Europa/Scheidler

La fine della megamacchina. Sulle tracce di una civiltà al collasso – Scheidler Fabian – Castelvecchi (2024)


A meta’ degli anni Settanta si erano accumulate nei principali centri finanziari enormi quantita’ di capitale monetario, anche provenienti dagli Stati petroliferi, per i quali c’erano sempre meno opportunita’ di investimento redditizio a fronte della recessione globale.
Una strategia per investire questo capitale in modo sicuro e redditizio fu quella di offrire prestiti ai Paesi del Sud globale per il loro “sviluppo”.
Banchieri, economisti e consulenti politici occidentali sono accorsi in tutto il mondo per vendere ai governi delle ex colonie grandi progetti infrastrutturali finanziati con prestiti provenienti dal Nord e realizzati da aziende del Nord.
Di conseguenza, i Paesi del Sud globale si indebitarono enormemente per raggiungere uno “sviluppo” che, nella maggior parte dei casi, si rivelo’ essere una chimera.
Dal 1970 al 2000 il debito dei sessanta Paesi piu’ poveri e’ passato da 25 miliardi a 523 miliardi di dollari.
Molti dei debitori erano dittature sostenute o che erano state portate al potere dall’Occidente (Indonesia, Filippine, Brasile, Uganda, Congo o Haiti), che non dovevano praticamente rendere conto dell’uso del denaro, facendone sparire gran parte in conti svizzeri […]
Attraverso il flusso continuo di interessi che va dal Sud al Nord, i Paesi piu’ poveri del pianeta hanno sovvenzionato l’accumulazione di capitale, soprattutto nei centri finanziari di New York e Londra.
L’indebitamento del Sud del mondo, tuttavia, non costituiva – e ancora oggi lo e’ – solo un buon affare, ma e’ anche un mezzo di controllo politico: chi si indebita diventa ricattabile.
Gli “sporchi” interventi militari o paramilitari hanno potuto cosi’ essere sostituiti dalla “pulita” coercizione dell’economia.

Info:
https://www.goethe.de/ins/it/it/sta/rom/ver.cfm?event_id=26236804
https://www.rivoluzioneanarchica.it/fine-della-megamacchina-un-libro-di-fabian-scheidler/

https://www.officinadeisaperi.it/agora/il-senso-delle-parole/cosi-la-megamacchina-neoliberista-sta-distruggendo-il-nostro-mondo-da-il-fatto/
https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/fatto-for-future-del-26-marzo-2024/

Capitalismo/Stiglitz

La strada per la libertà. L’economia e la societa’ giusta – Joseph E. Stiglitz – Einaudi (2024)


La vita per un Paese sovraindebitato non e’ piacevole.
I creditori fanno tutto quel che e’ in loro potere per strappare il massimo possibile di quanto loro dovuto, prestando poca, per non dire nulla, attenzione alle conseguenze per i cittadini.
Cio’ e’ vero anche se i creditori hanno avuto un ruolo attivo nel creare la crisi del debito, offrendo credito a condizioni allettanti, e possibilmente anche corrompendo funzionari governativi o manager privati perche’ contraessero i prestiti.
Nella societa’ moderna, quando una persona o un’azienda ha preso in prestito una somma eccessiva, che equivale al caso in cui le banche e altri creditori hanno prestato troppo, viene avviata una procedura fallimentare ufficiale. Il debito viene ristrutturato in modo che le persone possano continuare la loro vita e le aziende ricominciare da capo per crescere di nuovo e creare posti di lavoro, se hanno le capacita’ e la competenza per farlo.
Mentre i creditori sottolineano la sconsideratezza di coloro che hanno stipulato prestiti eccessivi, il vero errore e’ dei primi. Si suppone che siano esperti di gestione del rischio, che sappiano in quale misura un individuo, un’azienda o un Paese possa indebitarsi senza finire nei guai. Si presume che ne sappiano molto di piu’ della microeconomia sottostante e della macroeconomia prevalente rispetto a una persona comune o a un Paese povero in via di sviluppo.
I prestiti sono volontari. Se un prestito non andava fatto, la colpa ricade in misura pari, o maggiore, sul prestatore piu’ che sul contraente […]
In Occidente i banchieri raccontano la storia dei debitori sconsiderati, o di un’Argentina inadempiente seriale. Ma svicolano dalla domanda ovvia: se le cose erano cosi’ lampanti, perche’ prestare cosi’ tanto, come hanno fatto in Argentina dopo l’elezione di Mauricio Macri a presidente del Paese nel 2015?
La risposta ovvia e’ che la loro avidita’ ha superato la valutazione del rischio. Alle banche facevano gola gli elevati tassi d’interesse, senza pensare troppo al fatto che non solo segnalavano la presenza di un rischio elevato, ma ne erano anche una causa, dato che il Paese avrebbe faticato a rispettare condizioni cosi’ onerose.

