Populismo/Gressani

L’Europa e la sua ombra. Un continente di fronte alla responsabilita’ del futuro – Gilles Gressani, Giorgia Serughetti – Bompiani (2023)

I partiti sovranisti hanno preso atto che la strada dell’indipendenza e’ irrealistica e poco conveniente, perche’ l’appartenenza all’UE si e’ rivelata una garanzia per acquisire le risorse necessarie per la ripresa postpandemica o per beneficiare della necessaria protezione politica con cui contrastare le mire dell’imperialismo russo.
Cosi’, cambia l’obiettivo finale di questa politica: non piu’ l’uscita, ne’ la distruzione dell’architettura comunitaria, ma “il tentativo di rendere il nazionalismo endogeno (e non esogeno) alla cooperazione europea”.
In altre parole, il progetto e’ quello di rendere il nazionalismo compatibile con quell’Unione che nasce dalla volonta’ di lasciarsi il nazionalismo alle spalle.
In questo modo, pero’, cambia anche l’idea stessa della “casa comune”, perche’ il sovranismo rifiuta la supremazia del diritto europeo su quello nazionale, e la pretesa delle istituzioni sovranazionali – in particolare la Corte europea di giustizia, la Commissione europea e la Banca centrale europea nel caso dell’Eurozona – di intervenire sulle materie interne.
E’ il progetto di un’“Europa delle nazioni”, in cui le competenze di policy in alcune materie cruciali, nel tempo trasferite a Bruxelles, tornino ai paesi membri.
Con i sovranisti dell’Ovest piu’ interessati a riconquistare le competenze in materia economica e fiscale, e quelli dell’Est piu’ desiderosi di decidere in proprio politiche che hanno forti implicazioni identitarie, come quelle migratorie e quelle che riguardano i rapporti di genere e il trattamento delle minoranze etniche e sessuali.
Ad accomunarli e’ comunque la convinzione che la cooperazione tra nazioni europee dovrebbe basarsi sul rispetto delle tradizioni, delle culture, delle storie delle “nazioni”, e dovrebbe quindi accoglierne le differenze e specificita’, anche quando si tratta del rapporto con il liberalismo e lo stato di diritto […]
Ora, dalla pandemia sembrano essere nate due Europe. L’una che, vantando il successo della cooperazione, manifesta un’anima, una volonta’ politica che ambisce a una maggiore integrazione. L’altra, la sua ombra, rinserrata nello sciovinismo del benessere, spaventata dalla disperazione che preme ai suoi confini, incapace di tradurre i suoi valori in impegno d’accoglienza. In questa Europa dei muri e del filo spinato i contrari a un’Unione forte, i sovranisti, hanno gia’ vinto.

Info:
https://www.aggiornamentisociali.it/articoli/leuropa-e-la-sua-ombra-un-continente-di-fronte-alla-responsabilita-del-futuro/
https://amedeogasparini.com/2023/11/20/nella-policrisi-rinnovare-il-sogno-delleuropa/
https://www.settimananews.it/informazione-internazionale/europa-e-la-sua-ombra/

Populismo/Gressani

Gilles Gressani, Giorgia Serughetti – L’Europa e la sua ombra. Un continente di fronte alla responsabilita’ del futuro – Bompiani (2023)

Sebbene “sovranismo”, sia spesso usato come sinonimo di nazionalismo, in realtà la distanza tra i due -ismi e’ notevole.
In entrambi i casi si ha una glorificazione del popolo-nazione. Pero’ il nazionalismo si e’ storicamente manifestato, e ancora si manifesta, in due forme: come ideologia di liberazione delle nazioni oppresse – quale quello che oggi alimenta la resistenza ucraina –, e come dottrina che predica la supremazia di una nazione sulle altre, attraverso una politica di potenza.
Il sovranismo populista si distingue da entrambe queste varianti perche’ e’ fondamentalmente un’istanza difensiva: di difesa delle frontiere contro la minaccia dei flussi globali di persone e idee, e di difesa delle prerogative degli stati nazionali contro la cessione di sovranita’ nei processi di integrazione europea […]
Nasce, come ideologia, piuttosto dal declino che dal trionfo della sovranita’ statuale, dalla cessione di parte dell’autonomia dello stato a beneficio degli organismi sovranazionali, e dalla subordinazione di fatto del potere politico ad altri poteri, come quello economico.
Inoltre, perche’ volge la propria aggressivita’ non contro altre potenze, ma verso i gruppi piu’ vulnerabili in casa propria – i migranti, sans-papiers, non-nativi – in nome di slogan come “Padroni a casa nostra” o “Prima gli italiani”, o i francesi, o gli olandesi.

