Economia di mercato/Formenti

Carlo Formenti – Felici e sfruttati: Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro – Egea (2011)

Fino ad oggi, nessuno aveva mai immaginato che le idee potessero essere oggetto di appropriazione privata, anche perche’ la loro libera circolazione rappresentava il presupposto indispensabile di tutte le innovazioni scientifiche, tecnologiche e culturali, una sorta di «materia prima gratuita», un bene comune che – al pari di altri commons come l’aria, l’acqua, la biosfera ecc. – rappresenta una condizione primaria di esistenza del processo economico pur restandone – o meglio: dovendone necessariamente restare – al di fuori […]
1) tutte le innovazioni culturali della storia sono sempre avvenute grazie alla liberta’ di attingere al patrimonio culturale accumulato dalle generazioni precedenti, onde poterlo rielaborare creativamente […]
2) da quando esiste l’istituto della proprieta’ intellettuale – cioe’ dai primi del Settecento – i governi hanno sempre cercato di limitarne la durata temporale, allo scopo di equilibrare il diritto dei creatori di sfruttare economicamente – per un ragionevole periodo di tempo – i prodotti del proprio ingegno con il diritto dell’umanita’ di rientrare in possesso di tali prodotti per poterne inventare di nuovi.
Tutto questo finche’ gli interessi dell’industria culturale […] hanno indotto i governi a estendere a dismisura la durata e l’area di applicazione dei diritti di proprieta’ intellettuale, fino a scardinarne il senso e lo spirito originari: da garanzia temporale di equo profitto a garanzia di monopolio illimitato.
In questo modo […] siamo passati da un regime di cultura libera a un regime del permesso; ma un regime di questo genere evoca i diritti di esclusiva feudali piu’ che le leggi della libera concorrenza e del moderno mercato capitalistico, e’ il regno della rendita piuttosto che il regno del profitto.

Info:
https://www.puntopanto.it/2011/05/recensione-felici-e-sfruttati/
https://www.rifondazione.be/aurora/num30/A3020.pdf

Lavoro/Formenti

Carlo Formenti – Felici e sfruttati: Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro – Egea (2011)

La crisi degli anni Settanta e il conseguente indebolimento delle classi lavoratrici e delle loro rappresentanze sindacali e politiche spianano la strada al piu’ radicale e rapido processo di ristrutturazione che il capitalismo abbia messo in atto nel corso della propria storia, accompagnato e sostenuto dalla svolta neoliberista che i governi di tutto il mondo occidentale mettono in atto a partire dagli anni Ottanta, seguendo l’esempio delle amministrazioni Reagan e Thatcher rispettivamente negli Stati Uniti e in Inghilterra.
Ad agire da catalizzatori del cambiamento sono soprattutto due fattori: il processo di deregolamentazione/globalizzazione dei mercati finanziari e la rivoluzione tecnologica innescata dal diffondersi dei personal computer e dalla loro successiva messa in rete attraverso Internet e il Web.
Decentramento produttivo, terziarizzazione e finanziarizzazione dell’economia, impresa a rete, frammentazione e individualizzazione del lavoro, smaterializzazione dei prodotti, migrazione della produzione di valore nel settore ICT, centralita’ della produzione di informazioni e conoscenze […] hanno provocato in tempi brevissimi quella che puo’ essere definita senza esagerazioni una catastrofe del lavoro […]
Alla disoccupazione tecnologica strutturale si sommano poi altri fattori che accelerano la perdita di dignita’ socioculturale e di peso politico/sindacale del lavoro dipendente.

Green New Deal/Formenti

Carlo Formenti- Il socialismo è morto, viva il socialismo! Dalla disfatta della sinistra al momento populista – Meltemi (2019)

