Societa’/Mason

Paul Mason – Il futuro migliore. In difesa dell’essere umano – il Saggiatore (2019)

Ma se riuscissimo a immaginare la fine del capitalismo? Chiudete gli occhi per un momento e provateci.
Fa paura? Che cosa vedete?
Con ogni probabilita’ vedrete la stessa utopia che ha ispirato il pensiero occidentale da Aristotele in poi: una comunita’ senza poverta’, in cui la proprieta’ e la gerarchia non hanno importanza, in cui tutti hanno abbastanza tempo libero per sviluppare il proprio potenziale umano e abbastanza risorse materiali per vivere, e in cui il lavoro e’ svolto dalle macchine.
La vita buona.
All’inizio del xxi secolo, i mezzi per liberarci dal lavoro sono a portata di mano.
Quando sentite storie spaventose sui robot o i processi automatizzati che distruggeranno meta’ dei posti di lavoro nei paesi sviluppati, quello che vuol dire e’ che nel giro di un secolo potremmo essere liberi dalla gran parte del lavoro fisico.
Vuol dire che le cose fondamentali di cui abbiamo bisogno per vivere – cibo, energia, trasporto, alloggio, assistenza medica e istruzione – potrebbero diventare tanto abbondanti da consentire di fornirle al di fuori del mercato, attraverso una collaborazione diretta reciproca.

Info:
https://www.ilsaggiatore.com/libro/il-futuro-migliore/
https://ilmanifesto.it/la-rivolta-dei-fiocchi-di-neve/
https://www.pulplibri.it/manifesto-ottimista-per-ripartire-oggi/

Societa’/D’Eramo

Marco D’Eramo – Dominio. La guerra invisibile dei potenti contro i sudditi – Feltrinelli (2020)

Sarebbe strano se in quest’epoca di tumultuoso progresso tecnologico, l’unico settore a rimanere statico fosse quello della tecnologia del potere.
Anch’essa ha compiuto passi da gigante: il potere esercitato su ognuno di noi e’ infinitamente maggiore, piu’ pervasivo, piu’ costante, magari meno rozzamente brutale, ma piu’ implacabile di quello che veniva imposto ancora pochi decenni, per non parlare di un paio di secoli […]
Il passaggio dal feudalesimo al capitalismo industriale aveva corrisposto a una trasformazione del potere da potere sovrano a potere disciplinare: il potere regale era un potere che individuava il sovrano (“il corpo del re”) e rendeva anonimo il suddito, ed era un potere che poteva esercitarsi sulle persone insieme, e contemporaneamente ad altri poteri sovrani: il potere sovrano del pater familias (il nome del padre) coesisteva con il potere sovrano del re e con il potere sovrano del papa.
Al contrario, il potere disciplinare e’ un potere che rende anonimo il disciplinante ma individua il suddito, il soggetto (attraverso il libretto di lavoro, la pagella scolastica, il casellario giudiziario, la cartella clinica); e’ un potere totale, nel senso che investe tutta la persona su cui si esercita ed esclude gli altri poteri disciplinari: quando sei a scuola non sei in fabbrica, quando sei in manicomio non sei nell’esercito.
Ma e’ un potere legato a un luogo (la scuola, la caserma, la prigione, la fabbrica, l’ospedale) e a un tempo (la durata della detenzione, l’orario di lavoro, la lunghezza della leva…) […]
Invece oggi siamo sottoposti a un potere diverso da quello disciplinare, un potere ubiquo di “controllo a distanza”.
In primo luogo perche’ siamo sempre reperibili, sempre registrati, sempre intercettati. Non ci rendiamo conto del livello di sorveglianza, di controllo delle nostre vite a cui siamo sottoposti […]
Basti pensare alla promozione civica che hanno ricevuto nel 2020 i dispositivi di tracciatura individuale usati dagli stati per monitorare le singole persone: in precedenza erano messi in atto in modo discreto, come prodotto collaterale della socialita’ telematica; ma il virus ha promosso l’accettazione volontaria della marcatura digitale a encomiabile dovere civico, e il suo rifiuto a un atto di diserzione civile. La stessa epidemia ha, tra l’altro, dato una forte spinta all’estinzione della carta-moneta, del denaro fisico, in contanti, a favore della valuta elettronica, sotto forma di carta di credito, bancomat, trasferimenti online che permettono un controllo infinitamente piu’ puntuale, cui invece sfuggiva la banconota sgualcita e anonima.
Il controllo e’ capillare, continuo, ubiquo. E questo controllo e’ esercitato in modo sinergico dai grandi oligopoli informatici e dagli stati (come ci ha rivelato Edward Snowden), dove non si sa se sono gli stati che spiano per gli oligopoli o gli oligopoli che intercettano per gli stati, in cui cioe’ ognuna delle due parti usa l’altra.

