore», in cui le merci sono prodotte da lavoratori salariati sfruttati attraverso mezzi di produzione in mano ai privati e vendute dagli imprenditori a un prezzo stabilito dai mercati, il tutto con l’obiettivo di generare profitti e accumulare capitale.
Quello che spesso viene trascurato, tuttavia, e’ che questa dimensione dipende in modo costitutivo, si potrebbe dire parassitario, da una serie di attivita’ sociali, strumenti politici e processi naturali che nelle societa’ capitaliste sono definiti non-economici.
A tali elementi, considerati al di fuori dei loro confini, non viene riconosciuto alcun «valore», sebbene costituiscano i presupposti indispensabili dell’economia […]
Ne’ il profitto ne’ il capitale sarebbero possibili senza quei processi naturali che assicurano la disponibilita’ di input vitali come le materie prime e le fonti di energia.
Condizioni essenziali di un’economia capitalista, queste istanze «non-economiche» non sono esterne al capitalismo, ma sue parti integranti […]
L’economia del sistema e’ costitutivamente dipendente dalla natura, sia come rubinetto che fornisce input necessari alla produzione sia come scarico per lo smaltimento dei suoi scarti.

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Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

La produzione capitalista non e’ autosufficiente.
La sua esistenza dipende da un libero utilizzo della riproduzione sociale, della natura, del potere politico e dell’espropriazione.
Allo stesso tempo, il suo tendere a un’accumulazione illimitata minaccia di destabilizzare le sue stesse condizioni di possibilita’.
Nel caso delle sue condizioni ecologiche, cio’ che e’ a rischio sono i processi naturali che sostengono la vita, fornendo gli input materiali per l’approvvigionamento sociale.
Nel caso delle sue condizioni socio-riproduttive, a essere messi in pericolo sono i processi socioculturali che, nutrendo le relazioni solidali, le disposizioni affettive e gli orizzonti valoriali, sostengono la cooperazione sociale e producono degli esseri umani adeguatamente socializzati e qualificati per diventare «forza lavoro».
Nel caso delle sue condizioni politiche, a essere compromessi sono i poteri pubblici, sia nazionali che transnazionali, che garantiscono i diritti di proprieta’, fanno onorare i contratti, dirimono le controversie, soffocano le ribellioni anticapitalistiche e mantengono l’offerta monetaria.
Nel caso della dipendenza del capitale dalla ricchezza espropriata, messi a rischio sono l’universalismo professato dal sistema – e quindi la sua stessa legittimita’ – e la capacita’ delle classi dominanti di governare egemonicamente attraverso un mix di consenso e di forza.
In ciascuno di questi casi, il sistema ha una tendenza intrinseca all’auto-destabilizzazione.
Non riuscendo a reintegrare o a riparare le proprie sedi nascoste, il capitale continua a divorare gli stessi supporti da cui dipende. Come un serpente che si mangia la coda, cannibalizza le proprie condizioni di possibilita’.

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Populismo/Fraser

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In molti paesi le popolazioni hanno abbandonato i partiti centristi al potere, promotori della finanziarizzazione, per delle nuove formazioni populiste che sostenevano di opporvisi.
Allo stesso tempo i populisti di destra hanno corteggiato con successo gli elettori dell’etnia maggioritaria appartenenti alla classe lavoratrice promettendo di «liberare» i loro paesi dal capitale globale, dagli immigrati «invasori» e dalle minoranze razziali o religiose.
Le loro controparti di sinistra, sebbene abbiano avuto meno successo sul piano elettorale (tranne che in America Latina e nell’Europa meridionale), hanno guadagnato consensi nella societa’ civile, militando per «il 99%» o per le «famiglie lavoratrici», definite in modo inclusivo, e contro un sistema «truccato» per favorire la «classe dei miliardari».
Certo, queste formazioni politiche differiscono notevolmente l’una dall’altra e le loro rispettive fortune hanno avuto alti e bassi nel corso degli anni. Ma nel complesso, la loro comparsa ha segnato un importante cambiamento del vento politico.
Avendo squarciato il velo del senso comune neoliberista e smontato la narrazione romantica del mercato, l’ondata populista ha incoraggiato molti a pensare fuori dagli schemi.