Un libro di Marco D’Eramo snocciola dati impressionanti sulle dimensioni raggiunte dall’industria turistica contemporanea: 277 milioni di posti di lavoro, pari al 9% del totale mondiale; 9,4% del Pil europeo (15,5 in Spagna e 10,2 in Italia, Paesi in cui pesa, rispettivamente, il 15,5% e l’11,6% dell’occupazione).
Dopodiche’ spiega che e’ sbagliato considerare come “postindustriale”, “postmoderna”, “immateriale” un’attivita’ che e’ invece caratterizzata da una materialita’ fatta di acciaio, automobili, aerei e navi, cioe’ da una “pesantezza” decisamente moderna che causa enormi devastazioni ambientali e ne fa una delle industrie piu’ inquinanti attraverso l’impatto dei trasporti e l’introduzione di rifiuti nell’ecosistema.
Ne’ si tratta solo di degrado ambientale, ma anche e soprattutto di degrado culturale: le citta’ europee (si pensi a Venezia, Roma e Firenze in Italia) si trasformano in altrettanti Luna Park per turisti americani e giapponesi (cui si aggiungono sempre piu’ russi e cinesi) in cui i cittadini “recitano” se stessi, mettendo in scena culture e tradizioni private delle loro radici storiche, per cui i fornitori di servizi divengono parte integrante del prodotto consumato.

Info:
https://www.mangialibri.com/il-socialismo-e-morto
https://www.fondazionecriticasociale.org/2019/03/18/a-proposito-di-carlo-formenti-il-socialismo-e-morto-viva-il-socialismo/
https://tempofertile.blogspot.com/2019/08/carlo-formenti-il-socialismo-e-morto.html

Capitalismo/Formenti

Carlo Formenti – Il socialismo è morto, viva il socialismo! Dalla disfatta della sinistra al momento populista – Meltemi (2019)

Negli anni Cinquanta e Sessanta il voto per le sinistre (socialisti, laburisti, democratici) proveniva in larga misura da elettori con bassi livelli di reddito e istruzione, mentre quelli delle classi medie ed elevate votavano prevalentemente per i partiti di centro e di destra.
A partire dagli anni Settanta e Ottanta il voto di sinistra e’ stato sempre piu’ associato alle classi medie istruite (mentre gli elettori con alti livelli di reddito continuavano a votare per le destre).
Oggi questa tendenza si e’ ulteriormente radicalizzata, al punto che si potrebbe parlare di una “sinistra dei Bramini” e di una “destra dei Mercanti” (anche se una quota non trascurabile di ricchi e super ricchi ha a sua volta iniziato a votare a sinistra).
Piketty ipotizza l’esistenza di un rapporto causale incrociato fra tale fenomeno e l’aumento della disuguaglianza: le stesse trasformazioni socioeconomiche che provocano la disuguaglianza inducono le sinistre a cercare consenso negli strati sociali benestanti e colti che condividono valori cosmopoliti, globalisti e liberal, mentre le masse povere e incolte, nella misura in cui non trovano piu’ rappresentanza per i propri interessi, si rivolgono alle forze politiche populiste e sovraniste.

Info:
https://www.mangialibri.com/il-socialismo-e-morto
https://www.fondazionecriticasociale.org/2019/03/18/a-proposito-di-carlo-formenti-il-socialismo-e-morto-viva-il-socialismo/
https://tempofertile.blogspot.com/2019/08/carlo-formenti-il-socialismo-e-morto.html

 

Stato/Formenti

Carlo Formenti – Oligarchi e plebei. Diario di un conflitto globale – Mimesis (2018)

Il superamento dello Stato-nazione e’ un regresso storico, e non un progresso, come sostengono (quasi) tutte le sinistre che regalano stupidamente alle destre il monopolio della lotta per la riconquista della sovranita’
E’ vero che questa lotta rischia di mettere sullo stesso piano populismi di destra e di sinistra, ma le concezioni di sovranita’ degli uni e degli altri sono radicalmente diverse: da un lato, un immaginario etnico improntato alla endiadi sangue e suolo, dall’altro una visione della sovranita’ nazionale e popolare come mezzo di inclusione, di reintegrazione nello Stato di una cittadinanza che se ne sente sempre piu’ esclusa a mano a mano che vengono indebolite o spazzate via le istituzioni di partecipazione e rappresentanza politiche.
Info:

Populismo/Formenti

Carlo Formenti – La variante populista. Lotta di classe nel neoliberalismo – Derive Approdi (2016)

