Economia di mercato/Crawford

Kate Crawford – Né intelligente né artificiale.Il lato oscuro dell’IA – il Mulino (2021)

La durata media di uno smartphone e’ di soli 4,7 anni.
Questo ciclo di obsolescenza alimenta l’acquisto di piu’ dispositivi, moltiplica i profitti e aumenta gli incentivi all’uso di pratiche di estrazione non sostenibili.
Dopo un lento processo di sviluppo, questi minerali, elementi e materiali attraversano poi un periodo straordinariamente rapido di scavo, lavorazione, miscelazione, fusione e trasporto logistico, percorrendo migliaia di chilometri per essere trasformati. Cio’ che inizia come minerale rimosso dal terreno, eliminati i residui e gli «sterili», viene quindi trasformato in dispositivi che vengono prima utilizzati e poi gettati, per finire sepolti in discariche di rifiuti elettronici in luoghi come il Ghana e il Pakistan.
Il ciclo di vita di un sistema di IA, dalla nascita alla morte, ha molte catene di approvvigionamento frattali: forme di sfruttamento del lavoro umano e delle risorse naturali e massicce concentrazioni di potere aziendale e geopolitico.
E lungo tutta la catena, un consumo di energia continuo e massiccio mantiene il ciclo in funzione.

Info:
https://www.doppiozero.com/ia-ne-intelligente-ne-artificiale
https://www.irpa.eu/recensione-a-k-crawford-ne-intelligente-ne-artificiale-il-lato-oscuro-dellia/
https://www.laciviltacattolica.it/recensione/ne-intelligente-ne-artificiale-il-lato-oscuro-dellia/
https://transform-italia.it/ne-artificiale-ne-intelligente/
https://www.questionegiustizia.it/articolo/ne-intelligente-ne-artificiale-il-lato-oscuro-dell-ia
https://medium.com/@g.bientinesi/la-recensione-n%C3%A9-intelligente-n%C3%A9-artificiale-il-lato-oscuro-dellia-k-crawford-9215ab054c85

Green New Deal/Hickel

Jason Hickel – Siamo ancora in tempo. Come una nuova economia puo’ salvare il pianeta – il Saggiatore (2021)

In un sistema orientato alla crescita, l’obiettivo spesso e volentieri e’ di non soddisfare i bisogni umani, e addirittura di perpetuarli.
Una volta che ci rendiamo conto di questo, diventa evidente che ci sono pezzi enormi dell’economia fondati attivamente e intenzionalmente sullo spreco, e che non assolvono a nessuno scopo umano riconoscibile.
Primo passo: mettere fine all’obsolescenza programmata […] Le aziende, nel disperato tentativo di incrementare le vendite, cercano di creare prodotti fatti appositamente per rompersi ed essere sostituiti dopo un periodo di tempo relativamente breve […]
Secondo passo: tagliare la pubblicità […] Possiamo dire che stanno applicando la fratturazione idraulica alle nostre menti. Siamo esposti a migliaia di annunci pubblicitari ogni giorno, e ogni anno che passa diventano piu’ insidiosi. E’ un assalto contro la nostra coscienza, la colonizzazione non solo dei nostri spazi pubblici, ma anche delle nostre menti. E funziona. Le ricerche rivelano che la spesa pubblicitaria ha un impatto diretto e altamente significativo sul consumo materiale […]
Terzo passo: passare dal concetto di proprieta’ al concetto di uso […] Passare dal concetto di proprieta’ al concetto di uso puo’ avere un impatto notevole sul volume di produzione materiale. Condividere un’unica attrezzatura fra dieci famiglie significa ridurre di dieci volte la domanda di quel prodotto, e al contempo far risparmiare alle persone tempo e denaro […]
Quarto passo: mettere fine allo spreco alimentare […] Mettere fine allo spreco alimentare in teoria potrebbe dimezzare le dimensioni dell’industria agricola continuando a garantirci accesso a tutto il cibo di cui abbiamo bisogno. Questo ci consentirebbe di ridurre le emissioni a livello mondiale fino al 13%, e al tempo stesso di rigenerare fino a 2,4 miliardi di ettari di terreni usandoli come habitat per la fauna selvatica e per lo stoccaggio delle emissioni. […]
Quinto passo: ridimensionare le industrie distruttive per l’ambiente […] Prendiamo l’industria della carne bovina, per esempio. Quasi il 60% delle terre agricole del mondo e’ usato per l’allevamento di manzi, o direttamente, per far pascolare il bestiame, o indirettamente, per coltivare foraggio. La carne di manzo e’ uno degli alimenti piu’ inefficienti del pianeta quanto a impiego delle risorse, in termini di suolo ed energia utilizzati per caloria o sostanza nutriente […]
Eppure la carne di questo animale e’ tutt’altro che essenziale per l’alimentazione umana: rappresenta appena il 2% delle calorie che consumiamo. Nella maggior parte dei casi, l’industria potrebbe essere ridimensionata senza alcun danno per il benessere umano. I vantaggi di questo ridimensionamento sarebbero sbalorditivi. Passare dalla carne di manzo alla carne di animali non ruminanti o a proteine vegetali come fagioli e legumi in genere potrebbe liberare piu’ di 28 milioni di chilometri quadrati di terreni: le dimensioni degli Stati Uniti, del Canada e della Cina sommati insieme. […] Gli scienziati dicono che ridimensionare l’industria della carne bovina e’ una delle misure piu’ incisive che possiamo attuare ed e’ fondamentale per evitare cambiamenti climatici pericolosi.

Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/