Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Il Covid-19 ha colpito un mondo che ha acquisito la sua struttura intrinseca negli anni successivi alla Guerra fredda, quando la rivalita’ tra le grandi potenze e’ calata e il commercio globale e’ esploso, e le nazioni si sono legate reciprocamente con i forti vincoli dell’interdipendenza […]
Nello stesso periodo la Rivoluzione informatica ha fatto si’ che tutto quanto – beni, servizi, cultura e idee – si muovesse alla velocita’ della luce […]
Questi flussi tangibili e intangibili scorrono tuttora in ogni nazione del pianeta, eppure non c’e’ un solo paese che possa influenzarli per conto proprio. Tutti sono connessi, ma nessuno e’ alla guida.
Detto altrimenti, il mondo in cui viviamo e’ aperto, veloce, e quindi, per definizione, instabile.
Sarebbe arduo portare stabilita’ a una cosa tanto dinamica e aperta.
Si scopre infatti che qualsiasi sistema puo’ avere soltanto due di queste tre caratteristiche: aperto, veloce, stabile. Un sistema aperto e veloce, come il mondo in cui viviamo, sara’ intrinsecamente instabile. Uno invece veloce e stabile tendera’ a essere chiuso, come la Cina. Se il sistema e’ aperto e stabile, e’ probabile che sia pigro piu’ che dinamico. Pensate agli Imperi austro-ungarico e ottomano dell’Ottocento: enormi, aperti, differenziati… e in piena decadenza.
Questo “trilemma” e’ l’adattamento di un’idea di Jared Cohen, il tecnologo per antonomasia, secondo il quale le reti informatiche devono scegliere due fra tre qualita’: apertura, velocita’ e sicurezza.
Gli economisti hanno una propria versione di questa idea, il “trilemma della politica”, secondo il quale le nazioni possono avere due delle seguenti tre cose: libero movimento dei capitali, banche centrali indipendenti e tasso di cambio fisso. E’ materia un tantino da “secchioni”, ma tutti questi trilemmi veicolano un semplice concetto: se tutto quanto e’ aperto e in rapido movimento, il sistema puo’ partire pericolosamente per la tangente

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Dopo la Guerra fredda, il mondo s’e’ adagiato in un nuovo sistema internazionale caratterizzato da tre forze, una geopolitica, una economica e una tecnologica: la potenza americana, il libero mercato e la Rivoluzione informatica.
Tutte sembravano cooperare per creare un mondo piu’ aperto e piu’ ricco. Ma era ancora un mondo costellato di crisi, alcune delle quali sarebbero andate fuori controllo. […]
E’ particolarmente vero per le tre che saranno giudicate le piu’ durature: l’11 settembre, il crollo del 2008 e il coronavirus.
Gli attentati dell’11 settembre hanno scosso il pianeta, concentrando l’attenzione su una specifica reazione a questo nuovo mondo che tanti in Occidente avevano fino a quel momento ignorato. Hanno portato alla ribalta la ferocia dell’Islam radicale, le tensioni in Medio Oriente e il rapporto complicato dell’Occidente con entrambi i fenomeni […]
Il secondo choc e’ stato totalmente diverso, una crisi finanziaria di un genere ben noto nella storia.
Le vacche grasse hanno portato a una crescita dei prezzi degli asset che ha favorito le speculazioni, poi le bolle e per finire, inevitabilmente, il crollo. Anche se la crisi e’ cominciata negli Stati Uniti, s’e’ diffusa alla svelta in tutto il pianeta, facendo sprofondare il mondo nel peggiore ribasso dell’economia dopo la Grande depressione […] Le angosce economiche hanno generato angosce culturali, l’ostilita’ all’immigrazione e la nostalgia di un passato familiare. In tutto l’Occidente e’ cresciuto il populismo di destra.
Il terzo choc e’ quello che stiamo vivendo attualmente. Forse e’ il più grande di tutti, e sicuramente e’ il piu’ globale. Cio’ che e’ cominciato come un problema sanitario in Cina e’ diventato presto una pandemia mondiale. Ma e’ solo l’inizio.
La crisi sanitaria ha portato a un simultaneo lockdown di tutte le attivita’ del globo, causando una Grande paralisi, la messa in pausa dell’economia stessa. […]
Le conseguenze politiche si svilupperanno nei prossimi anni in modi diversi nei diversi paesi. Le conseguenze sociali e psicologiche – paura, isolamento, incertezza – potrebbero durare ben piu’ a lungo.
Il Covid-19 sta avendo effetti profondi e duraturi su tutti noi, ripercussioni che non possiamo ancora comprendere appieno