Il termine populista descrive meglio tre aspetti fondamentali del campo politico in cui oggi si schierano molti movimenti sociali:
1) l’opposizione fra 
un Noi che raggruppa la quasi totalita’ del corpo sociale e un Loro che rappresenta un’infima minoranza;
2) l’assenza di una analisi della composizione di classe interna al Noi, per cui il conflitto e’ giocato sul terreno delle rappresentazioni politiche e simboliche piu’ che su quello socio-economico;
3) il depotenziamento della coppia oppositiva destra/sinistra, che appare riassorbita nella coppia elite/popolo.
L’ultimo punto chiama in causa il tema della «ambiguita’» ideologica del populismo e del suo linguaggio politico: non e’ un caso se molti movimenti populisti prendono accuratamente le distanze dai partiti tradizionali […]
Cio’ si spiega con il fatto che il risentimento nei confronti del ceto politico, percepito in blocco come una casta corrotta che – a prescindere dalle ideologie – rappresenta esclusivamente gli interessi delle oligarchie, e’ una delle piu’ potenti spinte motivazionali delle rivolte popolari degli ultimi decenni, e rappresenta quindi uno strumento decisivo per raccogliere ampi consensi trasversali.

Info:
https://sinistrainrete.info/teoria/9639-alessandro-visalli-la-variante-populista-di-formenti.html
https://www.lacittafutura.it/cultura/la-variante-populista-secondo-formenti

Economia di mercato/Formenti

Carlo Formenti – Utopie letali – Jaca Book (2013)

La cultura di Internet e’ stata caratterizzata, fin dagli esordi, da cinque grandi promesse: 1) una democratizzazione dell’economia che avrebbe consentito alle startup di competere alla pari con le corporation e avrebbe appiattito le gerarchie aziendali, rafforzato la capacita’ di autogestione dei knowledge workers, ampliato i margini di autonomia di freelance e indipendenti, ridotto le barriere all’ingresso nei settori a piu’ elevato contenuto di innovazione; 2) un’illimitata possibilita’ di accedere liberamente a informazioni e conoscenze, che avrebbe favorito l’ascesa al potere della «classe creativa»; 3 ) un processo di empowerment dei consumatori, sempre piu’ in grado di controllare e condizionare le politiche commerciali e produttive delle imprese; 4) una messa in trasparenza dei meccanismi di funzionamento del potere politico, che si sarebbe esposto al controllo dei cittadini attraverso nuove forme di democrazia diretta, partecipativa e deliberativa; 5) un potenziamento del ruolo dei movimenti sociali, i quali, grazie alla nuova capacita’ di organizzazione e mobilitazione ottenuta dalla Rete, avrebbero svolto un ruolo strategico nell’arena politica del XXI secolo.
Ebbene: queste promesse non si sono realizzate; o si sono realizzate in modo parziale, a causa di processi che hanno operato in direzione opposta.

Info:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-prefazione-a-utopie-letali-di-carlo-formenti/
http://www.inchiestaonline.it/libri-e-librerie/valerio-romitelli-le-utopie-letali-che-si-aggirano-per-il-mondo-secondo-carlo-formenti/
http://www.inchiestaonline.it/libri-e-librerie/valerio-romitelli-le-utopie-letali-che-si-aggirano-per-il-mondo-secondo-carlo-formenti/

Geoeconomia/Formenti

Carlo Formenti – Oligarchi e plebei. Diario di un conflitto globale – Mimesis (2018)

