Populismo/Gressani

Gilles Gressani, Giorgia Serughetti – L’Europa e la sua ombra. Un continente di fronte alla responsabilita’ del futuro – Bompiani (2023)

Sebbene “sovranismo”, sia spesso usato come sinonimo di nazionalismo, in realtà la distanza tra i due -ismi e’ notevole.
In entrambi i casi si ha una glorificazione del popolo-nazione. Pero’ il nazionalismo si e’ storicamente manifestato, e ancora si manifesta, in due forme: come ideologia di liberazione delle nazioni oppresse – quale quello che oggi alimenta la resistenza ucraina –, e come dottrina che predica la supremazia di una nazione sulle altre, attraverso una politica di potenza.
Il sovranismo populista si distingue da entrambe queste varianti perche’ e’ fondamentalmente un’istanza difensiva: di difesa delle frontiere contro la minaccia dei flussi globali di persone e idee, e di difesa delle prerogative degli stati nazionali contro la cessione di sovranita’ nei processi di integrazione europea […]
Nasce, come ideologia, piuttosto dal declino che dal trionfo della sovranita’ statuale, dalla cessione di parte dell’autonomia dello stato a beneficio degli organismi sovranazionali, e dalla subordinazione di fatto del potere politico ad altri poteri, come quello economico.
Inoltre, perche’ volge la propria aggressivita’ non contro altre potenze, ma verso i gruppi piu’ vulnerabili in casa propria – i migranti, sans-papiers, non-nativi – in nome di slogan come “Padroni a casa nostra” o “Prima gli italiani”, o i francesi, o gli olandesi.

Populismo/Galli

Carlo Galli – Democrazia, ultimo atto? – Einaudi (2023)

Migliaia di libri sono stati scritti sul tema del populismo: in sintesi, il suo assunto fondamentale e’ che alla disuguaglianza sistemica si puo’ rispondere con la dura richiesta di giustizia, e che la politica istituzionale e le elite di ogni tipo non sono piu’ legittimate in quanto impotenti, o complici, di fronte al generale disastro. Davanti alla loro colpevolezza e alla loro subalternita’ a poteri indiretti, sovranazionali – la critica all’universalismo e alle istituzioni internazionali e’ forte in entrambe le varianti del populismo –, si staglia l’innocenza del popolo, con la sua ansia di giustizia, di vendetta e di riscatto.
Tanto la liberta’ quanto l’uguaglianza possono svilupparsi solo in regime di autonomia e di autodeterminazione, cioe’ in uno spazio chiuso, controllabile dal basso, non esposto ai poteri sovranazionali: il populismo ha in se’ anche pulsioni stataliste che derivano da istanze un tempo proprie della sinistra.
Il sovranismo, invece, e’ di destra proprio perche’ reagisce alle disuguaglianze neoliberiste con proposte non ugualitarie ma in certi contesti (ad esempio gli Usa) quasi anarcoidi e in altri (in Europa) con modalita’ identitarie ed escludenti, e con una rivalutazione postdemocratica della sovranita’ statale nazionalistica: la revanche sociale e’ ridiretta contro gli Altri, non contro i poteri dominanti (che infatti col sovranismo possono venire a patti)[…]
In generale, la proposta politica della destra (tendenzialmente, un aggressivo conservatorismo) risponde alla richiesta sociale di protezione della societa’ dalle contraddizioni generate dal liberismo (disuguaglianza, anomia, insicurezza): una protezione che consiste nell’assecondare, esasperandole, la verticalizzazione e la personalizzazione del potere, fino al plebiscitarismo.

Info:
https://www.doppiozero.com/democrazia-ultimo-atto
https://www.pandorarivista.it/event_listing/democrazia-ultimo-atto-con-carlo-galli-flavia-giacobbe-e-damiano-palano/
https://www.repubblica.it/cultura/2023/09/24/news/tramonto_democrazia_libro_di_carlo_galli-415666570/
https://www.youtube.com/watch?v=bMsOzzZ6B1o
https://www.raicultura.it/filosofia/articoli/2019/01/Carlo-Galli-la-crisi-della-democrazia-bdeb1652-b914-416a-871f-e0478803be64.html

Societa’/Banti

Alberto Mario Banti – La democrazia dei followers. Neoliberismo e cultura di massa – Alberto Mario Banti – Laterza (2020)