Info:
https://sbilanciamoci.info/stiglitz-il-neoliberalismo-e-un-fallimento/
https://ilpontedem.it/2024/06/22/joseph-e-stiglitz-la-strada-per-la-liberta-economia-e-buona-societa/

https://www.milanofinanza.it/news/la-lezione-del-nobel-joseph-e-stiglitz-un-capitalismo-progressivo-per-una-societa-giusta-202309152206147720
https://www.open.online/2024/11/22/il-premio-nobel-stiglitz-per-litalia-conseguenze-pessime-dalla-firma-del-patto-di-stabilita/

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2024/11/22/il-nobel-per-leconomia-stiglitz-la-ue-e-tornata-allausterita-con-donald-paghera-due-volte/7776961/

Geoeconomia/Stiglitz

Joseph Stiglitz – Un’economia per l’uomo – Castelvecchi (2016)

Per quanto riguarda invece i diritti economici, diciamo che questa crisi economica globale ha sicuramente un bel marchio Made in USA.
Non abbiamo semplicemente esportato la politica di deregolamentazione che ha reso possibile la diffusione della crisi nel mondo, abbiamo anche esportato molti dei nostri prestiti tossici.
Definire un prestito “tossico” suggerisce che sia ad alto rischio, ma quei prestiti erano estremamente piu’ pericolosi, erano un deliberato sfruttamento da parte del settore bancario e della comunita’ finanziaria degli americani piu’ poveri, gli afroamericani.
Negli ultimi anni si e’ discusso molto della scoperta che ci siano soldi in fondo alla piramide; cio’ che la comunita’ finanziaria americana ha cercato di fare e’ non far rimanere quei soldi in fondo alla piramide, ma farli arrivare alla sommita’ e dobbiamo dire che sono stati piuttosto bravi a muovere i soldi dal basso verso l’alto. Se guardate i gravi danni che sono stati arrecati al ceto medio e agli stipendi piu’ bassi nelle comunita’ americane di Baltimora e Cleveland capirete la dimensione morale di cio’ che il mercato finanziario americano ha fatto. Non e’ stata soltanto la rovina dell’economia americana e non ha soltanto rovinato l’economia globale: quei prestiti subprime in se’ erano immorali ad ogni livello.
Poi pero’ li abbiamo esportati, abbiamo persuaso altri ad accettarli, per questo credo che la parola “tossici” sia ancora troppo lieve per descriverli; l’amministrazione ora li chiama “eredita’ patrimoniali”. Hanno subito un’evoluzione in termini di descrizione: prima erano tossici, poi sono diventati titoli problematici, ed ora eredita’ patrimoniali, e credo che nessuno di questi appellativi faccia giustizia all’obbrobrio che in realta’ hanno rappresentato.

Info:
https://www.avantionline.it/joseph-stiglitz-leconomia-e-un-mezzo-verso-un-fine-non-un-fine-in-se/