Tutti hanno sentito parlare del fenomeno dei contractors, cioe’ dei professionisti della guerra (quasi sempre ex soldati di professione con esperienza nei corpi d’elite) che affiancano le
truppe americane, inglesi e di altre nazioni in varie operazioni sul campo.
Meno note sono le dimensioni del fenomeno: i contractors sono quasi 60.000 sui soli teatri del Medio Oriente (dal Libano all’Afghanistan) e circa 40.000 in Africa. Un vero e proprio esercito di mercenari che forse sono ancora piu’ numerosi, ove si tenga conto del fatto che il Pentagono e’ reticente nel dare cifre precise in merito, mentre agenzie come la Cia o la Nsa si guardano bene dal darne.
Un esercito che, alle imprese che ne vendono i servigi, garantisce un giro di affari che probabilmente si aggira intorno ai cento miliardi di dollari.
Perche’ stupirsi se nell’era in cui tutto viene privatizzato il fenomeno si estende anche alla guerra?
Prima c’erano gli eserciti di leva, poi i militari di mestiere al servizio di un determinato Paese, infine ecco i mercenari al servizio del miglior offerente.
Fra l’altro, cosi’ si evitano i contraccolpi dell’opinione pubblica quando il prezzo in vite umane di una guerra tende a farsi troppo alto […]
Ma gli imprevisti sono dietro l’angolo: in primo luogo perche’ questa gente e’ al servizio di imprese private e non di qualche Stato e, com’e’ noto, gli interessi delle multinazionali ignorano i confini geopolitici e le regole della guerra […]
Dopo la medievalizzazione dell’economia con il ritorno della lex mercatoria arriva la medievalizzazione della guerra con il ritorno di Lanzichenecchi e capitani di ventura.

Info:
https://www.carmillaonline.com/2018/05/15/le-nuove-pelbi-globali-dentro-la-crisi-sistemica/
https://www.sinistrainrete.info/libri/16175-carlo-formenti-oligarchi-e-plebei.html

Finanziarizzazione/Formenti

Carlo Formenti – Utopie letali – Jaca Book (2013)

Analizzando le politiche economiche condotte da tutti i governi occidentali negli ultimi decenni, se ne ricava un’impressione di incredibile uniformita’, a partire dai continui sgravi fiscali per i ricchi, motivati dal fatto che, in questo modo, si sarebbero promossi gli investimenti e, di conseguenza, sarebbero aumentati i livelli di occupazione e i redditi […]
I capitali «liberati» dagli sgravi fiscali [pero’] non venivano reinvestiti in attivita’ produttive ma alimentavano solo le speculazioni finanziarie.
Passiamo a un secondo Leitmotiv delle politiche liberiste, vale a dire le massicce privatizzazioni di beni comuni e servizi pubblici: restituire la produzione di servizi sociali al mercato, si sostiene, significa sottoporli alle leggi della concorrenza, contribuendo a migliorarne la qualita’ e ridurne i costi, ma soprattutto significa ridurre la spesa pubblica combattendo sprechi e inefficienze.
La realta’ ha al contrario dimostrato che a migliorare sono solo i profitti privati, mentre i costi aumentano e la qualita’ dei servizi peggiora.

Info:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-prefazione-a-utopie-letali-di-carlo-formenti/
http://www.inchiestaonline.it/libri-e-librerie/valerio-romitelli-le-utopie-letali-che-si-aggirano-per-il-mondo-secondo-carlo-formenti/
http://www.inchiestaonline.it/libri-e-librerie/valerio-romitelli-le-utopie-letali-che-si-aggirano-per-il-mondo-secondo-carlo-formenti/

Finanziarizzazione/Formenti

Carlo Formenti – Utopie letali – Jaca Book (2013)

Le ricostruzioni storiche del processo di finanziarizzazione negli ultimi decenni del XX secolo distinguono due fasi: una prima finanziarizzazione, che coincide con il progressivo mutamento della concezione dell’impresa capitalistica, da dispositivo produttivo a portafoglio di attività, e una seconda finanziarizzazione, nel corso della quale l’interesse degli azionisti e’ venuto gradualmente occupando una posizione preminente nella determinazione degli obiettivi dell’impresa, i quali hanno finito per coincidere quasi esclusivamente con la massimizzazione del valore azionario della stessa […]
A conclusione delle due fasi appena descritte, ci si
e’ trovati di fronte a un’impresa che ha cessato di strutturare la propria organizzazione in relazione a considerazioni di tipo produttivo e/o commerciale, per adottare modelli funzionali alla valorizzazione specificamente finanziaria degli investimenti.

Info:
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-prefazione-a-utopie-letali-di-carlo-formenti/
http://www.inchiestaonline.it/libri-e-librerie/valerio-romitelli-le-utopie-letali-che-si-aggirano-per-il-mondo-secondo-carlo-formenti/
http://www.inchiestaonline.it/libri-e-librerie/valerio-romitelli-le-utopie-letali-che-si-aggirano-per-il-mondo-secondo-carlo-formenti/