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Lavoro/ Chomsky

Noam Chomsky – Crisi di civilta’. Pandemia e capitalismo – Ponte alle Grazie (2020)

La velocita’ vertiginosa del crollo economico risultante dal COVID-19 non ha precedenti storici.
Nella settimana del 4 aprile, 6,6 milioni di persone hanno presentato le prime richieste per ricevere l’indennita’ di disoccupazione. La settimana prima l’avevano presentata 6,9 milioni di persone, e 3,3 milioni quella prima ancora.
Prima di queste tre settimane, il numero piu’ alto di richieste inviate si era registrato nell’ottobre del 1982, durante la grave recessione a «W» dell’era Reagan. A quell’epoca il record di richieste raggiunse le 650.000 unita’.
Questa disparita’ tra il 1982 e oggi e’ sbalorditiva, anche prendendo in considerazione le dimensioni relative dell’attuale forza lavoro statunitense rispetto al 1982 […]
La previsione e’ che questa cifra continuera’ a crescere per molte settimane ancora, con la possibilita’ che la disoccupazione salga al 20%: una percentuale mai vista dai tempi bui della Grande Depressione degli anni Trenta […]
Oltre alla situazione di quelli che perdono il lavoro, dobbiamo anche analizzare le condizioni in cui si trova chi svolge un lavoro essenziale e in prima linea in questa emergenza. Queste persone mettono a rischio la propria salute per andare a lavorare […]
Tra costoro vi sono assistenti di negozio, infermieri, addetti alle pulizie, magazzinieri e conducenti di autobus. Un buon 65% di loro sono donne. Un’enorme percentuale di queste persone e’ anche sottopagata e non ha assicurazione sanitaria. Questi lavoratori essenziali si espongono al rischio di contagio, e se dovessero infettarsi avrebbero dinanzi a se’ la prospettiva di gravi problemi economici oltre che di salute

Info:
https://www.illibraio.it/news/ebook-e-digitale/chomsky-virus-ebook-1380886/
https://ilmanifesto.it/lo-stato-di-gravita-permanente-secondo-noam-chomsky/

Lavoro/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Come i terremoti del Nicaragua (1972) e di Citta’ del Messico (1985) meritano di essere definiti piuttosto dei “classemoti”, l’avanzata del Covid-19 mostra tutte le caratteristiche di una pandemia di classe, genderizzata ed etnicizzata.
I tentativi di attenuazione sono comodamente rivestiti con la retorica del “siamo tutti sulla stessa barca”, le pratiche, in particolare da parte dei governi nazionali, fanno pensare a motivazioni piu’ sinistre.
La classe operaia contemporanea negli Stati Uniti (composta in prevalenza da afroamericani, latini e donne salariate) deve affrontare la scelta crudele: rischiare il contagio prendendosi cura e mantenendo funzionanti elementi fondamentali per la sopravvivenza (come i negozi di alimentari) oppure rischiare la disoccupazione senza benefici (come un’adeguata assistenza sanitaria).
Il personale stipendiato (come me) lavora da casa e ritira lo stipendio come prima, mentre i Ceo se ne vanno in giro con i jet e gli elicotteri privati.
Le forze lavoro nella maggior parte del mondo da tempo sono state educate a comportarsi come buoni soggetti neoliberisti (il che significa dare la colpa a se stessi o a Dio se qualcosa va storto, ma mai osare suggerire che il problema possa essere il capitalismo).
Ma anche i buoni soggetti neoliberisti possono vedere che qualcosa non va nel modo in cui si risponde a questa pandemia.
La grande domanda e’: quanto a lungo andra’ avanti?
Puo’ darsi anche piu’ di un anno e, piu’ si prolunga, tanto maggiore sara’ la svalutazione, anche quella della forza lavoro

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione

Societa’/ Balibar

Etienne Balibar – Al cuore della crisi – Castelvecchi (2020)

