Stato/Dardot

Pierre Dardot, Christian Laval – La nuova ragione del mondo. Critica della razionalità neoliberista. Nuova edizione – Derive Approdi (2019)

I temi e i termini della «buona governance» e della «buona prassi» sono i nuovi mantra dell’azione governativa.
Le organizzazioni internazionali hanno propagato largamente le nuove norme dell’azione pubblica, soprattutto nei paesi sottosviluppati. Ad esempio, la Banca mondiale, nel suo Rapporto sullo sviluppo mondiale del 1997, ha proposto di sostituire l’espressione «Stato minimo» con «Stato efficiente».
Piuttosto che incoraggiare sistematicamente la privatizzazione, si vuole vedere ora nello Stato un «regolatore» dei mercati. Lo Stato deve essere autorevole, deve concentrarsi sull’essenziale, deve essere capace di creare i quadri regolamentari indispensabili all’economia.
Secondo la Banca mondiale, lo Stato efficiente e’ uno Stato centrale forte che si pone come priorita’ un’attivita’ regolatrice che garantisca lo Stato di diritto e agevoli il mercato e il suo funzionamento. L’OCSE non e’ stata da meno, moltiplicando a partire dalla meta’ degli anni Novanta le raccomandazioni di riforma della regolamentazione e di apertura dei servizi pubblici alla concorrenza, attraverso le attivita’ del suo settore consacrato al management pubblico (PUMA). Lo stesso si puo’ dire della Commissione europea con il suo “Libro bianco” sulla governance europea del 2001, anche se vi si confondono il funzionamento delle istituzioni e la promozione del modello imprenditoriale e concorrenziale nei servizi pubblici.
La riforma dell’amministrazione pubblica partecipa della globalizzazione delle forme dell’arte di governare.
Dappertutto, quale che sia la situazione locale, sono auspicati gli stessi metodi e si utilizza un lessico uniforme (competition, process reengineering, benchmarking, best practices, performance indicators).
Tali metodi e categorie sono validi per tutti i problemi e tutte le sfere dell’azione, dalla difesa nazionale alla gestione degli ospedali passando per l’attivita’ giudiziaria.
La riforma «generale» dello Stato secondo i principi del settore privato si presenta come ideologicamente neutra. Esso non mira che all’efficienza o, come dicono gli esperti britannici dell’auditing, al value for money, ovvero all’ottimizzazione delle risorse utilizzate.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-nuova-ragione-del-mondo-di-pierre-dardot-e-christian-laval/
https://ilmanifesto.it/la-trappola-del-capitale-umano
https://www.dianoia.it/public/rcs/rcs_21_34.pdf
https://www.leparoleelecose.it/?p=13014

Europa/Arlacchi

Pino Arlacchi – I padroni della finanza mondiale. Lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono – Chiarelettere (2018)

Un elemento importante del disagio della societa’ europea risiede nella formula di governo dell’Unione.
Delle sue tre principali istituzioni, solo il Parlamento viene eletto dai cittadini.
Commissione e Consiglio europeo sono espressione dei governi degli Stati membri, o meglio, dei circoli di potere tecnocratico e finanziario piu’ esclusivi interni a essi.
L’Unione europea finisce percio’ per essere gestita in condizioni di pesante deficit democratico da una congrega collegata ai poteri finanziari continentali, al governo degli Stati Uniti e a Wall Street.
Il suo centro direzionale e’ una superburocrazia scostante, sorda alle istanze sociali di cinquecento milioni di persone e riluttante a sviluppare quei temi del suo mandato suscettibili di disturbare i padroni del vapore.
Al di la’ del fumo europeista, l’Unione che ci ritroviamo e’ quella dei mercati e delle banche, non quella dei suoi cittadini.
L’«Europa sociale» di Jacques Delors e’ rimasta un miraggio, dimenticata anche dai partiti socialisti presenti nel Parlamento europeo.

Info:
https://www.interris.it/news/esteri/chi-sono-i-padroni-della-finanza-mondiale/
https://www.edizionipolis.it/magazine/2019/03/29/economia-e-finanza-mondiale-arlacchi-il-neoliberalismo-oggi-vive-una-profonda-crisi/

Europa/Boitani

Andrea Boitani – Sette luoghi comuni sull’economia – Laterza (2017)

