Stato/Habermas

Jurgen Habermas, Wolfgang Streeck – Oltre l’austerita’. Disputa sull’Europa – Castelvecchi (2020)

Ai tassi di inflazione crescente degli anni Settanta si sostituisce il progressivo indebitamento delle famiglie e dei bilanci pubblici.
Cresce parallelamente anche l’ineguaglianza quanto alla distribuzione del reddito, mentre le entrate statali diminuiscono per rapporto alla spesa pubblica.
Con l’aumento delle disuguaglianze sociali lo Stato tributario subisce in tale sviluppo una trasformazione: «Lo Stato democratico, governato e alimentato dai propri cittadini in quanto Stato tributario, si converte in Stato di debito democratico, nella misura in cui il suo sostentamento poco a poco non dipende piu’ dai cittadini contribuenti ma dai suoi creditori».
Dentro l’Unione economica e monetaria europea i limiti imposti dai “mercati” all’azione politica degli Stati mostrano il loro carattere perverso. La trasformazione dello Stato tributario in Stato di debito fa da sfondo al circolo vizioso con cui gli Stati salvano le banche insolventi, per finire a loro volta trascinate verso il fallimento da queste ultime, rimettendo di conseguenza il destino della popolazione nelle mani del regime finanziario imperante

Info:
https://open.luiss.it/2021/04/02/un-destino-comune-nel-nome-della-solidarieta/
https://www.lafionda.org/2021/03/30/quali-prospettive-per-la-solidarieta-europea-nello-scenario-post-covid/
https://www.reset.it/articolo/come-nasce-leuropa-streit-tra-jurgen-habermas-e-wolfgang-streeck
https://www.sinistrainrete.info/crisi-mondiale/19326-paolo-ortelli-capitalismo-e-democrazia-catastrofe-o-rivoluzione.html

Societa’/Pettifor

Ann Pettiflor – Il Green New Deal. Cos’e’ e come possiamo finanziarlo – Fazi (2020)

Questi sono tempi che richiedono il coraggio intellettuale e politico di giganti come Keynes e Roosevelt.
Se vogliamo attuare il Green New Deal, i leader politici di oggi dovranno essere altrettanto coraggiosi e scrupolosi. Dovranno smantellare e trasformare l’attuale sistema finanziario globalizzato e l’ideologia incarnata in esso, per recuperare quei poteri e quell’autorita’ pubblica necessari per proteggere e riparare i sistemi di supporto vitale della Terra […]
Il successo della lunga ed efficace campagna di deregolamentazione del sistema finanziario significa che qualsiasi progetto di ricostruzione nazionale sara’ fortemente osteggiato. Da decenni ormai le imprese finanziarie private hanno sostituito i governi nel finanziamento di attivita’ che un tempo erano di dominio del settore pubblico: acqua, trasporti, istruzione, case, servizi ambientali, sanita’.
Il settore finanziario e’ stato talmente efficace a mercificare e a monetizzare ogni sfera dell’attivita’ collettiva che non rimane quasi nessun bene o attivita’ pubblica o privata che non sia stata mercificata, “prezzata” e commercializzata a livello globale.
I prezzi dei servizi essenziali – compresi la sanita’ e l’istruzione superiore – sono diventati inaccessibili per milioni di persone, tanto che oggi sono una delle principali cause del flagello della disuguaglianza

Info:
https://www.iconaclima.it/sostenibilita/vivere-green/consigli-di-lettura-il-green-new-deal-di-ann-pettifor/
https://www.alliancesud.ch/it/politica/politica-fiscale-e-finanziaria/il-green-new-deal-secondo-pettifor

