Economia di mercato/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Il sistema dell’economia sociale di mercato contiene indicazioni molto utili per chi cerca alternative progressive al capitalismo globale.
Esso presenta le seguenti caratteristiche:
• opera in uno scenario di pace e di stabilita’ crescenti sia al suo interno sia nei suoi rapporti con l’estero, non cerca l’espansione e il dominio politico, esclude l’uso della forza militare come ausilio dell’accumulazione di capitale e riduce al minimo le spese per gli armamenti;
• non viene governato dal connubio tra Stato e capitale, ma da autorita’ pubbliche indipendenti;
• si concentra sullo sviluppo delle forze produttive e del benessere collettivo;
• governa i mercati e ne pianifica la direzione di sviluppo ponendo particolare cura nel deprimere la finanza privata, controllare i movimenti di capitale e la formazione di liquidita’, e mettere stabilmente la finanza al servizio dell’economia reale

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Economia di mercato/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

La storica decisione di Richard Nixon di porre fine al gold standard, cioe’ alla convertibilita’ del dollaro in oro, ha svincolato la circolazione monetaria globale dalla barriera costituita dalla fissita’ dell’offerta totale del prezioso metallo.
Viviamo da allora nell’epoca del fiat money, il denaro virtuale, le cui potenzialita’ complete non sono ancora del tutto note.
Le piu’ recenti tecnologie hanno molto accelerato il processo di dematerializzazione del capitale e la conquista della supremazia da parte del capitale finanziario […]
Valori immensi possono essere spostati da un luogo all’altro del mondo e da un settore all’altro dell’economia in pochi secondi […]
Tra le fonti cruciali dello strapotere finanziario occorre includere, allora, la sua immaterialita’ e la sua potenziale illimitatezza, intesa come mancanza di limiti e assenza di vincoli.
Perche’ investire il proprio denaro in strumenti di produzione costosi e complessi, in manodopera difficile da trovare e da gestire, e in mercati che danno profitti solo a medio-lungo termine, quando ci si puo’ immergere nelle alchimie dell’investimento finanziario senza muoversi dalla stanza del proprio money manager e dallo schermo di un computer? E ottenendo profitti immediati e piu’ alti, fino al 20-25 per cento della cifra investita?

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Stato/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

I fattori che stanno alla base del miracolo economico dell’Asia orientale formano un modello cui sono stati dati vari nomi, il più diffuso tra i quali e’ quello di «developmental state». Questo modello e’ stato creato nel Giappone del dopoguerra ed e’ stato poi seguito nei decenni successivi, con diverse varianti ma senza modifiche sostanziali, dagli altri paesi della regione fino all’entrata in scena della Cina negli anni Novanta.
Il modello si fonda sulla centralita’ dello Stato come regista a tutto campo dello sviluppo, come attore di prima grandezza dell’economia e come responsabile del mutevole negoziato tra le forze della produzione e le varie componenti sociali.
Il developmental state ha un centro propulsore nei ministeri economici del governo centrale e in alcune agenzie specializzate dello sviluppo settoriale – come il celebre Miti giapponese – rette da una tecnocrazia indipendente e altamente qualificata che elabora i piani di crescita e ne controlla l’esecuzione. […]
Il developmental state non e’ uno Stato keynesiano che interviene a colmare le deficienze intrinseche dei mercati dal lato della creazione di domanda e del potere d’acquisto, ma un’istituzione che guida direttamente i mercati e si sostituisce a essi nell’offerta di lavoro, beni e capitali.
Non deve sfuggire l’anomalia di questa situazione rispetto alle condizioni operative del capitalismo occidentale, dove il rialzo delle retribuzioni e dei redditi finisce – come nell’eta’ d’oro del keynesismo – col deprimere i profitti, interrompere il ciclo di crescita e scatenare una controffensiva che ripristina la subordinazione della manodopera e la disuguaglianza sociale preesistente.

