Economia di mercato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

[Gli accordi di libero scambio] favoriscono i ricchi investitori in giro per il mondo mentre lasciano indietro i lavoratori – per non parlare dell’ambiente.
Molti accordi commerciali, ad esempio, prevedono meccanismi di risoluzione delle controversie fra Stati e imprese (Investor- State Dispute Settlement – ISDS).
Questi meccanismi forniscono alle grandi aziende un sistema di giustizia parallelo che consente loro di citare in giudizio i governi democraticamente eletti che adottano politiche – restrizioni, regolamentazioni o altre forme di protezione – che le imprese considerano una minaccia per il loro fatturato.
Invece di gestire queste dispute legali nei tribunali nazionali, gli ISDS le affidano ad arbitrati privati di fronte a un organo internazionale considerato piu’ favorevole agli interessi delle aziende.

Info:
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https://www.lafionda.org/2020/09/27/il-mito-del-deficit/
https://fazieditore.it/catalogo-libri/il-mito-del-deficit/
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Economia di mercato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Grazie al ruolo unico del dollaro USA quale valuta di riserva globale, lo Zio Sam non e’ mai obbligato a prendere in prestito altri soldi che non siano la sua stessa moneta (e mai dovrebbe farlo!).
Questo da’ in qualche modo agli Stati Uniti un vantaggio, ma non significa che gli USA siano il solo paese in grado di portare avanti la propria agenda politica. Qualunque paese dotato di un alto grado di sovranita’ monetaria ha la capacita’ di perseguire un’agenda politica interna finalizzata a mantenere l’economia a un livello di piena occupazione […]
Molte economie avanzate godono di un’elevata sovranita’ monetaria grazie al fatto che hanno molti settori produttivi ad alto valore aggiunto […] e vantano enormi opportunita’ per tutti i soggetti desiderosi di investire nelle loro economie comprando azioni, proprieta’ immobiliari e altro.
Dal momento che per investire in tali asset nazionali e’ necessario ottenere la moneta dei rispettivi paesi, la domanda delle loro valute rimane elevata in tutto il mondo. (In gergo economico, si dice che questi paesi hanno un mercato dei capitali “profondo“).

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Economia di mercato/Kelton

Staphanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Il mito del deficit ha privato le persone di migliori servizi pubblici dal momento che i governi sono convinti di non avere i soldi per sostenere i progetti che danno assistenza ai propri cittadini.
Questo non solo getta nella miseria le persone la cui vita sarebbe senz’altro migliorata grazie a questi programmi, ma ci danneggia tutti. Le nostre reti di sicurezza sociale rafforzano anche i nostri legami sociali reciproci e aiutano a supportare l’economia nel suo complesso […]
Il governo centrale non dovrebbe provare a gestire il bilancio “come una famiglia“. Non dobbiamo stringere la cinghia con sacrifici condivisi e strette fiscali […]
In che modo, allora, dovremmo parlare dei diritti sociali?
La cosa piu’ importante da ricordare e’ che vi sono tre questioni distinte che dobbiamo tenere separate ogni volta che discutiamo di programmi come Social Security e Medicare. Tali questioni sono: (1) la capacita’ del governo di far fronte alle spese, (2) l’autorita’ legale a effettuare i versamenti, (3) la capacita’ produttiva della nostra economia di fornire servizi assistenziali reali.

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Stato/Kelton

Syephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

La distinzione tra utilizzatori ed emittenti di moneta è il cuore della MMT e […] ha implicazioni profonde per alcuni tra i piu’ importanti dibattiti politici del nostro tempo quali quelli sul sistema sanitario,sul cambiamento climatico, sul sistema previdenziale, sul commercio internazionale e sulla disuguaglianza […]
Quando un paese emette la propria moneta inconvertibile (fiat) e prende a prestito solo nella propria valuta, allora quel paese ha ottenuto la sovranita’ monetaria. I paesi dotati di sovranita’ monetaria, pertanto, non devono gestire le proprie finanze nello stesso modo delle famiglie. Essi possono utilizzare la propria capacita’ di emissione di moneta per perseguire politiche tese a mantenere l’economia al livello di piena occupazione […]
Quando paesi dotati di poca o nessuna sovranita’ monetaria non riescono a rispettare una ferrea disciplina di bilancio, vanno incontro a debiti insostenibili esattamente allo stesso modo delle
famiglie.

