Green New Deal/Chomsky

Noam Chomsky – Perche’ l’Ucraina – Ponte alle Grazie (2022)

Proprio mentre scoppiava la crisi ucraina, l’IPCC [Intergovernmental Panel on Climate Change = Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico] pubblicava il suo rapporto del 2022: il grido d’allarme piu’ inquietante che abbia mai prodotto.
Nel documento si afferma senza mezzi termini che e’ indispensabile adottare delle misure decisive adesso, senza ulteriori indugi, per ridurre l’uso di combustibili fossili e passare alle energie rinnovabili.
Questi avvertimenti hanno avuto scarsa risonanza, dopodiche’ la nostra strana specie e’ tornata a destinare le scarse risorse alla distruzione e a incrementare l’avvelenamento dell’atmosfera, frenando al contempo le iniziative per deviare dal suo percorso suicida.
L’industria del fossile nasconde a malapena la gioia per le nuove opportunita’ fornite dall’invasione di accelerare la distruzione della vita sul pianeta.
Negli Stati Uniti e’ probabile che il partito negazionista, che ha bloccato con successo gli sforzi limitati di Biden per affrontare questa crisi esistenziale, torni presto al potere, cosi’ da riavviare la missione dell’amministrazione Trump di distruggere ogni cosa il piu’ rapidamente ed efficacemente possibile.

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/22994-francesco-scatigno-guerra-in-ucraina-le-ragioni-e-le-soluzioni-secondo-noam-chomsky.html

GreenNewDeal/Pettifor

Ann Pettifor – Il Green New Deal. Cos’e’ e come possiamo finanziarlo – Fazi (2020)

Alexandria Ocasio-Cortez e il suo team hanno elaborato una propria versione del Green New Deal: un «piano per risolvere allo stesso tempo tre problemi critici: la minaccia rappresentata dal cambiamento climatico per la sicurezza, la poverta’ e le disuguaglianze sociali e di razza in America».
Uno dei pilastri del GND americano e’ il Job Guarantee, o Piano di lavoro garantito, che consiste nel dare «a ogni disoccupato americano che lo voglia, un lavoro nella costruzione di infrastrutture ad alta efficienza energetica» […]
Il Green New Deal e’, dunque, un piano.
Non e’ una idea, ne’ una proposta, ma un piano globale per arginare il crollo dei sistemi di supporto vitale della Terra.
E’ globale nella misura in cui coloro che l’hanno progettato comprendono che e’ la Terra nel complesso, in tutta la sua diversita’, che ha bisogno di un “new deal” […]
Il GND riconosce che in futuro dovremo ricavare energia solo da fonti rinnovabili. Dobbiamo anche espandere e sostenere gli ecosistemi che assorbono enormi quantita’ di anidride carbonica dall’aria e immagazzinano questo carbonio negli alberi, nei suoli e negli oceani.
Ma le societa’ devono anche porre fine alla loro dipendenza da un sistema economico globalizzato che alimenta il collasso climatico e incoraggia le emissioni tossiche; un sistema economico che genera al contempo squilibri ecologici e disuguaglianze insieme a ingiustizie economiche, politiche e sociali. Questo sistema e’ il capitalismo globalizzato e finanziarizzato […]
A condizione che siano gestiti dalla mano visibile dell’autorita’ pubblica, i sistemi monetari potrebbero contribuire a finanziare la costosa transizione radicale da un’economia basata sui combustibili fossili a un’economia basata sulle energie rinnovabili.
Esattamente come il sistema monetario ha contribuito, in passato, a finanziare le guerre o la ripresa dalle crisi finanziarie.