Populismo/Serughetti

Giorgia Serughetti – Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Laterza (2021)

Nel panorama contemporaneo, la descrizione del populismo come tribalismo identitario si attaglia particolarmente ai movimenti e partiti della «destra radicale» o «ultradestra» […]
La destra radicale combina lo schema dell’opposizione popolo/elite con ideologie politiche come il nativismo – ovvero la convinzione che solo chi fa parte della nazione per ragioni di discendenza possa legittimamente abitare il territorio di uno Stato – e l’autoritarismo […] In termini nativisti e’ declinato anche l’altro grande tema a cui queste forze devono il loro consenso: la sicurezza, intesa come incolumita’ dei cittadini e della nazione stessa.
Il crimine, fonte primaria di insicurezza, e’ raffigurato come una questione «straniera», da attribuire ai «non nativi», e da punire con il braccio spietato della legge[…]
A tenere insieme la costellazione ideologica di populismo, nativismo e autoritarismo e’ infine il richiamo ai valori morali conservatori, spesso declinati in termini religiosi.
La destra radicale accusa la sinistra «globalista» e le elite cosmopolite, oltre che di favorire l’immigrazione di massa, anche di corrompere la cultura tradizionale della nazione.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_DOMANI.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
https://www.osservatore.ch/il-nuovo-vento-conservatore-e-la-destra-antidemocratica_66328.html

Populismo/Serughetti

Giorgia Serughetti – l vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Laterza (2021)

Negli studi politici il concetto di «populismo» e’ oggetto di un dibattito pluridecennale […]
Secondo alcuni parliamo di un’ideologia, secondo altri si tratta di uno stile politico, una strategia, una mentalita’ caratteristica o uno stato d’animo. E ancora, per alcuni il populismo e’ semplicemente l’altra faccia della partecipazione democratica, addirittura la democrazia al suo meglio.
Per altri, al contrario, e’ una strategia di potere che sfigura la democrazia […]
Una definizione che risulta dalle intersezioni di elementi comuni alle diverse posizioni teoriche, e’ considerare il populismo come l’espressione di uno spirito antiestablishment che fa leva sulla contrapposizione tra «popolo» ed «elite» per intervenire nel processo politico della rappresentanza.
Il discorso populista si articola fondamentalmente attraverso tre proposizioni: il «popolo» e’ detentore della sovranita’; i «nemici del popolo» lo stanno privando del suo potere; bisogna restituire al «popolo» i suoi diritti legittimi. E un corollario: e’ attraverso il leader che il «popolo» puo’ far valere la sua volonta’ contro l’establishment […]
Un punto su cui non c’e’ dissenso, o quasi, tra gli studiosi e’ il fatto che tutti i fenomeni compresi sotto l’etichetta del populismo condividono una visione del «popolo» come insieme organico, coeso e indifferenziato al proprio interno. Il popolo populista non e’ il risultato di una somma di individui […] bensi’ una comunita’ d’appartenenza, dotata di grande potere d’integrazione simbolica dei suoi componenti. Non coincide, inoltre, con la popolazione di un paese, ma esprime solo una parte di essa: la parte autentica, l’unica legittima. Coloro che non appartengono al popolo, coloro che non corrispondono alla sua immagine ideale, coloro che non ne coltivano i valori, sono «non popolo», sono gli «altri». Questi «altri» che si contrappongono al «noi» sono una minaccia, una trappola, un ostacolo da rimuovere. Sono i «nemici» del popolo […]
L’appello al popolo e’ un appello all’identita’. Da cui possiamo concludere che il populismo e’ sempre una forma di politica delle identita’.
Piu’ precisamente, e’ «una forma esclusoria della politica delle identita’». Come tale, prospera in particolare dove l’asse del conflitto politico si sposta dalle preoccupazioni per la redistribuzione del reddito e della ricchezza verso le questioni culturali e valoriali […]
Il populismo nasce dunque come una sorta di «protezionismo», come l’esigenza di esercitare una tutela – intellettuale, ma anche politica – «nei confronti della stirpe etnica del popolo, della sua religione, della sua cultura, di solito verso tutte e tre queste componenti insieme» […]
Il populismo, inoltre, appare sempre come una forma di tribalismo, volto a descrivere confini, materiali e simbolici, per proteggere chi si trova al loro interno, e a respingere gli attacchi dell’«altro», del «diverso», di cio’ che non fa parte del «noi» e in quanto tale lo minaccia.