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Capitalismo/Fraser

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L’abolizione dei controlli sui capitali e la creazione dell’euro hanno privato quasi tutti gli Stati del controllo sulle proprie valute, mettendoli alla merce’ dei mercati obbligazionari e delle agenzie di rating e disattivando uno strumento fondamentale di gestione della crisi.
Gli Stati del centro sono stati spinti in una posizione da tempo familiare a quelli della periferia: l’assoggettamento a forze economiche globali che non avevano alcuna speranza di controllare.
Una risposta e’ stata il passaggio, definito in modo memorabile da Colin Crouch, dal keynesismo pubblico a quello privatizzato.
Mentre il primo aveva utilizzato politiche fiscali e di spesa per stimolare la domanda dei consumatori, il secondo ha incoraggiato l’indebitamento dei consumatori per promuoverne il mantenimento di alti livelli di spesa in condizioni altrimenti sfavorevoli di calo dei salari reali, aumento della precarieta’ e diminuzione delle entrate fiscali delle imprese.
Questo cambiamento, che con la «cartolarizzazione» ha raggiunto vette da capogiro, ha innescato la crisi dei subprime, portandoci, tra il 2007 e il 2008, vicino al tracollo della finanza globale.
L’esito di tale disastro non avrebbe potuto essere piu’ perverso.
Lungi dall’indurre una profonda ristrutturazione del nesso tra economia e politica, la risposta dei poteri forti ha consolidato la presa dei creditori privati sull’autorita’ pubblica.
Dopo aver orchestrato le crisi del debito sovrano, le banche centrali e le istituzioni finanziarie globali hanno costretto gli Stati sotto attacco dei mercati obbligazionari a istituire l’«austerita’», vale a dire a servire su un piatto d’argento i propri cittadini a prestatori internazionali pronti a cannibalizzarli.

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Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

L’espropriazione e’ un’accumulazione con altri mezzi, diversi cioe’ dallo sfruttamento.
Facendo a meno della relazione contrattuale attraverso cui il capitale acquista «forza lavoro» in cambio di un salario, l’espropriazione agisce confiscando capacita’ umane e risorse naturali per poi trasferirle con la forza nei circuiti di espansione del capitale.
La confisca puo’ essere manifesta e violenta, come nel caso della schiavitu’ del Nuovo Mondo, oppure puo’ essere mascherata dal mantello del commercio, come nel caso dei prestiti predatori e dei pignoramenti per debiti dell’epoca attuale.
I soggetti espropriati possono essere comunita’ rurali o indigene della periferia o membri di gruppi assoggettati o subordinati nelle aree centrali del capitalismo.
Una volta espropriati, questi individui possono diventare dei proletari sfruttati, se sono fortunati, oppure finire tra i poveri, tra gli abitanti delle baraccopoli, tra i mezzadri, tra i «nativi» o tra gli schiavi, soggetti a un’espropriazione continuativa al di fuori del contratto salariale.
I beni confiscati possono essere lavoro, terra, animali, strumenti, giacimenti minerari o energetici, ma anche esseri umani, le loro capacita’ sessuali e riproduttive, i loro figli e gli organi del loro corpo.
L’essenziale e’ che gli elementi requisiti vengano incorporati nel processo di espansione del valore che definisce il capitale. Il semplice furto non e’ sufficiente.
A differenza del tipo di saccheggio che ha preceduto di molto l’ascesa del capitalismo, l’espropriazione, cosi’ come la intendo qui, e’ una confisca con trasferimento forzato nell’accumulazione.

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Capitalismo/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo: Una conversazione con Rahel Jaeggi – Meltemi (2019)

Tre modelli di argomentazione o strategie di critica: una critica funzionalista, una critica morale e una critica etica.
La strategia funzionalista sostiene che il capitalismo e’ intrinsecamente disfunzionale e incline alla crisi; la modalita’ orientata alla morale o alla giustizia afferma che il capitalismo e’ moralmente sbagliato, ingiusto o basato sullo sfruttamento; infine, la critica etica sostiene che una vita modellata dal capitalismo sia una vita malvagia, impoverita, priva di senso o alienata […]
Alcune persone direbbero che la funzione di un sistema economico e’ soddisfare i bisogni umani; altri che punta fondamentalmente a generare crescita; e altri ancora che la sua spinta piu’ profonda e’ sviluppare le forze di produzione […]
Seconda modalita’ di critica, che muove direttamente dal punto di vista della moralita’ o della giustizia: il capitalismo e’ problematico perche’ produce risultati moralmente indifendibili […] Il capitalismo distrugge le vite delle persone o rovina i loro mezzi di sussistenza in un modo che, da un punto di vista morale, e’ sbagliato. Si puo’ anche dire che il capitalismo e’ basato sullo sfruttamento: esso trattiene dalle persone i frutti del loro lavoro in modo iniquo o ingiusto, e le rende sottomesse a un sistema che, in un modo o in un altro, sottrae loro cio’ che e’ loro dovuto.
In breve, il capitalismo e’ sbagliato o perche’ si basa su una struttura sociale ingiusta o perche’ produce una struttura con ogni sorta di conseguenze moralmente inaccettabili […]
[La] critica “etica” del capitalismo, che vorrei distinguere da quella morale […] si riferisce ai drammatici cambiamenti che il capitalismo ha apportato rispetto al nostro stile di vita […] La vita sotto il capitalismo e’ “cattiva” o alienata. E’ impoverita e priva di significato; il capitalismo distrugge le componenti essenziali della vita “buona”.
Tali critiche riguardano il modo in cui il capitalismo cambia le nostre vite di tutti i giorni e il valore che le cose hanno per noi, insieme al modo in cui ci relazioniamo a esse, al mondo e persino a noi stessi