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Stato/Kelton

Stephanie Kelton – La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Perche’ non smetterla di pretendere che il Congresso debba gestire il suo bilancio come quello di una famiglia?
La verita’ e’ che molti parlamentari considerano i vincoli autoimposti politicamente utili.
Innanzitutto, i membri del Congresso si trovano quotidianamente di fronte a pressioni da parte degli elettori per avere finanziamenti piu’ generosi per la sanita’, l’istruzione e cosi’ via, e in questo contesto le regole di bilancio danno loro una copertura politica.
Invece di spiegare che sono filosoficamente contrari ad aumentare i fondi per gli studenti a basso reddito, i legislatori possono fingere solidarieta’ con i propri elettori affermando di avere le mani legate a causa del deficit. Se non potessero nascondersi dietro al mito del deficit quali scuse potrebbero utilizzare per giustificare il proprio diniego a tali proposte?
Avere un poliziotto cattivo aiuta.
Altri parlamentari cercano invece dei modi per riuscire a trasformare i vincoli autoimposti in opportunita’ politiche. Di trasformare, insomma, i “limoni in limonata“. Invece di battersi per rovesciare i vincoli, essi trovano dei modi per mettere insieme i propri obiettivi di spesa con altri obiettivi politici.
Un democratico progressista, ad esempio, potrebbe vedere il sistema PAYGO come un modo per giustificare nuove tasse sui ricchi con le quali “pagare” i nuovi programmi volti ad aiutare i poveri e le famiglie a medio reddito. Le persone,dopotutto, adorano Robin Hood.

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Economia di mercato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Nel 1971 Richard Nixon si limito’ a dare il colpo di grazia al gold standard. Da li’ in poi la maggior parte delle monete principali non fu piu’ legata a un tasso di cambio fisso.
L’abbandono del cambio fisso e la fluttuazione della valuta hanno dato a governi emittenti di moneta come gli Stati Uniti un margine di manovra piu’ ampio col quale sostenere la piena occupazione.
Nonostante il collasso del sistema di cambi fissi di Bretton Woods, la mentalita’ del gold standard continua a dominare il nostro dibattito pubblico sulle politiche commerciali ed e’ il motivo per cui cosi’ tanti politici ancora considerano il deficit estero come qualcosa di intrinsecamente pericoloso.
All’interno di un gold standard, il governo puo’ effettivamente rimanere a corto di oro.
Con la fine del gold standard e/o dei tassi di cambio fissi globali, questo modo di ragionare non e’ piu’ valido. L’unica eredita’ lasciataci da Bretton Woods e’ che il dollaro USA continua a giocare un ruolo centrale nell’economia globale.
Quando le aziende e i governi di varie parti del mondo intraprendono scambi commerciali fra loro scrivono una larghissima parte dei loro contratti in dollari americani – anche quando nessuno dei due paesi utilizza il dollaro come moneta interna! Anche una manciata di altre monete importanti, come l’euro, svolge questo ruolo, ma nessuna di esse si approssima a dominare i mercati allo stesso livello del dollaro USA, coinvolto in quasi il 90 per cento degli scambi attuali. Questa e’ la situazione alla quale si riferiscono le persone quando affermano che il dollaro americano e’ la moneta dominante a livello globale.
Le cose potrebbero cambiare? Sì, certamente.
Niente dura per sempre.

