Europa/Mounk

Yascha Mounk – Popolo vs. Democrazia – Feltrinelli (2018)

Fino a poco tempo fa l’Unione Europea veniva salutata  come il modello di una nuova forma di organizzazione politica.
In un mondo che stava subendo una rapida globalizzazione e che fronteggiava sfide politiche sempre più complesse, le nazioni dell’Europa occidentale, relativamente piccole, avevano buone ragioni di mettere in comune le risorse.
E poiche’ i leader politici che dominavano la scena continentale erano uniti  nell’aspirare a un’Europa piu’ integrata, era facile credere che alla fine i loro elettori avrebbero fatto lo stesso. […] Cosi’, la fondata preoccupazione per il passato ipernazionalistico dell’Europa combaciava perfettamente con il desiderio idealistico di un futuro sovranazionale.
Molti scienziati politici erano convinti che il nazionalismo fosse “destinato, con il progredire dello sviluppo, a perdere la sua utilita’ e a diventare marginale. […]
[Ma] i residenti dei vari paesi europei erano molto piu’ legati alla cultura nazionale, e molto piu’ restii a considerarsi innanzitutto europei, di quanto non avessi voluto credere […] Così, quando all’inizio del Ventunesimo secolo i cittadini di alcuni paesi europei hanno avuto la possibilita’ di votare sulla portata dell’integrazione europea, il livello della loro opposizione ha sconcertato la classe politica. In rapida successione, i francesi, gli olandesi e gli irlandesi hanno votato contro la proposta di interventi per aumentare l’integrazione.

Info:
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/05/12/yascha-mounk-il-populismo-fa-paura-ma-nel-lungo-periodo-la-democrazia-/38075/

Europa/Bauman

Zygmunt Bauman – Retrotopia – Laterza (2017)

Da meta’ del Novecento il flusso migratorio ha invertito direzione: da centrifugo si e’ fatto centripeto rispetto all’Europa.
Ma questa volta i migranti non avevano armi, né puntavano a conquistare le terre cui erano diretti.
I migranti dell’era post-coloniale hanno cambiato, e stanno tuttora cambiando, le proprie strategie di sopravvivenza – visto che quelle tramandate sono state ormai distrutte dalla modernizzazione trionfante promossa dai loro ex colonizzatori – e puntano a fare il nido negli interstizi delle economie di questi ultimi.
A cio’ si aggiunge una marea montante di persone cacciate di casa dalle decine di guerre civili, etniche e religiose e dal banditismo nei territori che i colonizzatori si sono lasciati alle spalle: «Stati» nominalmente sovrani ma concepiti in modo artificioso, con scarse prospettive di stabilita’ e giganteschi arsenali – pieni di armi in cerca di un bersaglio – forniti dai loro ex padroni coloniali.
La destabilizzazione apparentemente infinita dell’area medio-orientale a seguito delle politiche malaccorte, terribilmente miopi e totalmente fallimentari e delle azzardate iniziative militari delle potenze occidentali ne e’ l’esempio più evidente, ma certamente non il solo.

Info:
https://www.lindiceonline.com/focus/storia/zygmunt-bauman-retrotopia/
http://www.spazioterzomondo.com/2018/04/recensione-zygmunt-bauman-retrotopia-laterza/
https://www.anobii.com/books/Retrotopia/9788858127346/01451cd8783f930df2
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127346

Europa/Cesaratto

Sergio Cesaratto – Chi non rispetta le regole? Italia e Germania, le doppie morali dell’euro – Imprimatur (2018)