Info:
https://www.iconaclima.it/sostenibilita/vivere-green/consigli-di-lettura-il-green-new-deal-di-ann-pettifor/
https://www.alliancesud.ch/it/politica/politica-fiscale-e-finanziaria/il-green-new-deal-secondo-pettifor

Economia di mercato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia. Una guida per cambiare il capitalismo – Laterza (2021)

Le antiche fratture politiche si sono allargate: fra nazionalismo e internazionalismo, democrazia e autocrazia, governi efficienti e inefficienti.
Un profondo senso di ingiustizia, di impotenza e di diffidenza nei confronti delle elite – soprattutto economiche e politiche – ha eroso la fiducia nelle istituzioni democratiche […]
La salvezza nazionale ha avuto la meglio sulla cooperazione internazionale, per la gioia degli «uomini forti», dei demagoghi e dei regimi autoritari che possono cavalcare un’ondata di populismo e sfruttare il clima di paura […]
Possiamo fare di meglio. Ma per riuscirci, dobbiamo comprendere appieno come siamo finiti in questo pasticcio.
Per cogliere la reale entita’ di questa sfida, e’ importante capire che le questioni descritte sopra sono le conseguenze di forze piu’ profonde che insieme hanno portato a una forma disfunzionale di capitalismo.
Ci sono (almeno) quattro fattori essenziali alla base del problema: (1) la visione a breve termine del settore finanziario; (2) la finanziarizzazione dell’economia; (3) l’emergenza climatica; e (4) la lentezza o l’assenza dello Stato.
In ciascuno di essi, il modo in cui le organizzazioni sono strutturate e si relazionano fra loro e’ parte del problema. La loro ristrutturazione deve quindi far parte della soluzione […]
La maggior parte della finanza torna alla finanza, alle assicurazioni e al settore immobiliare, anziche’ confluire in impieghi produttivi. L’acronimo e’ Fire, dall’inglese finance, insurance, real estate, che pero’ significa anche «fuoco», immagine quanto mai appropriata dal momento che sta bruciando le fondamenta su cui poggia la crescita economica a lungo termine.
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, solo un quinto circa dei capitali finanziari confluisce nell’economia produttiva (per esempio nelle aziende che vogliono innovare, o nella costruzione di infrastrutture). E nel Regno Unito, il 10 per cento di tutti i prestiti bancari britannici aiuta le imprese non finanziarie; il resto va a sostenere attivita’ immobiliari e finanziarie […]
Il secondo problema e’ che il settore imprenditoriale si e’ finanziarizzato. Negli ultimi decenni, la finanza e’ cresciuta in genere piu’ rapidamente dell’economia e, nei comparti non finanziari, le attivita’ finanziarie e gli atteggiamenti che le accompagnano sono arrivati a dominare il business. Una quota sempre maggiore dei profitti delle aziende e’ stata utilizzata per alimentare guadagni a breve termine attraverso le plusvalenze azionarie piuttosto che per compiere investimenti nel lungo periodo su nuovi beni strumentali, R&S e formazione dei lavoratori […]
Con l’acquisto di azioni proprie, una societa’ puo’ far salire artificialmente il prezzo delle sue azioni e quello dei suoi dirigenti, che vengono pagati in azioni.
In soli dieci anni, fino al 2019, i riacquisti totali da parte delle aziende «Fortune 500» (la classifica annuale delle 500 maggiori societa’ statunitensi in base ai ricavi compilata dalla rivista «Fortune») hanno superato quasi 4.000 miliardi di dollari, con molte societa’ che spendono oltre il 100 per cento del loro reddito netto in una combinazione di riacquisti e distribuzione di dividendi, dando cosi’ fondo alle riserve di capitale.
Nello stesso periodo, sei delle piu’ grandi compagnie aeree americane hanno speso in media il 96 per cento del loro flusso di cassa disponibile per il riacquisto di azioni, ma questo non le ha scoraggiate dal chiedere l’aiuto del governo federale quando e’ sopraggiunta la crisi del Covid-19 […]
E il terzo e’ un problema che, se non verra’ risolto in tempi brevi, fara’ sembrare insignificanti tutti gli altri: l’emergenza climatica, che cambiera’ drasticamente la vita degli esseri umani, degli animali e delle piante del nostro pianeta.
Secondo il rapporto del 2019 del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, Ipcc), ci restano solo dieci anni prima che la crisi climatica diventi irreversibile. Il Covid-19 ci ha resi ancora piu’ consapevoli della fragilita’ del nostro ambiente e di un sistema economico che da esso dipende.
L’emergenza climatica e’ in gran parte il risultato degli altri quattro problemi della finanza e del mondo imprenditoriale: i combustibili fossili dominano ancora le nostre fonti energetiche, le industrie sono altamente inquinanti, il settore finanziario ha alimentato l’economia basata sui combustibili fossili, e lo Stato sta alimentando questa disfunzionalita’ […]
L’unico modo per risolvere questi problemi e’ che i governi li affrontino in modo proattivo.
E questo ci porta al quarto aspetto: i governi hanno sposato l’ideologia secondo cui il loro ruolo e’ semplicemente quello di risolvere i problemi, non di raggiungere obiettivi ambiziosi.
La teoria economica tradizionale non considera gli attori pubblici come creatori e motori di orientamento dei mercati, ne’ ritiene che i mercati abbiano una finalita’ che debba essere plasmata. Piuttosto, l’ideologia attuale parte dal presupposto che il capitalismo operi attraverso un «meccanismo di mercato» guidato dalla naturale tendenza degli individui a perseguire il proprio interesse personale, ciascuno al fine di massimizzare la propria funzione obiettivo.