Quali risposte politiche sono state date ai processi di globalizzazione e all’aumento delle disuguaglianze causate dalle politiche neoliberiste?
Alla globalizzazione hanno risposto in modo molto vocale e, negli ultimi anni, con un crescente successo movimenti e partiti che vengono definiti variamente populisti o sovranisti, ma che io tenderei a chiamare neo-nazionalisti – dalla Lega ai movimenti pro-Brexit, al Rassemblement National, a Vox, e molti altri ancora.
Qui il tema della geografia e’ centrale, e molto presente nel modo di ragionare dei leader di questi partiti: nei loro programmi e’ fondamentale la contrapposizione ai processi di globalizzazione, in difesa dello spazio geografico del proprio Stato-nazione, considerato come una fortezza assediata dai flussi fisici di persone, cosi’ come dalla concorrenza economica straniera.
Tutto cio’ intorno alla ricostruzione di un’identita’ nazionale che e’ declinata in modi a volte differenti, ma che ha un orientamento xenofobo, filo-cristiano e tradizionalista dal punto di vista dei rapporti di genere […]
Molto vocale, dunque, la reazione antiglobalizzazione di questi partiti che viceversa sono del tutto silenti per quanto riguarda gli effetti sociali prodotti dal neoliberismo “giacché” i neo-nazionalisti incorporano senza alcun problema le politiche neoliberiste nei loro programmi di governo.
Semmai – quando sembra retoricamente opportuno – scaricano la responsabilita’ dei dissesti sociali alternativamente sui migranti o sull’Unione Europea, o su singoli paesi o gruppi di paesi al suo interno.

Info:
https://www.editorialedomani.it/idee/commenti/la-fragile-democrazia-dei-follower-il-like-al-posto-del-voto-atxsrm5k
https://www.laterza.it/wp-content/uploads/recensioni/banti-5.pdf
https://www.letture.org/la-democrazia-dei-followers-neoliberismo-e-cultura-di-massa-alberto-mario-banti
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-democrazia-dei-followers-di-alberto-mario-banti/
https://www.lacittafutura.it/recensioni/la-democrazia-dei-followers

Europa/Saraceno

Francesco Saraceno – La riconquista. Perche’ abbiamo perso l’Europa e come possiamo riprendercela – Luiss (2020)

La convinzione che l’euro e l’Europa siano intrinsecamente liberisti, e quindi irriformabili, rimane ben presente nel dibattito politico italiano, cristallizzato tra i sostenitori dello status quo e sovranisti piu’ o meno dichiarati.
Tuttavia, la contrapposizione esiste, sia pure sottotraccia, anche a livello europeo nonostante le spinte verso la dissoluzione siano oggi piu’ deboli che in passato.
Gli europeisti stanno perdendo la battaglia delle idee contro i sostenitori dei vari “exit”, perche’ ne accettano la premessa fondamentale secondo cui un’unione monetaria non puo’ funzionare senza unione politica.
Essendo quest’ultima poco piu’ che una chimera, la difesa del processo di integrazione risulta fortemente indebolita e puo’ solo appellarsi alla paura: uscire costerebbe troppo, lascerebbe i piccoli Paesi indifesi, e cosi’ via. L’argomento europeista viene ciclicamente proposto come “il meno peggio”, a fronte dell’instabilita’ delle esperienze di governo sovraniste.
Si tratta di argomenti validi in se’, che pero’ evidenziano solo i costi dell’abbandono del progetto europeo, ammettendo quindi implicitamente che esso non porti benefici (o che ne porti esclusivamente ai soliti noti).
La debole, debolissima linea del Piave (sperando che non diventi la linea Maginot) diventa allora l’affermazione, purtroppo molto comune, per cui “l’euro non si doveva fare, ma ora tornare indietro sarebbe una catastrofe”.

Info:
https://www.pandorarivista.it/articoli/la-riconquista-perche-abbiamo-perso-l-europa-e-come-possiamo-riprendercela-di-francesco-saraceno/
https://www.rivistailmulino.it/a/la-riconquista
https://www.europainmovimento.eu/europa/perche-abbiamo-perso-l-europa-e-come-possiamo-riprendercela.html
https://www.micromega.net/leuropa-vista-da-un-riformista/

Capitalismo/Formenti

Carlo Formenti – Il socialismo è morto, viva il socialismo! Dalla disfatta della sinistra al momento populista – Meltemi (2019)

Negli anni Cinquanta e Sessanta il voto per le sinistre (socialisti, laburisti, democratici) proveniva in larga misura da elettori con bassi livelli di reddito e istruzione, mentre quelli delle classi medie ed elevate votavano prevalentemente per i partiti di centro e di destra.
A partire dagli anni Settanta e Ottanta il voto di sinistra e’ stato sempre piu’ associato alle classi medie istruite (mentre gli elettori con alti livelli di reddito continuavano a votare per le destre).
Oggi questa tendenza si e’ ulteriormente radicalizzata, al punto che si potrebbe parlare di una “sinistra dei Bramini” e di una “destra dei Mercanti” (anche se una quota non trascurabile di ricchi e super ricchi ha a sua volta iniziato a votare a sinistra).
Piketty ipotizza l’esistenza di un rapporto causale incrociato fra tale fenomeno e l’aumento della disuguaglianza: le stesse trasformazioni socioeconomiche che provocano la disuguaglianza inducono le sinistre a cercare consenso negli strati sociali benestanti e colti che condividono valori cosmopoliti, globalisti e liberal, mentre le masse povere e incolte, nella misura in cui non trovano piu’ rappresentanza per i propri interessi, si rivolgono alle forze politiche populiste e sovraniste.