Rifacendoci allo spirito di quelle che Keynes porto’ nel 1944 alla conferenza di Bretton Woods […], alcune proposte vanno qui ricordate.
Si dovranno basare sul rispetto delle regole del gioco nell’ambito del sistema monetario internazionale, ovvero sul contributo che sia i Paesi in surplus che quelli in disavanzo devono dare al riequilibrio (in particolare i Paesi in surplus dovrebbero sostenere la propria domanda interna accettando un po’ più di inflazione); sul supporto ai Paesi in disavanzo affinche’ abbiano tempo per l’aggiustamento senza ricorrere a controproducenti deflazioni; su politiche monetarie volte al sostegno della politica fiscale e del pieno impiego; su misure compensative al fatto che i Paesi in disavanzo non possono essere coadiuvati nell’aggiustamento dalla flessibilita’ del cambio.
La disciplina dei debiti sovrani, inoltre, non puo’ essere data in pasto ai mercati, destabilizzando quei debiti, dato che fondamentalmente quella sostenibilita’ dipende dal sostegno della Banca centrale e di eventuali prestiti europei.
La mutualizzazione del debito attraverso gli eurobond sarebbe invece ben accolta dai mercati.
Lo scambio fra condivisione dei rischi e controlli fiscali, giustamente richiesto dalla Germania, sarebbe accettabile in un’Europa che ponesse la piena occupazione fra gli obiettivi della politica monetaria e fiscale.

Info:
https://sinistrainrete.info/europa/12212-sergio-cesaratto-chi-non-rispetta-le-regole.html
https://www.anobii.com/books/Chi_non_rispetta_le_regole/9788868307042/01cbbe8b20591e9949

 

Europa/Bauman

Zygmunt Bauman – Retrotopia – Laterza (2017)

Il punto, pero’, e’ che riuscire a tenere lontane le sciagure globali barricandosi in casa propria, nella speranza che quel territorio sia sicuro, non e’ meno improbabile che pensare di scampare alle conseguenze di una guerra nucleare acquattandosi in un rifugio per senzatetto.
I problemi globali richiedono soluzioni globali: non c’e’ altro modo di sbarazzarsene.
Molto semplicemente, lasciar marcire il problema, purche’ non sia nel cortile di casa nostra, non funzionera’. La cura radicale, definitiva, non e’ alla portata di un singolo paese – per quanto grande e forte –, e nemmeno di un insieme di paesi come l’Unione europea: e questo e’ vero a prescindere dal fatto che confiniamo «i migranti » in campi appositamente costruiti in Europa, Africa o Asia oppure li lasciamo scomparire nelle acque del Mediterraneo o del Pacifico.

Info:
https://www.lindiceonline.com/focus/storia/zygmunt-bauman-retrotopia/
http://www.spazioterzomondo.com/2018/04/recensione-zygmunt-bauman-retrotopia-laterza/
https://www.anobii.com/books/Retrotopia/9788858127346/01451cd8783f930df2

Europa/Stiglitz

Joseph E. Stiglitz – L’euro. Come una moneta comune minaccia il futuro dell’Europa – Einaudi (2017)

La globalizzazione non e’ altro che la maggiore integrazione fra i paesi del mondo, e in nessun altro luogo questa integrazione e’ stata portata ai livelli dell’Europa.
Il dibattito e’ in corso: che cosa occorre perche’ la globalizzazione funzioni? Che cosa succede se la globalizzazione non funziona come dovrebbe? Quali sono i vantaggi, e quali i costi? Chi raccoglie i vantaggi, e chi si accolla i costi?
I successi e i fallimenti dell’Europa sono visti come insegnamenti sia per l’integrazione regionale sia per la globalizzazione. I problemi legati alla creazione di un’unita’ monetaria efficace in Europa hanno smorzato l’entusiasmo altrove, per esempio in Africa e in Asia, verso questa forma di integrazione economica.
Emerge un aspetto fondamentale: l’integrazione economica – ossia la globalizzazione – fallisce se procede a un ritmo piu’ sostenuto rispetto a quella politica, e per una ragione molto semplice. Con la maggiore integrazione, i paesi diventano piu’ interdipendenti.
Nel momento in cui sono piu’ interdipendenti, le azioni di un paese hanno effetti sugli altri. Da qui scaturisce la forte esigenza di un’azione collettiva, per fare in modo che ciascuno agisca il piu’ possibile in modo da favorire gli altri membri dell’Unione, anziché danneggiarli.