Info:
http://www.spazioterzomondo.com/2020/11/recensione-marco-deramo-dominio/
https://www.internazionale.it/opinione/giuliano-milani/2020/11/10/marco-d-eramo-dominio
https://sbilanciamoci.info/i-meccanismi-del-dominio/
https://www.sinistrainrete.info/societa/17891-marco-d-eramo-la-bolla-dell-overtourism-si-e-sgonfiata-ma-tornera-presto-a-crescere.html

Stato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La teoria monetaria moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Secondo la visione convenzionale, al centro dell’universo monetario si trova il contribuente, in ragione della credenza per la quale lo Stato, di per se’, non possiede denaro.
Ne consegue che gli unici soldi disponibili per finanziare lo Stato devono provenire in ultima istanza dalle persone comuni come noi.
La MMT  [Modern Monetary Theory] cambia radicalmente questa nostra comune rappresentazione riconoscendo il fatto che non e’ il contribuente a finanziare le spese dello Stato bensi’ l’istituto di emissione monetaria, cioe’ il governo centrale stesso; e che l’idea per la quale sono le tasse a finanziare le spese dello Stato e’ pura e semplice fantasia […]
Solo perche’ non esistono vincoli finanziari al bilancio dello Stato non significa che non vi siano limiti reali a cio’ che il governo puo’ (e dovrebbe) fare. Ogni economia ha i propri limiti di velocita’ interni, regolati dalla disponibilita’ delle sue risorse produttive reali: lo stato della tecnologia e la quantita’ e qualita’ delle sue terre, dei suoi lavoratori, delle sue fabbriche, dei suoi macchinari e delle altre risorse materiali.
Se lo Stato spende troppo in un’economia che sta gia’ correndo a piena velocita’, l’inflazione comincera’ ad accelerare.
Dei limiti quindi esistono. Questi, pero’, non stanno nella possibilita’ del nostro governo di spendere soldi o nel deficit, ma nelle pressioni inflazionistiche e nelle risorse presenti all’interno dell’economia reale.
La MMT distingue dunque nettamente i limiti reali dai vincoli immaginari e autoimposti.

Info:
http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/il-mito-del-deficit-kelton/
https://www.lafionda.org/2020/09/27/il-mito-del-deficit/
https://fazieditore.it/catalogo-libri/il-mito-del-deficit/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/19308-brian-cepparulo-il-mito-del-deficit-stephanie-kelton-e-la-nuova-frontiera-della-mmt.html

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

Per pigrizia intellettuale, oggi continuiamo a chiamare «partiti» entita’ che nulla piu’ hanno a che spartire con il dettato costituzionale.
Le forze politiche si sono tramutate in franchising di potentati personali o locali, essenzialmente rivolti all’occupazione del potere. Il piano ideale ha perduto significato; spesso sono vicende contingenti, prive di valore generale, a determinare le appartenenze. In molti si muovono, spensierati, tra una formazione e l’altra. Esponenti politici, anche di livello nazionale, si vendono all’asta. Ridicoli personaggi assurgono, per qualche tempo, a fulcro del sistema. Gli elettori sono cartolarizzati in pacchetti di voti compravendibili.
Ormai privo di punti di riferimento ideali, l’elettorato oscilla paurosamente, come una folla impazzita, all’inseguimento dell’imbonitore di turno. I consensi s’impennano e precipitano come sulle montagne russe. Vince chi la spara piu’ grossa. La credibilita’ delle proposte politichesi e’ tramutata in disvalore.
Nessuno piu’ prova a immaginare il futuro, a fissare lo sguardo sull’orizzonte: con il naso schiacciato sui sondaggi, sgomitano tutti per essere i primi a ripetere quel che gli elettori, abbandonati a se stessi, credono di voler sentirsi dire (cio’ che Rodota’ aveva efficacemente definito «sondocrazia»).
Da risorsa, i partiti sono divenuti una minaccia per la democrazia

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Stato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