Se non si vogliono accettare una revisione delle regole europee di finanza pubblica e, con tale revisione, tetti piu’ alti al deficit e un piu’ graduale, ma piu’ sicuro, sentiero di rientro del debito pubblico (soprattutto nei famigerati PIIGS), e se non si ritiene possibile rivedere il Trattato quanto al finanziamento monetario degli investimenti pubblici, rimangono solo tre alternative.
La prima e’ che tutti, Commissione europea, BCE e governi dell’Eurozona non facciano nulla, credendo di aver gia’ fatto tutto col piano Junker, secondo il «principio del Pappataci», enunciato nell’Italiana in Algeri di Rossini: «lascia pur che gli altri facciano: tu qui mangia, bevi e taci».
La seconda, piu’ attivistica e stimolante, e’ che la BCE faccia ricorso alla forma pura dell’helicopter money proposta da Milton Friedman quarant’anni fa, cioe’ si risolva a inviare un assegno a ciascuna famiglia dell’Eurozona, sperando che venga effettivamente speso. Gli effetti saranno meno espansivi di quelli ottenibili con il finanziamento di investimenti pubblici, ma certamente piu’ espansivi di quelli che si potrebbero ottenere riducendo contemporaneamente le tasse e la spesa pubblica. […]
La terza strada consiste nell’accrescere significativamente la spesa per investimenti pubblici almeno in Germania, l’unico paese europeo grande che abbia un ampio spazio fiscale, avendo un debito pubblico relativamente basso (in rapporto al PIL), un enorme surplus di bilancia commerciale e, ora, anche un surplus di bilancio pubblico.
Ai primi di settembre 2016, pure il presidente della BCE Mario Draghi ha sollecitato il governo tedesco in questo senso.
La dimensione della Germania in Europa garantisce che una forte spinta alla sua domanda interna abbia una ricaduta positiva sugli altri paesi dell’Eurozona […].
Un paese, di fatto, leader in Europa, come la Germania, dovrebbe offrire qualche beneficio (economico) della sua leadership a tutti gli altri, per consolidare la sua egemonia con il consenso (cioe’ essere veramente «egemone» e non
«dominante»).
Vista la difficolta’ di convincere i politici tedeschi a mollare l’ormeggio delle regole «stupide» e a spendere in proprio per costruire un’egemonia consensuale, la terza alternativa non appare oggi molto piu’ probabile della seconda e della via maestra di un (vero) grande piano europeo di investimenti pubblici.
Accidenti: una volta che un luogo comune ha senso…

Info:
https://www.anobii.com/books/Sette_luoghi_comuni_sull%27economia/9788858124581/012e4b7607f103e80f
https://www.lavoce.info/archives/tag/i-sette-luoghi-comuni-sulleconomia/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858124581

Europa/Crouch

Colin Crouch – Identita’ perdute Globalizzazione e nazionalismo – Laterza (2019)

A oggi l’unico parlamento transnazionale che il mondo ha sviluppato e’ il Parlamento dell’Unione Europea.
E’ consuetudine ridicolizzare il Parlamento e il resto della democrazia europea per due ragioni principali: queste istituzioni sono deboli e si sono comportate in modo altamente anti-democratico durante l’eurocrisi.
E’ vero che il Parlamento non si e’ radicato tra i cittadini europei, che la partecipazione alle elezioni e’ bassa e in calo, e che la sua autorita’ e’ limitata.
Eppure possiede poteri reali, che sono aumentati nel corso degli anni, e catalizza l’attenzione dell’opinione pubblica sui principali problemi che riguardano l’Europa.
La sua debolezza non e’ tanto in relazione alla Commissione quanto ai governi nazionali, che affrontano la potenziale sfida alla loro stessa legittimita’ democratica cercando di limitarne la portata.
Mettere in ridicolo i risultati del Parlamento europeo e’ un gesto di sensatezza pari a quello di un adulto che ridicolizza gli sforzi di un bambino che comincia a camminare […]
L’Europa e’ anche l’unica regione del mondo a sviluppare la democrazia in un senso piu’ ampio.
La Corte di giustizia e la CEDU consentono ai cittadini europei di fare qualcosa che non e’ possibile praticamente in nessun’altra parte del mondo: procedere contro i loro governi in tribunali sovranazionali.
La Commissione europea mantiene legami con associazioni di imprese, sindacati, autorita’ regionali e altre istituzioni della societa’ civile, contatti spesso superiori a quelli che alcuni di questi gruppi hanno con i loro governi nazionali.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/politica/14268-alessandro-visalli-colin-crouch-identita-perdute-globalizzazione-e-nazionalismo.html
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858134061

Europa/Mounk

Yascha Mounk – Popolo vs. Democrazia. Dalla cittadinanza alla dittatura elettorale – Feltrinelli (2018)

L’“autorità indipendente” piu’ potente al mondo e’ forse la Commissione europea.
Nella maggior parte dei paesi, il potere della burocrazia e’ in qualche modo limitato dalla presenza di un capo di governo forte, da un lato, e dall’energia di un’assemblea legislativa che ha il sostegno concreto dei cittadini comuni, dall’altro. Nell’Unione Europea, invece, le priorita’ politiche generali vengono stabilite nel corso di un vertice dei capi di governo degli stati membri che si incontrano solo poche volte all’anno. Dal canto suo l’assemblea legislativa si forma in una competizione elettorale che vede una scarsa affluenza alle urne e che gli elettori considerano per lo piu’ come un’occasione per protestare contro i governi nazionali, in parte perche’ i poteri del parlamento europeo sono comunque molto ristretti. Di conseguenza la Commissione, un’organizzazione di burocrati di carriera, e’ storicamente il motore della maggior parte delle attivita’ dell’Unione: e’ la Commissione a proporre, stilare e implementare molti degli atti legislativi europei.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/12/yascha-mounk-il-populismo-fa-paura-ma-nel-lungo-periodo-la-democrazia-/38075/