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Il Covid-19 ha colpito un mondo che ha acquisito la sua struttura intrinseca negli anni successivi alla Guerra fredda, quando la rivalita’ tra le grandi potenze e’ calata e il commercio globale e’ esploso, e le nazioni si sono legate reciprocamente con i forti vincoli dell’interdipendenza […]
Nello stesso periodo la Rivoluzione informatica ha fatto si’ che tutto quanto – beni, servizi, cultura e idee – si muovesse alla velocita’ della luce […]
Questi flussi tangibili e intangibili scorrono tuttora in ogni nazione del pianeta, eppure non c’e’ un solo paese che possa influenzarli per conto proprio. Tutti sono connessi, ma nessuno e’ alla guida.
Detto altrimenti, il mondo in cui viviamo e’ aperto, veloce, e quindi, per definizione, instabile.
Sarebbe arduo portare stabilita’ a una cosa tanto dinamica e aperta.
Si scopre infatti che qualsiasi sistema puo’ avere soltanto due di queste tre caratteristiche: aperto, veloce, stabile. Un sistema aperto e veloce, come il mondo in cui viviamo, sara’ intrinsecamente instabile. Uno invece veloce e stabile tendera’ a essere chiuso, come la Cina. Se il sistema e’ aperto e stabile, e’ probabile che sia pigro piu’ che dinamico. Pensate agli Imperi austro-ungarico e ottomano dell’Ottocento: enormi, aperti, differenziati… e in piena decadenza.
Questo “trilemma” e’ l’adattamento di un’idea di Jared Cohen, il tecnologo per antonomasia, secondo il quale le reti informatiche devono scegliere due fra tre qualita’: apertura, velocita’ e sicurezza.
Gli economisti hanno una propria versione di questa idea, il “trilemma della politica”, secondo il quale le nazioni possono avere due delle seguenti tre cose: libero movimento dei capitali, banche centrali indipendenti e tasso di cambio fisso. E’ materia un tantino da “secchioni”, ma tutti questi trilemmi veicolano un semplice concetto: se tutto quanto e’ aperto e in rapido movimento, il sistema puo’ partire pericolosamente per la tangente

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

Green New Deal/Danovaro

Roberto Danovaro, Mauro Gallegati – Condominio Terra. Natura, economia, societa’, come se futuro e benessere contassero davvero – Giunti (2019)

Ecologia ed economia usano lo stesso prefisso, eco, dal greco οἶκος: casa. La conoscenza relativa a come funziona (logos: λόγος) e le regole di gestione (nomos: νόμoς) della casa dovrebbero essere due facce della stessa medaglia.
Occorre conoscere la propria casa per poi saperla gestire nel modo migliore.
In realta’, nel tempo, soprattutto a partire dalla rivoluzione industriale, questi concetti si sono sempre piu’ allontanati l’uno dall’altro e l’economia e’ diventata «crematistica» (le cose che si posseggono, cioe’ accumulazione di merci e denaro fine a se stessa), in contrapposizione con i principi dell’ecologia che e’ «riciclista» (ovvero ricicla e rinnova continuamente i suoi beni, la sua biomassa).
La crescita dell’utilizzo delle risorse naturali, a partire soprattutto dalla seconda meta’ dell’Ottocento, ha raggiunto tassi elevatissimi che non si sono mai arrestati nel corso della storia fino a oggi. Possiamo dire che l’economia e’ cresciuta fortemente grazie alla tecnologia unita al saccheggio della natura

Info:
https://sbilanciamoci.info/condominio-terra/

Green New Deal/Hickel

Jason Hickel – Siamo ancora in tempo. Come una nuova economia puo’ salvare il pianeta – il Saggiatore (2021)

Per cinquecento anni il capitalismo ha fondato le sue fortune sull’estrazione di risorse dalla natura.
Ha sempre avuto bisogno di un «fuori», esterno a esso, da cui depredare valore senza pagare, senza offrire in cambio nulla di equivalente.
E’ questo che alimenta la crescita. Imporre un limite all’estrazione e allo spreco di materiali sostanzialmente equivale ad ammazzare la gallina dalle uova d’oro […] Ogni volta che sembra esserci un conflitto fra ecologia e crescita, economisti e politici optano per quest’ultima e sperimentano modi sempre piu’ creativi per indurre la realta’ a conformarsi alla crescita […]
Nessuna di queste persone si preoccupa mai di giustificare la propria premessa di fondo, cioe’ l’assunto che continuare a espandere l’economia anno dopo anno, per sempre, sia necessario. E’ una cosa che viene semplicemente recepita come un articolo di fede […]
Ma se questo assunto fosse sbagliato? Se i paesi ad alto reddito non avessero bisogno della crescita? Se fosse possibile migliorare il benessere umano senza dovere per forza espandere l’economia? Se fosse possibile generare tutte le innovazioni di cui abbiamo bisogno per una rapida transizione alle energie rinnovabili senza un solo dollaro di Pil in piu’? Se invece di cercare disperatamente di disaccoppiare il Pil dall’uso di risorse ed energia fosse possibile disaccoppiare il progresso umano dal Pil? Se riuscissimo a trovare una strada per liberare la nostra civilta’, e il nostro pianeta, dai vincoli dell’imperativo della crescita?
Se siamo pronti a immaginare favole fantascientifiche frutto di mere ipotesi per continuare a spingere avanti la macchina dell’economia esistente, allora perche’ non provare a immaginare semplicemente un tipo di economia completamente diverso?

