Due tendenze parallele che disegnano il panorama politico attuale nel mondo euroamericano: la crisi di una sinistra che si riconosce sotto il vessillo del progresso, da una parte; l’avanzata di una destra culturalmente reazionaria e socialmente conservatrice, dall’altra.
Negli ultimi anni, la nostalgia ha dato il tono all’offerta politica delle forze populiste di destra in molti paesi del mondo. Dal «Make America Great Again» di Donald Trump, a «Reconquete», il nome scelto da Eric Zemmour per promettere il ritorno alla grandeur francese, allo slogan «Take Back Control» dei sostenitori del Leave nel referendum sulla Brexit.
Il 25 settembre 2022, a Roma, nella notte della vittoria della destra delle elezioni politiche, Giorgia Meloni proclamava dal palco che l’«obiettivo grande», la promessa di riscatto rivolta a chi l’aveva sostenuta, era quella di «tornare a essere orgogliosi di essere italiani».
La via al futuro, in questa visione, passa dal riconoscimento di un desiderio identitario, dall’apertura di uno spazio di agibilita’ politica per affetti, vocaboli, gesti che sembravano ormai per sempre consegnati al passato.
Le forze politiche di destra rispondono dunque al desiderio di cambiamento radicale che nasce dalla «policrisi» del presente. Ma la meta che indicano non e’ nel futuro, e’ piuttosto in un sistema di simboli inteso a evocare le radici, la tradizione da conservare.
E’ nella triade valoriale «Dio, patria e famiglia», che rompe con l’idea di progresso, con la forza che ha sostenuto nell’ultimo secolo i progetti di emancipazione dalla diseguaglianza e dall’oppressione. Nella prospettiva della destra, gli avanzamenti sul terreno dei diritti delle donne, delle persone LGBTQ, delle minoranze sono non conquiste ma eccessi da rimuovere, per consentire la rifondazione di un ordine che ha radici in una presunta «natura», in cio’ che e’ senza tempo: nella famiglia «naturale»; nella patria come grande famiglia.
In questo sogno passatista si inserisce anche la fantasia […] in cui il desiderio di recuperare modelli familiari e di vita di meta’ Novecento, con le annesse gerarchie di genere, sessuali e razziali, si salda al rimpianto per un tempo caratterizzato dal consumo spensierato di energia fossile a basso costo.
Anche cosi’ si spiega la forza che assume il negazionismo climatico nella proposta identitaria dei partiti di destra. Questi sfruttano la diffidenza diffusa, soprattutto tra le classi meno abbienti, di fronte a una transizione ecologica che, si teme, presentera’ il conto soprattutto a chi si trova in una condizione socialmente e lavorativamente piu’ precaria.
Ma, anziche’ promettere di avanzare verso una transizione «giusta», negano il pericolo e prospettano il conforto di modelli di vita tradizionali.
Si comprende quanto immaginaria e immaginata sia la «casa» del cuore, la casa di un tempo, verso cui tornare. E quanto dannoso possa rivelarsi l’anelito che vi e’ rivolto, per la politica del presente.
Info:
https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/29695-patrizio-paolinelli-una-buona-societa-e-possibile.html
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-societa-esiste-di-giorgia-serughetti/
https://www.retisolidali.it/la-societa-esiste-serughetti-serve-una-nuova-grammatica-delle-lotte/
https://www.sololibri.net/La-societa-esiste-Giorgia-Serughetti.html
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/serughetti_fattoquot.pdf
https://www.doppiozero.com/la-verita-vi-prego-sulla-societa
https://eticaeconomia.it/la-societa-esiste/