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Economia di mercato/Kelton

Stephanie Kelton – La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Falchi del deficit o colombe del deficit.
I falchi erano gli integralisti. Prevalentemente repubblicani, ma non solo, i falchi guardavano ai disavanzi fiscali come alla prova schiacciante di una clamorosa mala gestione delle nostre finanze pubbliche. I bilanci devono essere in pareggio. Punto. Qualsiasi squilibrio tra spese e tassazione gli faceva drizzare i capelli. Paventavano un’incombente crisi del debito e reclamavano un’azione rapida per frenare il deficit.
L’etichetta di “falchi” stava a simboleggiare la loro determinazione – almeno retorica – a voler riportare il bilancio in pareggio e azzerare il debito nazionale.
I falchi schernivano i loro avversari, le colombe del deficit, accusandoli di essere troppo accondiscendenti (per l’appunto, pacifici come colombe) nei confronti della minaccia posta dall’accumularsi del debito pubblico.
Secondo i falchi la colpa era da rinvenire soprattutto nei programmi per la protezione sociale – Social Security, Medicaid e Medicare –, mentre le colombe additavano come principali responsabili del debito nazionale i tagli alle tasse per i ricchi e le guerre da migliaia di miliardi di dollari […]
Entrambi consideravano le prospettive fiscali a lungo termine un problema che doveva essere risolto; le loro differenze si riducevano a un disaccordo di fondo su chi (e cosa) ci avesse messo in questo pasticcio e su quanto velocemente avremmo dovuto agire per riparare il danno […]
Quando non si ha l’opzione di una svalutazione esterna (cioe’ della moneta), i paesi perseguono spesso una svalutazione interna come strada per provare a “vincere” nel commercio. Il termine tecnico neoliberale utilizzato per indicare questa particolare strategia e’ riforme strutturali.
Un modo educato di descrivere un’agenda volta a ridurre il costo del lavoro (salari e pensioni) al fine di aumentare la competitivita’ riducendo i costi di produzione. In sostanza, cio’ significa che, invece di indebolire la moneta, un paese decide di indebolire il lavoro.
L’emblema europeo di questa strategia e’ la Germania. Dopo che il governo tedesco ha intrapreso tale strategia all’inizio degli anni Duemila essa e’ riuscita a trasformare i suoi prolungati deficit commerciali in enormi surplus commerciali

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Europa/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

La politica italiana negli ultimi anni ha continuato a essere dominata dallo spettro dello “spread“ – il differenziale tra i tassi di interesse dei titoli di Stato italiani e quelli dei titoli di Stato tedeschi –, in base all’assunto errato secondo cui i tassi di interessi sono fissati dai mercati, i quali necessitano di essere “rassicurati“ dai governi per mezzo di politiche fiscali “responsabili“, quando in realta’ […] i tassi di interesse sui titoli di Stato sono una variabile che dipende sempre dalla politica monetaria della banca centrale (anche quando quest’ultima sceglie, per ragioni politiche, di lasciare che siano i mercati a determinare i tassi,come ha spesso fatto la BCE in passato).
La risposta della BCE alla crisi determinata dalla pandemia lo ha reso ampiamente evidente.
Da marzo, la BCE ha intensificato il suo programma di acquisto titoli e oggi sta effettivamente finanziando il disavanzo pubblico dell’Italia, acquistando praticamente tutte le obbligazioni italiane di nuova emissione; di conseguenza, nonostante un significativo aumento del deficit e del debito pubblico, i tassi di interesse sulle obbligazioni italiane sono scesi a livelli record.
Cio’ dimostra, al di la’ di ogni dubbio, che la BCE puo’ sempre impedire che l’aumento del deficit (o dei livelli del debito) spinga all’insu’ i tassi di interesse.
Se lo avesse voluto, la BCE avrebbe potuto scegliere di stabilizzare i tassi di interesse italiani durante le turbolenze politiche del 2018-2019, consentendo cosi’ il regolare svolgimento del processo democratico, invece di lasciare che i mercati obbligazionari influenzassero l’agenda politica […]
Allo stesso modo, proprio come la BCE sta oggi creando denaro per sostenere gli sforzi nazionali per combattere la pandemia, avrebbe potuto fare lo stesso in passato per aiutare i governi a combattere la disoccupazione e altre piaghe sociali invece di insistere affinche’ riducessero i loro livelli di deficit e di debito.

