Quanto alla pretesa secondo cui la rivoluzione dell’informazione avrebbe innalzato il livello dell’intelligenza pubblica, non e’ un mistero per nessuno che, oggi, sugli affari pubblici si sa molto meno di una volta […]
Invece di dare la colpa di questa spaventosa ignoranza alla scuola, come si fa di solito, forse dovremmo cercare altrove una spiegazione piu’ convincente, tenendo presente che la gente acquisisce conoscenze tanto piu’ prontamente quanto piu’ ne puo’ fare buon uso.
Visto che il pubblico non partecipa piu’ a dibattiti sui problemi nazionali, non ha alcuna ragione d’informarsi sugli aspetti della cultura civica.
E’ la decadenza del dibattito pubblico, non il sistema scolastico (per quanto male esso funzioni) che fa si che la gente sia male informata, nonostante le meraviglie dell’era dell’informazione. Quando il dibattito diventa un’arte perduta, l’informazione, per quanto rapidamente acquisibile, non fa impressione a nessuno.
La democrazia ha bisogno di un vigoroso dibattito pubblico, non di informazione.
Naturalmente anche l’informazione serve, ma soltanto quel tipo d’informazione che si origina dal dibattito.
Noi non sappiamo cosa dobbiamo sapere finche’ non facciamo le domande giuste, e possiamo individuare le domande giuste soltanto sottoponendo le nostre idee sul mondo all’esame del dibattito pubblico.
L’informazione, che di solito si considera la precondizione del dibattito, in realta’ e’ un suo prodotto.
Quando ci infervoriamo in una discussione che focalizza tutta la nostra attenzione, ci scopriamo avidi ricercatori della relativa informazione. Altrimenti ci limitiamo ad assorbire informazione passivamente, se mai lo facciamo.
Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/gli-stati-uniti-e-la-ribellione-delle-elite/
https://www.archiviostorico.info/libri-e-riviste/8661-la-rivolta-delle-elite
https://www.pensalibero.it/la-rivolta-delle-elite-tradimento-della-democrazia-christopher-lasch/