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Geoeconomia/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

In sintesi, l’Asia orientale e’ diventata negli ultimi decenni un’area di relazioni pacifiche e di interazione economica paragonabili per intensita’ e diffusione a quelle vigenti nell’Europa occidentale.
Ma il peso relativo di ciascuna di queste due zone di pace nel bilancio globale e’ ormai alquanto differente: il Pil dell’Asia orientale e’ oltre il doppio di quello dell’eurozona, 24 trilioni di dollari contro 11,6 nel 2017. E la sua popolazione di 2,3 miliardi di persone supera di quasi sette volte quella europea.
Una delle prove piu’ solide di quanto stiamo affermando consiste nell’andamento decrescente delle spese militari dei paesi della regione lungo l’arco temporale della piu’ intensa crescita del Pil cinese. Se la Repubblica popolare fosse stata percepita come un pericolo da cui guardarsi, di certo i paesi limitrofi non avrebbero quasi dimezzato le spese per la difesa dal 1990 al 2015, passate dal 3,35 all’1,84 per cento del loro Pil.

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Europa/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Un elemento importante del disagio della societa’ europea risiede nella formula di governo dell’Unione.
Delle sue tre principali istituzioni, solo il Parlamento viene eletto dai cittadini.
Commissione e Consiglio europeo sono espressione dei governi degli Stati membri, o meglio, dei circoli di potere tecnocratico e finanziario piu’ esclusivi interni a essi.
L’Unione europea finisce percio’ per essere gestita in condizioni di pesante deficit democratico da una congrega collegata ai poteri finanziari continentali, al governo degli Stati Uniti e a Wall Street.
Il suo centro direzionale e’ una superburocrazia scostante, sorda alle istanze sociali di cinquecento milioni di persone e riluttante a sviluppare quei temi del suo mandato suscettibili di disturbare i padroni del vapore.
Al di la’ del fumo europeista, l’Unione che ci ritroviamo e’ quella dei mercati e delle banche, non quella dei suoi cittadini.
L’«Europa sociale» di Jacques Delors e’ rimasta un miraggio, dimenticata anche dai partiti socialisti presenti nel Parlamento europeo.

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Geoeconomia/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Nell’agosto del 1971 il governo americano dichiaro’ la fine della convertibilita’ del dollaro in oro e inauguro’ un’era della politica e dell’economia mondiale destinata a durare fino ai nostri giorni.
La resurrezione del capitalismo finanziario sotto l’egida del dollaro e della potenza americana […] e’ in buona parte dovuta alla fine di Bretton Woods e del gold dollar standard in favore della nascita di un sistema fondato unicamente sul dollaro, il dollar standard attuale.
Essendo fondato sul fiat money prodotto dalla Federal Reserve, imposto al resto del mondo tramite l’acquisto piu’ o meno forzato di buoni del Tesoro Usa, i T-bond, e garantito da null’altro che dalla potenza americana, questo sistema e’ stato chiamato «Us Treasury standard» […]
La fine della convertibilita’ del dollaro in oro concentrava nelle mani di un unico paese la politica monetaria mondiale, e lo rendeva percio’ arbitro del destino economico delle altre realta’.
O meglio, consentiva agli Stati Uniti di confiscare il denaro delle altre nazioni, attraverso il potere di signoraggio sul dollaro e la manipolazione del suo valore.

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Europa/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

La Banca centrale europea, come l’euro, e’ difettosa sin dalla sua nascita, nel 1988, perche’ ha come esclusivo compito la lotta all’inflazione.
Questo mandato e’ stato mantenuto invariato anche quando e’ diventato palese, subito dopo la creazione della Bce, che il problema principale per l’economia europea non era l’inflazione, ma la sindrome stagnazione, disoccupazione e deflazione.
«Le banche centrali […] sono state create nei secoli per svolgere soprattutto una funzione: creare il denaro necessario per coprire i disavanzi del bilancio statale, ripagare i debiti pubblici giunti a scadenza, finanziare la spesa sociale, promuovere l’occupazione.
Alla Bce, caso unico al mondo, tale funzione e’ preclusa.»
Infatti, il trattato istitutivo dell’Unione fa divieto alla Bce di prestare denaro ai governi, ma le consente di prestarne quantita’ illimitate alle banche commerciali, «per cui di fronte alla Bce le banche hanno maggiori diritti degli Stati.
Se questi hanno bisogno di denaro, debbono rivolgersi ai mercati, ossia alle banche, pagando sui titoli che emettono tassi di interesse.»

