Geoeconomia/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollato Boringhieri (2013)

Alcuni osservatori critici, tra cui geo-strateghi e analisti finanziari appartenenti a diverse scuole di pensiero, sostengono che il nuovo ciclo economico a cui si e’ dato il nome di green economy debba necessariamente passare attraverso una lunga e poderosa trasformazione del modello capitalistico a cui siamo stati abituati finora, realizzato sulla centralita’ dell’asse anglo-americano.
Il futuro sara’ policentrico, con molti fulcri, alcuni dei quali in Asia, Australia e Sud-America.
Cosi’, per la finanza, il passaggio sara’ complicato, ma non illogico. Paradossale, ma non incomprensibile.

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Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo – Bollati Boringhieri (2013)

In quest’ultimo ventennio abbiamo assistito alla diffusione di villaggi vacanze su tutto il globo.
La rete dei paesi dei balocchi si e’ estesa a tal punto da diventare un asset economico importante per imprese e amministrazioni del territorio, stimolando anche business affini.
Cosi’ ad esempio, il 14 marzo del 2012 il grande villaggio EuroDisney di Parigi ha festeggiato i suoi primi 20 anni di vita. Un successo commerciale senza precedenti, con 250 milioni di visitatori.
«Con questi numeri, tanto per avere un’idea, EuroDisney non e’ solo la meta turistica piu’ visitata di Francia (battuto il Museo del Louvre e doppiata la Tour Eiffel) ma anche d’Europa»

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Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo – Bollati Boringhieri (2013)

[E’] assodato che queste istituzioni [umanitarie] hanno in molti casi risorse economiche gigantesche, che pesano insieme quanto il Pil di alcune nazioni progredite.
E perche’ non si controllano?
Perche’ non si verifica quanto delle risorse raccolte venga effettivamente impiegato per lo scopo che si prefiggono? Viviamo in una civilta’ che numera e misura ogni cosa, le banche e il fisco fanno le pulci ai piccoli imprenditori come se fossero strani animali, ma nulla si dice e si chiede alle luccicanti Ong.

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Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Centri commerciali grandi come paesi, multisala cinematografici per emozionanti visioni tridimensionali, sale bingo dotate di ogni comfort dove giocare e scommettere.
Le cittadelle dello svago e del divertimento, la nuova agora’ del passatempo consumistico, sono la nuova frontiera degli investimenti: un crocevia dove si intrecciano i capitalisti del mattone e quelli dei servizi avanzati. […]
I villaggi turistici sono diventati le chiese laiche del divertimento, aperte ai credenti di ogni razza, fede ed eta’.
Il modello e’ stato copiato e duplicato, tanto che oggi, oltre alle societa’ che gestiscono le reti dei villaggi, esiste anche la florida realta’ delle crociere, una forma mobile del centro turistico, una variante del villaggio, che da stanziale diventa itinerante, un paese della cuccagna in navigazione. Le fortezze recintate per le vacanze spensierate si isolano dal mondo reale, dando maggiore forza all’idea di «utopia concreta e realistica» che realizzano.

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Finanziarizazione/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Il rapporto tra democrazia e libero mercato e’ incrinato.
Ha cominciato a mostrare delle crepe da quando sui listini azionari e sulle piazze finanziarie ha cominciato a riversarsi lo strapotere dei fondi speculativi, dotati di una liquidita’ esorbitante e di un effetto leva con cui possono movimentare ingenti risorse impiegandone solo una minima parte.
Gli stati e le comunita’ sono del tutto indifese e appaiono come barchette nel porto, che s’impaludano nella secca a causa del ritiro dei capitali o che si innalzano tra le onde appena questi rientrano.

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Stato/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Le cariche di potere non vengono assegnate su base popolare: non c’e’ alcuna elezione democratica che stabilisca chi debba presiedere l’Onu, la Banca Centrale Europea, il Fondo Monetario Internazionale, la Nato, il Wto: tutte queste istituzioni – come del resto molte altre – cooptano al loro interno i funzionari, i dirigenti o i ricercatori, sulla base di qualita’ professionali, ma soprattutto di fedelta’ alla visione del modello emergente.
Il criterio di selezione e di adozione dei nuovi conti e baroni e’ la loro presunta capacita’ «tecnica»; il vero merito e’ di essere funzionali al sistema.