Info:
https://oggiscienza.it/2021/05/08/siamo-ancora-in-tempo-jason-hickel/
https://www.ilsaggiatore.com/wp-content/uploads/2021/04/2021_04_20-Manifesto-Hickel.pdf
https://www.linkiesta.it/2021/03/salvare-il-pianeta-rapporto-natura/

Societa’/Zakaria

Fareed Zakaria – Il mercato non basta. Dieci lezioni per il mondo dopo la pandemia – Feltrinelli (2021)

Dopo la Guerra fredda, il mondo s’e’ adagiato in un nuovo sistema internazionale caratterizzato da tre forze, una geopolitica, una economica e una tecnologica: la potenza americana, il libero mercato e la Rivoluzione informatica.
Tutte sembravano cooperare per creare un mondo piu’ aperto e piu’ ricco. Ma era ancora un mondo costellato di crisi, alcune delle quali sarebbero andate fuori controllo. […]
E’ particolarmente vero per le tre che saranno giudicate le piu’ durature: l’11 settembre, il crollo del 2008 e il coronavirus.
Gli attentati dell’11 settembre hanno scosso il pianeta, concentrando l’attenzione su una specifica reazione a questo nuovo mondo che tanti in Occidente avevano fino a quel momento ignorato. Hanno portato alla ribalta la ferocia dell’Islam radicale, le tensioni in Medio Oriente e il rapporto complicato dell’Occidente con entrambi i fenomeni […]
Il secondo choc e’ stato totalmente diverso, una crisi finanziaria di un genere ben noto nella storia.
Le vacche grasse hanno portato a una crescita dei prezzi degli asset che ha favorito le speculazioni, poi le bolle e per finire, inevitabilmente, il crollo. Anche se la crisi e’ cominciata negli Stati Uniti, s’e’ diffusa alla svelta in tutto il pianeta, facendo sprofondare il mondo nel peggiore ribasso dell’economia dopo la Grande depressione […] Le angosce economiche hanno generato angosce culturali, l’ostilita’ all’immigrazione e la nostalgia di un passato familiare. In tutto l’Occidente e’ cresciuto il populismo di destra.
Il terzo choc e’ quello che stiamo vivendo attualmente. Forse e’ il più grande di tutti, e sicuramente e’ il piu’ globale. Cio’ che e’ cominciato come un problema sanitario in Cina e’ diventato presto una pandemia mondiale. Ma e’ solo l’inizio.
La crisi sanitaria ha portato a un simultaneo lockdown di tutte le attivita’ del globo, causando una Grande paralisi, la messa in pausa dell’economia stessa. […]
Le conseguenze politiche si svilupperanno nei prossimi anni in modi diversi nei diversi paesi. Le conseguenze sociali e psicologiche – paura, isolamento, incertezza – potrebbero durare ben piu’ a lungo.
Il Covid-19 sta avendo effetti profondi e duraturi su tutti noi, ripercussioni che non possiamo ancora comprendere appieno

Info:
https://www.feltrinellieditore.it/opera/opera/il-mercato-non-basta/
https://www.sivempveneto.it/la-lezione-della-pandemia-esce-anche-in-italia-lultimo-libro-di-fareed-zakaria-esperto-di-geopolitica-e-analista-della-cnn-ecco-perche-il-mercato-non-basta-a-risollevarci/
https://www.libreriavolare.it/recensioni-libri/saggistica/quello-che-ci-unisce-e-il-mercato-non-basta/
https://www.repubblica.it/cultura/2021/05/26/news/l_intervista_la_lezione_della_pandemia-302900481/

GreenNewDeal/Chomsky

Noam Chomski – Crisi di civilta’. Pandemia e capitalismo – Ponte alle Grazie (2020)