Ogni volta che si arrivava a discutere di previdenza sociale, o che qualcuno nel Congresso voleva mettere piu’ soldi nell’istruzione o nelle cure sanitarie, venivano fuori grandi discussioni su come avremmo mai potuto “pagare“ per tutte queste cose senza far andare in deficit il bilancio dello Stato.
Ma avete notato che questo non sembra mai essere un problema quando si tratta di espandere il bilancio a favore della difesa, per salvare le banche o per concedere generosi tagli delle tasse agli americani piu’ facoltosi, anche quando tali misure fanno aumentare sensibilmente il disavanzo pubblico?
Fin quando ci sono i numeri in parlamento, il governo potra’ sempre decidere di finanziare le proprie priorita’.
E’ cosi’ che funziona […]
Si tratta di uno dei miti preferiti dai politici, i quali tendono a ricercare gli strumenti retorici piu’ semplici possibili per riuscire a entrare in sintonia con i propri elettori. E cosa puo’ esserci di piu’ semplice che descrivere le finanze dello Stato nei termini di
cio’ che il resto di noi gia’ conosce, cioe’ le nostre finanze?
Tutti noi sappiamo quanto sia importante mantenere le nostre spese in linea col nostro reddito complessivo, cosi’ quando sentiamo qualcuno che ci parla delle finanze pubbliche in modi che ci fanno venire in mente le nostre stesse finanze, afferriamo il concetto al volo – e siamo subito proiettati nell’atmosfera popolare delle nostre tavole della cucina! […]
Questo tipo di narrazioni cattura la nostra attenzione in virtu’ del suo linguaggio cosi’ familiare.
Tutti noi sappiamo che dobbiamo cercare di vivere entro i limiti dei nostri mezzi e organizzare le nostre finanze in modo da non spendere piu’ di quanto non entri.

Info:
http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/il-mito-del-deficit-kelton/
https://www.lafionda.org/2020/09/27/il-mito-del-deficit/
https://fazieditore.it/catalogo-libri/il-mito-del-deficit/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/19308-brian-cepparulo-il-mito-del-deficit-stephanie-kelton-e-la-nuova-frontiera-della-mmt.html

Societa’/Pallante

Francesco Pallante – Contro la democrazia diretta – Einaudi (2020)

La sfiducia nella classe politica – il disprezzo, in molti casi – sembra aver toccato l’apice.
Dai politici si e’ estesa ai partiti; da questi agli organi rappresentativi. Sino a dilagare, coinvolgendo le istituzioni costituzionali e, in generale, le strutture di governo della societa’.
Siamo al popolo contro le elite, secondo un’interpretazione di successo.
D’altronde, se la «casta» pensa solamente a se stessa, chi altri, se non il popolo, potrebbe pensare al popolo? […]
Che la classe dirigente – in senso ampio, non limitato all’ambito politico – abbia abdicato alla funzione di “dirigere” la societa’, avviluppandosi su se stessa nell’onanistica coltivazione dei propri interessi, e’ difficilmente contestabile.
Altrettanto difficilmente contestabile e’, tuttavia, che anche sul popolo gravino rilevanti responsabilita’.
Aver negato l’esistenza di problemi evidentissimi – la devastazione dell’ambiente, l’ingiustizia sociale, l’evasione fiscale, il debito pubblico, la criminalita’ organizzata –, accettando di buon grado, quasi reclamando, le blandizie di imbonitori interessati, il nuovismo di guasconi vanagloriosi, le invettive di intrattenitori irresponsabili, il cinismo di bravacci da tastiera: tutto cio’ lo rende egualmente colpevole.

Info:
https://www.letture.org/contro-la-democrazia-diretta-francesco-pallante
https://www.questionegiustizia.it/articolo/sul-libro-di-francesco-pallante-contro-la-democrazia-diretta
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-scommessa-della-rappresentanza-perche-la-democrazia-diretta-non-e-la-soluzione-alla-crisi-della-politica/

Stato/Salmon

Christian Salmon – Fake. Come la politica mondiale ha divorato se stessa – Laterza (2020)