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Geoeconomia/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Sono gli Stati che consentono ai mercati di funzionare e di crescere, non il contrario.
Perfino il mercato finanziario non regolato per eccellenza, il regno del denaro caldo (cioe’ il mercato dell’euro-dollaro, costituito dai depositi di dollari al difuori degli Stati Uniti e basato a Londra e Parigi), non puo’ essere considerato un esempio che contraddice questa regola.
Nato in apparente contraddizione con il regime di controllo globale dei movimenti di capitale che vigeva negli anni Sessanta (e quindi in contrasto con le due massime potenze finanziarie dell’epoca, gli Usa e la Gran Bretagna), questo mercato non sarebbe potuto nascere senza precise politiche a suo favore da parte di entrambe.
Il mercato dell’eurodollaro fu considerato come un modo per riservare uno spazio al tentativo della Gran Bretagna di ripristinare almeno in parte l’egemonia finanziaria perduta, e come uno strumento per consentire alle multinazionali americane di scavalcare i controlli sul rimpatrio dei loro profitti e di finanziare piu’ agevolmente le loro attivita’ oltreoceano.

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Economia di mercato/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Sono i soggetti che cadono sotto la definizione rassicurante di «investitori istituzionali»: gestori dei fondi pensione e di investimento che tutto sono tranne che tutori delle istituzioni, e dei fondi che gli ignari risparmiatori affidano nelle loro mani.
Gli investitori istituzionali sono diventati negli ultimi decenni una potenza economica di primissima grandezza.
La massa finanziaria da loro gestita in Italia, Francia, Germania e Stati Uniti, nel giro di soli diciassette anni, dal 1990 al 2007, e’ passata da 9,1 a 60 trilioni di dollari, arrivando a includere la meta’ delle societa’ quotate in borsa.
Sono i manovratori degli spread e dei prestiti ai governi nazionali. Sono i «figli di Troika» dell’Fmi, della Commissione europea e della Bce che hanno massacrato la Grecia e l’Irlanda, messo in difficolta’ la Spagna, l’Italia e il Portogallo, degradato il Regno Unito e fatto traballare nel 2010-2012 la stessa Unione europea.
Un’esigua congrega di non oltre mille persone, residenti in cinque capitali occidentali, manipola i mercati finanziari decidendo i corsi delle borse, i tassi di cambio tra valute, i prezzi delle obbligazioni e delle materie prime.

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Finanziarizzazione/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale – Chiarelettere (2018)

L’espansione finanziaria di questi decenni e’ strettamente connessa all’aumento della disuguaglianza e all’abnorme rigonfiamento delle fortune personali.
La ricchezza liquida – originata dai dividendi azionari, dai guadagni di capitale, dalle transazioni e dagli investimenti finanziari – che si e’ accumulata nelle centrali di gestione della liquidita’ globale e’ passata dalla cifra quasi insignificante di 100 miliardi di dollari nel 1990 a 6 trilioni alla fine del 2013.
E non bisogna illudersi sul fatto che la crisi del 2008-2010 abbia dato un colpo devastante al tesoro dei Paperoni mondiali.
Il colpo c’è stato si’ nel 2008, ma e’ durato solo un anno e nel 2013 i patrimoni dei super ricchi erano tornati a superare del
30 per cento i valori del 2007.
Se poi si considerano i beni degli ultra super ricchi, quelli dello 0,5 per cento, il loro recupero e’ stato ancora piu’ cospicuo, poiche’ nel 2014 i loro patrimoni erano dell’85 per cento piu’ consistenti rispetto al 2007.

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