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Stato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Almeno quattro importanti ragioni per la tassazione.
La prima: […] le tasse consentono allo Stato di rifornirsi di cio’ di cui ha bisogno senza l’uso esplicito della forza. Se il governo britannico smettesse di richiedere alla popolazione di pagare i propri obblighi fiscali utilizzando le sterline britanniche, comprometterebbe ben presto le proprie capacità di approvvigionarsi di lavoro. Meno persone avrebbero bisogno di
guadagnare sterline e, di conseguenza, lo Stato si troverebbe in difficolta’ nel trovare insegnanti, infermieri e cosi’ via disposti a lavorare e produrre beni e servizi in cambio della sua valuta […]
Seconda importante ragione d’essere della tassazione:
l’inflazione […] Se lo Stato desidera aumentare la spesa in sanita’ e in istruzione, potrebbe aver bisogno di rimuovere dall’economia una parte della nostra capacita’ di spesa al fine di evitare che i suoi esborsi piu’ generosi spingano al rialzo i prezzi.
[Un] terzo: le tasse sono uno strumento governativo importante per modificare la distribuzione della ricchezza e del reddito[…]
Circa la meta’ di tutto il reddito aggiuntivo generato ogni anno va all’1 per cento piu’ ricco della societa’, mentre tre sole famiglie detengono piu’ ricchezza dell’intera meta’ piu’ povera della popolazione americana. Concentrazioni cosi’ estreme di patrimonio e di reddito danno origine a problemi sociali ed economici. Per prima cosa, diventa molto complicato mantenere un’economia forte quando la maggior parte dei redditi va a finire nelle tasche della fetta piu’ piccola di popolazione piu’ ricca che risparmia gran parte del proprio reddito senza immetterlo nuovamente nell’economia […] Percio’, cosi’ come i tagli delle tasse possono essere utilizzati per esacerbare le disuguaglianze, il governo potrebbe esercitare la sua autorita’ fiscale per invertire queste pericolose tendenze. Aumentare i controlli, rendere piu’ difficile l’elusione colmando le lacune del sistema impositivo, aumentare le aliquote e stabilire nuove forme di tassazione sono tutte leve importanti per consentire al governo di raggiungere una distribuzione
piu’ sostenibile di reddito e ricchezza […]
Infine, i governi possono impiegare le tasse per incoraggiare o scoraggiare certi comportamenti. Al fine di migliorare la salute pubblica, combattere il cambiamento climatico o disincentivare la speculazione nei mercati finanziari, i governi potrebbero imporre rispettivamente una tassa sulle sigarette, sul carbonio o sulle transazioni finanziarie. Gli economisti fanno spesso riferimento a queste imposte come a “tasse sui vizi“ in quanto vengono utilizzate per dissuadere le persone dall’intraprendere attivita’ dannose […]
Viceversa, le tasse possono essere utilizzate anche per incentivare determinati comportamenti. Ad esempio, il governo puo’ prevedere alcuni sgravi fiscali per incoraggiare le persone a comprare elettrodomestici a risparmio energetico o veicoli elettrici.
Per tutte queste ragioni, le tasse sono un indispensabile strumento politico che non puo’ essere abbandonato semplicemente perche’ lo Stato puo’ fabbricare la propria moneta.

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Stato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La teoria monetaria moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Secondo la visione convenzionale, al centro dell’universo monetario si trova il contribuente, in ragione della credenza per la quale lo Stato, di per se’, non possiede denaro.
Ne consegue che gli unici soldi disponibili per finanziare lo Stato devono provenire in ultima istanza dalle persone comuni come noi.
La MMT  [Modern Monetary Theory] cambia radicalmente questa nostra comune rappresentazione riconoscendo il fatto che non e’ il contribuente a finanziare le spese dello Stato bensi’ l’istituto di emissione monetaria, cioe’ il governo centrale stesso; e che l’idea per la quale sono le tasse a finanziare le spese dello Stato e’ pura e semplice fantasia […]
Solo perche’ non esistono vincoli finanziari al bilancio dello Stato non significa che non vi siano limiti reali a cio’ che il governo puo’ (e dovrebbe) fare. Ogni economia ha i propri limiti di velocita’ interni, regolati dalla disponibilita’ delle sue risorse produttive reali: lo stato della tecnologia e la quantita’ e qualita’ delle sue terre, dei suoi lavoratori, delle sue fabbriche, dei suoi macchinari e delle altre risorse materiali.
Se lo Stato spende troppo in un’economia che sta gia’ correndo a piena velocita’, l’inflazione comincera’ ad accelerare.
Dei limiti quindi esistono. Questi, pero’, non stanno nella possibilita’ del nostro governo di spendere soldi o nel deficit, ma nelle pressioni inflazionistiche e nelle risorse presenti all’interno dell’economia reale.
La MMT distingue dunque nettamente i limiti reali dai vincoli immaginari e autoimposti.

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