Finanziarizzazione/Harvey

David Harvey – L’enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza – Feltrinelli (2011)

L’efficace politica di compressione dei salari attuata a partire dal 1980 ha permesso ai ricchi di diventare molto piu’ ricchi.
Ci dicono che questo e’ un bene, perche’ i ricchi investiranno in nuove attivita’ imprenditoriali (ma soltanto dopo aver ceduto all’impulso competitivo di indulgere in un consumo vistoso, naturalmente).
Si’, certo, i ricchi investono, ma non sempre direttamente nella produzione; la maggior parte di loro preferisce investire in attivita’ finanziarie.
Per esempio, acquistano azioni e i corsi azionari salgono; percio’, investono nei mercati azionari somme ancora maggiori, indipendentemente dai risultati effettivamente ottenuti dalle societa’ in cui investono […]
La tendenza a investire in attivita’ finanziarie si e’ diffusa a macchia d’olio. Secondo quanto emerso periodicamente dagli anni ottanta in poi, molte grandi imprese industriali realizzavano maggiori guadagni dalle operazioni finanziarie che dalla produzione vera e propria, in particolar modo nel settore dell’auto.
Le grandi case automobilistiche erano ormai gestite da contabili invece che da ingegneri, e le divisioni finanziarie che offrivano prestiti ai consumatori erano diventate altamente redditizie […]
Ma, cosa ancora piu’ importante, grazie alle transazioni interne ai grandi gruppi industriali che producevano parti e componenti per auto in ogni parte del mondo, era possibile manipolare i prezzi e i prospetti contabili, sfruttando le differenze valutarie, in modo da dichiarare utili nei paesi dove le aliquote fiscali erano piu’ basse e sfruttare le fluttuazioni valutarie per realizzare guadagni monetari.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2012/05/recensione-david-harvey-l%E2%80%99enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-feltrinelli/
http://contropiano.org/contropianoorg/aerosol/vetrina-pubblicazioni/2011/07/05/l-enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-02315
http://www.millepiani.org/recensioni/l-enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza

Economia di mercato/Harvey

David Harvey – L’enigma del capitale e il prezzo della sua sopravvivenza – Feltrinelli (2011)

L’efficace politica di compressione dei salari attuata a partire dal 1980 ha permesso ai ricchi di diventare molto più ricchi.
Ci dicono che questo e’ un bene, perche’ i ricchi investiranno in nuove attivita’ imprenditoriali (ma soltanto dopo aver ceduto all’impulso competitivo di indulgere in un consumo vistoso, naturalmente).
Si’, certo, i ricchi investono, ma non sempre direttamente nella produzione; la maggior parte di loro preferisce investire in attivita’ finanziarie. Per esempio, acquistano azioni e i corsi azionari salgono; percio’, investono nei mercati azionari somme ancora maggiori, indipendentemente dai risultati effettivamente ottenuti dalle societa’ in cui investono […]
La tendenza a investire in attivita’ finanziarie si e’ diffusa a macchia d’olio.
Secondo quanto emerso periodicamente dagli anni ottanta in poi, molte grandi imprese industriali realizzavano maggiori guadagni dalle operazioni finanziarie che dalla produzione vera e propria, in particolar modo nel settore dell’auto.
Le grandi case automobilistiche erano ormai gestite da contabili invece che da ingegneri, e le divisioni finanziarie che offrivano prestiti ai consumatori erano diventate altamente redditizie […]
Ma, cosa ancora piu’ importante, grazie alle transazioni interne ai grandi gruppi industriali che producevano parti e componenti per auto in ogni parte del mondo, era possibile manipolare i prezzi e i prospetti contabili, sfruttando le differenze valutarie, in modo da dichiarare utili nei paesi dove le aliquote fiscali erano piu’ basse e sfruttare le fluttuazioni valutarie per realizzare guadagni monetari.

Info:
http://www.spazioterzomspazioterzomondo.com/…/recensione-david-harvey-l’enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-feltrinelliondo.com/2012/05/recensione-david-harvey-l%E2%80%99enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-feltrinelli/
http://contropiano.org/contropianoorg/aerosol/vetrina-pubblicazioni/2011/07/05/l-enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza-02315
http://www.millepiani.org/recensioni/l-enigma-del-capitale-e-il-prezzo-della-sua-sopravvivenza

Economia di mercato/Reich

Robert B. Reich – Come salvare il capitalismo – Fazi (2015)

I riacquisti [di azioni] non solo arricchiscono amministratori delegati e altri top manager a spese dei piccoli investitori che non ne conoscono i tempi o le entita’; sottraggono anche soldi che viceversa l’azienda potrebbe spendere in ricerca e sviluppo, espansione a lungo termine, riqualificazione dei lavoratori e salari piu’ alti.
Ogni dollaro che gli amministratori delegati “realizzano” dalla vendita di azioni il cui valore e’ stato pompato dai buyback
richiede che molti piu’ dollari della liquidità aziendale siano impiegati per i riacquisti.
L’effetto perverso sulle priorita’ delle imprese e’ lampante.
Nei primi trent’anni dopo la seconda guerra mondiale, le maggiori aziende americane di solito trattenevano e reinvestivano i propri guadagni.
Ma a partire dagli anni Ottanta, una porzione sempre
piu’ cospicua degli utili societari e’ destinata ai buy-back.

Info:
https://www.artapartofculture.net/2015/09/24/come-salvare-il-capitalismo-robert-reich-racconta-le-difficili-dinamiche-delleconomia/
https://www.criticaletteraria.org/2015/12/reich-come-salvare-il-capitalismo-fazi.html

Finanziarizzazione/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Le stock options, a differenza delle altre voci della retribuzione, dai tempi di Ronald Reagan sono tassate come capital gain e godono quindi di un’aliquota fiscale inferiore a quella che si applica sui redditi professionali.
In sostanza, la remunerazione della capacita’ di un manager e’ stata sganciata dal concetto di «lavoro » ed e’ stata agganciata all’idea di premio speculativo sul bilancio d’esercizio.
E’ ovvio che questa cultura ha indotto molti manager a spremere i dati, i quali – come e’ noto – sotto tortura dicono tutto quello che si vuole che dicano.
Cosi’, mentre prima i dirigenti gonfiavano al massimo le note spese o si avventuravano in spericolate operazioni di fusione e acquisizione per creare valore e trarne profitto, nel nuovo ciclo basta che le trimestrali da dare in pasto agli analisti finanziari soddisfino i criteri del mercato.
I buoni risultati vengono premiati con ottime quotazioni azionarie. E cosi’, quanto piu’ un manager e’ bravo a creare valore per gli azionisti tanto piu’ e’ in grado di guadagnare per se’.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html