Il governo e’ il problema, non la soluzione […]
Vale la pena soffermarci un momento sul significato di quel precetto. In pratica, significa che il governo non e’ la soluzione quando e’ in gioco il benessere della popolazione, mentre invece e’ certamente la soluzione quando il problema coinvolge la ricchezza privata e il potere delle grosse societa’.
Gli esempi sono innumerevoli, da Reagan in poi, e non c’e’ bisogno di elencarli.
Il mantra del «governo malvagio» e’ affine a quello del tanto decantato «libero mercato», che viene puntualmente distorto per adeguarlo alle pretese del capitale. Le dottrine neoliberiste sono penetrate anche nel settore imprenditoriale privato.
Il modello aziendale esige «efficienza», ossia la massimizzazione del profitto, e al diavolo le conseguenze.
Per quanto riguarda la sanita’ privata, cio’ implica non avere nessuna capacita’ di scorta: appena quel tanto che basta per tirare avanti in condizioni normali, e anche in quel caso giusto l’essenziale, con costi ingenti per i pazienti ma con il bilancio in ordine (e lauti compensi per il management).
E se accade qualcosa di inaspettato, che sfortuna! […]
Le multinazionali dei carburanti fossili sono sul mercato per massimizzare i profitti, non per fare in modo che la societa’ umana sopravviva, un fatto di secondaria importanza. Cercano costantemente nuovi giacimenti petroliferi da sfruttare. Non sprecano certo le loro risorse in energie sostenibili e anzi demoliscono i progetti di energia sostenibile, per quanto redditizi, perche’ possono fare piu’ soldi accelerando la distruzione di massa

Info:
https://www.illibraio.it/news/ebook-e-digitale/chomsky-virus-ebook-1380886/
https://ilmanifesto.it/lo-stato-di-gravita-permanente-secondo-noam-chomsky/

Stato/Pennacchi

Laura Pennacchi – Democrazia economica. Dalla pandemia a un nuovo umanesimo – Castelvecchi (2021)

La stessa proprieta’ privata non esiste “in natura”, non e’ un’entita’ materiale ma un insieme di diritti e regole.
Questa e’ stata, del resto, l’intuizione degli illuministi David Hume e Immanuel Kant, i quali hanno concepito la proprieta’ come un’istituzione politica, assumente forme e tipologie modellate dalla societa’, dallo Stato e dagli apparati istituzionali.
Nelle societa’ senza Stato i poteri privati, spesso violenti, monopolizzano tutta la ricchezza disponibile […]
Non a caso l’affermazione della proprieta’ avvenuta nel Seicento e nel Settecento e’ servita a combattere la politica di confisca del potere assoluto, in un processo indistinguibile da quello che porto’ alla creazione di istituzioni rappresentative efficaci e che rimise in discussione la primogenitura e l’ordine della successione ereditaria, sgretolando le basi del potere dell’aristocrazia terriera europea […]
Il problema nasce quando […] mercato e proprieta’ privata, nati dalle lotte per la liberta’ contro il potere feudale e l’assolutismo, creano, con le rivoluzioni industriali e il successivo tumultuoso sviluppo economico, inedite forme di insicurezza […]
Dunque, anche l’ideologia della proprieta’ e’ cambiata nel tempo a mano a mano che cambiavano le fonti di insicurezza […]
Era «simbolo di sicurezza nei confronti dei capricci dell’autorita’ politica e della violenza degli attaccabrighe», ma quando altri capisaldi di sicurezza (per esempio, attraverso un sistema giuridico piu’ affidabile) furono messi a punto, «la proprieta’ privata perdette parte della sua responsabilita’ e comincio’ a essere vista essa stessa come fonte di insicurezza»

Info:
https://www.rivisteweb.it/doi/10.7384/101090
http://www.castelvecchieditore.com/2021/03/06/democrazia-economica-di-laura-pennacchi/

Societa’/Boitani

Andrea Boitani – L’illusione liberista. Critica dell’ideologia di mercato – Laterza (2021)