Alcuni pensano che la crisi sanitaria con le sue conseguenze costituisca un pericolo mortale per questo «stadio supremo del capitalismo» rappresentato dal neoliberalismo, altri sostengono esattamente il contrario […]
Il dibattito sfocia contemporaneamente su due punti: l’articolazione degli aspetti economici e non economici della crisi e gli effetti che provochera’ sulla stabilita’ del regime neoliberale (dunque, eventualmente, del capitalismo stesso).
Per queste domande non esistono risposte pronte.
Ma per proseguire il dibattito vorrei proporre tre ordini di considerazioni.
La prima questione che anima la discussione e’ quella delle conseguenze dell’aumento dei debiti pubblici (o dei debiti privati garantiti dallo Stato o messi in comune dagli Stati, come comincia ad affrontarli l’Unione Europea, e che si sono trasformati in debito pubblico a lungo termine) sottoscritti per ritardare la crisi […]
La seconda questione – opposta alla prima, che prefigura una destabilizzazione dal basso mentre l’inversione dei rapporti di denaro apre la possibilita’ di una destabilizzazione dall’alto – consiste nelle conseguenze di una pauperizzazione massiccia, o del crollo di un gran numero d’individui e di gruppi sociali (famiglie, vicinati, professioni, generazioni…) al di sotto della soglia di sussistenza autonoma, dunque all’interno della categoria dell’esclusione e dell’assistenza (ivi compresa l’assistenza familiare, da cui dipendono già a tutt’oggi molti giovani diplomati e non, cosa che non fa altro che rimandare e aggravare il problema). Si tratta, in altri termini, di sapere se il regime di precarieta’ cambiera’ progressivamente, oltrepassando con la crisi una soglia, non solo laddove e’ gia’ endemico, ma nelle stesse zone di «prosperita’» […]
Ultimo punto, bisognera’ discutere del modo in cui si articolano la crisi «sanitaria», la crisi «economica» e la crisi «morale» (o etica). I ritmi non sono uguali, e non tutto il mondo e’ intaccato da ciascuna di esse al medesimo grado, a seconda del luogo in cui ci si trova

Info:
https://www.ibs.it/al-cuore-della-crisi-ebook-etienne-balibar/e/9788832903683
http://www.castelvecchieditore.com/autori/etienne-balibar/

Capitalismo/Magatti

Mauro Magatti – Cambio di paradigma. Uscire dalla crisi pensando il futuro – Feltrinelli (2017)

Lo schema interpretativo che seguiro’ nelle prossime pagine distingue tre fasi attraversate dal capitalismo nel Secondo dopoguerra.
La prima, che si avvia nel periodo post-bellico e si prolunga fino alla crisi culturale e strutturale cominciata tra il 1968 e il 1969, ha avuto per fondamento lo scambio che in letteratura e’ chiamato fordista-welfarista.
Dalla crisi di questo modello e’ poi emersa una diversa soluzione che ha caratterizzato la seconda fase – di norma definita neoliberista –, i cui tratti hanno iniziato a stabilizzarsi a partire dagli anni ottanta.
Il neoliberismo ha trovato in Margaret Thatcher e in Ronald Reagan i propri paladini politici e nella caduta del Muro di Berlino l’evento storico fondativo.
In realta’, con le categorie di questo libro, quella alle nostre spalle e’ stata la stagione dello scambio finanziario-consumerista. “Finanziario”, in ragione della centralita’ del processo di finanziarizzazione, ovvero degli effetti della deregolamentazione e della ingegnerizzazione finanziaria che hanno reso possibile la massiccia 
estensione delle possibilita’ di accesso al credito e dunque all’indebitamento. “Consumerista”, per via della centralita’ del consumo come fonte del benessere e dell’identita’, oltre che della crescita economica […]
La terza fase e’ quella che ci aspetta e che nascera’ dalla risposta che sapremo dare alla crisi in corso.
L’instabilita’ nella quale viviamo da anni spinge verso la creazione di nuovi assetti che si consolideranno solo nel momento in cui saranno tratteggiati i termini di un nuovo scambio sociale […]
Prendero’ posizione a favore di quello che chiamo “scambio sostenibile-contributivo”, orientato a ricostruire su basi nuove la relazione tra economia e societa’.