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

Capitalismo/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Non sprechiamo questa crisi – Laterza (2020)

[E’] giunto il momento di mettere in pratica la dura lezione della crisi finanziaria globale del 2008.
Quando le aziende, dalle compagnie aeree alla grande distribuzione, si fanno avanti con richieste di salvataggio e altre forme di assistenza, e’ importante non limitarsi a distribuire denaro. Si possono dettare condizioni affinche’ i salvataggi siano strutturati in modo da trasformare i settori destinatari degli aiuti, portandoli a far parte di una nuova economia, incentrata sulla strategia del Green New Deal di ridurre le emissioni di carbonio, investendo al tempo stesso sui lavoratori per aiutarli ad adattarsi alle nuove tecnologie.
E bisogna farlo adesso, fintanto che lo Stato si trova in posizione di forza.
Sfruttiamo questo momento per ripensare il sistema capitalistico con un approccio che restituisca centralita’ a tutte le parti in causa. Non permettiamo che questa crisi vada sprecata […]
Il capitalismo, infatti, sta affrontando almeno tre grandi crisi.
Una crisi sanitaria indotta dalla pandemia ha rapidamente innescato una crisi economica con conseguenze ancora sconosciute per la stabilita’ finanziaria, e tutto questo si gioca sullo sfondo di una crisi climatica che non puo’ essere affrontata con il solito approccio del «business as usual».
Non dimentichiamoci che, fino a soli due mesi fa, i media ci proponevano immagini spaventose di vigili del fuoco, e non operatori sanitari, sopraffatti dalla fatica e dal superlavoro.
Questa triplice crisi ha portato alla luce diversi problemi rispetto al nostro modo di «fare capitalismo», che devono essere tutti affrontati nello stesso momento in cui siamo alle prese con l’emergenza sanitaria. Altrimenti, risolveremo semplicemente i problemi in un settore per crearne di nuovi altrove, cosi’ come accadde con la crisi finanziaria del 2008.
I politici inondarono il mondo di liquidita’ senza indirizzarla verso opportunita’ di investimento valide. Di conseguenza, il denaro fini’ di nuovo in un settore finanziario che era (e rimane) inadatto allo scopo.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858142875
https://www.controluce.it/notizie/non-sprecare-la-crisi-del-covid/

Capitalismo/Jacobs

Michael Jacobs, Mariana Mazzucato – Ripensare il capitalismo – Laterza (2017)

I cambiamenti climatici rappresentano una sfida per il capitalismo, sia per le loro conseguenze che per le loro cause. Per mantenere il riscaldamento globale entro i livelli di sicurezza, le emissioni nette dovranno scendere a zero entro la fine di questo secolo.
Considerando la centralita’ del carbonio nelle nostre economie, questo processo si potra’ compiere solo attraverso una trasformazione strutturale profonda: la decarbonizzazione dei sistemi di produzione, distribuzione e consumo.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/ripensare-capitalismo-mazzucato-jacobs/
https://www.sinistrainrete.info/neoliberismo/12017-lorenzo-cattani-note-su-ripensare-il-capitalismo-di-m-mazzucato-e-m-jacobs.html
https://www.anobii.com/books/Ripensare_il_capitalismo/9788858127445/0151bee1e81a684e52
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127445