Info:
https://kriticaeconomica.com/letture-kritiche/finalmente-siamo-tornati-a-parlare-di-capitalismo-nancy-fraser/
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazio-jaeggi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
https://www.meltemieditore.it/wp-content/uploads/fazi-manifesto-capitalismo-fraser.pdf
http://www.linterferenza.info/contributi/nancy-fraser-capitalismo-conversazione-rahel-jaeggi/
https://jacobinitalia.it/il-capitalismo-si-infiltra-nelle-nostre-vite-quotidiane/

Europa/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

[L’]Unione europea, un tempo considerata l’emblema della «democrazia post-nazionale», si e’ affrettata a eseguire gli ordini dei banchieri e degli investitori, perdendo la sua pretesa di legittimita’ democratica agli occhi di molti.
In generale, il capitalismo finanziarizzato e’ l’era della «governance senza governo», cioe’ di un dominio senza la foglia di fico del consenso.
In questo regime, a fare la parte del leone nelle regole coercitive che oggi governano vasti settori dell’interazione sociale in tutto il mondo non sono gli Stati ma strutture di governance transnazionali come l’Unione europea, l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il Nafta e il Trips.
Non dovendo rendere conto a nessuno e agendo prevalentemente nell’interesse del capitale, questi organismi stanno «costituzionalizzando» le nozioni neoliberiste di «libero commercio» e «proprieta’ intellettuale», inserendole a forza nel regime globale e impedendo a priori una legislazione democratica in materia di lavoro e di ambiente

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Green New Deal/Fraser

Nancy Fraser – Capitalismo cannibale. Come il sistema sta divorando la democrazia, il nostro senso di comunita’ e il pianeta – Laterza (2023)

Per definizione, le societa’ capitaliste demandano al capitale, o meglio a coloro che si dedicano alla sua accumulazione, il compito di organizzare la produzione.
Questo sistema autorizza la classe dei capitalisti a estrarre materie prime, a generare energia, a determinare l’uso del suolo, a progettare sistemi alimentari, a esplorare la biodiversita’ in cerca di nuovi medicinali e a smaltire i rifiuti, di fatto concedendo loro la parte del leone nel controllo su aria e acqua, suolo e minerali, flora e fauna, foreste e oceani, atmosfera e clima, vale a dire su tutte le condizioni di base della vita sulla Terra.
Le societa’ capitaliste conferiscono cosi’ il potere di gestire le nostre relazioni con la natura a una classe fortemente motivata a distruggerla.
Certo, a volte i governi intervengono a posteriori per mitigare i danni, ma in modo reattivo e senza mettere in questione le prerogative dei proprietari.
Sempre un passo indietro rispetto a chi emette gas serra, le norme ambientali vengono facilmente aggirate dagli espedienti messi in atto dalle aziende.
Lasciando intatte le condizioni strutturali che autorizzano le imprese private a organizzare la produzione, queste regolamentazioni non alterano il fatto fondamentale: il sistema conferisce ai capitalisti il movente, i mezzi e l’opportunita’ per sbranare il pianeta.
Sono loro, e non gli esseri umani in generale, ad averci regalato il riscaldamento globale. E non per caso o per semplice avidita’. Piuttosto, la dinamica che ha diretto le loro azioni e che ha portato a questo risultato e’ insita nella struttura stessa della societa’ capitalista.
Da qualunque punto di vista si osservi la questione, la conclusione a cui si arriva e’ sempre la stessa: le societa’ organizzate in modo capitalistico hanno nel proprio Dna una contraddizione ecologica che le predispone a scatenare «catastrofi naturali».
Tali disastri, nient’affatto accidentali, si verificano periodicamente nel corso della loro storia. Pertanto, queste societa’ presentano una tendenza intrinseca alla crisi ecologica.

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