Il discredito e’ una cosa instabile e invisibile a occhio nudo, ma dal 2008 si propaga come un gas […]
Questo discredito che colpisce tutti i regimi politici occidentali e’ il prodotto di un doppio fenomeno: una governance senza sovranita’; una democrazia senza discussione.
In tutto il mondo gli Stati si trovano di fronte a una crisi di sovranita’. In Europa essa e’ aggravata dalla costruzione europea, che ha organizzato in modo concertato abbandoni assai rilevanti di sovranita’ […]
La sovranita’ statale si esercita attraverso un potere di agire accoppiato a un dispositivo di rappresentazione.
Essa conferisce allo Stato il potere di battere moneta e di controllare le frontiere e si prolunga in un simbolismo di Stato (protocollo, rituali, cerimonie) che assicura la sua visibilita’ e la continuita’ del suo potere nello spazio e nel tempo.
Quando lo Stato trasferisce gli attributi della sovranita’ ad altre istanze internazionali (BCE, Schengen), il dispositivo di rappresentazione appare come una conchiglia vuota.
Del potere dello Stato si percepiscono solo gli effetti repressivi o destabilizzanti. Del dispositivo di rappresentazione, scollegato dalle fonti della sovranita’, non sussiste piu’ che il rituale, l’etichetta. La coppia prima costituita dal potere e dal suo dispositivo di rappresentazione si e’ spaccata: da una parte, un potere senza volto, una burocrazia anonima; dall’altra, degli uomini di Stato disarmati.
Da una parte, dei poteri senza volto (banche, mercati finanziari, agenzie di rating, organizzazioni transnazionali alle quali gli Stati sono legati), dall’altra dei volti impotenti. Risultato di questa disgiunzione: l’azione politica viene percepita come illegittima e la parola politica ha perduto ogni credibilita’.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2371:christian-salmon-fake-come-la-politica-mondiale-ha-divorato-se-stessa&catid=40:primopiano
https://www.pandorarivista.it/pandora-piu/fake-di-christian-salmon/
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858139653

 

Stato/Kelton

Stephanie Kelton – Il mito del deficit. La Teoria Monetaria Moderna per un’economia al servizio del popolo – Fazi (2020)

[Le tasse] sono importanti da altri punti di vista. Come osserva il Rapporto mondiale sulla disuguaglianza, «la traiettoria della disuguaglianza di reddito osservata negli Stati Uniti» e’ parzialmente spiegata da un «sistema fiscale diventato sempre meno progressivo».
Le tasse possono quindi essere utilizzate per tenere a freno le accumulazioni astronomiche di ricchezza.
Si tratta di un elemento cruciale proprio perche’ i ricchi utilizzano il loro denaro per acquisire potere e influenza sul processo politico: hanno manipolato il sistema fiscale a loro favore; hanno riscritto le leggi sul lavoro, gli accordi commerciali, le regole che disciplinano i brevetti e i diritti d’autore, e molto altro; hanno riformato la politica pubblica per servire i loro interessi economici.
Questo e’ il motivo per cui cosi’ tante delle nostre aziende pagano enormi somme di denaro agli azionisti e ai vertici aziendali, somme piu’ piccole alla classe superiore ben istruita e una miseria a tutti gli altri […]
E’ per questo che il nostro Stato sociale, il sistema sanitario e il sistema pensionistico sono tutti allo sfascio, e che non facciamo nulla per risolvere la crisi climatica.
I profitti e il potere che le elite ricche possono acquisire nel non affrontare questi problemi sono maggiori dei profitti e del potere che trarrebbero nell’affrontarli.

Info:
http://osservatorioglobalizzazione.it/recensioni/il-mito-del-deficit-kelton/
https://www.lafionda.org/2020/09/27/il-mito-del-deficit/
https://fazieditore.it/catalogo-libri/il-mito-del-deficit/
https://sinistrainrete.info/articoli-brevi/19308-brian-cepparulo-il-mito-del-deficit-stephanie-kelton-e-la-nuova-frontiera-della-mmt.html

Stato/Santangelo

Salvatore Santangelo – Geopandemia. Decifrare e rappresentare il caos – Castelvecchi (2020)