Info:
https://www.mangialibri.com/il-socialismo-e-morto
https://www.fondazionecriticasociale.org/2019/03/18/a-proposito-di-carlo-formenti-il-socialismo-e-morto-viva-il-socialismo/
https://tempofertile.blogspot.com/2019/08/carlo-formenti-il-socialismo-e-morto.html

 

Geoeconomia/Santangelo

Salvatore Santangelo – Geopandemia. Decifrare e rappresentare il caos – Castelvecchi (2020)

Sia Angela Merkel che Ursula von der Leyen interpretano la stabilità e la crescita della Germania come vincolate al tema della stabilita’ dell’Europa e dell’Euro.
Oltre che con la sfida della Brexit, l’attuale architettura europea, dovra’ affrontare alcune contraddizioni – acuite dalla dinamica geopandemica – che investono due altri Paesi centrali: l’Italia e la Francia, che oscillano tra un interesse nazionale che le porta (per ora) a mantenere aperti i mercati per la loro vocazione all’export e al contempo subiscono l’insofferenza dei propri ceti medi che invece sono stati fortemente spiazzati dalla globalizzazione e quindi si orientano elettoralmente verso formazioni populiste e sovraniste che pero’ presentano, soprattutto in Italia, piu’ di un ambiguita’ nella propria collocazione internazionale.

Info:
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858135303
https://www.letture.org/geografia-economica-dell-europa-sovranista-gianmarco-ottaviano/
https://www.pandorarivista.it/articoli/europa-sovranista-di-gianmarco-ottaviano/

Populismo/Bauman

Zigmunt Bauman – Retrotopia – Laterza (2017)

Mentre la sofferenza economica di molti europei e’ certamente reale, i nazionalisti sbagliano nel diagnosticarne la causa.
La realta’ e’ che si puo’ criticare l’Ue per come ha gestito la crisi; ma non le si puo’ anche addossare la colpa degli squilibri che hanno alimentato i conflitti economici globali dal 2008 in poi, e che riflettono un fenomeno molto più ampio, la globalizzazione.
Alcuni hanno usato le deludenti esperienze in fatto di globalizzazione come pretesti per tornare al protezionismo e ai presunti bei tempi in cui i confini nazionali erano saldi.
Altri, ricordando con nostalgia uno Stato nazionale che in realta’ non e’ mai esistito, si aggrappano alla sovranita’ nazionale per rifiutare l’ulteriore integrazione europea.
Sia gli uni che gli altri mettono in dubbio le fondamenta del progetto europeo. Ma sono privi di memoria, e fuorviati dalla nostalgia.

Info:
https://www.lindiceonline.com/focus/storia/zygmunt-bauman-retrotopia/

http://www.spazioterzomondo.com/2018/04/recensione-zygmunt-bauman-retrotopia-laterza/

https://www.anobii.com/books/Retrotopia/9788858127346/01451cd8783f930df2
https://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&Itemid=97&task=schedalibro&isbn=9788858127346

Populismo/Feltri

Stefano Feltri – Populismo sovrano – Einaudi (2018)

C’e’ un sovranismo di destra e uno di sinistra, uno che avanza la richiesta di sovranita’ a partire dalle questioni identitarie, l’altro dalle questioni sociali.
Il sovranismo di destra si oppone al cosmopolitismo, alle promesse tradite di una societa’ multiculturale che non riconosce piu’ le barriere della nazione e quindi espone i cittadini a pericoli esterni sempre piu’ minacciosi; il sovranismo di sinistra chiede di recuperare il controllo di quelle risorse – cioe’ la spesa pubblica – necessarie a garantire le protezioni socialdemocratiche costruite nel Novecento e l’autonomia normativa per proteggere le fasce di popolazione piu’ esposte alla competizione internazionale.
Se e’ diverso il punto di partenza ideologico e valoriale, il percorso per raggiungere l’obiettivo e’ il medesimo: riportare il potere decisionale a livello nazionale, riconquistare una sovranita’ perduta.

Info:
https://www.corriere.it/cultura/18_aprile_12/stefano-feltri-populismo-sovrano-einaudi-bf94cf06-3e62-11e8-aea7-b22f62e05f02.shtml
https://www.letture.org/populismo-sovrano-stefano-feltri/
https://www.lavoce.info/archives/52126/cosa-unisce-populismi-destra-sinistra/