Agli inizi degli anni Ottanta del secolo scorso la disuguaglianza aveva raggiunto il suo minimo storico sia in Europa che negli Stati Uniti, alla fine di una discesa cominciata con la Grande Depressione dei primi anni Trenta. […]
Poi, con la spettacolare espansione della finanza e la vertiginosa ascesa degli stipendi dei manager, che (non a caso) ha accompagnato quell’espansione, le cose sono cambiate.
Tra il 1950 e il 1980 c’è stata negli Usa una “grande compressione” degli stipendi e dei salari, che ha portato a una forte riduzione dei differenziali retributivi rispetto agli anni prebellici. Differenziali che dal 1980 sono invece esplosi.
Stando ai dati dell’Economic Policy Institute, il rapporto tra compensazioni complessive (comprensive di bonus incentivanti in denaro e in azioni) dei top manager e quella del lavoratore dipendente medio nelle aziende americane e’ passato da circa 30 nel 1978 a 327 nel 2007 e – dopo una flessione negli anni successivi al fallimento di Lehman Brothers – e’ risalito a 311 nel 2017.
Come dire che se il lavoratore medio oggi guadagna 50 mila dollari, un top manager ne guadagna 15 milioni e 550 mila […]
Piu’ ancora e’ aumentata, anche in Europa, la concentrazione della ricchezza nelle mani di pochissimi miliardari.
Nel 2014 i 35 miliardari italiani individuati da Forbes avevano nelle loro mani il 12% di tutta la ricchezza nazionale. Molto meno che in Cile, ma sempre tanto.
E, per finirla coi numeri, dal 1995 la ricchezza del “top 1%” degli italiani e’ cresciuta di oltre il 20%, mentre quella del 90% piu’ povero si e’ ridotto di altrettanto.
C’e’ poi una forte disuguaglianza generazionale.
In Italia, negli ultimi decenni, la poverta’ (relativa) si e’ sempre piu’ spostata dagli anziani ai giovani, esattamente il contrario di quanto avvenuto nella maggior parte dei Paesi Ocse

Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21400-andrea-boitani-l-illusione-liberista.html
https://www.lavoce.info/archives/91181/l-illusione-liberista/
https://www.eticaeconomia.it/lillusione-liberista/

GreenNewDeal/Harvey

David Harvey – Cronache anticapitaliste. Guida alla lotta di classe per il XXI secolo – Feltrinelli (2021)

Se la massa del capitale cresce esponenzialmente, sorge la domanda di dove si trovi il mercato per quella massa crescente.
E come verra’ assorbita quella massa attraverso il consumo?
Se aumenta la quantita’ totale di merci, ovviamente devono essere popolazioni sempre piu’ ampie che consumino quelle merci, ma devono avere il denaro per poterle acquistare.
Tutto questo significa che la societa’ deve essere strutturata in qualche modo non solo per gestire la tendenza alla caduta del saggio del profitto, ma anche per gestire la difficolta’ di realizzare il valore di una massa crescente e quella massa crescente sta diventando sempre piu’ problematica […]
Se quella massa continua a crescere […] andremo incontro a problemi seri per i consumatori ma anche per l’ambiente.
Questa e’ una delle difficolta’ fondamentali che abbiamo di fronte, per il riscaldamento globale e altri problemi ambientali. La massa crescente delle merci e’ associata a una massa crescente di rifiuti.
All’improvviso si e’ sviluppata una forte preoccupazione, si vogliono mettere al bando le borse di plastica cosi’ come tutti altri prodotti di plastica, perche’ hanno generato una massa di rifiuti che ora circola negli oceani, con casi orrendi come balene morte con lo stomaco pieno di sacchetti di plastica.
La massa crescente di produzione, consumo e smaltimento degli oggetti di plastica e’ una cosa che dobbiamo tenere in considerazione.
Anche la domanda globale di risorse di base ha avuto un picco.
La produzione di rame, litio e minerali di ferro e’ schizzata verso l’alto, in gran parte in risposta alla stupefacente urbanizzazione della Cina. Anche con la caduta del saggio del profitto, la massa delle merci in circolazione continua ad aumentare a un tasso composto. La massa crescente dei minerali estratti conseguente a un’urbanizzazione fonte di sprechi (come Hudson Yards) va vista come qualcosa di necessario per la riproduzione del capitale e il mantenimento dell’accumulazione di capitale.
Ma in quale misura questo “estrattivismo” e’ necessario per la riproduzione di un modo di vita delle persone?
E che modo di vivere sara’?
Spesso in passato ho detto che, mentre si discute molto di che tipo di citta’ vogliamo costruire, la domanda reale e’: che tipo di persone vogliamo essere?
E’ la risposta a questa seconda domanda che deve definire che tipo di citta’ dovremmo costruire

Info:
https://www.idiavoli.com/it/article/cronache-anticapitaliste https://www.kulturjam.it/editoria-narrazioni/david-harvey-cronache-anticapitaliste/
https://www.marxist.com/david-harvey-contro-la-rivoluzione-la-bancarotta-del-marxismo-accademico.htm
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/21563-guido-maria-brera-cronache-anticapitaliste.html
https://www.doppiozero.com/materiali/david-harvey-laccumulazione-come-spoliazione