Oltre alla convinzione diffusa che all’attuale emergenza sanitaria, nel prossimo futuro, si unira’ una recessione globale. Si trattera’ di una crisi ancor piu’ devastante di quella del 2008 perche’ impattera’ sia sul versante dell’offerta sia su quello della produzione.
Tutto cio’ segnera’ un netto spartiacque tra il prima e il dopo. Quindi, insieme a strumenti di politica monetaria non convenzionali di entita’ mai vista prima, forse neanche al tempo del New Deal, la maggior parte degli analisti sembrano convinti, e la Germania lo dimostra, che usciremo dalla crisi solo grazie a un nuovo modello di economia sociale di mercato, dove il mondo del lavoro sia saldamente ancorato al sistema sociale. Il tutto condito da un nuovo protagonismo dello Stato. Persino il piu’ istituzionale tra i quotidiani, il piu’ autorevole alfiere del thatcherismo, il «Financial Times» ha chiosato in un editoriale che: «Riforme radicali – che ribaltino la direzione politica prevalente delle ultime quattro decadi – devono essere messe in agenda. I governi dovranno accettare un ruolo piu’ attivo nell’economia. Dovranno guardare ai pubblici servizi come investimenti piuttosto che debito, e ricercare regole che rendano il mercato del lavoro meno precario».
In sintesi si reclama una nuova centralita’ dello Stato, sia nel sistema del welfare che in quello della politica industriale; questo perche’ l’unica certezza che abbiamo e’ che un approccio efficace contro il Covid-19 (e le sue conseguenze economiche) deve essere pari a una mobilitazione bellica nei termini delle risorse umane ed economiche disponibili, della piena consapevolezza dell’opinione pubblica, di un efficace coordinamento tra pubblico e privato. […]
Oggi, il mutato scenario impone agli Stati di fronteggiare con maggiore consapevolezza le sfide del futuro e di allungare l’orizzonte temporale della propria azione politica. Nessun Paese (soprattutto quelli piu’ timidi, come l’Italia) puo’ piu’ prescindere dal definire il proprio interesse nazionale, che deve essere perseguito sulla base di valori e princìpi identitari. 

Info:
https://www.huffingtonpost.it/entry/covid-19-come-governare-il-caos_it_5e8b2fa1c5b6cc1e4778fd2a
https://loccidentale.it/geopandemia-se-il-virus-ci-costringe-a-fare-i-conti-col-nostro-caos/

Stato/Judt

Tony Judt – Quando i fatti (ci) cambiano – Laterza (2020)

Finche’ l’obiettivo primario dei socialdemocratici era convincere gli elettori che rappresentavano una scelta radicale rispettabile all’interno della societa’ liberale, questa posizione difensiva aveva senso. Oggi pero’ quella retorica e’ incoerente.
Non e’ un caso che Angela Merkel, democratico-cristiana, possa vincere le elezioni in Germania contro i rivali socialdemocratici – persino all’apice di una crisi finanziaria – con un insieme di politiche che ricalca, in tutti i suoi elementi essenziali, il loro stesso programma […]
Il problema non e’ nelle politiche socialdemocratiche, ma nel linguaggio in cui sono formulate.
Da quando la sfida autoritaria da sinistra e’ venuta meno, dare risalto alla «democrazia» e’ quasi sempre superfluo. Oggi siamo tutti democratici.
Ma «sociale» ha ancora un significato, oggi forse piu’ di qualche decennio fa, quando il ruolo del settore pubblico era inconfutabilmente riconosciuto da tutte le parti. Che cosa c’e’ di particolare, dunque, riguardo alla sfera «sociale», nell’approccio socialdemocratico? […]
Il futuro prossimo sara’ caratterizzato da insicurezza economica e incertezza culturale.
Di sicuro la fiducia che riponiamo nei nostri fini collettivi, nel nostro benessere ambientale o nella nostra sicurezza personale non e’ mai stata cosi’ bassa dalla fine della seconda guerra mondiale.
Non abbiamo idea del tipo di mondo che lasceremo in eredita’ ai nostri figli, ma non possiamo piu’ cullarci nell’illusione che assomigliera’ al nostro in maniera rassicurante. Dobbiamo riconsiderare le soluzioni adottate dalla generazione dei nostri nonni in risposta a sfide e minacce analoghe.
La socialdemocrazia in Europa, il New Deal e la Great Society negli Stati Uniti erano risposte esplicite alle insicurezze e alle sperequazioni dell’epoca.
Pochi in Occidente sono abbastanza vecchi per ricordare cosa significa vedere il proprio mondo crollare. Per noi e’ difficile concepire un collasso completo delle istituzioni liberali, la dissoluzione totale del consenso democratico.
Ma fu proprio un simile sfacelo a provocare il dibattito fra Keynes e Hayek, dal quale nacquero il consenso keynesiano e il compromesso socialdemocratico: il consenso e il compromesso in cui siamo cresciuti e il cui fascino è stato appannato dal loro stesso successo.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858126479
https://ilmanifesto.it/tony-judt-e-la-responsabilita-della-storia/