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Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo – Bollati Boringhieri (2013)

A questo siamo arrivati? Alla spettacolarizzazione dell’aiuto, alla globalizzazione della solidarieta’, per incitare governi e privati a donazioni generose.
Ci siamo mai chiesti quante e quali sono queste associazioni della carita’ universale?
Le industrie della solidarieta’ e affini – ci informano dall’Onu, dove molte si registrano – sono poco meno di 4000.
Ma il vero numero e’ molto più alto, se si pensa che solo negli Stati Uniti le organizzazioni umanitarie sono oltre 10000.
Tutte queste realta’ si reggono e si mantengono grazie al circuito dei contributi volontari e non sono tenute per legge alla comunicazione dei bilanci.

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Lavoro/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo – Bollati Boringhieri (2013)

Una semplice considerazione: la politica dei centri commerciali e delle  societa’ che abbassano i prezzi conducono parallelamente a una riduzione delle paghe dei loro lavoratori. Il modello del low cost soddisfa i portafogli delle classi meno agiate, ma contestualmente e’ funzionale a creare queste fasce di popolazione di basso, se non bassissimo, reddito […]
La compressione dei prezzi e dei costi ha ricadute sociali enormi e alla fine impoverisce individui, famiglie e comunita’. Lo stile di vita di intere generazioni slitta dalla decenza alla mera sopravvivenza, con un potere d’acquisto che viene eroso giorno dopo giorno: questa e’ l’insidia che nasconde la «walmartizzazione» dell’economia.
All’orizzonte si profila la nascita di una nuova servitu’ della gleba, moderna, che cresce all’ombra dei grattacieli e delle corporation.

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Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Per certi aspetti gli enti no-profit entrano a gamba tesa sul mercato nei confronti della concorrenza commerciale a tutti gli effetti, che non ha armi per affrontare la competizione di operatori avvantaggiati da facilitazioni e dall’ampio ricorso al volontariato.
Il terzo settore viene in soccorso della popolazione e aiuta a soddisfare i bisogni della gente, ma al contempo riduce gli spazi del mercato e dell’azione politica.
Alcuni sociologi  definiscono questa situazione una «distorsione», ma appaiono inascoltati perché le associazioni di volontariato del no-profit suggeriscono all’opinione pubblica che si occupano del bene della gente (come se una societa’ commerciale onesta non lo facesse).
E se un industriale o un finanziere d’assalto volesse ridurre al silenzio i suoi concorrenti? Potrebbe farlo finanziando associazioni che si intromettano nel sociale con enti di facciata e organizzazioni di volontariato?

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Capitalismo/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo – Bollati Boringhieri (2013)

Il carattere di servizio pubblico e’ indiscutibile e vantaggioso per tutti i sistemi che hanno deciso di adottarlo, soprattutto in un periodo di crisi. Ma e’ altrettanto vero che i varchi lasciati aperti dalla ritirata dello stato sono spazi appetibili per gruppi di varia natura che potrebbero rispondere a interessi reconditi e a finalita’ subdole.
Il rischio che la vita dei cittadini debba dipendere dalla predisposizione caritatevole di associazioni inficiate da potenziali conflitti di interesse e’ enorme.
E qui sta ora il punto della questione.
Un gruppo di persone scaltre e competenti – con ampia conoscenza delle leggi e del mercato – puo’ riuscire ad impiegare proficuamente buona parte di cio’ che percepisce dall’attivita’ no-profit.
Come? Destinando i fondi raccolti attraverso il servizio erogato al pubblico in attivita’ bancarie a breve, come ad esempio certificati di deposito o pronti contro termine, oppure investendo la liquidita’ di cassa in titoli obbligazionari, facendo maturare degli interessi, che a loro volta accrescono il flusso di denari.

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