Info:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/stiglitz-e-possibile-salvare-l-euro/
https://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2018-07-06/stiglitz-italexit-e-l-ultima-spiaggia-l-italia-e-meglio-restare-ma-l-euro-va-riformato-154718.shtml?uuid=AEpvLEIF&refresh_ce=1
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/stiglitz-39-39-39-italia-sufficientemente-grande-ha-176313.htm

Europa/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalesimo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Il cambiamento di regime in Europa e’ promosso dalla Germania, con l’imposizione di un complesso di regole attraverso le istituzioni come la Commissione Europea, la Banca Centrale e, piu’ ampiamente, attraverso i trattati.
Il risultato è una svalutazione sociale e democratica nei paesi meno produttivi della periferia. Questo cambiamento di regime ha il nome di Marktconforme Demokratie, termine coniato da Angela Merkel il primo settembre del 2011 in un’intervista alla radio pubblica tedesca […]
A partire dal mese di gennaio del 2012 è stato introdotto nei vari paesi il pacchetto Fiscal Compact col quale si impone il pareggio di bilancio e una serie di regole per l’equilibrio dei conti degli stati dell’Unione e dell’area euro.
Immediate sono state le reazioni al modello merkeliano e alle nuove norme comunitarie: nel sito web del Partito socialdemocratico tedesco (SPD) si legge che «non saranno piu’ i cittadini che, come elettori, potranno decidere una direzione alla propria vita e a quella del paese, ma gli speculatori, i mercati finanziari, gli hedge funds e le banche».
La Signoria Fondiaria del nascente Capitalesimo ha trovato nella cancelliera Angela Merkel la sua ancella e il suo notaio certificatore.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html

Europa/Ferguson

Niall Ferguson – Il grande declino. Come crollano le istituzioni e muoiono le economie – Mondadori (2013)

[L’] Europa presenta piu’ elementi di debolezza che di forza.
Sia perché il Vecchio Continente piu’ di altri deve affrontare problemi di non poco conto tanto sul versante dell’occupazione che su quello della stabilita’ monetaria; sia perche’ si e’ rallentato il processo di integrazione dell’Unione europea, in quanto non sussistono per ora, fra i vari partner della Comunita’, condizioni di sostanziale equilibrio tali da rendere possibile un’effettiva armonizzazione delle loro politiche economiche

Info:
https://www.anobii.com/books/Il_grande_declino/010fe0a2795ac23026
https://www.leggereacolori.com/letti-e-recensiti/libri-mondadori/recensione-di-il-grande-declino-di-niall-ferguson/
http://lanostrastoria.corriere.it/2013/10/28/niall-ferguson-loccidente-in-declino-riscopra-le-virtu-antiche/?refresh_ce-cp

Stato/Gila

Paolo Gila – Capitalesimo. Il ritorno del feudalismo nell’economia mondiale – Bollati Boringhieri (2013)

Il modello politico ed economico che si sta affermando a livello internazionale prevede una riduzione del potere statale e il conferimento della sovranita’ ad entita’ sovranazionali, che governano un’area geografica estesa, con un’unica identita’ monetaria.
L’Europa del trattato di  Maastricht, dell’euro e del federalismo, corrisponde come un abito da sartoria a questa matrice, del tutto funzionale a sua volta agli interessi dei nuovi Signori che non sono i vecchi padroni-proprietari della terra, ma che operano con i loro capitali sui mercati e che gestiscono le piattaforme con cui si definiscono i flussi monetari, gli scambi e le transazioni finanziarie.
I titolari e i gestori dei fondi, siano essi sovrani, istituzionali, privati o pensionistici, sono i nuovi Signori. E proprio perché legati ai fondi possono essere definiti la nuova «Signoria Fondiaria», alla quale non rispondono solo i mercati, ma anche i modelli di organizzazione politica, non più statale.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2013/04/recensione-paolo-gila-capitalesimo-bollati-boringhieri/
https://www.sololibri.net/Capitalesimo-Paolo-Gila.html