Info:
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/cambio-di-paradigma/
https://www.culturaesviluppo.it/wordpress/wp-content/uploads/2018/01/Magatti.pdf
https://www.corriere.it/cultura/17_ottobre_13/magatti-mauro-sociologo-insicurezza-risentimento-nuovo-paradigma-societa-feltrinelli-23fb8884-b044-11e7-9acf-3e6278e701f3.shtml?refresh_ce-cp

Economia di mercato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia. Una guida per cambiare il capitalismo – Laterza (2021)

Le antiche fratture politiche si sono allargate: fra nazionalismo e internazionalismo, democrazia e autocrazia, governi efficienti e inefficienti.
Un profondo senso di ingiustizia, di impotenza e di diffidenza nei confronti delle elite – soprattutto economiche e politiche – ha eroso la fiducia nelle istituzioni democratiche […]
La salvezza nazionale ha avuto la meglio sulla cooperazione internazionale, per la gioia degli «uomini forti», dei demagoghi e dei regimi autoritari che possono cavalcare un’ondata di populismo e sfruttare il clima di paura […]
Possiamo fare di meglio. Ma per riuscirci, dobbiamo comprendere appieno come siamo finiti in questo pasticcio.
Per cogliere la reale entita’ di questa sfida, e’ importante capire che le questioni descritte sopra sono le conseguenze di forze piu’ profonde che insieme hanno portato a una forma disfunzionale di capitalismo.
Ci sono (almeno) quattro fattori essenziali alla base del problema: (1) la visione a breve termine del settore finanziario; (2) la finanziarizzazione dell’economia; (3) l’emergenza climatica; e (4) la lentezza o l’assenza dello Stato.
In ciascuno di essi, il modo in cui le organizzazioni sono strutturate e si relazionano fra loro e’ parte del problema. La loro ristrutturazione deve quindi far parte della soluzione […]
La maggior parte della finanza torna alla finanza, alle assicurazioni e al settore immobiliare, anziche’ confluire in impieghi produttivi. L’acronimo e’ Fire, dall’inglese finance, insurance, real estate, che pero’ significa anche «fuoco», immagine quanto mai appropriata dal momento che sta bruciando le fondamenta su cui poggia la crescita economica a lungo termine.
Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, solo un quinto circa dei capitali finanziari confluisce nell’economia produttiva (per esempio nelle aziende che vogliono innovare, o nella costruzione di infrastrutture). E nel Regno Unito, il 10 per cento di tutti i prestiti bancari britannici aiuta le imprese non finanziarie; il resto va a sostenere attivita’ immobiliari e finanziarie […]
Il secondo problema e’ che il settore imprenditoriale si e’ finanziarizzato. Negli ultimi decenni, la finanza e’ cresciuta in genere piu’ rapidamente dell’economia e, nei comparti non finanziari, le attivita’ finanziarie e gli atteggiamenti che le accompagnano sono arrivati a dominare il business. Una quota sempre maggiore dei profitti delle aziende e’ stata utilizzata per alimentare guadagni a breve termine attraverso le plusvalenze azionarie piuttosto che per compiere investimenti nel lungo periodo su nuovi beni strumentali, R&S e formazione dei lavoratori […]
Con l’acquisto di azioni proprie, una societa’ puo’ far salire artificialmente il prezzo delle sue azioni e quello dei suoi dirigenti, che vengono pagati in azioni.
In soli dieci anni, fino al 2019, i riacquisti totali da parte delle aziende «Fortune 500» (la classifica annuale delle 500 maggiori societa’ statunitensi in base ai ricavi compilata dalla rivista «Fortune») hanno superato quasi 4.000 miliardi di dollari, con molte societa’ che spendono oltre il 100 per cento del loro reddito netto in una combinazione di riacquisti e distribuzione di dividendi, dando cosi’ fondo alle riserve di capitale.
Nello stesso periodo, sei delle piu’ grandi compagnie aeree americane hanno speso in media il 96 per cento del loro flusso di cassa disponibile per il riacquisto di azioni, ma questo non le ha scoraggiate dal chiedere l’aiuto del governo federale quando e’ sopraggiunta la crisi del Covid-19 […]
E il terzo e’ un problema che, se non verra’ risolto in tempi brevi, fara’ sembrare insignificanti tutti gli altri: l’emergenza climatica, che cambiera’ drasticamente la vita degli esseri umani, degli animali e delle piante del nostro pianeta.
Secondo il rapporto del 2019 del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change, Ipcc), ci restano solo dieci anni prima che la crisi climatica diventi irreversibile. Il Covid-19 ci ha resi ancora piu’ consapevoli della fragilita’ del nostro ambiente e di un sistema economico che da esso dipende.
L’emergenza climatica e’ in gran parte il risultato degli altri quattro problemi della finanza e del mondo imprenditoriale: i combustibili fossili dominano ancora le nostre fonti energetiche, le industrie sono altamente inquinanti, il settore finanziario ha alimentato l’economia basata sui combustibili fossili, e lo Stato sta alimentando questa disfunzionalita’ […]
L’unico modo per risolvere questi problemi e’ che i governi li affrontino in modo proattivo.
E questo ci porta al quarto aspetto: i governi hanno sposato l’ideologia secondo cui il loro ruolo e’ semplicemente quello di risolvere i problemi, non di raggiungere obiettivi ambiziosi.
La teoria economica tradizionale non considera gli attori pubblici come creatori e motori di orientamento dei mercati, ne’ ritiene che i mercati abbiano una finalita’ che debba essere plasmata. Piuttosto, l’ideologia attuale parte dal presupposto che il capitalismo operi attraverso un «meccanismo di mercato» guidato dalla naturale tendenza degli individui a perseguire il proprio interesse personale, ciascuno al fine di massimizzare la propria funzione obiettivo.

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

Stato/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia. Una guida per cambiare il capitalismo – Laterza (2021)

Il ricorso all’affidamento diretto dei contratti senza gara e’ aumentato negli ultimi anni e, insieme a contratti mal redatti e al monitoraggio inefficiente delle prestazioni, ha portato a risultati insoddisfacenti.
Un’analisi quantitativa di 120 aziende ospedaliere del Servizio sanitario nazionale nel Regno Unito tra il 2010 e il 2014 ha rilevato che la maggiore spesa per i consulenti di gestione ha portato a un significativo aumento delle inefficienze e nessun miglioramento negli esiti per i pazienti.
Nello stesso periodo, la spesa dell’Nhs per i consulenti e’ quasi raddoppiata, passando da 313 a 640 milioni di sterline […]
Gli esperti si domandano se l’apporto dei consulenti vada effettivamente a migliorare l’efficienza di un ente rispetto a quanto puo’ fare il personale interno e se non si potrebbe invece utilizzare il denaro piu’ proficuamente per la ricerca sui farmaci e l’assistenza sanitaria.
Il ricorso a esperti esterni solleva anche importanti questioni in materia di responsabilita’, specie quando qualche progetto non va a buon fine, e di conflitti di interesse, per esempio quando un consulente lavora nello stesso momento per un cliente nella sanita’ globale e per uno in un settore come quello del carbone, che danneggia la salute […]
La vera tragedia di questa dipendenza dall’outsourcing alle societa’ di consulenza gestionale e’ quella di compromettere ulteriormente le capacita’ interne del settore pubblico. Questa conseguenza e’ stata messa perfettamente a fuoco dalla pandemia di Covid-19. Anziche’ concentrarsi sulla riqualificazione del personale del Servizio sanitario nazionale e sulla riassegnazione dei dipendenti pubblici per la gestione del sistema di test e tracciamento, come ha fatto la Germania, il governo del Regno Unito ha esternalizzato la risposta all’emergenza sanitaria a un mosaico di societa’ di consulenza […]
Non solo esternalizzare e’ scandalosamente costoso, ma priva «i nostri piu’ brillanti [funzionari pubblici] dell’opportunita’ di lavorare su alcuni dei temi piu’ impegnativi, appaganti e attuali». In altre parole, se ne ostacola lo sviluppo, e di conseguenza la crescita del settore pubblico. Piu’ i fornitori privati intraprendono attivita’ pubbliche, piu’ la responsabilita’ del governo si riduce perche’ le capacita’ sono state limitate e cambiare la cattiva politica e’ piu’ difficile.

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-
b89d-9c2f0a2ddccd.shtml

https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/

Stato/Ignazi

Piero Ignazi, Nadia Urbinati – Contagio e liberta’ – Laterza (2020)

Le autocertificazioni – che hanno fatto la loro comparsa in diversi Stati democratici, in particolare quelli a ordinamento non consuetudinario – hanno messo in luce tre aspetti: a) il carattere emergenziale a scopo delle misure restrittive previste, volte a limitare la vicinanza tra le persone con il solo obiettivo di scongiurare il contagio; b) il carattere temporaneo delle misure stesse; e c) la previsione di eccezioni alle normative eccezionali, nella misura in cui ai cittadini e’ stata lasciata la possibilita’ di gestire l’eccezione.
Questo ultimo punto e’ centrale […]
La procedura di autocertificazione e’ stata fatta oggetto di ironia, ed e’ stata spesso accusata di segnalare la curvatura autoritaria presa dai governi democratici.
Ma e’ vero il contrario.
Quel che appare come un orpello burocratico o vessatorio e’ indicativo di un ordinamento legal-politico fondato sullo Stato di diritto; un ordinamento, cioe’, che si propone di mettere al bando interferenze arbitrarie da parte dell’autorita’, anche quando si tratta di misure restrittive per far fronte a eventi eccezionali.
La filosofia politica e’ quella propria dello Stato democratico costituzionale: rendendoci individualmente responsabili, l’autocertificazione dimostra che non siamo servi o sudditi di un potere che decide arbitrariamente senza preventivare eccezioni al governo dell’eccezione e che non deve rispondere a coloro che devono ubbidire.
A servi e sudditi non si richiede alcuna autocertificazione: la ragione di cio’ e’ che ad essi non viene riconosciuta responsabilita’ politica, ne’ quindi voce pubblica

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/democrazia-e-populismo-in-tempi-di-pandemia-intervista-a-nadia-urbinati/

Capitalismo/Mazzucato

Mariana Mazzucato – Missione economia – Laterza (2021)

La crisi del Covid-19 ha rivelato anche la grande fragilita’ del capitalismo.
Le persone che operano nell’ambito della cosiddetta gig economy, ossia l’economia del lavoro a chiamata, non hanno nessuna sicurezza.
I livelli elevati di indebitamento delle imprese – dovuti in parte alla necessita’ di pagare i dividendi, riacquistare azioni proprie e aumentare indirettamente la retribuzione dei dirigenti – hanno privato molte aziende delle risorse con cui poter fronteggiare la situazione.
La strategia di affidarsi a catene di fornitura globali fragili per tagliare i costi e ridurre il potere contrattuale dei lavoratori in loco si e’ rivelata un tallone d’Achille quando la pandemia ha interrotto la produzione a livello globale creando una concorrenza agguerrita anche per beni essenziali come le mascherine.
Alcuni governi, in particolare quelli del Regno Unito e degli Stati Uniti, erano andati verso un’esternalizzazione talmente spinta verso il settore privato e le societa’ di consulenza che non sono stati in grado di gestire la crisi in modo adeguato […]
Numerosi governi un tempo fautori dell’austerita’ si sono improvvisamente orientati verso la spesa pubblica – indebitandosi e creando deficit di dimensioni tali che un tempo avrebbero causato un’apoplessia ideologica – nel tentativo di fare l’impossibile (il famoso whatever it takes) per tenere vive le rispettive economie nazionali.
Nel fuoco incrociato di un crollo della produzione unito al crollo della domanda – in gran parte indotti dallo Stato per domare il virus –, il modello economico e sociale Thatcher-Reagan ha fallito, e l’economia globale sta lottando contro una depressione storicamente gravissima

Info:
https://www.laterza.it/2021/04/28/mariana-mazzucato-racconta-missione-economia/
https://francosenia.blogspot.com/2021/05/uneconomista-pericolosa.html
https://www.corriere.it/cultura/21_maggio_04/mazzucato-stato-innovatore-un-analisi-confortante-ma-discutibile-971fab64-acea-11eb-b89d-9c2f0a2ddccd.shtml
https://www.articolo21.org/2021/06/leconomista-mariana-mazzucato-in-missione-con-pietro-del-solda-al-festival-delleconomia-di-trento-4-giugno-2021/