Info:
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_DOMANI.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/03/SERUGHETTI_FATTO.pdf
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/2022/02/SERUGHETTI_CORSERABRESCIA.pdf
https://www.ingenere.it/letture/il-vento-conservatore
https://www.retisolidali.it/il-vento-conservatore-intervista-serughetti/
https://www.osservatore.ch/il-nuovo-vento-conservatore-e-la-destra-antidemocratica_66328.html

Populismo/Serughetti

Giorgia Serughetti – Il vento conservatore. La destra populista all’attacco della democrazia – Laterza (2021)

Negli studi politici il concetto di «populismo» e’ oggetto di un dibattito pluridecennale […]
Secondo alcuni parliamo di un’ideologia, secondo altri si tratta di uno stile politico, una strategia, una mentalita’ caratteristica o uno stato d’animo.
E ancora, per alcuni il populismo e’ semplicemente l’altra faccia della partecipazione democratica, addirittura la democrazia al suo meglio.
Per altri, al contrario, e’ una strategia di potere che sfigura la democrazia […]
Una definizione che risulta dall’intersezione di elementi comuni alle diverse posizioni teoriche e’ considerare il populismo come l’espressione di uno spirito antiestablishment che fa leva sulla contrapposizione tra «popolo» ed «elite» per intervenire nel processo politico della rappresentanza.
Il discorso populista si articola fondamentalmente attraverso tre proposizioni: il «popolo» e’ detentore della sovranita’; i «nemici del popolo» lo stanno privando del suo potere; bisogna restituire al «popolo» i suoi diritti legittimi.
E un corollario: e’ attraverso il leader che il «popolo» puo’ far valere la sua volonta’ contro l’establishment […]
Un punto su cui non c’e’ dissenso, o quasi, tra gli studiosi e’ il fatto che tutti i fenomeni compresi sotto l’etichetta del populismo condividono una visione del «popolo» come insieme organico, coeso e indifferenziato al proprio interno. Il popolo populista non e’ il risultato di una somma di individui […] bensi’ una comunita’ d’appartenenza, dotata di grande potere d’integrazione simbolica dei suoi componenti. Non coincide, inoltre, con la popolazione di un paese, ma esprime solo una parte di essa: la parte autentica, l’unica legittima.
Coloro che non appartengono al popolo, coloro che non corrispondono alla sua immagine ideale, coloro che non ne coltivano i valori, sono «non popolo», sono gli «altri». Questi «altri» che si contrappongono al «noi» sono una minaccia, una trappola, un ostacolo da rimuovere. Sono i «nemici» del popolo […]
L’appello al popolo e’ un appello all’identita’. Da cui possiamo concludere che il populismo e’ sempre una forma di politica delle identita’. Piu’ precisamente, e’ «una forma esclusoria della politica delle identità».
Come tale, prospera in particolare dove l’asse del conflitto politico si sposta dalle preoccupazioni per la redistribuzione del reddito e della ricchezza verso le questioni culturali e valoriali […]
Il populismo nasce dunque come una sorta di «protezionismo», come l’esigenza di esercitare una tutela – intellettuale, ma anche politica – «nei confronti della stirpe etnica del popolo, della sua religione, della sua cultura, di solito verso tutte e tre queste componenti insieme» […]
Il populismo, inoltre, appare sempre come una forma di tribalismo, volto a descrivere confini, materiali e simbolici, per proteggere chi si trova al loro interno, e a respingere gli attacchi dell’«altro», del «diverso», di cio’ che non fa parte del «noi» e in quanto tale lo minaccia.
Info: